E’ stato scoperto da un team internazionale di ricercatori, coordinati da esperti dell'Università della British Columbia, in Canada. Lo studio è stato effettuato confrontando la struttura genetica e i profili clinici di 47.102 soggetti
Perché alcune persone possono mangiare quanto vogliono senza aumentare di peso? A cercare di dare una risposta a questa domanda ci ha pensato un team di ricercatori internazionali, coordinato da esperti dell'Università della British Columbia che, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Cell”, ha individuato un particolare gene, chiamato ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase), una sorta di interruttore molecolare della magrezza che potrebbe avere un ruolo importante anche nella regolazione del metabolismo dei grassi.
I dati analizzati
"Conosciamo tutti persone che possono mangiare quello che vogliono, non fanno attività fisica, ma non aumentano di peso. Costituiscono circa l'uno per cento della popolazione", ha spiegato Josef Penninger, professore nel dipartimento di genetica medica della Facoltà di Medicina dell’ateneo canadese e principale autore dello studio. "Volevamo capire come può succedere. La maggior parte dei ricercatori studia l'obesità e la genetica dell'obesità. Noi abbiamo deciso di capovolgere la prospettiva e abbiamo studiato la magrezza, avviando così un nuovo campo di ricerca”, ha detto l’esperto. Per arrivare alla loro scoperta, i ricercatori canadesi, svizzeri, austriaci e australiani, si sono serviti dei dati della biobanca dell'Estonia, il per confrontare la struttura genetica e i profili clinici di 47.102 soggetti sani, magri e normopeso di età compresa tra 20 e 44 anni. Tra le variazioni genetiche che il team ha scoperto c'era proprio la mutazione nel gene ALK, presente solo nei soggetti più esili.
Il ruolo del gene ALK
Il ruolo di ALK nella fisiologia umana è stato in gran parte poco chiaro, si legge in un articolo pubblicato proprio sul sito dell’ateneo canadese. È noto che il gene muta frequentemente in diversi tipi di cancro ed è stato identificato come motore dello sviluppo del tumore. "Il nostro lavoro rivela che ALK agisce nel cervello, dove regola il metabolismo integrando e controllando il dispendio energetico", ha spiegato Michael Orthofer, ricercatore presso l'Istituto di biologia molecolare di Vienna. Alla luce di questa valutazione, i ricercatori hanno tentato di agire su ALK provando a disattivarlo nei moscerini della frutta e nei topi di laboratorio. Ciò che hanno scoperto è che tutti questi animali riuscivano a rimanere magri anche se sottoposti ad una dieta ipercalorica. I topi privati del gene ALK, se sottoposti allo stesso regime alimentare e alla stessa attività fisica dei topi normopeso, erano comunque meno grassi. Grazie a questo studio si potranno aprire adesso nuove porte legate alle terapie antiobesità. "Gli inibitori di ALK vengono già usati in oncologia contro il cancro, è un gene che può essere colpito ed è proprio quello che cercheremo di fare in futuro", ha detto poi ancora Penninger.