
Incidenti in mare e piscina, il vademecum di Iss e Oms per prevenire gli annegamenti
Il 25 luglio 2023 è la Giornata Mondiale della Prevenzione dell’Annegamento. Secondo l’Oms, nell’ultimo decennio i morti sono stati circa 2,5 milioni. Le vittime più frequenti sono i bambini tra uno e 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni. Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’Iss nel periodo 2015-2019 ci sono stati 2mila incidenti e 1.200 morti. E anche quest’estate si registrano già diverse vittime. Ecco le regole da seguire per cercare di evitare gli incidenti

Ogni anno, nel mondo, 236mila persone muoiono per annegamento, per un totale di circa 2,5 milioni di morti nell'ultimo decennio. Gli incidenti avvengono in mare aperto, nei fiumi ma anche in piscine alte pochi centimetri. Le vittime più frequenti sono i bambini tra uno e 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni. A dirlo sono i numeri diffusi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per il 25 luglio 2023, Giornata mondiale della prevenzione dell'annegamento
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Secondo l'Oms, gli annegamenti sono responsabili del 75% dei decessi durante le inondazioni, diventate sempre più frequenti. L’annegamento, aggiunge l'Onu, è tra le principali cause di morte in bambini e giovani fino a 24 anni e in generale la terza causa di morte per lesioni accidentali a livello globale. E se il 90% dei decessi si verificano nei Paesi più poveri, il problema non risparmia l'Italia: da maggio a oggi sono state oltre 20 le vittime, di cui 7 bambini. E sono già una ventina i casi finiti sulle pagine dei giornali dall'inizio di quest'estate
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Secondo un report dell’Iss pubblicato nel 2022, in Italia sono stati “oltre 2mila i casi di incidenti in acqua tra il 2015 e il 2019, di cui 1.209 fatali. Le vittime sono per lo più uomini. La fascia d'età più colpita è quella tra 45 e 64 anni”. L'Istituto superiore di sanità ha anche diffuso le quattro regole d’oro per proteggersi dagli incidenti: sorveglianza dei bimbi, corsi di nuoto per i più piccoli, evitare soste in spiaggia nelle ore più calde, recintare piscine e corsi d’acqua
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L’Istituto ha anche diffuso un vademecum per prevenire il rischio annegamento per i più piccoli, dal momento che "un bimbo molto piccolo (fino ai 3-4 anni d'età) può trovarsi in difficoltà anche in pochi centimetri d'acqua" e che "sono sufficienti dai 3 ai 6 minuti per annegare"
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Per questi motivi, spiega l'Iss, è importante “far indossare la cuffia ai bimbi per evitare il rischio che i capelli si impiglino nei bocchettoni di aspirazione delle piscine, coprire le piscine con appositi teli e togliere tutti i giocattoli dalla vasca dopo l'uso, perché il bimbo potrebbe esserne attratto e cadere in acqua per recuperarli"
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Per l’Iss, il trend degli incidenti in acqua nel nostro Paese è costante, "con circa 3-400 episodi l'anno”, anche se negli ultimi anni “sono in aumento gli incidenti nelle acque interne (laghi, fiumi), con un rischio maggiore per questa tipologia di episodi per gli stranieri residenti nel Paese"

Circa il 68% degli incidenti in acqua da sommersione, ha fatto sapere l'Iss, ha un esito mortale o comunque grave, con ricovero in prognosi riservata o in terapia intensiva. Considerando sia i decessi che gli incidenti non fatali, in Italia le tre fasce di età più a rischio risultano essere quella 45-64 anni (18,2% di tutti gli incidenti in acqua), quella 65-79 anni (16,2%) e quella 0-10 anni (13,9%)

Anche l’Oms, ricordando che “chiunque può annegare, ma tutti possono fare qualcosa per salvare vite", ha lanciato una campagna con 6 misure di prevenzione da promuovere per ridurre drasticamente il rischio di annegamento. Tra queste, iscrivere a un corso di nuoto i bambini in età scolare: imparare competenze di base di nuoto, infatti, riduce notevolmente il rischio. Al contrario, non bisogna pensare che indossare i braccioli o la ciambella basti a far stare sicuri, perché non sono dispositivi salvavita

Il secondo punto è assicurarsi che i bambini siano costantemente sorvegliati: che siano nei pressi di stagni, fiumi, spiaggia o vasca da bagno, è necessaria la supervisione attenta di un adulto, in grado di rispondere subito al bisogno d’aiuto. Inoltre, "le piscine vanno sempre protette con barriere quando non sono in uso". Terzo consiglio è promuovere nella popolazione generale la frequenza di corsi di salvataggio e rianimazione: la sopravvivenza dopo l'annegamento migliora se la rianimazione cardiopolmonare viene eseguita appena la persona viene tolta dall'acqua

Che si tratti di motoscafo, canoa o canotto, l'Oms consiglia poi di indossare sempre un giubbotto di salvataggio quando si viaggia in acqua, a prescindere dall'abilità nel nuoto e di verificare, prima di salire su qualsiasi imbarcazione, le condizioni meteo, e assicurarsi che sia dotata di attrezzature di sicurezza. Infine, ognuno può contribuire a salvare vite, conclude l'Oms, condividendo informazioni e il materiale della campagna con l'hashtag #DrowningPrevention sui social media

La Giornata Mondiale della Prevenzione dell’Annegamento è stata proclamata con una risoluzione dell'Assemblea generale Onu nel 2021 e si celebra ogni anno il 25 luglio. Questo evento, spiegano le Nazioni Unite, "serve come un'opportunità per evidenziare l’impatto dell'annegamento sulle famiglie e sulle comunità e per offrire soluzioni salvavita per prevenirlo”

Anche le misure individuate dall'Onu per prevenire gli annegamenti vanno dall'installazione di barriere al fornire luoghi sicuri lontano dall'acqua, come asili nido, per bambini in età prescolare. Ma anche insegnare il nuoto, addestrare le persone al salvataggio e alla rianimazione, definire e far rispettare norme sicure sulla navigazione, migliorare la gestione del rischio di alluvione

"Gli annegamenti costituiscono un problema drammatico in tutto il mondo", ha sottolineato l'Iss. In Italia, intanto, su iniziativa del ministero della Salute è nato l'Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti e incidenti in acque di balneazione
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