Pochi medici e pediatri disponibili: l'analisi di Altroconsumo in 22 città
L’indagine mette in luce alcune criticità in varie realtà. Per esempio a Trento, Milano, Torino, Bologna e Cagliari solo un medico su quattro ha posto
- Sta diventando sempre più difficile cambiare il medico di famiglia. A quanto pare, lo si troverebbe solo se ci si accontenta di un dottore che riceve dall’altra parte della città, probabilmente prossimo alla pensione e da dividere con altri 1.799 pazienti (1.800 è il numero massimo di assistiti in molte zone d’Italia)
- Da un’indagine di Altroconsumo su 22 città italiane, la disponibilità di camici bianchi è critica in molte aree ed è peggiorata negli ultimi anni: se fino a poco tempo fa il problema della carenza era concentrato solo sui pediatri (per questioni legate al calcolo del fabbisogno), oggi è ormai noto che coinvolge anche i medici di famiglia
- La situazione si sarebbe aggravata a causa del grande esodo di dottori che vanno in pensione senza un ricambio proporzionato di giovani professionisti che li sostituiscano. Un maxi buco nel Servizio sanitario che però si poteva prevedere per tempo
- Sicuramente la pandemia ha portato molti medici ad anticipare il momento della pensione facendo emergere ulteriormente i limiti del sistema. Ma la principale causa è piuttosto una “cattiva programmazione”: negli anni passati i ministeri preposti non si sono preoccupati di assumere un numero adeguato di medici che sopperisse ai tanti che uscivano (o sarebbero usciti) dal Sistema sanitario nazionale per andare in pensione
- Nel 2019 il Ministero della Salute ha tentato di correggere il tiro, sbloccando il turnover (portando le assunzioni possibili a un + 10%) e aumentando il numero dei posti nelle scuole di specializzazione. Ma perché si vedano gli effetti di questa svolta servono 4-5 anni, cioè gli anni necessari per la specializzazione di un medico. E se la carenza di personale continuerà a essere un grosso problema per le strutture dell’Ssn, quella di medici e pediatri sul territorio non lo sarà certo di meno per i cittadini e le loro famiglie
- Altroconsumo ha svolto un’indagine per valutare le possibilità effettive di scelta che si hanno in 11 Regioni. I risultati sono riferiti a giugno 2023. In ciascuna delle 11 Regioni monitorate si è considerato sia il capoluogo (a eccezione del Veneto, con Padova, e Roma, dove è stata considerata la Asl 1) sia un Comune più piccolo, per un totale di 22 città
- Per prima cosa sono state valutate le informazioni come indirizzo e orario di ricevimento, età del medico e telefono, offerte ai cittadini. Mentre è sempre disponibile l’indirizzo dello studio e l’orario di ricevimento, l’età del medico è indicata raramente (lo fanno solo Puglia, Emilia e Campania). Solo in Puglia, Sardegna e Veneto viene pubblicato il numero di pazienti che un medico ha
- Il medico e il pediatra di famiglia dovrebbero essere una libera scelta, ma l’analisi di Altroconsumo evidenzia invece che è sempre più spesso una scelta obbligata. I cittadini devono accontentarsi dei pochi medici con ancora posti liberi nella loro città