
Smart working e danni alla salute, dalla trombosi a problemi di vista
La pandemia ha cambiato molte delle nostre abitudini, una delle quali è sicuramente il massiccio ricorso allo smart working che, come evidenziato dall'analisi del quotidiano statunitense The Hill, ha portato i lavoratori da remoto a tutta una serie di problematiche fisiche e mentali da non sottovalutare

Dal 2020, anno dello scoppio della pandemia, tante aziende hanno deciso di introdurre una pratica fino a quel momento poco utilizzata: lo smart working. Da allora abbiamo imparato a convivere con questo termine, e in molti si sono abituati all'idea di lavorare da casa. L'analisi del quotidiano statunitense The Hill evidenzia tuttavia gli aspetti negativi di questa pratica, con problematiche fisiche e mentali al quale si rischia di andare in contro

L'analisi ha dimostrato che gli statunitensi nel loro complesso apprezzano lavorare da casa, uno stile di vita inevitabilmente più sedentario però, può portare a problemi di salute a lungo termine, sicuramente anche di natura mentale, come un sonno meno ristoratore e problemi di mancato rilassamento
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Secondo l'OMS nel 2008 il 31% delle persone di età pari o superiore a 15 anni erano insufficientemente attive fisicamente, con circa 3,2 milioni di morti all'anno correlate alla sedentarietà. Una situazione che con la pandemia e lo smart working non è certo migliorata
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Il lavoratore da remoto mediamente percorre solo 16 passi dal proprio letto alla sua postazione di lavoro, secondo un sondaggio del 2022 di Upright, un’applicazione che promuove comportamenti corretti per la salute della schiena

Lo stesso sondaggio ha anche rilevato che il 54% dei lavoratori remoti e ibridi ritiene che il proprio movimento durante la giornata lavorativa si sia ridotto del 50% o più nell’ultimo anno

Tra i vari rischi, stare seduti troppo a lungo può aumentare la possibilità di una persona di sviluppare problemi come trombosi venosa profonda, che può arrivare fino ai polmoni e causare un’embolia polmonare o un blocco del flusso sanguigno

Altro rischio per il lavoratori da remoto è quello di ingrassare eccessivamente e aumentare la resistenza all’insulina, con le annesse probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete. L’eccesso di tempo di fronte ad uno schermo inoltre può eggiorare la vista e causare emicranie

Più della metà dei lavoratori da remoto, scrive ancora The Hill, ha riferito di aver sperimentato un aumento dell’affaticamento degli occhi durante il primo anno della pandemia

Un sondaggio di All About Vision ha rilevato inoltre che una persona che lavora da casa trascorre in media 13 ore al giorno a guardare uno schermo, che si tratti di laptop, telefono o televisione, oltre due ore in più rispetto a un lavoratore "classico"
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