Covid, sciolto il Cts. Locatelli: “La scelta più lacerante sospendere i funerali”

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Il resoconto dell'avventura da coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, terminata proprio a partire da oggi 1 aprile, è stato affidato da Franco Locatelli al "Corriere della Sera". Ma “la fine dello stato d’emergenza va vissuta come una notizia positiva”, ha detto 

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Dopo oltre 2 anni, con la fine dello stato d’emergenza legato alla pandemia di coronavirus, Franco Locatelli ha terminato la sua avventura in qualità di coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (Cts). E ha tracciato un resoconto del suo impegno in un’intervista concessa al “Corriere della Sera”. Quale la scelta più lacerante di tutte? “L’aver dovuto indicare di sospendere le cerimonie funebri in presenza. Con quella scelta abbiamo senz’altro risparmiato vite, ma abbiamo tolto affettivamente molto al momento supremo dell’ultimo saluto ai propri cari”, ha spiegato. E tre sono stati i momenti più duri, tutti ricordati da Locatelli con immagini specifiche. “Le immagini dei camion militari che lasciano il cimitero di Bergamo, la mia città, per trasportare bare di defunti che non potevano trovare sepoltura. Il Santo Padre da solo, in piazza San Pietro, che prega il 27 marzo 2020 sotto la pioggia, circondato da un vuoto irreale e quasi spettrale. Il presidente della Repubblica che sale la scalinata dell’Altare della Patria da solo per celebrare il 25 aprile del 2020”.

Il peso delle responsabilità

Ci sono stati, comunque, anche momenti da ricordare con gioia, anche considerando che “la fine dello stato d’emergenza va vissuta come una notizia positiva”. Tra questi, ha raccontato Locatelli, “la percezione dell’afflato solidaristico che ha unito la nazione nella primavera del 2020. Peccato poi se ne sia perso in parte lo spirito il 27 dicembre dello stesso anno con l’avvio delle vaccinazioni e l’evidenza inconfutabile maturata negli ultimi mesi delle tante morti risparmiate grazie ai vaccini”. In generale, però, l’esperienza, in questa due anni a capo del Cts, è stata vissuta “con la consapevolezza, progressivamente maturata, che stavamo affrontando l’emergenza più impegnativa e critica del Dopoguerra e che i nostri pareri avrebbero avuto un impatto sulla vita anche economica e sociale del Paese”, ha sottolineato ancora. “Per tutti i miei colleghi del Cts, in particolare per chi ha avuto il privilegio di coordinarne le attività, il peso delle responsabilità non è stato semplice da sopportare, non lo nascondo”, ha rivelato.

Covid: lo scenario futuro e la quarta dose di vaccino

Nel corso dell’Intervista Locatelli ha delineato poi quello che potrebbe essere lo scenario futuro, in relazione all’epidemia e fatto il punto sulla quarta dose di vaccino anti-Covid. “La circolazione virale è ancora rilevante ed è questa la ragione per cui tutti noi continuiamo a raccomandare prudenza e attenzione nei comportamenti individuali”, ha detto. “Tuttavia, l’elevato numero dei soggetti contagiati non trova riscontro fortunatamente nel corrispettivo dei ricoveri, soprattutto nei reparti di terapia intensiva, e nei decessi. E’ merito dei vaccini che abbiamo a disposizione”, ha ribadito. Sul tema quarta dose, “è prioritario incrementare il numero delle persone che devono ricevere la prima dose booster, di richiamo, per ottenere una compiuta protezione vaccinale”, ha specificato. “Nei maggiori Paesi europei, così come negli Stati Uniti, si è aperta una riflessione relativa all’opportunità di somministrare un’ulteriore dose di richiamo a persone fragili per ragioni anagrafiche. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha giustamente richiamato colleghi a condividere scelte omogenee in modo tale che l’Unione Europea assuma una posizione coerente e comprensibile ai cittadini del nostro continente”, ha spiegato ancora. Oggi, ha quindi concluso, “con i vaccini a disposizione, la somministrazione di un’eventuale dose booster, che ha dimostrato di possedere un profilo di sicurezza simile a quello della terza dose, permetterà di incrementare la protezione conferita dalle cellule della memoria immunologica, ripristinando i valori che si osservavano nelle settimane successive alla prima dose booster”.

Health workers wearing overalls and protective masks in the intensive care unit of the Covid intensive care unit of the GVM ICC hospital of Casal Palocco near Rome, Italy, 21 January 2022. ANSA/GIUSEPPE LAMI

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