Covid, Ricciardi: “Lo stato d'emergenza andrebbe prorogato”

Salute e Benessere
©Ansa

Lo ha riferito, in un’intervista concessa al quotidiano “La Stampa”, il professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica, oltre che consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. Lo stato d’emergenza, “dal punto di vista sanitario” dovrebbe proseguire, ha detto. “L'inverno sarà durissimo e bisognerà prendere decisioni finalizzate al contenimento del virus. Penso a un'intensificazione del Super Green pass con maggiori controlli. Non basta fare le norme, bisogna applicarle”

“Le misure prese e l'alto numero di vaccinati fanno sì che l'incremento dei casi sia lineare e non esponenziale, però si tratta comunque di una crescita del contagio e dei morti. Ma gennaio preoccupa molto e lo stato d'emergenza andrebbe prorogato”. E’ il pensiero di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene all'Università Cattolica e consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza, raccolto dal quotidiano “La Stampa”. Lo stato di emergenza, che scadrà il 31 dicembre, andrà quindi rinnovato? “Dal punto di vista sanitario assolutamente sì. L'inverno sarà durissimo e bisognerà prendere decisioni finalizzate al contenimento del virus. Penso a un'intensificazione del Super Green pass con maggiori controlli. Non basta fare le norme, bisogna applicarle”, ha spiegato.

L’incidenza della variante Omicron

Secondo l’esperto, a rendere il nostro Paese ancora vulnerabile è soprattutto la quota di persone non vaccinate. “Sono 6 milioni di adulti e 3 di bambini, un serbatoio notevole del virus, con numerose vulnerabilità che spiegano i tanti morti”, ha sottolineato nel corso dell’intervista. Facendo poi riferimento alla nuova mutazione del virus. “La variante Omicron potrebbe dare meno malattia, ma se fosse più contagiosa peggiorerebbe comunque la situazione. I primi dati sudafricani non sono indicativi. La chiarezza arriverà dalle rilevazioni inglesi, ma le prime notizie non sono confortanti. La mia previsione è che a gennaio il Regno Unito avrà bisogno di un altro lockdown a causa della combinazione tra Delta e Omicron”, ha detto Ricciardi. “L'Italia ha messo in atto una serie di misure, dal Super Green pass alla chiusura dei voli, alla velocizzazione della terza dose, che consentono di limitare e rimandare il problema, nella speranza di superare l'inverno senza danni e arrivare a primavera”, ha riferito ancora, disegnando un possibile scenario.

La diffusione del virus tra i più piccoli

Tra gli argomenti toccati dal consulente del ministro Speranza, anche quello relativo alla diffusione del virus in età scolare. Secondo Ricciardi, “la vera risposta è vaccinare tutti, ma va pure rinforzato il sistema di test e tracciamento delle Asl che lavorano con poco personale e attrezzature. La strategia migliore per le scuole sarebbe quella dei test salivari antigenici frequenti oppure test molecolari mirati subito dopo il primo caso”, ha commentato. “L'isolamento va in base al livello di contagio della classe. Non c'è ragione per non fare il vaccino ai bambini, per cui bisogna puntare al 90% di vaccinati per la protezione che garantisce a bambini, scuola e famiglia”, ha continuato l’esperto. Confermando come, ad oggi, venga somministrato “Pfizer con due dosi ridotte per l'età da 5 a 11 anni, a distanza di tre settimane”. La protezione? “E' presumibile che per i bambini duri a lungo, ma si verificherà col tempo la necessità della terza dose. Intanto, quest’ultima per gli adulti resta l'unico modo per proteggersi da varianti e calo dell'immunità, in particolare per le persone anziane e fragili”, ha ribadito. “L'immunità data dai vaccini non è eterna e nella migliore delle ipotesi tra qualche anno dovremo fare un richiamo, come del resto succede per l'influenza, lo pneumococco e il tetano. Tutte vaccinazioni consigliabili”, ha detto ancora.

L’obbligo vaccinale

Un tema caldo in questo periodo è quello legato all'obbligo vaccinale, per cui Ricciardi ha ricordato che “intanto dal 15 dicembre si applicherà per tre dosi oltre che agli operatori sanitari anche a personale scolastico, militari e forze dell'ordine. Poi in sanità pubblica non si esclude nulla, perché le decisioni si prendono in base a evidenze scientifiche e situazione epidemiologica”. La premessa, per dire che, ad oggi, “l'obbligo generalizzato non è indispensabile, mentre lo sarebbe nei Paesi dell'Est, in Russia e in Gran Bretagna, dove nonostante la possibilità dei vaccini si vivono i momenti peggiori di tutta la pandemia”. Il livello italiano di vaccinazione nel nostro Paese, infatti, risulta “uno dei migliori d'Europa, ma non bisogna accontentarsi fino al 95%. Ci siamo abituati a cento morti al giorno, che si potrebbero evitare se tutti si vaccinassero”, ha poi concluso.

approfondimento

Stato di emergenza, cos'è: durata, regole e divieti

Salute e benessere: Più letti