Lo ha spiegato, nel corso di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, l’immunologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico. Grazie ai vaccini, ha detto, “lo stiamo addomesticando, ho l’impressione che si stia adattando a convivere con noi. Sembra più simile ai virus dell’influenza che non al virus pandemico conosciuto all’inizio del 2020”. Confermando poi anche l’efficacia dei vaccini stessi contro le varianti
Quanto sono efficaci i vaccini contro le varianti del coronavirus? “Una sola dose protegge al 70% dalla variante Alfa mentre contro la Delta funziona al 20-30%. Con due dosi si è protetti al 85-90% dalla Delta e oltre il 95 dall’Alfa”. Lo ha riferito, nel corso di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”, Sergio Abrignani, immunologo e membro del Comitato Tecnico Scientifico (Cts). Spiegando anche come, attualmente, può essere valutato il virus stesso. Grazie ai vaccini, ha detto, “lo stiamo addomesticando, ho l’impressione che si stia adattando a convivere con noi. Sembra più simile ai virus dell’influenza che non al virus pandemico conosciuto all’inizio del 2020”.
L’importanza dei vaccini contro le varianti
Dunque, ha confermato l’esperto, “i vaccini funzionano contro la variante Delta”, la mutazione che maggiormente sta preoccupando le autorità sanitarie di alcune specifiche aree del mondo, tra cui Regno Unito, Russia, Portogallo, Australia e Sudafrica, in questo momento. “Oltre che gli studi sperimentali lo confermano i dati della Gran Bretagna. Da poche centinaia di nuove infezioni in media al giorno, sono diventati 18mila. Eppure, le vittime sono “soltanto” 20, e dico soltanto con grande rispetto per loro. Pochi i ricoverati in terapia intensiva proprio perché gran parte della popolazione è immunizzata”, ha riferito Abrignani. Questo però, non deve fare abbassare la guardia, ha specificato l’immunologo, anche perché “la variante Delta si sta diffondendo molto rapidamente e in poco tempo ha scalzato la variante Alfa (ex inglese). E Succederà anche in Italia”, ha aggiunto ancora. Cosa fare per contrastarla, quando diventerà dominante anche nel nostro Paese? “Se ci faremo trovare vaccinati, la variante avrà un impatto modesto sul piano dei decessi e dei casi di malattia grave”, ha spiegato il membro del Cts. “Dagli studi preliminari sembra che colpisca le vie aeree superiori dando luogo a faringiti e raffreddori mentre infetterebbe in misura minore bronchi e polmoni. Ecco perché, anche sulla base dei dati di letalità, mi sono sentito di parlare di influenza”, ha specificato.
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L’Italia bianca e le mascherine all’aperto
Tra gli altri temi toccati da Abrignani, quello attualissimo dell’Italia, che proprio da oggi è diventata tutta bianca. Esistono rischi legati ad una ripresa dei contagi? Secondo l’esperto, riaprire “non significa sia finito tutto. Il virus, ha detto, “circola ancora, oltre 2,6 milioni di ultra sessantenni non sono vaccinati. La letalità sopra gli 80 è del 27%, sopra i 70 dell’11% e sopra i 60 del 4%. Dovrebbero bastare queste percentuali per dissuadere da comportamenti non virtuosi”, ha aggiunto, lanciando un monito. E, a proposito delle mascherine all’aperto, da oggi non più obbligatorie, “vanno indossate in tutte le situazioni in cui ci sia assembramento, vale a dire trovarsi molto vicini ad altri individui”, ha consigliato. Esiste comunque, anche in virtù dell’andamento della curva epidemica, la possibilità che si torni indietro. “Al momento esistono le basi epidemiologiche per avere un’Italia tutta bianca. Siamo in fase di netto miglioramento rispetto al mese scorso. Se la situazione dovesse cambiare in peggio abbiamo un sistema strutturato, quello dei colori. E’ un meccanismo che scatta se i dati dovessero darci indicazioni negative”, ha sottolineato infine.