Magrini (Aifa): “Con vaccino Pfizer anche 7 dosi, ma giusto prevederne 6”

Salute e Benessere

Lo ha riferito il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, nel corso di un’intervista radiofonica, spiegando che in Italia "siamo ora settati su 6 dosi: l'organizzazione distributiva e logistica della struttura commissariale ha deciso così perché 7 dosi vorrebbe dire non commettere nessun errore, mentre un minimo di distrazione ci può essere nel prelievo della dose dal flacone", ha spiegato

"Ci siamo accorti quasi subito, appena arrivato il flacone, che le dosi disponibili erano 6 e in alcuni casi, con la massima precisione, anche 7. Quindi, nell'arco di una settimana o due, tutte le agenzie regolatorie hanno detto che era possibile tranquillamente fare 6 dosi, come poi certificato anche dall'Agenzia Europea dei Medicinali. Si è così passati dal flacone da 5 a quello da 6, ma effettivamente con siringhe di precisione si possono ottenere anche 7 dosi". Così, Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), ha parlato a “24Mattino” su Radio 24 dei dettagli legati alla campagna vaccinale anti-Covid nel nostro Paese, con particolare riferimento al siero prodotto e sviluppato da Pfizer. (Covid-19, il vaccino in Italia e nel mondo: DATI E GRAFICI)

L’organizzazione distributiva e logistica

In Italia, ha poi specificato ancora Magrini, "siamo ora settati su 6 dosi". Il motivo? "L'organizzazione distributiva e logistica della struttura commissariale ha deciso così perché 7 dosi vorrebbe dire non commettere nessun errore, mentre un minimo di distrazione ci può essere nel prelievo della dose dal flacone", ha aggiunto. A proposito delle siringhe utilizzate per l’inoculazione, ha detto inoltre il direttore generale dell’Aifa, "in Italia, abbiamo quelle di precisione di alta qualità, che si chiamano Luer-lock che garantiscono anche la doppia sicurezza che non si stacchi mai l'ago".

La differenza tra il vaccino di Pfizer e Moderna

Sul vaccino di Pfizer e su quello di Moderna, di cui sono arrivate ieri 47mila dosi nel nostro Paese, Magrini ha sottolineato che "Aifa ha dato un giudizio di sovrapponibiltà, ovvero i due vaccini sono sovrapponibili, hanno la stessa piattaforma a mRna, stessa efficacia a e sicurezza, la principale differenza è che un flacone va diluito e l'altro no". Inoltre, ha ribadito come proprio per il vaccino sviluppato da Pfizer non si sia registrato finora "nessun intoppo", nonostante le preoccupazioni dettate dalla difficoltà di garantire una temperatura di -70 gradi per la conservazione. Il vaccino di Moderna, ha precisato ancora, "permette di ottenere 10 dosi e appena scongelato è utilizzabile", è "un po' più comodo" rispetto a Pfizer, "ma non enfatizzerei troppo questo discorso anche relativamente ai -70 gradi, perché la catena prevista di distribuzione settimanale, con valige distributive che mantengono la temperatura per tre settimane, non ha avuto nessun intoppo, nessun inciampo o difficoltà distributiva. Quindi quello che sembrava un problema insormontabile si è rivelato nemmeno uno spauracchio e non è mai stato un vero ostacolo, per fortuna".

Il parere sul vaccino italiano di ReiThera

C'è anche un vaccino tutto italiano contro il Covid-19, quello nato dalla collaborazione tra gli specialisti dell'Istituto per le malettie infettive Spallanzani e quelli dell'azienda di Castel Romano, Reithera, che, sempre secondo Magrini, "ha avuto un'ottima fase uno, la fase preliminare, con risultati molto buoni presentati la settimana scorsa". Il tutto nonostante occorrano dai "4 ai 6 mesi per l'effettuazione degli studi, più 6 che 4. E' un settimo vaccino per l'Italia, visto che 6 sono gia' prenotati", ha confermato.  

Il siero di AstraZeneca

A proposito invece del vaccino di AstraZeneca, Magrini ha ribadito che “la domanda ufficiale è arrivata solo ieri, valuteremo nelle prossime tre settimane, si aspettano ulteriori approfondimenti". La stessa azienda, che insieme all’Università di Oxford e all’italiana Advent-Irbm di Pomezia ha messo a punto un proprio vaccino anti-Covid, ha presentato all’European Medicines Agency (Ema) un'offerta formale per l’autorizzazione del siero. Lo ha annunciato proprio l'Agenzia europea per i medicinali in un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale. "Un parere sull'autorizzazione all'immissione in commercio potrebbe essere emesso entro il 29 gennaio durante la riunione del comitato scientifico per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Ema, a condizione che i dati presentati sulla qualità, la sicurezza e l'efficacia del vaccino siano sufficientemente solidi e completi", hanno confermato proprio dall'Ema.

Un possibile nuovo candidato

"E’ probabile che anche il vaccino cinese, quello di Sinovac, verrà sottoposto a giudizio europeo". Questa l’ulteriore notizia legata ai vaccini anti-Covid, riportata da Magrini, per cui però "occorrerà vedere se i dati rispondono al rigore richiesto". Comunque, "una volta valutati gli studi, potrebbe diventare un ulteriore candidato e,  se così fosse, sarebbe un interessante meccanismo per entrambi", ha detto riferendosi alla Cina e all’Europa. "Significa che cadono muri e barriere, che la ricerca e la produzione è davvero globale come di fatto già è, ad esempio, per gli antibiotici. Quindi ben venga questa competizione".

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