Covid, Remuzzi a Sky TG24: "Meglio vaccinare più persone possibile e rimandare richiami"

Salute e Benessere

Lo ha dichiarato il direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. "Per un'immunità che duri nel tempo è importante fare un richiamo. Ma non è cosi importante farlo dopo dodici giorni". Ma l'infettivolgo Vella, presidente dell'Aifa: "Sono contrario a ritardare il richiamo"

"È probabilmente meglio vaccinare subito tutte le persone che possiamo con il vaccino che abbiamo e rimandare il richiamo di tre o quattro mesi, consentendoci di arrivare all’estate", piuttosto che conservare le dosi per il richiamo delle persone già vaccinate. Lo ha dichiarato in un'intervista a Buongiorno, su Sky TG24, Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, di Milano. "Immaginiamo che d’estate la riduzione del virus si possa ridurre, se vacciniamo tutti con almeno una dose abbiamo una copertura importante. Nella migliore delle ipotesi noi avremo da qui a marzo 15 milioni di dosi di vaccino, probabilmente ne avremo molto meno. Se lo dividiamo in due parti, per il richiamo, diventano pochissime", ha aggiunto.

Parole che si scontrano con quelle dell'infettivologo Stefano Vella, presidente dell'Aifa, e di altri esponenti della comunità scientifica. "I dati scientifici dicono che la quantità giusta di anticorpi neutralizzanti contro il Covid arriva dopo la seconda dose. Il richiamo è importante, sarei contrario a ritardarlo troppo. Potrebbe accadere, come con altri vaccini, che con una pausa troppo lunga tra la prima e la seconda dose si debba ricominciare da capo", ha spiegato all’Ansa Vella. "In Italia non c'è la situazione del Regno Unito, con le vaccinazioni stiamo andando bene. Usare subito tutte le dosi a disposizione va bene solo se si è sicuri dell'arrivo delle fiale per il richiamo".

Remuzzi: "Seconda dose possibile anche dopo mesi"

 

"Per un’immunità che duri nel tempo è importante fare il richiamo, ma non è così importante farlo dopo dodici giorni. Non c’è nessuna differenza nel livello di protezione tra farlo dopo dodici giorni o dopo tre settimane. C’è un grande equivoco sull’efficacia della prima versus la seconda dose", ha precisato Remuzzi.
"Chi si ammala pur essendo vaccinato lo fa nei primi dieci-dodici giorni, quando il sistema immunitario non ha ancora fatto in tempo a reagire al vaccino. Dal dodicesimo giorno in poi, la protezione è alta, fino al 90%", ha aggiunto il direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
"Per completare l'immunità - ha precisato - vale la pena fare la seconda dose, ma non è che la si debba fare per forza dopo 12 giorni o 3 settimane. Se noi rimandiamo la seconda vaccinazione di 3 mesi, abbiamo la possibilità di coprire un numero più importante di persone".  
Quanto alla campagna vaccinale anti-Covid, secondo il professore, si deve dare priorità agli "operatori sanitari, ospiti Rsa, persone anziane con comorbilità e insegnanti. E poi si ritorna alle persone anziane che stanno bene".

 

Scuola, Remuzzi: "Vaccinare subito gli insegnanti"

 

In merito al tema tanto dibattuto della riapertura delle scuole, Remuzzi ha commentato: "La scuola deve riaprire assolutamente, tutta la letteratura internazionale ha dimostrato senza equivoci che i danni di salute del non andare a scuola sono peggiori di qualunque altra cosa che possa succedere a scuola". "Certamente però bisogna stare attenti con i trasporti". Tuttavia, ha poi precisato, "la possibilità di ammalarsi a scuola è piccola, si deve però vaccinare gli insegnanti, perché loro hanno la possibilità di essere contagiati dai ragazzi”.

A view of deserted downtown and Police checks in Milan, Italy, as the country marks the New Year in 'red zone' lockdown with a curfew from 10 pm to 7 am and New Year's Eve parties banned, 01 January 2021. From 10:00 pm to 07:00 am curfew is implemented in Italy to avoid a third wave of Covid-19 infections.
ANSA/ MATTEO CORNER

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