Così si è espresso il ministro della Salute, in risposta alle polemiche scaturite dopo l’ultimo Dpcm firmato dal premier Conte, in cui l’Italia è stata divisa in tre differenti zone di rischio. “Surreale non assumersi la propria responsabilità, serve unità e non polemiche inutili”, ha poi aggiunto Speranza
"Le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili". Sono le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, in risposte alle polemiche nate dopo l’ultimo Dpcm che ha diviso l’Italia in tre differenti fasce di rischio. La scelta non è stata condivisa soprattutto da alcuni governatori delle zone inserite nel livello rosso, quello nel quale le restrizioni sono maggiormente stringenti.
La reazione del governatore della Lombardia
Tra i governatori che hanno criticato le scelte del Governo ci sono stati Fontana (Lombardia), Cirio (Piemonte) e Spirlì (Calabria). Proprio dopo la conferenza stampa nella quale il premier Giuseppe Conte ha illustrato i dettagli del nuovo Dpcm, è arrivata la reazione del governatore lombardo, Attilio Fontana, attraverso un post pubblicato su Facebook. "Conte ha confermato, durante la sua diretta, che i dati sui quali sono state basate le scelte che portano la Lombardia in 'Fascia Rossa' riguardano il monitoraggio della settimana dal 19 al 25 ottobre. Venerdì (data in cui saranno effettive le restrizioni) sarà il 6 novembre. Come gli esperti ci hanno sempre spiegato, i dati di oggi equivalgono alla fotografia dei 7 giorni precedenti. Quindi, Conte ha deciso di chiudere la Lombardia con i dati della settimana scorsa, che equivalgono alla situazione epidemiologica di due settimane fa. Questa scelta non tiene conto dei sacrifici già fatti dai lombardi negli ultimi 10 giorni. Le richieste formulate in queste ore non sono state prese in considerazione. Uno schiaffo alla Lombardia e ai lombardi”.
Le posizioni dei governatori di Piemonte e Calabria
Tra le Regioni “rosse” è stato inserito nel nuovo Dpcm anche il Piemonte e il governatore Alberto Cirio ha commentato la decisione con un duro post, anch’esso pubblicato su Facebook. “Questa notte non ho dormito. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili”, ha scritto Cirio. “Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni. Perché il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione”, ha aggiunto. “Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”, ha poi concluso. Anche la Calabria è tra le Regioni considerate “zona rossa” ed il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, ha sottolineato di aver appreso la notizia “con costernazione, rabbia e sgomento. Decine di migliaia di imprese saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido”, ha detto. “Mi arrabbio, perché tutto questo poteva essere evitato, se solo il Governo avesse ascoltato i miei ripetuti appelli che ho fatto, nei giorni scorsi per cercare di convincere chi, in realtà, si era già abbondantemente convinto a prescindere".
La scelta della Calabria
"Impugneremo la nuova ordinanza del Ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale". E' questa, proprio a proposito della Calabria, la scelta di Spirlì, che ha annunciato un ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro Roberto Speranza. "Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di 'chiudere' una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d'Aosta", ha detto.