Chirurgia vertebrale, un nuovo visore multiscreen promette di ridurre le complicanze

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Presentata al Congresso nazionale Sicv-Gis di Bari, la nuova tecnologia consente a un chirurgo esperto di affiancare da remoto l’equipe in sala operatoria durante interventi vertebrali. Secondo i dati illustrati, l’uso integrato delle tecnologie in sala operatoria ridurrebbe le complicanze fino al 20%

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Potrebbe rappresentare una svolta nella chirurgia vertebrale la nuova tecnologia presentata al 46esimo Congresso nazionale della Sicv-Gis (la Società italiana di chirurgia vertebrale e gruppo italiano scoliosi) in corso a Bari fino al 24 maggio. Si tratta di un visore di ultima generazione che consente di seguire e supportare a distanza un chirurgo impegnato in sala operatoria. Il sistema, che integra immagini diagnostiche, comandi multiscreen e sensori di movimento, punta a migliorare precisione e sicurezza degli interventi spinali. Secondo i dati illustrati dagli esperti, l’introduzione di queste tecnologie avanzate avrebbe già contribuito a una diminuzione delle complicanze fino al 20%.  

Un visore “intelligente” per assistere il chirurgo

Il dispositivo, indossato da un professionista in collegamento da remoto, consente di osservare in diretta ciò che accade in sala operatoria. Grazie a comandi avanzati, il medico può visualizzare contemporaneamente più schermate (dalla panoramica della sala, fino al dettaglio della ferita) e fornire suggerimenti utili all’equipe. Inoltre, tramite sensori posizionati sul polso del chirurgo, il sistema può segnalare eventuali movimenti errati, contribuendo così a rendere più sicure anche le fasi più delicate dell’intervento. "Il professionista che indossa il visore vede, a distanza e in diretta, quello che sta accadendo e, potendo comandare contemporaneamente più schermi come se avesse a disposizione un multiscreen, può chiedere diverse inquadrature, la sala operatoria piuttosto che la ferita del paziente, e dare quindi i suoi suggerimenti”, ha spiegato Carlo Ruosi, presidente della Sicv-Gis. I dati raccolti dall’associazione indicano un calo degli errori di posizionamento delle viti peduncolari vertebrali dal 7% a meno dell’1% in un anno. “Più in generale le nuove tecnologie riducono del 20% le complicanze nel settore delicato della chirurgia vertebrale”, ha spiegato l’esperto.

Le informazioni a portata di visore

All’interno della stessa "maschera", oltre alla visualizzazione diretta dell’intervento, è possibile consultare in tempo reale Tac, risonanze, radiografie e analisi recenti del paziente. "Il tutto stando fermo e avendo quindi la massima lucidità che, unita alla propria esperienza, gli consente di guidare il chirurgo”, ha spiegato Ruosi. Si tratta di “un approccio innovativo perché dà la possibilità di intervenire da qualsiasi parte del mondo e, quindi, di offrire un aiuto a volte decisivo nel corso magari di un'operazione delicata”. 

Il confronto internazionale sui tumori vertebrali

Il Congresso di Bari non si limita alla tecnologia: un focus importante sarà dedicato al confronto tra specialisti italiani, tedeschi e brasiliani sul trattamento dei tumori vertebrali. Un tema ritenuto cruciale, soprattutto sul fronte della diagnosi precoce e della prevenzione. "Si tratta di un campo nel quale noi italiani siamo all'avanguardia ma il confronto con altre culture è fondamentale. Soprattutto per un aspetto di grande importanza, ovvero la prevenzione. Tutte le tecniche diagnostiche, che abbiamo in uso per cercare di scoprire il tumore in tempo, vanno necessariamente condivise”, ha spiegato il presidente della Sicv-Gis. Interverranno esperti come i professori Ringel di Monaco, Schmidt di Stoccarda, Carelli di Rio de Janeiro, Risso di Campinas, Gasbarrini di Bologna e Ruggeri di Padova, con l’obiettivo di condividere esperienze.

Ia e robotica al centro del congresso 2025

Il Congresso 2025 propone un format rinnovato, con sessioni monotematiche e presentazioni di casi clinici  ripetute più volte nell’arco delle tre giornate per favorire un'esperienza “su misura” per ogni partecipante. Ampio sarà anche il coinvolgimento delle scuole di specializzazione in ortopedia e neurochirurgia: i medici in formazione si sfideranno in prove teorico-pratiche a squadre. "Ma non mancheranno approfondimenti sull'uso della chirurgia robotica e dell'Intelligenza artificiale che permette ormai una precisione nell'intervento davvero impressionante. L’Ia, una volta che immagazzina tutta una serie di dati sugli accertamenti diagnostici effettuati, riesce infatti a dare al robot le indicazioni corrette per intervenire. Certo la mano resta quella del chirurgo ma il robot sa già, ahimè, cosa fare”, ha concluso Ruosi.

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