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Omotransfobia, cosa prevede il ddl Zan: dal carcere ai centri anti-violenza

Politica
©Ansa

Il provvedimento, il cui iter si è bloccato al Senato, avrebbe istituito il carcere per chi commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità. Prevista anche l'istituzione di una giornata nazionale contro l'omofobia e lo stanziamento di 4 milioni di euro per strutture che operano in questo ambito

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Dopo l’approvazione alla Camera avvenuta nel novembre 2020, il ddl contro l’omotransfobia ribattezzato anche "legge Zan" dal cognome del relatore Alessandro Zan, deputato del Pd, dalla scorsa primavera è tornato al centro del dibattito politico. Il disegno di legge, infatti, si era bloccato al Senato dopo che la Lega, ma anche le altre forze del centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia, hanno definito il provvedimento non prioritario, non consentendo così l’avvio della discussione in commissione Giustizia. Poi, il 28 aprile 2021, il testo è stato incardinato in commissione Giustizia al Senato e la calendarizzazione è passata con 13 sì e 11 no. Con il centrodestra che promette battaglia, dopo una pausa di otto mesi, a luglio si era a arrivati alla discussione a Palazzo Madama. Ma la mole di emendamenti proposti al testo ha fatto rinviare la discussione in autunno. Mercoledì 27 ottobre si è tornati in Aula. Ma è saltato l'esame degli articoli ed emendamenti, per cui l'iter si blocca. Il Senato ha votato a favore della cosiddetta “tagliola”, chiesta da Lega e FdI. A favore, 154 senatori, 131 i contrari e due astenuti. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. Ecco cosa prevede la norma che volevano oltre al Pd anche M5s, Leu e, in parte, anche Italia Viva.

Cosa è il ddl Zan

“Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” è il titolo del ddl Zan. Nelll’articolo 1 del testo, viene specificato che "per sesso si intende il sesso biolo­gico o anagrafico; per genere si intende qualunque ma­nifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’i­dentificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corri­spondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione".

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Cosa prevede il ddl Zan

Tra le novità del provvedimento è prevista la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette  atti di discriminazione fondati "sul sesso,  sul genere, sull'orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi. Per qualsiasi reato commesso per le finalità di discriminazione o di odio la pena viene aumentata fino alla metà. Il condannato per può ottenere la sospensione condizionale della pena se presta un lavoro in favore  delle associazioni di tutela delle vittime dei reati.

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La giornata nazionale contro l’omofobia e i centri anti-violenza

Il ddl Zan prevede anche l’istituzione il 17 maggio della giornata nazionale contro l'omofobia dedicata alla promozione della cultura del rispetto e dell'inclusione nonché  al contrasto dei pregiudizi, delle discriminazioni. Le scuole di ogni ordine e grado dovranno inserire nella propria offerta formativa programmi di sensibilizzazione a questo tipo di discriminazioni. Nel provvedimento anche lo stanziamento di 4 milioni di euro alll'anno per i centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere, per prestare assistenza legale, sanitaria, psicologica, e anche vitto e alloggio alle vittime dei reati di odio e discriminazione.

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Polemiche: il Vaticano

Il disegno di legge è sempre stato molto divisivo. C’è chi lo vede come un passo importante verso i diritti e la protezione delle minoranze e chi invece è convinto che limiti troppo la libertà di espressione del pensiero. Per la prima volta dal 1929, data di firma dei Patti Lateranensi, il Vaticano ha utilizzato la facoltà che il concordato Stato-Chiesa gli attribuisce per intervenire sull’iter di approvazione di una legge. Secondo la Santa Sede, la legge, così come formulata, rischia di minare le libertà di organizzazione e di pensiero, soprattutto nella parte in cui prevederebbe l'inserimento nelle scuole di ogni ordine e grado, compresi gli istituti cattolici, di giornate di sensibilizzazione contro le discriminazioni che la norma si prefigge di combattere.

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Polemiche: Chiara Ferragni, Matteo Renzi e Fedez

Il ddl Zan è poi finito al centro di un botta e risposta tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e la coppia Chiara Ferragni e Fedez. Dopo che IV ha proposto di modificare alcuni articoli, Ferragni ha condiviso sui suoi profili social un’immagine di Renzi con la scritta “L'Italia è il paese più transfobico d'Europa e Italia Viva (con Salvini) si permette di giocarci su”, aggiungendo “che schifo i politici”. L’ex premier fiorentino ha risposto con un post su Facebook definendo Ferragni "banale e qualunquista" e invitandola a un dibattito pubblico. "Fa bene a dire quello che pensa, solo che da lei mi aspettavo qualcosa in più di una frasina banale e qualunquista”, ha scritto Renzi. È poi intervenuto Fedez, marito dell’influencer, che in un video su Instagram ha detto: "La cosa che fa capire il livello basso della politica italiana è uno come Matteo Renzi che chiede un dibattito pubblico a Chiara Ferragni, questa è la cosa triste. La cosa che mi stupisce, ogni volta che io e mia moglie ci permettiamo di esprimere il nostro pensiero, è vedere giornalisti, intellettuali e politici che per darci degli stupidi mettono sullo stesso piano il pensiero di Chiara Ferragni e quello della politica italiana". Il cantante ha poi aggiunto: "Matteo Renzi è un politico pagato dagli italiani per rappresentarli, Chiara Ferragni non grava sulle tasche degli italiani. È un’imprenditrice che esprime il suo pensiero e può permettersi di esprimere anche un pensiero banale". Infine, l'invito al leader di Italia Viva: "Matteo Renzi ci tiene davvero al Ddl Zan o è il parac**** che ha sempre dimostrato di essere in questi anni di politica italiana. Il voto segreto sul Ddl Zan è davvero necessario? Io, mente semplice e ignorante, vorrei sapere cosa votano i senatori. Perché secretare il loro voto?".

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