A Perugia, durante la chiusura della campagna elettorale del centrodestra per le elezioni che si terrano tra domenica e lunedì, la presidente del Consiglio ha parlato a 360 gradi: dall'immigrazione al caso Fitto, fino al conflitto con la magistratura e il rapporto con l'opposizione
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiuso a Perugia la campagna elettorale del centrodestra per le Regionali in Umbria, ribadendo il legame del suo schieramento con i cittadini. "Quando guardi i talk o leggi i giornaloni, a sinistra sembrano fortissimi, poi al mercato, fra la gente, scopri che fortissimo è il centrodestra fra i cittadini", ha affermato, sottolineando come il consenso del popolo sia fondamentale per il governo. Meloni ha evidenziato che il suo esecutivo, nonostante le sfide internazionali, gode ancora di un sostegno superiore rispetto all'inizio del mandato.
"Noi coesi, sinistra divisa"
La leader di Fratelli d'Italia ha puntato sulla contrapposizione tra "risultati" e "odio" da parte degli avversari: "Risponderemo coi risultati al loro odio e alla loro cattiveria. L'Italia torna a stupire". Ha poi definito il centrodestra unito e solido, sia politicamente che umanamente, in contrapposizione al centrosinistra, accusato di mancanza di coesione: "A due giorni dal voto non si sono ancora visti insieme... si vergognano uno dell'altro". Poi ha parlato del suo impegno come premier: "Tanti mi dicono 'Giorgia non mollare'. Me lo ha detto anche un'amica imprenditrice, e le ho chiesto perché me lo dicesse. Mi ha risposto: 'Comincio a temere che la tua pazienza e la tua resistenza possa avere limiti'. La mia pazienza non ha limiti, la mia resistenza non ha limiti, la mia e la nostra capacità di lavoro non ha limiti". Melono però ha specificato: "C'è un solo limite - ha continuato -, il consenso dei cittadini: non resteremo al governo contro il parere dei cittadini, come hanno fatto altri. Fino a quel momento, nulla può farci mollare, nulla, possono provarle tutte ma nulla può farci mollare".
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"Per le famiglie 5.600 euro in più l'anno"
Meloni ha evidenziato le misure economiche del governo, in particolare a favore delle madri lavoratrici, che, secondo le sue stime, potrebbero ricevere fino a 5.600 euro in più all'anno. "È libertà, è parità se la donna non deve scegliere fra mettere al mondo un figlio e avere una carriera che rispecchi quello che vuole fare nella vita. E questo lo stiamo costruendo noi", ha sottolineato. Non sono mancate le critiche al Superbonus, descritto come uno "spreco di soldi" per "comprare consenso facile" da parte della sinistra, generando, a suo dire, debiti enormi per lo Stato: "Abbiamo ereditato centinaia di miliardi di euro di debiti per pagare la ristrutturazione delle seconde case col superbonus".
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Immigrazione e confronto con la magistratura
Sul tema dell'immigrazione, Meloni ha ribadito l'intenzione di andare avanti con politiche rigorose contro i flussi irregolari, pur sottolineando il rispetto per le istituzioni e la magistratura. Tuttavia, ha criticato alcune sentenze che, a suo parere, precludono il controllo delle frontiere e rendono difficili i rimpatri, anche per chi commette reati in Italia. "Io tengo al rispetto dei ruoli e dico che intendo andare avanti sull'immigrazione e fare tutto il possibile per fermare l'immigrazione irregolare, piaccia o non piaccia alla sinistra", ha spiegato. "Si parla di scontro con la magistratura. Non mi interessa nessuno scontro con la magistratura", ha aggiunto ricordando di aver cominciato a fare politica con l'esempio dei giudici Falcone e Borsellino e dopo la loro morte. "Quella è l'idea della magistratura che ho in Italia cioè di persone che hanno sacrificato se stesse per il bene della nazione".
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"Devo essere in condizione di fermare i flussi illegali"
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito con forza la necessità di poter proseguire la propria politica sull'immigrazione irregolare, definendola un mandato ricevuto direttamente dagli italiani. "Cercare di fermare i flussi di immigrazione irregolare di massa è quello che gli italiani ci hanno chiesto di fare", ha dichiarato Meloni, precisando di non voler innescare conflitti istituzionali ma di voler lavorare nel rispetto delle regole della Repubblica. Meloni ha ribadito la necessità che il governo sia messo nelle condizioni di operare. "Quando mi prendo un impegno, lo porto a casa e mi si deve mettere nella condizione di farlo", ha aggiunto. La leader di Fratelli d'Italia ha inoltre evidenziato la sua appartenenza politica, dichiarandosi "una persona di destra che crede nello Stato e nelle istituzioni", invitando tutte le forze politiche a un approccio collaborativo: "Il governo sbaglia? Ha interpretato male qualcosa? Ok, diamoci una mano. Bisogna correggere, ma non impedire".
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Il caso Fitto e l'attacco al Pd
Uno dei nodi spinosi a cui deve far fronte la premier la nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente della Commissione. La spirale di veti incrociati ha complicato ulteriormente i negoziati, minacciando la stabilità dell'intero esecutivo europeo. Meloni ha difeso la nomina di Raffaele Fitto a commissario, definendola un successo per l'Italia e criticando l'opposizione del Pse, di cui fa parte il Partito democratico. "Mi sarei aspettata un sostegno generalizzato", ha dichiarato, accusando la sinistra di ostacolare il percorso italiano per motivi politici. Poi ha sollecitato la segretaria del PdElly Schlein a chiarire la posizione del partito su Fitto. "Non deve rispondere a me, ma ai cittadini italiani. Le persone serie fanno così," ha dichiarato.
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"Opposizione preferirebbe governare un cumulo di macerie"
L'attacco verso l'opposizione non si è fermato: "Quando siamo arrivati al governo la sinistra - che ha come unica arma quella di gettare sempre fango sull'avversario perché se non puoi essere presentabile rendi impresentabile l'avversario - ha detto che sarebbe accaduto di tutto. Anche le cavallette!", ha raccontato la premier. "Hanno sperato che l'Italia affondasse con questo governo per punire gli italiani perché non hanno votato per loro. Loro preferirebbero governare un cumulo di macerie piuttosto che restare all'opposizione in una terra prospera", ha specificato Meloni.
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La sfida elettorale in Umbria
Concludendo il suo intervento, Meloni ha espresso fiducia nel possibile successo elettorale del centrodestra in Umbria, auspicando una vittoria che sarebbe "la dodicesima su tredici" da quando è al governo. Ha ribadito che il rispetto delle istituzioni passa attraverso il rispetto dei cittadini e delle loro istanze. "Noi il loro programma non lo strapperemmo neanche se ne avessero uno. Noi possiamo fare la campagna elettorale raccontando i risultati", ha detto commentando il gesto della candidata presidente del centrosinistra Stefania Proietti, che ha strappato il programma del centrodestra.