Il governo metterà mano al dossier nei prossimi giorni. Il nuovo corso potrebbe avere effetti anche sugli arenili già affidati, oltre a quelli al momento lasciati liberi
- La normativa sulle concessioni balnerari continua a far discutere maggioranza e opposizione. A riaprire la questione sono stati i rilievi formulati dal Quirinale nei giorni scorsi sul passaggio del ddl Concorrenza dedicato alla proroga delle concessioni per il commercio ambulante, con annesso rimando anche al tema dei balneari
- Nella lettera inviata dal capo dello Stato Sergio Mattarella ai presidenti delle Camere Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, nonché alla premier Giorgia Meloni, viene citata infatti la direttiva europea 2006/123/CE, che impone la concorrenza nel settore dei servizi, aprendo anche alla possibilità di trasferire le attività da uno Stato all'altro. La direttiva è anche conosciuta con il nome del commissario europeo Frits Bolkestein, che l'ha promossa e sostenuta
- La direttiva Bolkestein prevede che "l'autorizzazione rilasciata al prestatore non ha durata limitata" (a eccezione di alcune fattispecie) e che i bandi vadano fatti qualora "il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali". Al momento, secondo i dati, sarebbe utilizzato in concessione poco più del 30% delle coste italiane
- Per applicare la direttiva Bolkestein, la scorsa estate il governo ha avviato un tavolo di lavoro per la mappatura delle spiagge, al fine di comprendere in che percentuale siano adibite a stabilimenti, attività ricreative e ristorazione. Insomma, un lavoro per verificare il principio della "scarsità del bene" come previsto nella direttiva
- Il risultato della mappatura, auspicano i balneari, potrebbe essere lo strumento per mostrare all'Ue che non c'è scarsità di risorse e che quindi le spiagge non vadano messe a bando. Altre voci parlano invece di un possibile aumento del numero di spiagge in concessione, includendo anche gli arenili per ora lasciati liberi, con procedure che potrebbero riguardare anche quelle attualmente già affidate
- In un'intervista all'Agi, il presidente di Assobalneari Fabrizio Licordari spiega che "le concessioni non sono scadute" ma "scadranno il 31 dicembre 2024, con la possibilità per gli enti concedenti di prorogarle di un anno in caso di impossibilità oggettiva". Licordari aggiunge che "la Corte di Giustizia europea si è già espressa chiedendo all'Italia di eseguire la mappatura. Il tavolo tecnico deve ultimare l'acquisizione dei dati relativi a laghi e fiumi"
- I numeri del settore sono al momento frammentari. Stando ai diversi studi elaborati negli ultimi anni, si parla di concessioni per quasi 6.600 stabilimenti che frutterebbero circa 130 milioni di euro annui di canoni di utilizzo, a fronte di un fatturato medio di 260mila euro
- Ad alimentare polemiche è anche la decisione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di ridurre del 4,5% il canone 2024. "Deriva dall'automatico adeguamento all'inflazione di qualsiasi contratto di locazione, mentre veniamo dall'anno precedente dove l'aumento è stato del +25%", specifica Licordari. Il Sib, aderente a Fipe-Confcommercio, ricorda che la modifica "è dovuta alle variazioni dell'indice Istat"
- Entro il prossimo 16 gennaio il governo Meloni dovrà fornire delle risposte alle osservazioni dell'Ue in materia di uso degli arenili, con la Commissione europea che potrebbe deferire l'Italia alla Corte di Giustizia europea (con il rischio di relative sanzioni)
- Il governo dovrà mettere mano nei prossimi giorni al dossier. La maggioranza contiene voci vicine alle ragioni dei balneari, altre propense al dialogo con l'Ue e poi ancora posizioni come quella dell'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti che bolla la direttiva Bolkestein come "superata dalla storia"