Sondaggio, maggioranza italiani favorevole a elezione diretta del presidente del Consiglio
Secondo un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24, i cittadini pensano che una riforma costituzionale sia necessaria ma sono divisi su quale direzione dovrebbe prendere. Due italiani su 5 non sanno come funziona la nomina del premier. In un ipotetico referendum, fra chi andrebbe a votare il 60% si esprimerebbe per promuovere la riforma. Per il 47% se la consultazione fallisse Giorgia Meloni dovrebbe dimettersi. L’instabilità governativa è un problema per l’Italia secondo il 79% degli intervistati
- "Negli ultimi 75 anni di storia Repubblicana abbiamo avuto 68 governi con una vita media di un anno e mezzo. Questa è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, 10 giorni fa, commentava l’approvazione in Cdm del disegno di legge sulle riforme costituzionali. Ma cosa pensano gli italiani di questo provvedimento? Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 per il 53% degli intervistati è molto o abbastanza urgente
- Riguardo l’urgenza di una riforma costituzionale, fra gli elettori di centrodestra la percentuale di chi ha risposto “molto/abbastanza” supera l’80%. Fra quelli di opposizione il dato scende intorno al 40%
- Quando si arriva a discutere della direzione che dovrebbe prendere una possibile riforma, però, l’elettorato è spaccato: il 25% darebbe più poteri al Governo, il 21% darebbe più poteri al Parlamento, mentre il 32% manterrebbe l’attuale equilibrio costituzionale
- Circa la metà degli elettori del Pd e del M5S vorrebbe mantenere la Costituzione così com’è, mentre il 54% di chi vota Fratelli d’Italia darebbe più poteri al Governo e meno al Parlamento. Quasi il 30% degli elettori del M5S darebbe più poteri al Parlamento e meno al Governo
- Rilevante è il ricordo del voto al referendum del 2016: chi ricorda di aver votato “Sì” sposterebbe il potere verso il Governo (41%), mentre chi dice di aver votato “No” manterrebbe la Costituzione così com’è (42%) o al massimo darebbe più potere al Parlamento (29%). Fra chi 7 anni fa si è astenuto o non ricorda cos’ha votato il 30% manterrebbe l’attuale Costituzione
- Passando alla domanda di verifica della conoscenza dell’attuale meccanismo costituzionale di elezione del presidente del Consiglio, solo il 61% dà la risposta corretta (“È nominato dal Presidente della Repubblica in base alla maggioranza presente in Parlamento”), mentre il 24% dà una risposta errata e il 15% non sa
- Per quanto riguarda l’elezione diretta del presidente del Consiglio, il 54% è favorevole mentre il 31% si dice contrario
- La maggioranza favorevole all’elezione diretta del presidente del Consiglio si riduce però significativamente dopo che i rispondenti vengono informati che tale istituto non è previsto in nessun’altra democrazia parlamentare: i favorevoli scendono da 54% a 49% e i contrari crescono da 31% a 38%
- Fra i punti della riforma che vedono una maggioranza di favorevoli anche l’abolizione dei senatori a vita di nomina presidenziale (65%-24%)
- Piace anche la cosiddetta norma “anti-ribaltone”, ovvero l’impossibilità di avere un presidente del Consiglio espressione di una maggioranza diversa da quella vincente alle ultime elezioni: 47% favorevoli contro il 36% dei contrari
- Prevalgono invece le opinioni contrarie sull’inserimento in Costituzione del premio di maggioranza al 55% dei seggi (35% d’accordo e 44% in disaccordo)
- E il 44% degli intervistati si dice contrario anche all’impossibilità di avere un presidente del Consiglio tecnico: stando alle bozze il premier deve essere infatti necessariamente un parlamentare di maggioranza
- In un ipotetico referendum sulla riforma costituzionale si nota un dato molto poco polarizzato fra le opposizioni, con il 31% degli elettori del Pd e il 43% di quelli M5S che oggi voterebbero a favore: in caso di una campagna elettorale accesa e politicizzata la forbice fra i “Sì” e i “No” potrebbe restringersi
- Al referendum sia i voti favorevoli che quelli contrari sarebbero motivati soprattutto da un giudizio nel merito della riforma (79%)
- Tuttavia fra i “No” il numero di chi voterebbe per dare un segnale al Governo è superiore di 10 punti rispetto ai “Sì”
- Fra gli intervistati il tema dell’instabilità governativa è ampiamente condiviso: per il 79% è un problema per l’Italia, con percentuali simili in tutti gli elettorati
- Meno della metà (46%) dei rispondenti pensa che la Costituzione italiana sia “la più bella del mondo”, con percentuali che crescono molto all’aumentare dell’età degli intervistati
- Il 49% degli intervistati pensa che la riforma proposta dal Governo accentri troppo potere nelle mani del presidente del Consiglio, con percentuali di accordo non irrilevanti anche fra gli elettori di centrodestra. Fra chi vota M5S il dato sale al 75%
- Infine circa la metà degli intervistati (47%) crede che, se si arrivasse a un referendum sulla riforma costituzionale proposta dal Governo e vincessero i “No”, Giorgia Meloni dovrebbe dimettersi
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 7 e il 9 novembre 2023 su un campione di 804 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%