
Sondaggio, la maggior parte degli italiani favorevole al limite di 30 km orari in città
Secondo l’ultima rilevazione Quorum/YouTrend per Sky TG24, al 51% dei cittadini piace l’idea del Comune di Bologna di imporre ai veicoli il limite dei 30 Km orari in città. Tra gli altri temi, la transizione ecologica: per il 63% è necessario impegnarsi per tutelare di più l’ambiente. La maggior parte degli intervistati non è però convinta delle tempistiche fissate da Bruxelles: per il 45% le scadenze sono troppo vicine. Non molti disposti a investire su efficientamento energetico delle case e su auto elettriche

Negli ultimi giorni si è molto parlato della scelta del Comune di Bologna di imporre ai veicoli il limite dei 30 chilometri orari in città. Alla maggioranza degli italiani (51%) l’idea è piaciuta. Eemerge dall’ultimo sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky TG24. Il supporto non conosce divisioni di partito, ma è particolarmente alto tra elettori dei partiti di centrodestra (61%), escluso FdI (52%), e del Partito Democratico (60%)

Tra gli altri temi del sondaggio c'è la transizione ecologica: continua a essere uno degli argomenti più caldi per la politica internazionale. Bruxelles spinge gli Stati Ue a prendere velocemente misure che permettano di migliorare il compromesso quadro ambientale. La necessità di un cambio di passo è sentita anche dagli italiani. Il 63% degli intervistati pensa che la transizione ecologica sia una risposta necessaria alla crisi climatica. Il 25% la definisce invece “una manovra ideologica”
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A sostenere la necessità della transizione ecologica sono soprattutto gli elettori del Pd (81%) e del MoVimento Cinque Stelle (70%). La pensa così anche il 56% degli intervistati che votano Fratelli d’Italia e il 59% dei sostenitori degli altri partiti di centrodestra
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Peraltro la maggioranza degli italiani (51%) vede la transizione ecologica come un’opportunità per l'industria: il 32% pensa che sia un’occasione per investire nell’innovazione e il 19% che sia un modo per creare nuovi posti di lavoro. Il 21% degli intervistati pensa però che le imprese non siano pronte e il 15% che le misure previste andranno a favorire altri Paesi, a discapito dell’Italia
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C’è però da dire che il 45% di chi ha partecipato al sondaggio ritiene che le scadenze imposte dall’Ue siano troppo vicine. Il 22% pensa che siano “corrette”, mentre solo il 17% pensa che siano troppo lontane nel tempo
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La percentuale più alta di italiani che giudica le tempistiche corrette è tra gli elettori del Pd (39%). Al contrario, è la maggioranza assoluta dei sostenitori dei partiti al governo a ritenere che siano troppo ravvicinate (60% tra chi vota Fratelli d’Italia e 54% tra altri elettori di centrodestra)

LO STOP ALLE AUTO A COMBUSTIONE - Guardando nello specifico al divieto di vendita di auto a combustione dal 2035, il 45% degli italiani pensa che la scadenza sia troppo vicina e che non lasci ai cittadini il tempo di adeguarsi. Il 27% ritiene invece che i tempi previsti siano corretti, mentre per il 19% il 2035 è già troppo lontano per proteggere davvero l’ambiente

Ancora una volta, il supporto più forte per la misura viene dagli elettori del Pd (44%) e dei Cinque Stelle (31%)

La maggioranza degli italiani (48%) non è però disposta a spendere di più per un modello elettrico rispetto a uno a benzina e solamente il 4% spenderebbe dai 5mila euro in più. Il 24% spenderebbe fino a mille euro in più, mentre il 16% è disposto a spendere tra i mille e i 5mila euro aggiuntivi. L’opinione è condivisa trasversalmente tra tutte le forze politiche

L'EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DEGLI IMMOBILI - C’è poi il tema dell’efficientamento energetico delle abitazioni private, anche questo fissato al momento per il 2030. Ancora una volta, per la maggior parte degli intervistati (56%) si tratta di una data troppo vicina. Il supporto è trasversale tra tutte le forze politiche

Anche in questo caso gli italiani non sembrano propensi a investire sulla riqualificazione dei propri immobili. Il 38% del campione di intervistati non è infatti disposto a spendere per migliorare la classe energetica delle abitazioni. Solamente il 9% spenderebbe almeno 10mila euro. Il 26% si fermerebbe invece a 5mila euro, mentre il 16% investirebbe tra i 5mila e i 10mila euro

I COSTI DELLA TRANSIZIONE - Queste considerazioni portano a una riflessione più ampia. La maggioranza relativa degli italiani ritiene che solo l’Unione Europea dovrebbe pagare i costi della transizione ecologica sia in generale (45%), sia relativamente al divieto di vendita di auto a combustione (44%) e all’obbligo di miglioramento della classe energetica delle abitazioni (40%)

Posizioni diverse tra gli elettori di Fratelli d’Italia e del Partito Democratico: i primi sono nettamente convinti che i costi della transizione vadano attribuiti all’Ue (52%), i secondi sono divisi tra un costo da far ricadere sulle famiglie con il supporto del governo nazionale (25%) o dell’Europa (38%). Gli italiani sono però compatti nel sostenere che i costi non dovrebbero ricadere sulle famiglie: solo il 2-3% sostiene questa opzione

Gli stessi rilievi possono essere fatti relativamente ai costi da sostenere per il divieto di vendita delle auto a combustione

Gli elettori dem ritengono che sia soprattutto il governo - e non Bruxelles - a dover aiutare i cittadini a far fronte ai costi per il miglioramento energetico delle abitazioni

LA FIDUCIA NEI LEADER POLITICI - Cala o rimane stabile la fiducia nei principali personaggi politici. Al di là del capo dello Stato, che non svolge funzioni politiche, la premier Giorgia Meloni si conferma la leader più apprezzata, anche se un po’ meno rispetto all’ultima rilevazione (41%; -3%). Seguono Giuseppe Conte (34%), Matteo Salvini (27%), Elly Schlein (23%) e Antonio Tajani, ora segretario di Forza Italia e sondato per la prima volta (22%). In lieve calo il gradimento per il governo, con una prevalenza dei giudizi negativi (48%) sui giudizi positivi (43%)

NOTA MEDOLOGICA - Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra l’11 e il 13 Luglio 2023 su un campione di 805 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%
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