
Sondaggio, per quasi 2/3 degli italiani le minoranze sessuali sono discriminate
Secondo l'ultima rilevazione Quorum/YouTrend per Sky TG24, per quasi 2/3 degli italiani, le minoranze sessuali sono discriminate e c’è bisogno di una legislazione sul tema. In tanti vedono positivamente manifestazioni come il Pride mentre la GPA divide. Il 59% degli intervistati pensa che lo Stato debba poter intervenire quando vengono caricati video con comportamenti pericolosi su piattaforme come YouTube. Tragedia Casal Palocco: il principale responsabile è indicato nelle famiglie dei ragazzi

Dopo alcuni recenti casi di cronaca, in molti si son chiesti quale sia l’influenza dei social network e di altre piattaforme online nei comportamenti dei giovani. Come emerge dall’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, TikTok è il social network più pericoloso. Per quasi un intervistato su due (43%) è il social network in cui più facilmente un giovane può trovarsi in una posizione di pericolo. Seguono, molto staccati, Facebook, Telegram, Instagram e YouTube
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Percentuali molto basse per Whatsapp (5%), Twitter (2%) e "altro" (1%). Secondo il 6% degli intervistati, nessuno di questi social network è pericoloso, mentre il 12% non ha saputo dare una risposta
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Il giudizio sulla pericolosità di TikTok tende ad aumentare con la progressione dell'età degli intervistati. Se per la fascia 18-34 anni, TikTok è la risposta per il 29% degli intervistati, questa sale al 41% nella fascia 35-54 anni e schizza al 51% per gli over 55. Il motivo è che nella generazione under 35 (quella considerata "post Facebook") probabilmente si trova la maggior parte degli italiani iscritti a Tik Tok. Nella fascia d'età più giovane, Instagram e Telegram scalzano Facebook come secondo social più pericoloso

Sempre scorporando per fasce di età, si nota che tra i giovani c'è una percentuale più alta di chi pensa che nessun di questi social network sia pericoloso (9% contro il 6% del campione complessivo)
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Secondo la maggioranza degli italiani (59%) quando vengono caricati video su social network come YouTube che rappresentano illeciti o comportamenti pericolosi, lo Stato Italiano, almeno nei casi più gravi dovrebbe poter intervenire immediatamente per ottenere la chiusura dei canali e la rimozione dei video. Provvedimento drastico ma ritenuto trasversalmente necessario da molti: la seconda opzione, molto meno quotata (18%), è negoziare dei nuovi terms of service con la piattaforma
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Quella della responsabilizzazione dei giovani è una delle tante spaccature generazionali che si delinea nei sondaggi: i giovani sono i meno indulgenti con i propri coetanei, pur concordando anch’essi (come la maggioranza degli italiani) che gli adulti abbiano una grossa responsabilità nel creare le condizioni che hanno portato alla tragedia (70%, ma 61% tra gli under 35)

Cambiando completamente argomento, il sondaggio di Quorum/YouTrend per Sky TG24 ha toccato anche altri temi. Ad esempio si è chiesto agli intervistati se la comunità Lgbtqia+ in Italia sia discriminata. Quasi due terzi, il 63%, concorda che le minoranze sessuali siano discriminate, mentre il 30% ha risposto che non è così

Scorporando la risposta per vicinanza politica a un partito, la percentuale di chi pensa che in Italia le minoranze sessuali siano discriminate è maggioritaria in tutti i segmenti, toccando il picco del 94% tra gli elettori del Pd e il 72% tra quelli del M5s ma resta sopra il 50% anche tra gli elettori di centrodestra, anche di FdI (58%) tra i quali però è anche molto alta (42%) la quota che ha risposto negativamente alla domanda e quindi non pensa ci sia alcuna discriminazione

In materia c’è dunque bisogno di una legislazione contro le discriminazioni e a tutela dei diritti della comunità Lgbtqia+ per il 57% degli intervistati. Mentre il 29% non la ritiene necessaria

Anche in questo caso le risposte variano molto a seconda delle preferenze politiche di chi ha risposto. Si va dal 90% di favorevoli a legiferare sul tema tra chi vota Pd al 60% degli elettori M5s ma anche al 62% di elettori di centrodestra, esclusi quelli di FdI, dove coloro che sono contrari (47%) sono di più della percentuale dei favorevoli (42%)

C’è una larga maggioranza di Italiani che vede positivamente manifestazioni come il Pride (53%), mentre il 33% le giudica in modo negativo

Andando nel dettaglio è interessante vedere come questo favore crolli, ancor più che politicamente (dove tra gli elettori di FdI il Pride non è visto benissimo), per fattori sociodemografici: tra i maschi (46%, mentre è 58% tra le donne) e gli anziani (43% tra gli over 55, ben sotto gli altri segmenti). Nella fascia 18-34 anni invece il giudizio positivo è molto alto (63%) e quello negativo scende al 25%

Il 69% degli italiani (oltre 2 su 3) sostiene di sapere cos’è la GPA, la gestazione per altri. Mentre il 16% ammette di non sapere di cosa di tratti

Solo la maggioranza relativa (47%) di chi afferma di sapere cosa sia la GPA ritiene che non debba essere resa un reato universale. Una percentuale superiore, ma non di tanto, a chi è favorevole a renderla invece un reato universale (41%)

A differenza del caso del giudizio sul Pride, qui c’è un elemento ideologico che si manifesta in tutta la sua evidenza: la proposta di reato universale vede contrari o comunque non favorevoli gran parte dei segmenti sociodemografici, mentre è tra gli elettori dei partiti di governo che c’è un deciso sostegno alla proposta, seppur con forti resistenze interne. Tra gli elettori dei partiti di opposizione le percentuali crollano (solo il 17% di chi vota Pd è favorevole alla proposta)

Viene invece bocciata dal 51% degli italiani l’idea di togliere il nome del genitore non biologico dagli atti di nascita dei bambini in caso di coppia di genitori omosessuale. È favorevole a questa proposta solo il 28% degli intervistati

L'idea è totalmente bocciata dagli elettori di centrosinistra e divide anche chi vota il centrodestra. Tra gli elettori di FdI si registra una percentuale identica (41%) tra chi è favorevole e chi contrario

Nota metodologica - Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 21 e il 22 Giugno 2023 su un campione di 803 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,4% con un intervallo di confidenza del 95%
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