
Sondaggi, salario minimo: per 23% degli italiani la cifra giusta è oltre 12 euro all'ora
Secondo l'ultima rilevazione Quorum/YouTrend per Sky TG24, per una grande fetta di popolazione, l'importo minimo nei contratti di lavoro dovrebbe essere di 12,40 euro lordi all'ora. Sulla riforma fiscale l'elettorato della maggioranza è nettamente a favore delle misure, mentre chi appoggia Pd e M5S non è della stessa idea

Il disegno di legge per la riforma fiscale prosegue il suo iter parlamentare con modifiche e novità. E anche sul salario minimo maggioranza e opposizione continuano a lavorare: un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 ha indagato quali sono i giudizi e le preferenze degli italiani su questi temi. Il 72% degli intervistati ritiene di conoscere poco/nulla riguardo alla riforma fiscale, contro un 25% molto/abbastanza informato e un 3% incerto
Delega fiscale, le novità
LA RIFORMA FISCALE - Il 35% degli intervistati ha espresso un giudizio nel complesso positivo riguardo alla riforma fiscale. La stessa percentuale però non la ritiene adeguata. Un restante 30% non sa e non si esprime
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La maggior parte delle persone favorevoli al disegno di legge di riforma fiscale sono elettori di Fdi e del centrodestra, 77% e 62%. Chi ritiene le novità negative sono invece quasi esclusivamente elettori del Pd e del M5s
Fisco, flat tax per i dipendenti fuori dalla riforma
La misura che raccoglie il maggior favore è quella relativa all'abbassamento delle aliquote IRPEF, al 29%. Segue l'Ires agevolata per chi investe in innovazione o assume, al 19%. Per il 9% è un buon intervento il passaggio degli scaglioni IRPEF da 4 a 3. L'8% degli intervistati approva l'abolizione dell'IRAP
Salario minimo, chi guadagna meno di 9 euro
Tra tutti i cittadini che sono a favore dell'abbassamento delle aliquote IRPEF, il 45% sono elettori di Fratelli d'Italia. Il 33% supporta in generale il centrodestra, il 24% il Pd e un altro 24% i Cinque Stelle. L'intervento sull'IRES è apprezzato dal 22% e dal 24% degli elettori Fdi e del centrodestra, dal 23% dagli elettori del Pd e dal 29% di quelli del M5s

Chi critica le novità del disegno di legge della riforma fiscale punta il dito soprattutto contro il passaggio da 4 a 3 scaglioni dell'Irpef, il 18%; l'11% giudica negativamente l'Ires agevolata; il 9% l'abbassamento delle quote Irpef; l'8% l'abolizione dell'Irap

Come prima, rispetto a chi è favorevole alla riforma, la maggior parte di coloro che giudica negativamente l'abbassamento da 4 a 3 scaglioni sono elettori del Pd (31%) e del M5S (24%). I contrari all'Ires agevolata per chi investe o assume sono invece per lo più elettori del centrodestra (22%), seguiti da un 15% del Pd e un altro 15% del M5S

La riduzione degli scaglioni Irpef passa il vaglio degli italiani venendo considerata come positiva dal 42%. Ma anche altri elementi della riforma piacciono, dall'abolizione dell'Irap all'abbassamento delle aliquote Irpef

La maggioranza netta degli italiani pensa che quella scelta dal governo, tra tax compliance e ravvedimento operoso, non sia la strada giusta per combattere l’evasione fiscale: solo tra gli elettori del governo (comprensibilmente) l’avviso è opposto

SALARIO MINIMO - Tre italiani su quattro sono a favore del salario minimo garantito, visto innanzitutto come strumento per avere un reddito dignitoso. Nello specifico il 75% lo vorrebbe, il 18% è contrario e il 7% non sa

L’appoggio è trasversale e pressoché unanime. E anche tra gli elettori dei partiti di governo si registra un consenso ampio, anche se inferiore rispetto alla media (71% tra gli elettori di FdI, 67% tra gli altri elettori di cdx)

Riguardo al perché si vorrebbe il salario minimo, il 36% ha risposto perché garantirebbe un reddito dignitoso. Per il 21% migliorerebbe la qualità di vita dei lavoratori, per l'11% ridurrebbe le disuguaglianze economiche, per il 6% stimolerebbe i consumi

I contrari all'introduzione del salario minimo ritengono che aumenterebbe l'inflazione, ridurrebbe l'occupazione, aumenterebbe il costo di alcuni beni e servizi, renderebbe almeno in alcuni casi troppo alto il costo del lavoro

Secondo il 23% degli intervistati, la cifra corretta per il salario minimo si dovrebbe attestare attorno ai 12,40 euro all’ora. In ogni caso, oltre la metà degli intervistati fisserebbe sopra i 9 euro proposti dalle opposizioni tale cifra

Coerentemente, i 9 euro lordi all’ora proposti dalle opposizioni sono considerati una proposta troppo timida da quasi un italiano su due , anche tra gli elettori delle opposizioni. Nello specifico, per il 48% degli intervistati la proposta dei 9 euro all'ora di salario minimo è troppo bassa, per il 38% è una cifra corretta e per un 3% è troppo alta. Il restante 11% non sa e non risponde

Tra chi ritiene che i 9 euro all'ora di salario minimo siano pochi, ci sono il 56% degli elettori del centrodestra, il 47% del Pd, il 51% del M5S, il 38% di Fdi. Tra chi giudica la cifra corretta ci sono il 49% degli elettori Pd, il 48% degli elettori Fdi, il 44% del M5S, il 30% del centrodestra. La piccola percentuale di chi considera l'importo troppo alto consiste nel 7% di elettori del centrodestra, 5% Fdi e 2% Pd

LA FIDUCIA NEI LEADER POLITICI - La fiducia nei leader politici scende o rimane stabile in tutte le figure testate. Fanno eccezione di Giuseppe Conte e Elly Schlein: il leader del M5S sale dell'1% e la segretaria del Pd del 2%. Seconda solo alla figura non politica di Mattarella resta comunque la premier Giorgia Meloni, al 42%

Cresce leggermente (+3%) anche il giudizio positivo sul governo, che rimane comunque in generale sostanzialmente pari tra gli italiani, con una lieve prevalenza dei negativi (48%, +2%)

Continua il calo dei voti per Forza Italia, solo leggermente compensato dalla crescita di Fratelli d’Italia. La crescita netta di astenuti e indecisi fa pensare che si stia assistendo a un elettorato berlusconiano che più che ricollocarsi nel resto dell’offerta politica si stia rifugiando nell’indecisione/astensione in attesa degli sviluppi nello scenario politico

Nota metodologica - Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 4 e il 6 Luglio 2023 su un campione di 805 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,4% con un intervallo di confidenza del 95%.
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