Fisco, la flat tax per i dipendenti fuori dai radar della riforma

Economia
Simone Spina

Simone Spina

L'ipotesi di estendere la tassa piatta sugli aumenti di stipendio dei dipendenti non sembra più essere sul tavolo. Maggioranza e governo hanno proposto di allegerire il carico fiscale solo su tredicesime, premi di produzione e straordinari

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Torna nel cassetto la flat tax sugli aumenti di stipendio per i dipendenti. Parliamo dell’ipotesi di tassare in modo più leggero quanto si guadagna in più rispetto agli anni precedenti.

La tassa piatta per i dipendenti

Facciamo un esempio: con la tassa piatta cosiddetta incrementale, se il Signor Rossi quest’anno ha visto aumentare il proprio reddito di 10mila euro, su questa somma pagherebbe meno imposte rispetto a quanto accade ora. Questa idea ricalca quanto già accade per le Partite Iva, che possono scegliere la tassa piatta al 15 per cento se hanno ricavi annui fino a 85mila euro lordi.

Meno imposte, problema costi

La proposta, però, di estendere questo meccanismo a tutti i lavoratori è – come detto – uscita (almeno per il momento) dai radar del governo, che, nell’ambito della riforma fiscale, pensa di allievare il carico con altri sistemi meno onerosi per le casse pubbliche (ma probabilmente meno generosi per i contribuenti).

Taglio tasse su tredicesime, premi di produzione e straordinari

In cantiere, dunque, un taglio delle tasse solo su tredicesime, premi di produzione che già non usufruiscono di uno sconto e sugli straordinari che superano una certa soglia. In pratica, il prelievo su queste voci della busta paga sarebbe inferiore ad adesso, perché si applicherebbe una percentuale più bassa, forse del 15 per cento. Per i lavoratori dipendenti, va ricordato, la tassa piatta incrementale può invece essere applicata se hanno entrate extra quando svolgono attività autonome.

Critiche di Bruxelles alla flat tax

Il meccanismo della flat tax esteso dall’attuale Esecutivo ha ricevuto recentemente critiche dall’Europa , perché – si legge nelle raccomandazioni di maggio – “desta preoccupazioni circa l'equità e l'efficienza del sistema fiscale”. Per Bruxelles bisognerebbe mantenere la progressività, l'attuale meccanismo che chiede un maggior contributo percentuale a chi guadagna molto e non prelievi secchi uguali per tutti.

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