Dal suo arrivo a Milano dalla Sicilia per completare gli studi universitari, fino al rapporto di collaborazione con l'ex premier, di cui è stato dirigente per il Gruppo Fininvest e con cui ha fondato nel 1993 il partito Forza Italia. La vita e la carriera di uno dei collaboratori più fedeli del Cavaliere
"Era un personaggio unico e lo è sempre stato". Marcello Dell'Utri ha voluto ricordare così l'amico di una vita Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno 2023. A testimonianza di come si sono strettamente intrecciate nel corso di 60 anni le loro vite, l'ex premier nel testamento ha lasciato un lascito di 30 milioni di euro al suo più stretto e fedele collaboratore. L'ex dirigente d'azienda e politico ha ricoperto infatti un ruolo fondamentale nell'esistenza di Berlusconi. La notizia del lascito, però, ha sorpreso lo stesso Dell'Utri, che non ha mancato di esprimere la sua incredulità e gratitudine. "Quando mi ha chiamato il notaio, sono rimasto scioccato dalla notizia", ha affermato il 6 luglio. "Non me lo aspettavo perché non mi doveva nulla. L'affetto rimaneva anche senza questo gesto materiale, che dimostra la grandezza dell'uomo", ha aggiunto, spiegando di aver "dato tutto per Berlusconi, e lui a me" e sottolineando anche la profonda connessione tra di loro (LEGGI LE DICHIARAZIONI DI DELL'UTRI ALLA STAMPA SUL TESTAMENTO DI BERLUSCONI).
Dell'Utri commosso dalla generosità di Berlusconi
Nel suo ricordo dell'amico, Dell'Utri ha descritto Berlusconi come un fratello e ha raccontato la loro lunga amicizia. Ha rivelato che il Cavaliere lo ha sempre supportato, persino fornendogli appunti durante i suoi anni universitari. "Lui vendeva gli appunti ciclostilati alla libreria Cortina, ma a me li ha regalati", ha ricordato spiegando come si sono conosciuti all'epoca. L'ex senatore ha ammesso di essere commosso fino alle lacrime per questo gesto di generosità, sottolineando che è stato il significato dietro il lascito a colpirlo profondamente, più che l'aspetto materiale del dono stesso.
approfondimento
Sondaggio, chi è l’erede politico di Berlusconi? Il 20% dice Meloni
L'incontro col Cav negli anni dell'Università a Milano
Dell'Utri, nato a Palermo l'11 settembre 1941, a Milano ha trovato la sua fortuna. Dopo aver completato gli studi presso un liceo classico del capoluogo siciliano, ha proseguito la sua formazione nella città meneghina, dove si è laureato in Giurisprudenza. Come detto, è stato durante il suo percorso universitario che ha avuto l'opportunità di incontrare Berlusconi. "Un amico di Palermo che aveva studiato a Milano" - ha raccontato - "mi ha dato il suo numero prima che partissi per l'università. Mi ha detto 'è un po' gasato, ma bravo'. E quando l'ho conosciuto, ho subito pensato che era un fenomeno. Mi ha invitato a cena a casa sua". E così, nel 1964, all'età di 23 anni, Dell'Utri ha iniziato a lavorare come segretario personale del futuro imprenditore. Durante lo stesso periodo, è stato anche allenatore della squadra di calcio del Torrescalla, finanziata e sponsorizzata da Berlusconi. Questa esperienza ha rappresentato l'inizio di una stretta relazione professionale tra i due, che si è sviluppata nel corso degli anni.
leggi anche
Palermo, respinta la richiesta di sequestro beni a Dell'Utri
Il ritorno in Sicilia alla fine degli anni '60
Dopo la sua esperienza a Milano, Dell'Utri decide di trasferirsi a Roma, dove assume la direzione di un gruppo sportivo. Successivamente, nel 1967, fa ritorno a Palermo. Durante il suo periodo lavorativo presso l'Athletic Club Bagigalupo, dichiara di aver conosciuto Vittorio Mangano e Gaetano Cinà, in seguito condannati per mafia. Negli anni '70, inizia a lavorare per la Cassa di Risparmio delle Province Siciliane a Catania. Dopo un trasferimento alla filiale di Belmonte Mezzagno, nel 1973 viene promosso alla posizione di direttore generale della Sicilcassa a Palermo, dove si occupa dei servizi di credito agrario. Questo ruolo segna un ulteriore passo avanti nella carriera di Dell'Utri nel settore bancario.
approfondimento
Come è cambiata l'Italia nei 30 anni sulla scena di Silvio Berlusconi
Il ritorno a Milano, il lavoro per l'Edilnord e la nomina ad ad di Fininvest
Nonostante la sua carriera proceda senza intoppi, Dell'Utri decide di tornare a Milano su richiesta dello stesso Berlusconi, iniziando così a lavorare presso l'Edilnord, una delle prime aziende immobiliari dell'impreditore brianzolo, e contemporaneamente svolge anche il ruolo di segretario del Cavaliere. Durante questo periodo, si occupa attivamente di seguire la ristrutturazione della villa di Arcore. Sarà lui a portare nella residenza dell'ex presidente del Consiglio Vittorio Mangano, noto come lo "stalliere" di Arcore, una figura controversa già allora in odor di mafia, ma sia il futuro leader di Forza Italia sia Dell'Utri hanno sempre dichiarato di non essere stati a conoscenza delle sue attività criminali. Nel 1977, il dirigente si unisce alla società INIM e successivamente diventa amministratore delegato della Bresciano Costruzioni, che tuttavia fallisce dopo pochi anni. Nel 1982 inizia la sua attività presso la Publitalia '80, la società di raccolta pubblicitaria della Fininvest, fondata nel 1979 da Berlusconi. Nel 1984 ottiene la posizione di amministratore delegato del gruppo. Nel 1990, proprio su proposta di Dell'Utri, viene fondata la Silvio Berlusconi Editore, di cui lui stesso si occupa personalmente della produzione fino al 1993. Questa nuova iniziativa segna un ulteriore passo avanti nella carriera di Dell'Utri nell'ambito dei media e dell'editoria.
approfondimento
Chi è Marina Berlusconi, presidente Fininvest e primogenita di Silvio
La fondazione di Forza Italia e la carriera politica
Nel 1993 c'è un'altra svolta nella vita di Dell'Utri. Viene coinvolto nella fondazione di "Forza Italia! Associazione per il buon governo" insieme ad altre personalità politiche, e intraprende la carriera politica, rinunciando alla carica di presidente della Publitalia '80. Nel 1996 entra a far parte del Parlamento italiano come deputato e successivamente, nel 1999, diventa parlamentare europeo. Dopo le elezioni politiche del 2001, assume la carica di senatore della Repubblica. Nel 2013, dichiara la sua intenzione di ritirarsi dalla scena politica, rinunciando di percepire il vitalizio a partire dal 2015.
approfondimento
Addio a Silvio Berlusconi, l’uomo che ha rivoluzionato la politica
I guai con la giustizia e la condanna per mafia
Come per Berlusconi, anche Dell'Utri ha dovuto affrontare diversi processi giudiziari (12) nel corso della sua vita, anche se tra patteggiamenti, prescrizioni di reato e assoluzioni, ha subito solo 2 condanne definitive. La prima è stata a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Questa sentenza è stata emessa nel 2014, dopo un processo durato 20 anni, a causa dei suoi legami con Cosa Nostra. Prima che il giudice pronunciasse una sentenza definitiva, Dell'Utri si è dato alla fuga rifugiandosi in Libano. Nel luglio del 2015, viene localizzato e arrestato in un'operazione congiunta dell'Interpol e della polizia libanese, dopo che la Corte d'Appello di Palermo lo aveva dichiarato latitante. Riportato in Italia, ha scontato una pena di 4 anni di carcere e più di 1 anno ai domiciliari a causa di problemi di salute. Sempre nel 2015 riceve la sua seconda condanna con una sentenza di 8 mesi di reclusione per reato di abuso edilizio: aveva costruito senza autorizzazione su un'area soggetta a vincoli una casa su un albero nella Villa di Torno, sul lago di Como. Dell'Utri è stato sotto processo anche per il caso della presunta trattativa Stato-Mafia. Per questo, nel 2018 è stato condannato in primo grado a una pena di 12 anni di reclusione per violenza o minaccia al corpo politico dello Stato. Tuttavia, questa condanna è stata successivamente annullata e si è conclusa con la sua assoluzione nel 2021. La moglie di Dell'Utri, Miranda Ratti, ha dichiarato che la sua famiglia ha affrontato molte difficoltà a causa dei vari procedimenti giudiziari che il marito ha dovuto subire.
approfondimento
Dalle indagini del '94 ai domiciliari: la storia di Marcello Dell'Utri
Il vitalizio da Berlusconi e la presidenza della Fondazione Biblioteca del Senato
Dopo l'assoluzione, a partire da maggio 2021, Silvio Berlusconi ha accettato di erogare a Marcello Dell'Utri un "vitalizio" di 30.000 euro al mese. Come spiegazione a un tale atto di generosità, Dell'Utri ha affermato di aver contribuito a creare un impero finanziario e politico per l'ex premier, non mancando di sottolineare che avrebbe dovuto ricevere ancora di più. Attualmente l'ex politico ricopre il ruolo di presidente della Fondazione Biblioteca di via Senato e ha fondato il Circolo Dell'Utri, intitolato a se stesso. Negli anni più recenti, si è dedicato ad altre attività. Nel 2007, ha ricevuto la direzione artistica del Teatro Lirico di Milano, dimostrando così il suo interesse nel campo dell'arte e dello spettacolo. Inoltre, sempre nel 2007, è entrato nel consiglio di amministrazione del gruppo editoriale E Polis, diventando anche presidente della concessionaria di pubblicità, la Publiepolis spa. Nel febbraio 2008, si è dimette irrevocabilmente da entrambi gli incarichi.