L'ex senatore si è dichiarato sorpreso dal lascito dell'ex premier affermando che non gli doveva nulla. Ha rivelato che utilizzerà i soldi ereditati per la creazione di una biblioteca di letteratura siciliana nella Valle dei Templi, come dono per Agrigento, Capitale della Cultura 2025. E ha respinto le insinuazioni secondo cui i 30 milioni potrebbero essere stati un tentativo di comprare il suo silenzio
L'ex senatore Marcello Dell'Utri ha commentato su diverse testate nazionali la notizia del lascito di 30 milioni a lui donati da Berlusconi nel testamento. "Sono sorpreso - ha detto al Corriere della Sera - non mi aspettavo che il mio amico Silvio mi dovesse qualcosa. Io ho dato tutto a lui, la mia vita, tutto. In cambio, ho ricevuto affetto. Ecco perché sono sorpreso e commosso". Riguardo alla questione dell'ingente somma ricevuta, Dell'Utri ha dichiarato: "Intanto li userò per un progetto a cui sto lavorando da un anno: una biblioteca di libri di letteratura siciliana nel cuore della Valle dei Templi. Sarà il mio dono e anche quello di Silvio per Agrigento, Capitale della Cultura 2025. Sarà pronta per quella data".
"Il lascito di Berlusconi? Voleva onorare il nostro legame"
Dell'Utri ha raccontato a La Stampa che è rimasto sorpreso quando ha ricevuto la telefonata del notaio. "La mattina presto, erano circa le sette e mezza, ha squillato il telefono. Era il notaio. Non le dico la mia meraviglia", ha spiegato. "Berlusconi senza di me sarebbe sempre stato Berlusconi. Io senza di lui non sarei stato quello che sono", ha voluto precisare. Quando gli è stato chiesto se il lascito potesse essere un modo per ripagarlo degli anni di carcere, Dell'Utri ha risposto: "Non per ripagarmi. Voleva onorare il nostro legame. È un gesto che va oltre la somma in questione: è un atto nobile che dimostra quanto l'amicizia sia un valore fondamentale nella vita".
approfondimento
Berlusconi, nella lettera ai figli non c'è Luigi: le conseguenze
"L'ultima volta che ho parlato con Silvio è stato 3 giorni prima della morte"
Riguardo alle voci che insinuano che abbia voluto comprare il suo silenzio, Dell'Utri ha risposto al Messaggero: "Sono i soliti detrattori, seminatori di odio di professione. Non gli do peso, non mi interessa: non ho intenzione di farmi venire un altro tumore per questo". Infine, ha rivelato a Qn che l'ultima volta che ha parlato con Berlusconi è stato tre giorni prima della sua morte: "Era molto lucido. Stava organizzando le nuove regole per rifondare Forza Italia. Mi aveva chiesto se potevo occuparmi di selezionare i prossimi candidati alle Europee. Gli ho risposto che lo avrei fatto se me lo avesse chiesto, anche se ormai non ero più interessato alla politica. Mi aveva detto che ero bravo a scegliere le persone. 'Va bene', ho concluso, 'poi ne parliamo'. Come può vedere, non immaginava la sua fine".