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Guerra Israele Hamas, Netanyahu: "Entreremo a Rafah". Gli Usa: "Siamo contrari"

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Medioriente, Netanyahu: a Rafah con o senza accordo
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Medioriente, Netanyahu: a Rafah con o senza accordo
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"Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale". Lo ha detto il primo ministro israeliano. "Non vogliamo vedere una grande operazione di terra a Rafah": così il portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Kirby. Sulla tregua, una fonte diplomatica ha riferito che c'è una convergenza, ma che permangono ostacoli sulla natura a lungo termine della stessa. "Non siamo lontani da un accordo, ma non è la prima volta"

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Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato, durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi e delle famiglie, che "l'idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile. Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale". 

"Non vogliamo vedere una grande operazione di terra a Rafah. Certamente, non vogliamo vedere operazioni che non tengano conto della sicurezza di quel milione e mezzo di persone che cercano di cercare rifugio laggiù". Lo ha affermato il portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby.

Funzionari di Hamas hanno lasciato il Cairo dopo i colloqui con funzionari egiziani su una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza: lo ha detto il canale satellitare egiziano Al-Qahera News, ripreso da Haaretz, precisando che una delegazione di Hamas tornerà al Cairo con una risposta scritta alla proposta di cessate il fuoco. Israele, dal canto suo, ha ribadito che, una volta ricevuta la risposta nella serata di mercoledì 1 maggio, si recherà eventualmente a Il Cairo per trattare. 

Una fonte diplomatica francese ha detto a Reuters che nei negoziati c'è stata una convergenza sul numero di ostaggi rilasciati in cambio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ma che permangono ostacoli sulla natura a lungo termine della tregua. "Non siamo lontani da un accordo, ma non è la prima volta", ha aggiunto la fonte. A Hamas è stata offerta “una proposta straordinariamente generosa” che dovrebbe cogliere in fretta prendendo “la decisione giusta”.  



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Medioriente, Casa Bianca valuta ingresso di palestinesi come rifugiati

La Casa Bianca sta considerando di portare negli Stati Uniti dei palestinesi da Gaza come rifugiati. Lo riporta Cbs citando alcune fonti, secondo le quali diversi funzionari dell'amministrazione Biden hanno valutato praticamente quali potrebbero essere le opzioni per far arrivare palestinesi che hanno familiari che sono cittadini americani. 

Rafah, crisi umanitaria e insediamenti: i tre punti che hanno allontanato Israele e Usa

Con l'approvazione della risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza sembra essersi inasprita la relazione tra i due Stati, storicamente alleati e ora divisi da una spaccatura. Le colonie in territorio palestinese e la crisi umanitaria in corso nella Striscia sono fra gli elementi che hanno incrinato i rapporti fra i due leader, Joe Biden e Benjamin Netanyahu, spiega il Washington Post. IL PUNTO

Morta Sabreen, la bambina nata con il cesareo dalla mamma uccisa in un raid israeliano

Pesava un chilo e quattrocento grammi quando è stata messa in un'incubatrice dell'Emirati hospital a Gaza, dopo esser venuta alla luce nonostante la morte della mamma, vittima delle bombe israeliane. Ora riposa in un cimitero vicino a tutta la sua famiglia. LA STORIA

Casa Bianca: "Continuiamo ad opporci a operazione Rafah"

La Casa Bianca ha ribadito che continua ad opporsi all'invasione israeliana della città di Rafah, nel sud di Gaza. E lo ha fatto dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che le sue forze entreranno "con o senza" un accordo di cessate il fuoco con Hamas.

"Non vogliamo vedere una grande operazione di terra a Rafah. Certamente, non vogliamo vedere operazioni che non tengano conto della sicurezza di quel milione e mezzo di persone che cercano di cercare rifugio laggiù", ha affermato il portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby.

Usa, dilaga la protesta pro-Gaza nelle università di tutto il Paese

Prosegue la mobilitazione studentesca nei principali atenei degli Stati Uniti. Alla Columbia i manifestanti occupano uno storico edificio accademico. Nelle scorse ore 100 arresti ad Austin, in Texas, mentre si moltiplicano gli accampamenti nei campus e le sospensioni da parte delle istituzioni scolastiche. LE FOTO

Delegazione di Hamas in Cina, incontro con il vice ministro e con Fatah

Una delegazione di Hamas, guidata da Musa Abu Marzouk,  ha incontrato il vice ministro degli Esteri cinese Deng Li per discutere della guerra a Gaza. Lo ha detto reso noto Hamas spiegando di aver discusso con il diplomatico cinese anche discusso dell’aumento degli aiuti umanitari dalla Cina. 

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha detto che i rappresentanti di Hamas e Fatah si sono incontrati a Pechino per discutere la riconciliazione tra le due fazioni palestinesi. ''Su invito della parte cinese, rappresentanti di Fatah e Hamas sono recentemente venuti a Pechino per un dialogo approfondito e schietto sulla promozione della riconciliazione palestinese'', ha detto Lin. ''Le due parti hanno espresso pienamente la loro volontà politica di realizzare la riconciliazione attraverso il dialogo e la consultazione, hanno discusso di molte questioni specifiche e hanno compiuto progressi incoraggianti'', ha aggiunto.

Inoltre ''hanno deciso di continuare questo processo di dialogo in modo da raggiungere rapidamente la solidarietà e l'unità palestinese. Hanno molto apprezzato il fermo sostegno della Cina alla giusta causa del popolo palestinese nel ripristino dei suoi legittimi diritti nazionali, hanno ringraziato la parte cinese per i suoi sforzi volti a contribuire a rafforzare l'unità interna palestinese e hanno raggiunto un accordo su idee per il dialogo futuro'', ha concluso.

Netanyahu: "La Corte penale internazionale dell'Aia sta valutando la possibilità di emettere mandati di arresto contro alti funzionari governativi e militari israeliani come criminali di guerra"

Medioriente, Blinken giunto a Tel Aviv, domani vede Netanyahu ed Herzog

Il segretario di Stato americano Antony Blinken e' arrivato all'aeroporto Ben Gurion, vicino a Tel Aviv, e domani incontrera' a Gerusalemme il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, per discutere, tra le altre questioni, dei tentativi di arrivare a una tregua tra Israele e Hamas. Si tratta della settima visita nella regione del capo della diplomazia Usa, dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Blinken visitera' anche il porto di Ashdod, da dove arrivano aiuti umanitari nell'enclave palestinese, come annunciato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Prima dell'incontro con Netanyahu a Gerusalemme, il diplomatico americano sara' ricevuto dal presidente israeliano Isaac Herzog. La sua visita arriva in un momento chiave dei colloqui di tregua nella Striscia, mediati da Qatar, Stati Uniti ed Egitto: domani si prevede che il gruppo islamista Hamas risponda all'ultima offerta di tregua che, secondo i media israeliani, includono lo scambio di 33 ostaggi vivi con un numero imprecisato di prigionieri palestinesi, oltre al ritorno dei palestinesi sfollati nel Nord di Gaza. In serata, il quotidiano liberale israeliano Haaretz, citando fonti anonime di Hamas, ha scritto che l'organizzazione ha chiesto garanzie che ci sia una tregua di diversi mesi, durante la quale Israele non riprenda gli attacchi, come requisito per concludere un accordo.

Medioriente, Hamas: accordo se Israele non attaccherà i prossimi mesi

Fonti di Hamas hanno riferito ad Haaretz che l'organizzazione chiede garanzie che Israele non riprenda i combattimenti nella Striscia di Gaza nei prossimi mesi come condizione per concludere un accordo per il rilascio degli ostaggi. "Vogliamo la vita per i palestinesi a Gaza", ha detto una delle fonti, "e questo significa la fine della guerra, il ritiro israeliano, il ripristino della Striscia e un chiaro quadro politico". 

Medioriente, Israele rifiuta l'ingresso a Gaza al capo dell'Unrwa

Il ministro dell'Interno israeliano Moshe Arbel ha respinto una richiesta di ingresso a Gaza al direttore generale dell'Unwra Philippe Lazzarini. Lo ha riferito Kan tv.

Medioriente, Blinken a Hamas: basta scuse e rinvii su accordo cessate il fuoco

''Basta rinvii, non ci sono più scuse'' per non approvare un accordo che permetta di arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e alla liberazione degli ostaggi ancora trattenuti nell'enclave. ''Per Hamas il momento di agire è ora'', ha dichiarato il Segretario generale degli Stati Uniti Antony Blinken incontrando i giornalisti alla Jordan Hashemite Charity Organization ad Amman. 'L'Egitto ha presentato una proposta forte per un cessate il fuoco, Hamas non dovrebbe rinviarla e non ha scuse per non essere d’accordo'', ha aggiunto Blinken.

Medioriente, Netanyahu vedrà Blinken domani mattina a Gerusalemme

Sarà domani a Gerusalemme l'incontro tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. E' previsto alle 10.45 ora locale (le 9.45 in Italia), hanno fatto sapere dall'ufficio del premier, come riportano i media locali. Il faccia a faccia avverrà dopo i colloqui a Tel Aviv tra Blinken e il presidente israeliano Isaac Herzog.

Blinken: martedì a Gaza primo convoglio aiuti giordano

Antony Blinken ha annunciato che un primo convoglio di aiuti umanitari dalla Giordania martedi' arrivera' nella Striscia di Gaza assediata attraverso il valico di Erez, riaperto da Israele nel nord del territorio. "Stiamo assistendo a un collegamento diretto tra la Giordania e il nord di Gaza attraverso Erez. I primi carichi partono oggi", ha dichiarato Blinken ai giornalisti. "Questo e' un vero e importante passo avanti, ma la strada da percorrere e' ancora lunga", ha aggiunto. Il Segretario di Stato, che e' al suo settimo tour regionale dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas a Gaza il 7 ottobre, aveva chiesto un aumento degli aiuti umanitari al territorio palestinese, che e' sotto stretto controllo israeliano e sull'orlo della carestia, secondo le Nazioni Unite.


Medioriente, Trump: attacco 7 ottobre responsabilità di Netanyahu

Donald Trump critica aspramente il governo israeliano e il premier Benjamin Netanyahu in una lunga intervista a Time. L'ex presidente Usa, e candidato alle presidenziali di novembre, dice di continuare a sostenere Israele: "Se attaccassero Israele, si', saremmo li'". Dice di essere giunto alla convinzione, ormai diffusa in Israele, che uno Stato palestinese che esista fianco a fianco in pace sia sempre piu' improbabile. "C'e' stato un tempo in cui pensavo che i due Stati potessero funzionare", dice. "Ora penso che la creazione di due Stati sara' molto, molto dura". Ma il suo sostegno a Israele non e' assoluto. Ha criticato la gestione da parte di Israele della guerra contro Hamas, che ha ucciso piu' di 30.000 palestinesi a Gaza, e ha chiesto alla nazione di "farla finita". "Direi che quello che e' successo il 7 ottobre non sarebbe mai dovuto accadere. E' successo sotto il suo controllo. E penso che abbia avuto un profondo impatto su di lui, nonostante tutto. Perche' la gente diceva che non sarebbe dovuto succedere. Hanno le attrezzature piu' sofisticate. Avevano... c'era tutto per fermarlo. E moltissime persone lo sapevano, migliaia e migliaia di persone lo sapevano, ma Israele non lo sapeva, e penso che per questo sia stato incolpato molto fortemente, incolpato. E ora hai la situazione degli ostaggi..." "E mi capita di pensare che per quanto riguarda gli ostaggi, sapendo qualcosa sul nemico e sapendo qualcosa sulle persone, penso che siano rimasti pochissimi ostaggi. Sai, parlano di tutti questi ostaggi. Non credo che queste persone siano in grado o addirittura vogliano prendersi cura delle persone come negoziatori. Io no... penso che gli ostaggi saranno molto meno di quanto la gente pensi, il che e' una cosa molto triste".

Medioriente, Blinken: stasera primi aiuti verso Erez, dirò a Israele che aumenti assistenza

Partiranno questa sera i primi aiuti provenienti dalla Giordania e diretti al valico di Erez, nel nord della Striscia di Gaza, destinati alla popolazione palestinese. Lo ha annunciato il Segretario generale degli Stati Uniti Antony Blinken Blinken incontrando i giornalisti alla Jordan Hashemite Charity Organization, ai quali ha spiegato che domani illustrerà ai funzionari israeliani le misure che devono adottare per aumentare il flusso di aiuti umanitari.

Il valico di Erez era rimasto chiuso dall'attacco di Hamas del 7 ottobre, ma all'inizio di aprile Israele si era impegnato ad aprirlo dopo e pressioni internazionali e la minaccia di una imminente carestia nel nord di Gaza.

Medioriente, nuova protesta a Tel Aviv: manifestanti chiedono accordo su ostaggi

Nuova protesta a Tel Aviv. Gruppi di persone si stanno radunando davanti alla Kirya, il quartier generale delle Forze Armate a Tel Aviv, per chiedere al governo israeliano di accettare un accordo per il rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. Lo riferiscono i media israeliani.

Medioriente, Guterres: Insediamenti coloni ostacolo alla pace

"Gli insediamenti" dei coloni ebrei nei Territori sono "illegali e un ostacolo alla pace, un ostacolo alla soluzione dei due Stati". Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, parlando ai giornalisti al Palazzo di Vetro, a New York. "Non soltanto gli insediamenti sono illegali - ha aggiunto - ma la violenza dei coloni è uno dei fattori che hanno aggravato la drammatica situazione che abbiamo ora nei Territori". 

Medioriente, Guterres: Israele e Hamas trovino accordo ora

Invito con forza il governo di Israele e la leadership di Hamas a raggiungere un accordo ora. Senza quello, la situazione portera' a una escalation insostenibile, finendo per uccidere altre migliaia di civili e spingere altre migliaia di persone ad andarsene, con un impatto devastante sui palestinesi a Gaza". Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, parlando ai giornalisti al Palazzo di Vetro, sede dell'Onu. 

Blinken: Hamas accetti la proposta sulla tregua

Il segretario di Stato americano Antony Blinken chiede ad Hamas di accettare "senza ulteriori ritardi" la proposta per una tregua a Gaza. 

Medioriente, Sejourne a Netanyahu: offensiva a Rafah cattiva idea

Un'offensiva israeliana a Rafah è una cattiva idea e non risolverebbe nulla nella lotta contro Hamas. Lo ha affermato il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourne, al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo una fonte diplomatica francese citata da Reuters. "E' una cattiva idea farlo. Ci sono troppe incertezze sulle questioni umanitarie", ha detto il capo del Quai d'Orsay duranteun incontro nell'ufficio del primo ministro a Gerusalemme.

Blinken atteso in Israele, incontra leader e parenti ostaggi americani

E' atteso questa sera in Israele il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, impegnato nell'ennesimo tour nella regione dall'inizio del conflitto dopo l'attacco del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. Qui, riportano i media locali, ha in programma colloqui con il presidente Isaac Herzog, con il premier Benjamin Netanyahu e con i parenti di ostaggi americani trattenuti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.

Il segretario di Stato Usa, che arriva dalla Giordania dopo la tappa in Arabia Saudita, avrebbe in agenda anche incontri con il ministro della Difesa, Yoav Gallant, il consigliere per la Sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, e probabilmente anche il ministro Benny Gantz, che siede nel gabinetto di guerra. 

Medioriente, Unrwa chiede indagine trattamento Israele su suo staff

Il capo dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha chiesto ai Paesi di sostenere un'indagine indipendente sulle presunte uccisioni e detenzioni del suo staff e sui danni alle sue sedi da parte di Israele una volta terminato il conflitto con Hamas. L'Unrwa ha accusato lo Stato ebraico di aver preso di mira le sue strutture durante più di sette mesi di guerra nella Striscia di Gaza, sostenendo che 182 membri del suo personale sono stati uccisi e più di 160 dei suoi rifugi colpiti, con la morte di centinaia di persone in fuga dai bombardamenti israeliani. Lazzarini ha anche denunciato che Israele gli ha impedito l'accesso a Gaza il mese scorso, e ha annunciato l'intenzione di tornarci domenica, esprimendo la speranza che lo Stato ebraico lo lasci entrare.

Medioriente, Blinken: bene collaborazione con Amman per aiuti a Gaza e pace regione

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato ad Amman il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi ''per discutere il nostro impegno a portare avanti la pace e la stabilità nella regione e per affrontare la crisi umanitaria a Gaza''. Come ha scritto lo stesso Blinken su X, gli Stati Uniti ''apprezzano la collaborazione della Giordania per far arrivare più aiuti a Gaza attraverso lanci aerei e consegne via terra''.

Blinken da stasera in Israele, domani vede Netanyahu

E' previsto questa sera l'arrivo in Israele da Amman del segretario di Stato Usa Antony Blinken in una nuova visita legata al possibile accordo per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Prima tappa di Blinken - secondo i media - sarà domani mattina un incontro privato a Gerusalemme con il presidente Isaac Herzog e poi con le famiglie dei rapiti anche con cittadinanza Usa. Subito dopo - attorno alle 11, ora locale - l'incontro con il premier Benyamin Netanyahu. Quindi la visita al valico di Kerem Shalom (la prima di un rappresentante Usa) da dove entrano i camion di aiuti per Gaza. Blinken vedrà poi - secondo le stesse fonti - al porto di Ashdod, nodo di arrivo degli aiuti, il responsabile della sicurezza nazionale di Israele Tzachi Hanegbi. In previsione anche un incontro, in serata, con il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz. 

Proteste pro-Gaza in Francia, Ong denunciano: "Repressione"

I sindacati dell'Insegnamento superiore e la Lega dei diritti umani (Lidh) allertano sulla ''repressione'' delle mobilitazioni studentesche pro-Gaza in Francia e le restrizioni alla libertà d'espressione nelle Università d'Oltralpe, dopo  gli sgomberi della polizia a Sciences Po, l'ateneo parigino tra i più prestigiosi d'Europa, e la Sorbona di Parigi. ''Occupare le facoltà è un mezzo di espressione e di protesta pacifica usato dai giovani, sgomberare gli studenti e le studentesse dalla Sorbona con la forza non è qualcosa di innocuo'', deplora su X l'associazione Ligue des droits de l'Homme (Lidh), allertando "sull'intensificarsi di questa repressione politica''. ''Il divieto di diverse conferenze pubbliche sul tema della Palestina in alcune università, come anche le restrizioni alla libertà di espressione e la repressione delle mobilitazioni studentesche suonano come un allarme estremamente sinistro per le libertà universitarie'', sottolineano da parte loro diversi sindacati dell'Insegnamento superiore d'Oltralpe (Snesup-Fsu, Sud Education, Cgt Ferc Sup, Fo Esr...), oltre ai sindacati studenteschi (Union étudiante, Unef, Solidaires étudiants).  Queste organizzazioni deplorano, tra l'altro, una presunta "volontà di imporre un'opinione politica, attraverso l'uso della forza pubblica o l'intimidazione''. "Non spetta ai prefetti né ai rappresentanti locali o nazionali definire ciò che va insegnato o dibattuto nei consessi universitari, trattasi di Gaza o di qualsiasi altro tema", avvertono i sindacati francesi. 

Hamas: "L'accordo ha alcune condizioni stabilite da noi"

Una fonte di Hamas ha detto alla rete televisiva saudita al Arabiya, ripresa da Haaretz, che l'accordo proposto da Israele riflette alcune delle condizioni per un cessate il fuoco stabilite dalla stessa fazione palestinese. 

Netanyahu: "La Cpi non ha alcuna autorità su Israele"

"La Corte penale internazionale dell'Aia non ha alcuna autorità sullo stato di Israele". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu denunciando che "la possibilità che emetta mandati di arresto per crimini di guerra contro comandanti dell'IDF e leader di stato, è uno scandalo su scala storica". "Sarà la prima volta che un paese democratico, che lotta per la propria vita secondo tutte le regole del diritto internazionale, verrà accusato di crimini di guerra. Se dovesse accadere, sarebbe una macchia indelebile per tutta l'umanità. Un crimine d'odio antisemita, che aggiungerebbe benzina all'antisemitismo". "Lo scopo di questa misura - ha proseguito Netanyahu - se verrà attuata, è quello di minacciare i leader e i soldati dello Stato di Israele, essenzialmente di paralizzare la capacità di difesa dello Stato di Israele". "Il governo israeliano e i cittadini israeliani lo respingono apertamente. Voglio che sia chiara una cosa: nessuna decisione, né all'Aia né altrove, potrà compromettere la nostra determinazione a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra: il rilascio di tutti i nostri ostaggi, una vittoria completa su Hamas e la promessa che Gaza non rappresentino più una minaccia per Israele, nonché per ripristinare la sicurezza e gli abitanti del nord".   "Israele - ha concluso Netanyahu - si aspetta che i leader del mondo libero si oppongano fermamente a questo passo scandaloso, un passo che danneggerà la capacità di autodifesa non solo dello Stato di Israele, ma di tutte le democrazie del mondo. Israele si aspetta che questi leader utilizzino tutta la loro influenza e tutti i mezzi a loro disposizione per fermare questo passo pericoloso, che costituirà una bancarotta morale e storica". 

Studenti in Libano si uniscono alla protesta contro Israele nelle università

Sono centinaia gli studenti che stanno manifestando in vari campus universitari in Libano contro Israele e la guerra in corso nella Striscia di Gaza. Si tratta della prima manifestazione studentesca coordinata in Libano dopo quelle in corso in altri Paesi, Stati Uniti in testa.

Studenti, ex studenti e altri cittadini libanesi si sono riuniti nei campus di Beirut e altrove in Libano sventolando bandiere e alzando manifesti di protesta. Alcuni manifestanti hanno chiesto alle loro università di boicottare le aziende che fanno affari in Israele.

In particolare, all'Università americana di Beirut circa 200 persone si sono radunate nella piazza del campus dove avevano ricevuto il via libera dall'amministrazione per protestare per due ore. Nessuna protesta è stata repressa dalla polizia.

Usa: "Non vogliamo un'operazione di terra a Rafah"

"La nostra posizione è sempre la stessa: non vogliamo un'operazione di terra a Rafah". Lo ha dettto il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti rispondendo ad una domanda sulle ultime dichiarazioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu sul fatto che l'operazione a Rafah si farà comunque, con o senza l'accordo sugli ostaggi. 

Herzog: "Mi oppongo inequivocabilmente a qualsiasi tentativo di abusare delle istituzioni giuridiche internazionali, inclusa la Corte penale internazionale, per negare allo Stato di Israele i suoi diritti fondamentali"

Trump: "Netanyahu giustamente criticato per l'attacco di Hamas"

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è stato "giustamente criticato" per l'attacco del 7 ottobre di Hamas. Lo ha detto Donald Trump in un'intervista a Time, durante la quale ha ricordato di aver avuto delle "brutte esperienze" con Netanyahu, come quando all'ultimo momento Israele ha fatto retromarcia sull'operazione americana che ha ucciso Qassam Soleimani. "Non ero molto contento quando l'ho saputo. E' qualcosa che non dimentico", ha aggiunto Trump ribadendo comunque che continuerà a proteggere Israele. "Sono stato molto leale con Israele, più leale di qualsiasi altro presidente - ha messo in evidenza -. Ho fatto per Israele più di chiunque altro presidente. Proteggerò Israele". 

Ben-Gvir: "Netanyahu mi ha promesso che non accetterà un accordo sconsiderato"

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, "ha promesso" che non accetterà mai un accordo "sconsiderato" sugli ostaggi. Lo ha dichiarato in un video il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, dopo un incontro con il capo del governo.

"Il primo ministro ha ascoltato le mie parole e ha promesso che Israele andrà a Rafah, che la guerra non finirà e che non ci sarà un accordo sconsiderato. Accolgo con favore queste cose. Penso che il primo ministro capisca molto bene cosa significhi se tutto ciò non dovesse accadere", ha dichiarato Ben-Gvir, lasciando intendere possibili problemi per la tenuta dell'esecutivo guidato da Netanyahu.

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Blinken vede Safadi ad Amman, discussi gli sforzi per la pace

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato ad Amman il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi, con il quale ha discusso degli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra a Gaza e creare pace e sicurezza durature per israeliani e palestinesi. Lo ha riferito il portavoce del dipartimento di Stato Usa Matthew Miller. Il capo della diplomazia americana ha ringraziato la Giordania per aver facilitato la consegna degli aiuti a Gaza e ha sottolineato la necessita' di aumentare il flusso di aiuti.

Manifestazioni pro-Gaza, sgomberati studenti a Saint-Etienne

La polizia francese ha sgomberato oggi un gruppo di studenti filo-palestinesi che bloccavano un dipartimento dell'università di Saint-Etienne, nel centro della Francia, mentre altri studenti d'Oltralpe continuano a mobilitarsi in altre città del Paese, come Lione, Grenoble e Digione, dopo simili proteste a Parigi e nei campus degli Stati Uniti. A Saint-Etienne, le forze dell'ordine hanno sgomberato, in particolare, gli accessi al dipartimento di studi politici dell'Università Jean-Monnet, verso le 10:30 del mattino, senza incontrare resistenza da parte della trentina di studenti in rivolta. I manifestanti, che secondo la polizia non hanno danneggiato nulla, hanno ottenuto che una delegazione venga ricevuta per discutere con il rettore. Obiettivo? Organizzare un dibattito sulla questione palestinese. Dopo le tensioni dei giorni scorsi, sembra invece più tranquilla la situazione all'Univeristà La Sorbona di Parigi e a Sciences Po Paris, tra gli atenei più prestigiosi d'Europa segnato nei giorni scorsi da proteste e occupazioni in solidarietà alla popolazione di Gaza. La Francia è il Paese  che conta le più grandi comunità ebraica e musulmana di tutta l'Europa occidentale. 

Netanyahu ha incontrato oggi, presso l'ufficio del primo ministro a Gerusalemme, i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi

Medio Oriente, la corte dell'Onu respinge la richiesta di Nicaragua contro la Germania

La Corte internazionale di giustizia (Cig) ha respinto la richiesta del Nicaragua di ordinare alla Germania di sospendere aiuti militari e di altro tipo a Israele e di rinnovare i finanziamenti all'agenzia Onu per i palestinesi (Unrwa) a Gaza. Secondo i giudici, non ci sono le condizioni legali per emettere un simile ordine. Berlino ha sostenuto, nel corso delle udienze, di non aver quasi esportato armi in Israele da quando è iniziata la guerra a Gaza in seguito al massiccio attacco di Hamas contro lo Stato ebraico il 7 ottobre.

Unrwa: "128 membri dell'Agenzia Onu uccisi a Gaza"

Sono 128 i membri dell'Unrwa uccisi dallo scorso 7 ottobre nella guerra in corso nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato a Ginevra il commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini. Nei raid israeliani su Gaza sono anche stati danneggiati 160 strutture dell'Unrwa uccidendo 400 persone che avevano trovato rifugio al loro interno, ha aggiunto il diplomatico.

Blinken ricevuto da re Abdullah e dal ministro degli Esteri della Giordania

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken è stato ricevuto ad Amman dal re giordano Abdullah II e dal ministro degli Esteri Ayman Safadi. Al centro dei colloqui l'impegno per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che permetta la liberazione degli ostaggi, maggiori aiuti per la popolazione palestinese e la ricostruzione post conflitto.

Ieri Blinken ha incontrato il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan bin Abdullah, presso la sede del segretariato generale del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg). Durante il colloquio sono state esaminate le modalità per rafforzare le relazioni bilaterali e la cooperazione congiunta in vari campi e si è parlato degli sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza e, in particolare, nella città di Rafah.

Israele attenderà fino a domani sera una risposta da Hamas

Il governo israeliano aspetterà fino a domani sera una risposta di Hamas a una proposta di tregua a Gaza prima di decidere se mandare inviati  al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco. "Israele prenderà una decisione una volta che Hamas avrà fornito la sua risposta", ha detto un alto funzionario israeliano all'Afp in condizione di anonimato. "Aspetteremo le risposte fino a mercoledi' sera e poi decideremo". 

Aiuti umanitari, un molo galleggiante al largo di Gaza. VIDEO

Wsj: "Nella bozza di accordo due fasi, cessate il fuoco fino a 13 settimane"

Prevede due fasi l'ultima bozza d'accordo tra Israele e Hamas sul tavolo dei negoziatori al Cairo. Lo scrive il Wall Street Journal citando funzionari egiziani, secondo i quali la proposta - che Israele ha contribuito a redigere ma che non ha ancora accettato - prevede nella prima fase il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane in cambio della liberazione di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio liberato.

La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele dovrebbero concordare un rilascio di altri ostaggi e una pausa nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. Sebbene l'ala politica di Hamas abbia inizialmente risposto positivamente, il gruppo - sostengono le fonti egiziane - in seguito ha criticato l'assenza di riferimenti espliciti alla fine della guerra.

Bonelli: "Netanyahu folle e criminale, con lui non ci sarà mai la pace"

"Quelle pronunciate oggi da Netanyahu, che annuncia l'avvio dell'intervento militare a Rafah con o senza accordo e quindi annunciando, di fatto, un'ulteriore catastrofe umanitaria, sono parole di vera e propria follia criminale. Fin quando Netanyahu sarà al governo di Israele non ci sarà pace. L'Europa e l'Italia che non riescono a condannare Netanyahu la   smettano di dare armi ad Israele. Di fronte a questa dichiarazione folle e irresponsabile del premier israeliano Giorgia Meloni ha il dovere di dire pubblicamente che Netanyahu si deve fermare perché quello che sta facendo è un crimine contro l'umanità. Le chiediamo se ha il coraggio di compiere questo passo. Auspichiamo che il Tribunale Penale Internazionale, nelle prossime ore, emetta un mandato di arresto internazionale, perché siamo arrivati a 35 mila morti civili, in maggioranza donne e bambini, ci sono strutture sanitarie distrutte. L'obiettivo di radere al suolo Gaza, nel silenzio della comunità internazionale, è un'ipocrisia inaccettabile, il vero obiettivo di Netanyahu è espellere i palestinesi ed occupare definitivamente Gaza con i coloni una strategia genocidiale.   Così, in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. 

Mar Rosso, Iran: "I Paesi del Golfo collaborino per la sicurezza"

Il ministro degli Esteri iraniano, Amir Hossein Abdollahian, ha lanciato un appello a tutti i Paesi del Golfo Persico a collaborare per garantire la sicurezza della navigazione in un'area la cui stabilità "è a rischio a causa di militari stranieri". "Interferenze di Paesi terzi, che hanno una conoscenza superficiale della realta', non ha portato ne' stabilità nè sicurezza, anzi ha aumentato i rischi e le divergenze", ha detto Abdollahian. Il capo della diplomazia di Teheran ha colto l'occasione di una conferenza andata in scena a Teheran, in occasione della giornata internazionale del Golfo Persico, per rilanciare una cooperazione tra Stati che si contrapponga alle missioni navali occidentali nell'area. "La sicurezza di quest'area, che collega Asia, Europa, Africa e Sudest asiatico è cruciale dal punto di vista strategico per il passaggio dal Mar Rosso al Mediterraneo - ha poi aggiunto Abdollahian -. L'Iran è pronto a compiere tutti gli sforzi possibili per garantire la sicurezza e la stabilità ora messe a rischio dalla presenza di militari stranieri" Le parole del ministro iraniano arrivano nelle stesse ore in cui gli Houthi, sciiti dello Yemen sostenuti da Teheran, hanno annunciato di aver portato a termine altri 4 attacchi nel Golfo con dei droni. Le rappresaglie sono partiti a novembre scorso, da allora gli Houthi hanno ripetuto di non volersi fermare fino a quando Israele continuerà ad attaccare Gaza. Gli Usa hanno risposto lanciando una coalizione internazionale per proteggere le navi in transito nel Mar Rosso. Un'iniziativa che ha mobilitato il regime iraniano, infastidito dalla presenza di navi da guerra occidentali in prossimità delle proprie acque. La missione europea 'Aspides', cui prende parte anche l'Italia, ha scopi esclusivamente difensivi e mira a intercettare attacchi di droni e razzi per consentire la sicurezza delle acque del Mar Rosso e del Golfo di Aden.

Annullata riunione di stasera del gabinetto di guerra di Israele

La riunione del gabinetto di guerra israeliano previsto per stasera è stato annullato. Lo riporta Haaretz.   Secondo indiscrezioni pubblicate stamattina dal sito di notizie Ynet, il primo tema all'ordine del giorno sarebbe stato il timore di mandati di arresto da parte della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) per il premier Benyamin Netanyahu, il capo di stato maggiore Herzi Halevi e il ministro della Difesa Yoav Gallant. 

Iran: "Dai lavoratori schiaffo al nemico nonostante le sanzioni"

"Oggi, una guerra economica è stata imposta all'Iran, insieme a minacce e sanzioni, ma i lavoratori iraniani daranno un forte schiaffo ai nemici". Lo ha affermato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, durante un incontro con un gruppo di lavoratori in occasione del primo maggio. "I nemici hanno tentato di spingere l'Iran a indietreggiare dalla sue posizioni, con sanzioni economiche e minacce, ma al contrario il Paese gode di una crescita economica e a livello di produzione, soprattutto nel settore della tecnologia", ha aggiunto Raisi, come riporta Irna, affermando che "persino durante la guerra con l'Iraq negli anni '80, i lavoratori e le fabbriche dell'Iran avevano reso il Paese indipendente dall'estero". 

G7: "Preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza"

“Siamo profondamente preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza”. Così il comunicato finale del G7 Clima, Energia e Ambiente che si chiude oggi a Venaria Reale. Nel documento finale si ricordano, quindi,  “le dichiarazioni dei leader del G7 del 6 dicembre 2023 e altre dichiarazioni rilevanti del G7 nonché la dichiarazione dei ministri dei Trasporti del G7 sull’escalation della crisi del Mar Rosso il 20 febbraio 2024, il comunicato dei ministri degli Esteri del G7 sulla situazione nel Medio Oriente adottato il 19 aprile 2024 e la risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 25 marzo 2024 che richiede per un cessate il fuoco immediato e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.

Gaza

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Trump: "Non sono sicuro che soluzione 2 stati possa ancora funzionare"

"Non sono sicuro che una soluzione dei due Stati possa ancora funzionare. Tutti parlavano della soluzione di due Stati, anche quando c'ero io. Ed io dicevo: "che cosa vi piace? vi piacciono i due Stati". E' quanto afferma Donald Trump in una lunga intervista a 360 gradi a Time in cui illustra quello che sarà il suo programma in caso di un nuovo mandato alla Casa Bianca. Un'intervista in cui assicura che, da presidente, "proteggerà Israele" in caso di una guerra con l'Iran. 

"Bibi Netanyahu è stato giustamente criticato per quello che è successo il 7 ottobre", ha detto ancora l'ex presidente che si è poi dilungato a dire, come ha fatto moltissime volte, che con lui alla Casa Bianca Hamas, e il suo sponsor iraniano, non avrebbero avuto la forza di compiere gli attacchi che hanno innescato la guerra. Ed alla domanda se pensa che potrebbe, tornato alla Casa Bianca, lavorare meglio con Benny Gantz, risponde: "credo che Gantz sia in gamba, ma non sono pronto a dire una cosa del genere, ci sono diverse brave persone che ho conosciuto in Israele che potrebbero fare un buon lavoro". 

Quando poi l'intervistatore gli chiede se a lui piaccia la soluzione dei due stati, Trump ha risposto: "dipende, c'e' stato un momento in cui ho pensato che potrebbe funzionare, ora che credo che sarebbe veramente difficile. Credo anche che ci siano sempre meno persone a cui piace l'idea" rispetto a 4 anni fa. L'ex presidente ammette, comunque, che "potrebbe non esserci un altra idea, la situazione è molto difficile". 

Netanyahu: "Iniziata l'evacuazione da Rafah, possibilità di accordo basse"

"L'evacuazione della popolazione da Rafah è già iniziata" in vista dell'avvio dell'operazione militare che "avverrà presto" e che è sostenuta da "tutti i ministri" del governo. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrando delegazioni dei familiari degli ostaggi tenuti a Gaza e dei parenti di soldati uccisi. Il primo ministro, citato dai media locali, ha quindi definito "estremamente bassa" la possibilità di un accordo con Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi.

Mosca: no a mandati arresto contro Netanyahu? Usa ipocriti

Stati Uniti "ipocriti" per la loro opposizione a possibili mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e altre personalità israeliane nell'ambito delle indagini del Tribunale penale internazionale per i crimini commessi a Gaza. L'accusa arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che sul suo account Telegram ha scritto: "Onestamente, è un segno della stratificazione delle coscienze tra gli strateghi della Casa Bianca". "Washington ha sostenuto pienamente, se non istigato, l'emissione di mandati d'arresto contro la leadership russa", ha ricordato Zakharova, prima di sottolineare che "il sistema politico statunitense non riconosce la legittimità di questa struttura nei confronti di se stesso o dei suoi satelliti", in apparente riferimento a Israele.

Media: 'Investigatori Cpi hanno testimonianze dei medici di Gaza'

Gli investigatori della Corte penale internazionale (Cpi) hanno raccolto testimonianze tra il personale dei due maggiori ospedali di Gaza. Lo riporta la Reuters sul suo sito: questa è la prima conferma che rappresentanti della Cpi hanno parlato con i medici dell'ospedale Shifa e del Nasser di possibili crimini di guerra. "Le fonti, che hanno chiesto di non essere identificate per la delicatezza dell'argomento, hanno detto che gli investigatori della Cpi hanno raccolto testimonianze dal personale che ha lavorato nel principale ospedale di Gaza City, l'Al Shifa, e nel Nasser, principale ospedale di Khan Younis", scrive Reuters.

Da Congresso Usa monito a Tpi: 'Mandati arresto contro Israele sarebbero illegali'

Cresce la preoccupazione negli Stati Uniti per una possibile azione da parte del Tribunale penale internazionale contro esponenti del governo israeliano, compreso Benjamin Netanyahu, per la guerra a Gaza. E dal Congresso Usa stanno arrivando moniti, bipartisan, riguardo ad una rappresaglia Usa in risposta ad un'eventuale mossa da parte dell'organismo giuridico internazionale, di cui, va ricordato né gli Stati Uniti né Israele fanno parte.  Secondo quanto rivela Axios, al Congresso si starebbe lavorando già ad una legge in risposta ad un'azione del tribunale, che sta indagando su accuse di crimini di guerra sia contro Hamas che contro Israele. Sempre il sito americano, ed in particolare il ben informato Barak Ravid, ha rivelato che lo stesso Netanyahu ha chiesto a Joe Biden di intervenire per impedire l'emissione di mandati di arresto. Interpellata la Casa Bianca non ha voluto commentare l'eventuale richiesta del premier israeliano, ma ha ribadito che "il Tribunale non ha giurisdizione in questa situazione e noi non sosteniamo l'indagine".  Non ha esitato invece a rilasciare una dichiarazione articolata Mike Johnson, Speaker repubblicano della Camera, che ha definito gli eventuali mandati d'arresto "una vergogna" ed "illegali". "Se non sarà fermata dall'amministrazione Biden, il Tribunale penale internazionale potrebbe creare e assumere un potere senza precedenti di emettere mandati di arresto contro leader politici americani, diplomatici americani e militari americani", ha poi aggiunto. 

Wsj: 'Tregua in due fasi, prima 3 settimane poi 10'

Nei negoziati per la tregua a Gaza la proposta che Israele ha contribuito a formulare ma che non ha ancora accettato, come d'altra parte Hamas, prevedrebbe due fasi: la prima implicherebbe il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane per un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele si accorderebbero su un rilascio più ampio di ostaggi e su una pausa prolungata nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. Lo riporta il Wsj. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio.

G7: preoccupati per devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza

“Siamo profondamente preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza”. Così il comunicato finale del G7 Clima, Energia e Ambiente che si chiude oggi a Venaria Reale. Nel documento finale si ricordano, quindi,  “le dichiarazioni dei leader del G7 del 6 dicembre 2023 e altre dichiarazioni rilevanti del G7 nonché la dichiarazione dei ministri dei Trasporti del G7 sull’escalation della crisi del Mar Rosso il 20 febbraio 2024, il comunicato dei ministri degli Esteri del G7 sulla situazione nel Medio Oriente adottato il 19 aprile 2024 e la risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 25 marzo 2024 che richiede per un cessate il fuoco immediato e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.

Amnesty: 'Biden fermi invio armi ad Israele, le usa contro civili palestinesi'

Israele ha usato le armi fornite dagli Stati Uniti contro civili palestinesi in una potenziale violazione della legge internazionale. E' quanto conclude un nuovo rapporto di Amnesty International che esorta Joe Biden a interrompere l'invio di aiuti militare all'alleati. Nel rapporto, in cui si raggiungono conclusioni simile a quelle di altre valutazioni indipendenti di esperte e di gruppi della società civile, si afferma che le forze israeliane hanno usato armi di fabbricazione Usa, tra le quali le munizioni di tipo  Joint Direct Attack Munitions (JDAMs) e le Small Diameter Bombs (SDBs), per condurre attacchi illegali contro civili, che, secondo Amnesty, dovrebbero essere indagati come potenziali crimini di guerra. I fatti presi in analisi nel rapporto "rivelano un sistema generalizzato di attacchi illegali da parte delle forze israeliane ed il rischio altamente elevato che armi di fabbricazione Usa ed altro materiale e servizi forniti al governo israeliano siano usati in violazione della legge internazionale", scrive ancora Amnesty. Che conclude: "il governo degli Stati Uniti deve immediatamente sospendere il trasferimento di tutte le armi ed altro materiale al governo israeliano fino quando il rispetto della legge umanitaria e dei diritti umani non sia dimostrata". Dal governo israeliano si replica che Israele rispetta le leggi dei conflitti armati ed è Hamas ad usare le vittime civili come "arma di propaganda": "mentre Israele cerca di minimizzare le vittime civili perché è la cosa giusta da fare - continua la fonte del governo israeliano - Hamas cerca di massimizzare le vittime civili, prendendo di mira i civili israeliani ed usando i civili palestinesi e gli ostaggi israeliani come scudi umani".


Netanyahu: "Entreremo a Rafah e annienteremo Hamas"

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato, durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi e delle famiglie, che "l'idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile. Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale".

Proteste pro Gaza, Onu: 'Preoccupati delle azioni della polizia nelle università'

Le Nazioni Unite sono "preoccupate" per l'"impatto sproporzionato" degli interventi della polizia nei campus universitari degli Stati Uniti per allontanare i manifestanti filo-palestinesi, secondo una dichiarazione rilasciata oggi a Ginevra. "Sono preoccupato per il fatto che alcune misure adottate dalle forze dell'ordine in una serie di università sembrano aver avuto un impatto sproporzionato", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk.

Da Gaza arrivati a Trieste otto bambini malati con le famiglie

Sono arrivati nella notte a Trieste otto bambini palestinesi - cinque con ferite di varia entità e amputazioni e tre affetti da gravi patologie - da Gaza insieme con le famiglie. I piccoli verranno curati all'Irccs Burlo Garofalo per poi trovare accoglienza in alcune famiglie e da religiose in Fvg. Sono arrivati grazie a una complessa operazione umanitaria che non ha uguali finora in Italia, come sottolinea il sito del quotidiano Il Piccolo. Complessivamente sono 21 le persone giunte al Trieste Airport nella notte con un aereo privato, che ha ottenuto il difficile via libera dall'Egitto per atterrare in una base militare. Allo scalo di Ronchi i bimbi e le famiglie sono stati presi in carico da ambulanze e automezzi messi a disposizione dalla Regione tramite la Protezione civile e portati all'ospedale Burlo di Trieste per una prima visita. A rendere possibile questa operazione, precisa Il Piccolo, è stata la Ong inglese Save a Child, guidata da Sally Becker, organizzazione con cui collabora Marino Andolina, ex pediatra del Burlo, in pensione, che con la Ong è andato in vari teatri di guerra, incluso l'Iraq ai tempi dell'Isis.

Media: assalitore Gerusalemme è un cittadino turco

E' un cittadino turco entrato in Israele con un visto turistico il presunto assalitore che ha ferito in modo moderato un agente di polizia nei pressi di uno degli ingressi alla Città Vecchia di Gerusalemme. Lo riferiscono fonti citate dal portale di notizie Walla ed il sito di Haaretz.

Agente accoltellato a Gerusalemme, ucciso aggressore

I servizi di emergenza israeliani hanno riferito che un agente di polizia, sui 30 anni, e' stato accoltellato nella Citta' Vecchia di Gerusalemme, vicino alla Porta di Erode. Lo riporta il Times of Israel, secondo cui l'agente non ha riportato ferite gravi. La polizia ha sparato e "neutralizzato" l'aggressore.

Media: 'Riunione governo su timori mandato d'arresto Cpi per Netanyahu'

Secondo indiscrezioni pubblicate dal sito di notizie Ynet, il primo tema all'ordine del giorno del gabinetto di governo israeliano di oggi è il timore di mandati di arresto da parte della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) per il premier Benyamin Netanyahu, il capo di stato maggiore Herzi Halevi e il ministro della Difesa Yoav Gallant. La questione - riferisce Ynet - è stata inserita nell'agenda del governo ieri sera, su iniziativa del primo ministro.

Columbia, sono 200 gli studenti pro Gaza asserragliati nella Hamilton Hall

Sono almeno 200 gli studenti asserragliati all'ingresso della Hamilton Hall, l'edificio del prestigioso campus newyorkese dove continua la tensione dopo che gli studenti hanno rifiutato l'ultimatum dato dalla presidente della Columbia Nemat Minouche Shafik che intimava di sgombrare entro le otto di sera di ieri l'accampamento pro Gaza.  Secondo quanto ha riferito alla Cnn John Towfighi, uno studente, non ci sono segni visibili al momento di presenza delle forze dell'ordine. L'Hamilton Hall è uno dei principali edifici per i corsi undergraduates e dove si trova l'ufficio del preside, ed ha un valore fortemente simbolico dal momento che fu occupato durante le proteste del 1968 contro la guerra del Vietnam. Poi fu occupato di nuovo nel 1980 durante il movimento di protesta per tagliare i legami con il Sudafrica dell'apartheid. Dalle immagini diffuse da Freedom News Tv nel corso della notte, quando gli studenti si sono spostati dall'accampamento sul prato centrale del campus alla Hamilton Hall. si vedono che oltre alle diverse decine di persone asserragliate all'ingresso, vi sono anche decine di studenti all'interno dell'edificio dove una bandiera palestinese è stata issata su una finestra. Intanto, l'università ha reso noto di aver sospeso gli studenti che non hanno rispettato l'invito a sgombrare. 

Università Iran: 'Accetteremo studenti espulsi da Usa ed Europa'

Il presidente dell'Università iraniana di Shiraz ha dichiarato che il suo ateneo accetterà gli studenti e i docenti americani ed europei espulsi dalle loro istituzioni a causa del loro sostegno a Gaza. Secondo Mohammad Mozni, scrive il Jerusalem Post citando l'Iran International, gli studenti potrebbero continuare gli studi nella sua università.

Usa, dilaga la protesta pro-Gaza nelle università di tutto il Paese. FOTO

Prosegue la mobilitazione studentesca nei principali atenei degli Stati Uniti. Alla Columbia i manifestanti occupano uno storico edificio accademico. LE FOTO

Media: Hamas ha lasciato il Cairo, tornerà con risposta scritta

Funzionari di Hamas hanno lasciato il Cairo dopo i colloqui con funzionari egiziani su una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza: lo ha detto il canale satellitare egiziano Al-Qahera News, ripreso da Haaretz.   Il canale tv, che ha stretti legami con le agenzie di sicurezza egiziane, ha detto che una delegazione di Hamas tornerà al Cairo con una risposta scritta alla proposta di cessate il fuoco. 

Fonte Hamas: "Proposta egiziana è la migliore degli ultimi mesi"

La proposta egiziana per un cessate il fuoco a Gaza è la migliore presentata a Hamas degli ultimi mesi in quanto include concessioni da parti di Israele su diversi punti. Lo ha sottolineato un dirigente dell'organizzazione palestinese in un'intervista al network Quds, ritenuto vicino a Hamas.

"Israele accetta il ritorno incondizionato degli sfollati e ha abbandonato l'idea che non torneranno", ha affermato il dirigente, riferendosi alla richiesta che ai palestinesi venga consentito di tornare nel nord della Striscia di Gaza. Il canale televisivo saudita Al Hadath ha riferito che la risposta di Hamas alla proposta di cessate il fuoco dovrebbe arrivare entro domani sera

Gaza, 34.535 persone uccise e 77.704 ferite dal 7 ottobre

Gli ultimi attacchi di Israele portano il numero totale delle vittime dal 7 ottobre a 34.535 persone uccise e 77.704 ferite, con 8.000 persone ancora ritenute disperse. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, precisando che nell'ultimo giorno i raid dell'Idf nella Striscia hanno ucciso 47 persone e ne hanno ferite 61

Idf: "Attacco a Rafah se non si raggiungerà accordo entro giorni"

L'attacco di Rafah verrà lanciato se non si raggiungerà presto un accordo sul cessate il fuoco. Lo ha reso noto la radio dell’esercito israeliano in un post sui social media, che attribuisce le informazioni a “funzionari della sicurezza”. La radio israeliana Glz ha precisato che “verrà dato l’ordine di lanciare un’operazione a Rafah” se non verranno fatti progressi "entro giorni" sui negoziati.

I negoziatori di Hamas starebbero preparando una risposta scritta a quella che si ritiene essere un'offerta israeliana di un cessate il fuoco di 40 giorni.


Media: delegazione Israele non andrà al Cairo finché Hamas non risponde

Israele non invierà una propria delegazione al Cairo finché Hamas non avrà dato la sua risposta all'offerta di accordo sul tavolo, che prevede 40 giorni di cessate il fuoco ed il rilascio potenziale di migliaia di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione di 33 ostaggi. Lo riferito una fonte diplomatica citata dai media israeliani, secondo cui il governo Netanyahu "aspetterà risposte" fino a mercoledì notte e "poi deciderà". 

La dichiarazione della fonte sembra indicare una battuta d'arresto nei negoziati in quanto diversi media dello Stato ebraico ieri sera segnalavano che una delegazione israeliana fosse in procinto di recarsi oggi nella capitale egiziana per approfondire il negoziato. Secondo intanto la tv egiziana Al-Qahera, una delegazione di Hamas ha lasciato nelle scorse ore Il Cairo con la promessa di far ritorno con una risposta scritta alla proposta israeliana

Media: Israele aspetta la risposta di Hamas mercoledì sera

Un funzionario diplomatico ampiamente citato dai media in lingua ebraica, ripreso dal Times of Israel, afferma che Israele ha deciso che non invierà ancora una delegazione al Cairo per i colloqui sulla tregua. "Aspetteremo le risposte mercoledì sera e poi decideremo", dice il funzionario anonimo.   I media israeliani avevano sostenuto lunedì sera che una delegazione sarebbe dovuta recarsi al Cairo martedì per ulteriori colloqui

Reuters: "C'è intesa sul numero ostaggi-detenuti ma ancora ostacoli"

Una fonte diplomatica francese ha detto a Reuters che nei negoziati c'è stata una convergenza sul numero di ostaggi rilasciati in cambio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ma che permangono ostacoli sulla natura a lungo termine della tregua. "Non siamo lontani da un accordo, ma non è la prima volta" (che si era vicini ma poi è saltata l'intesa, ndr), ha aggiunto la fonte

Blinken in Giordania per sciogliere nodo aiuti a Gaza

Il segretario di Stato americano Antony Blinken sarà oggi in Giordania per discutere di come aumentare gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza e ringraziare il regno per la sua assistenza durante l'attacco iraniano contro Israele di metà aprile. In Giordania, il capo della diplomazia americana incontrerà il

re Abdullah II e il suo omologo giordano Ayman Safadi, nonché

Sigrid Kaag, coordinatrice umanitaria dell'ONU per la Striscia

di Gaza.

Idf: "Colpite basi di lancio razzi a Gaza"

L'aeronautica israeliana ha colpito le basi di lancio di razzi a Gaza da cui ieri sono partiti i proiettili verso la città israeliana meridionale di Sderot. Lo ha reso noto l'Idf, aggiungendo che i razzi sono stati intercettati dalla difesa aerea israeliana.

L'esercito israeliano ha aggiunto di aver colpito anche tunnel e infrastrutture terroristiche nell'area

Idf colpisce obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano

L'Idf ha lanciato attacchi contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. Lo ha riferito l'esercito israeliano, aggiungendo che i raid sono avvenuti dopo il lancio di missili anticarro sul nord di Israele durante la notte

Manifestanti barricati in edificio Columbia University

I manifestanti della Columbia University si sono barricati all'interno di un edificio accademico nel campus della scuola di Manhattan, rompendo finestre e tenendo in ostaggio alcuni dipendenti prima di rilasciarli. Le porte di Hamilton Hall, riferisce il quotidiano studentesco Columbia Spectator, sono chiuse e bloccate con tavoli, sedie, barricate metalliche e altri oggetti o sono chiuse con serrature, fascette o corde. Decine di altri manifestanti si sono radunati all'esterno, formando una catena umana per bloccare le porte e cantando "Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera" e "La Palestina vivrà per sempre". Video della scena mostrano anche una persona con una felpa con cappuccio nera che spacca diverse finestre e poi chiude con un lucchetto una porta dopo che diverse persone sono uscite, tra cui una persona che indossa la kefiah e qualcuno con un cartello che li identifica come giornalisti. 

Media: "Nelle prossime 72 ore accordo su ostaggi o ingresso a Rafah"

Secondo il sito di notizie Ynet, il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha approvato lunedì i piani finali per l'operazione militare a Rafah, nel sud di Gaza, e nei campi profughi del centro della Striscia: nelle prossime 48-72 ore si arriverà a un accordo sugli ostaggi o all'inizio dell'invasione. Ynet, che non cita fonti, riferisce che i carri armati sono schierati al confine di Gaza pronti a ricevere il via libera per l'operazione militare, considerata da Israele l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas dalla Striscia, un'azione graduale che può essere interrotta o ritardata in caso di progressi nei colloqui per la liberazione degli ostaggi

Wafa: raid Israele su Gaza, solo ieri 36 morti; 26 a Rafah

Tre civili sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti nella notte in un attacco aereo israeliano su una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Un drone israeliano ha preso di mira una casa nel quartiere di al-Tuffah a Gaza City, uccidendo altri due civili e ferendone molti altri. L'attacco ha coinciso con il bombardamento da parte di Israele dei quartieri al-Daraj e Sheikh Radwan della città. Da ieri il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è salito a 34, di cui 26 a Rafah, aggiunge l'agenzia palestinese

Palestinesi cercano superstiti dopo il bombardamento israeliano a Al Nuseirat

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Media: approvato piano per Rafah, decisive prossime 72 ore

I piani finali per l'azione militare a Rafah e nei campi profughi nel centro della Striscia di Gaza sono stati approvati dal capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi. Secondo il sito di notizie Ynet, che non cita alcuna fonte, i carri armati israeliani sono schierati al confine di Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva, considerata da Israele l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas. I piani tattici per entrare nel vivo dei combattimenti sono stati completati negli ultimi giorni, riferisce Ynet, e includono un'invasione graduale che può essere fermata o ritardata in caso di progressi nei colloqui sugli ostaggi. Le prossime 48-72 ore, afferma Ynet, saranno decisive

Delegazione Hamas lascia Egitto, tornerà con risposta su proposta cessate il fuoco

La delegazione di Hamas, in Egitto per colloqui sul cessate il fuoco a Gaza, ha lasciato il Cairo. Lo ha annunciato la Tv egiziana Al Qahera, aggiungendo che i rappresentanti del gruppo palestinese torneranno con una risposta sulle proposte ricevute. Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato al canale televisivo saudita Asharq News che "c'è un'atmosfera diversa e condizioni diverse questa volta".

Yemen, Houthi attaccano 2 navi in Oceano Indiano e Mar Rosso

Gli Houthi dello Yemen hanno reso noto di aver attaccato le navi portacontainer Msc Orion e Cyclades, rispettivamente nell'Oceano Indiano e nel Mar Rosso. Lo  riporta il Jerusalem Post. La Orion, battente bandiera portoghese, è stata presa di mira da droni mentre  navigava tra i porti di Sines (Portogallo) e Salalah (Oman). La nave è di proprietà della Zodiac Maritime, che è posseduta in parte dall'uomo d'affari israeliano Eyal Ofer. Gli Houthi hanno affermato inoltre che la Cyclades era in rotta da Gibuti alla città saudita di Jeddah quando è stata attaccata. Secondo la società  britannica di sicurezza marittima Ambrey, la portacontainer battente bandiera di Malta è stata presa di mira da tre missili nel Mar Rosso. 

Usa, "sull'operazione a Rafah incontri produttivi con Israele"

Nei giorni scorsi il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, ha avuto incontri virtuali "produttivi" con le controparti israeliane sull'operazione a Rafah. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. 

Proteste al Virginia Tech, 90 arresti fra cui 50 studenti

La polizia del Virginia Tech negli Stati Uniti ha arrestato una novantina di persone tra cui una cinquantina di studenti durante una protesta sul prato del Graduate Life Center del college in Virginia. "Novantuno persone tra cui 54 iscritti al Virginia Tech sono stati arrestati per occupazione di suolo privato", ha reso noto l'università. L'occupazione del Graduate Life center era cominciata ieri. 

Catena umana dei professori della Columbia davanti al campus

Alcuni professori della Columbia University a New York hanno formato una catena umana davanti all'ingresso del campus nel caso che la polizia dovesse fare irruzione nelle prossime ore per sgomberare gli studenti pro-Gaza che stanno protestando. L'ateneo aveva dato un ultimatum oggi agli studenti che occupano il campus: se non avessero smobilitato entro le 14 (ora locale) sarebbero stati sospesi. La manifestazione prosegue a dispetto di questa minaccia. 

Columbia University inizia a sospendere studenti che occupano campus

La Columbia University ha cominciato a sospendere gli studenti delle proteste pro-Gaza che si sono rifiutati di sgomberare il campus. Lo riporta la Cnn. 

Al Qahera, "Hamas lascia Il Cairo, tornerà con una risposta sulla tregua"

La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo e ritornerà con la risposta alla proposta di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha reso noto la televisione egiziana Al Qahera. La fazione palestinese tornerà con una risposta scritta, aggiunge l'emittente. Sul sì di Hamas all'ultima proposta di tregua sul tavolo premono gli occidentali e diversi Paesi arabi.

Studente ebreo sventola una bandiera di Israele a Columbia

Uno studente ebreo di Columbia ha sventolato una grande bandiera di Israele vicino alla tendopoli degli studenti pro-Gaza per dimostrare che lui e altri studenti ebrei non si fanno intimidire dalle manifestazioni sul campus. "Non tollero le discriminazioni degli studenti ebrei", ha detto David Lederer, uno studente di economia:  "Qui cantano che non vogliono studenti sionisti. Beh, io sono qui". 

Biden a Egitto e Qatar: "Impegnati per cessate il fuoco a Gaza"

Joe Biden ha parlato con il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi e l'emiro del Qatar Tamim Bin Hamad Al-Thani dell'accordo per il rilascio degli ostaggi di Hamas e un immediato cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. Il presidente americano ha confermato che gli Stati Uniti insieme all'Egitto e al Qatar "lavoreranno per garantire la piena attuazione dei termini" dell'accordo e ha esortato i due leader a compiere tutti gli sforzi necessari per garantire il rilascio degli ostaggi, "ora l'unico ostacolo a un cessate il fuoco immediato e agli aiuti per i civili a Gaza". Biden ha inoltre ribadito l'importanza di proteggere "le vite dei civili e di garantire che i palestinesi non vengano sfollati in Egitto o in qualsiasi altro luogo al di fuori di Gaza".

Anche la Cornell sospende studenti che occupano il campus

Anche la Cornell University, sull'esempio della Columbia, ha cominciato a sospendere gli studenti che occupano il campus nell'ambito della proteste pro-Gaza. Lo ha annunciato la presidente dell'ateneo dello stato di New York, Martha Pollack. "Inizialmente giovedì scorso gli studenti avevano chiesto il permesso di fare una installazione artistica e avevamo dato luce verde. Ma erano stati disonesti affermando che non ci sarebbero state tende e che l'opera d'arte sarebbe stata rimossa in giornata". Questo non è successo e le  autorità accademiche avevano quindi offerto loro uno spazio alternativo, che però non era stato nei fatti accettato, ha aggiunto Pollack. 

Wafa, "34 palestinesi uccisi ieri in raid israeliani"

Almeno 34 persone sono state uccise nei raid israeliani nella Striscia di Gaza durante la giornata di ieri, incluse 26 a Rafah: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. I caccia israeliani, sottolinea, hanno lanciato raid sulle aree a ovest di Rafah, nel sud della Striscia, e sulla periferia orientale della città di Beit Hanoun, nella Striscia settentrionale. 

In centinaia manifestano per gli ostaggi a Tel Aviv

Centinaia di manifestanti che chiedono il rilascio dei rapiti stanno manifestando in queste ore a Tel Aviv. La polizia ha informato che la strada Menachem Begin Street è stata chiusa al traffico dall'incrocio di Shaul Hamelech all'incrocio di Azrieli. "Le forze di polizia sono sul posto, mettono in sicurezza i manifestanti, mantengono l'ordine pubblico, mentre dirigono e indirizzano il traffico. Chi guida è invitato a viaggiare su percorsi alternativi e ad essere paziente", ha reso noto la polizia, secondo quanto riporta Ynet.

Iran, dopo gli Usa l'Ue verso nuove sanzioni: dal petrolio alle banche i settori colpiti

In seguito all’attacco missilistico del 13 aprile contro Israele, l’amministrazione Biden ha dato il via libera a un pacchetto che punta a ridurre l’export di petrolio da parte di Teheran. Al Congresso i Repubblicani in pressing per la linea dura. Bruxelles valuta sanzioni sulla vendita di droni alla Russia. Ecco le conseguenze sull'economia iraniana. IL PUNTO

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