Addio a Silvio Berlusconi, l’uomo che ha rivoluzionato la politica

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Gaia Mombelli

Gaia Mombelli

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L’ex premier si è spento all’età di 86 anni. Dalla fondazione di Forza Italia fino all’appoggio del governo Draghi e il ritorno in Senato dopo le elezioni del 2022, passando per successi imprenditoriali e i guai con la giustizia, la vita di uno dei protagonisti del nostro Paese

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Diceva che la politica non gli piaceva affatto, eppure della politica ha occupato la scena per quasi 30 anni. Da protagonista. Da leader di partito e di coalizione, da presidente del Consiglio, da capo dell'opposizione. Idolo per i sostenitori e mostro da combattere per gli avversari. Tutto comincia così. È il 1994, Berlusconi è un imprenditore di successo tra edilizia, tv commerciali, grande distribuzione, editoria, calcio. È partito quasi da zero, così come da zero lancia un movimento politico che ancora oggi è in campo. Fondato con la promessa di un nuovo miracolo italiano contro la minaccia illiberale, una sfida nata guardando all'elettorato moderato rimasto senza riferimenti dopo tangentopoli, con la fine dei partiti tradizionali e la caduta dell'amico Bettino Craxi (MORTO SILVIO BERLUSCONI, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Il primo governo e i problemi con la Lega

Forza Italia è il primo partito col 21% e otto milioni di voti, da qui parte la stagione altalenante dei governi Berlusconi ricca di avvenimenti, colpi di scena, processi giudiziari, clamorose rotture politiche e rappacificazioni con gli alleati, un rapporto sempre difficile con il centrosinistra tra opposizione feroce e tentativi di riforme bipartisan, scandali e momenti drammatici e teatrali. Il primo esecutivo dura solo sette mesi. Iniziano i guai giudiziari, arriva il ribaltone della Lega.

Gli anni dell’opposizione e la rivincita nel 2001

Nel 1996 la sconfitta contro l'Ulivo, la traversata del deserto la chiama lui. Anni di opposizione per la prima volta anche nelle piazze fino alla campagna elettorale del 2001. Il secondo governo Berlusconi è il più longevo della storia della repubblica. Sono gli anni delle riforme, delle cosiddette leggi ad personam, degli scontri con la stampa. All'estero Berlusconi punta sui legami personali e di amicizia, sull'informalità che contrappone ai rigidi protocolli diplomatici. Il leader di Forza Italia rivoluziona la comunicazione politica con una serie di idee e operazioni nuove e al limite del marketing pubblicitario, a partire dalle musiche, con gli inni sempre di sottofondo in ogni occasione, passando per le grandi Kermesse e le iniziative come la Nave azzurra, con cui solca i mari nel 2000. Tormentato il rapporto con l'Unione europea, dove gli avversari lo accusano per il suo conflitto d'interessi e i processi a suo carico.

La seconda sconfitta contro Prodi e il Berlusconi ter nel 2008

Nel 2006 la seconda sconfitta contro Romano Prodi. Stavolta però la traversata del deserto dura poco, nel 2008 inizia il Berlusconi ter. Sono gli anni dell'impegno in prima persona nelle emergenze (il terremoto a L’Aquila), della statuetta in faccia in piazza Duomo a Milano, del trattato di cooperazione con la Libia di Gheddafi ma anche degli scandali a sfondo sessuale che gli costano nuovi processi per concussione e favoreggiamento della prostituzione. Fino alla crisi finanziaria che lo convince nel 2011 a lasciare spazio al governo tecnico di Mario Monti. Come sempre quando si tratta di Berlusconi il Paese si spacca.

Le larghe intese con Renzi nel 2013 e la condanna per frode fiscale

Sembra un'uscita di scena ma non lo è. In nome della stabilità Berlusconi appoggia le larghe intese dopo le elezioni del 2013 e stringe una intesa  con il pd di Matteo Renzi - il patto del nazareno. Poi arriva la sentenza definitiva per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset che gli costa l'affidamento ai servizi sociali e la decadenza dal Senato, forse l'umiliazione più grande, contro la quale ricorre a Strasburgo. Trent'anni dopo la discesa in campo, Berlusconi è ancora protagonista della politica italiana ma il progetto di un grande partito dei moderati - il Pdl lanciato nel 2007 con la svolta del predellino - resta incompiuto, e nel frattempo ci sono le clamorose rotture con gli alleati: il centrista Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini col famoso "che fai mi cacci", perfino il suo delfino Angelino Alfano che - definito "senza quid" - va via sbattendo la porta. Solo con Umberto Bossi il rapporto si ricuce.

I problemi di salute: nel 2016 l’operazione al cuore, nel 2020 il Covid

Col nuovo leader della Lega, Matteo Salvini, non si ricrea lo stesso rapporto personale e di amicizia. Berlusconi però non si fa da parte e - tornato eleggibile - si candida alle elezioni europee 2019, diventando europarlamentare il 26 maggio. Nel giugno del 2016 un'insufficienza aortica grave lo porta in ospedale per un delicato intervento a cuore aperto. Nell'anno della pandemia Berlusconi affronta quella lui stesso definisce "la prova più dura della mia vita". Il 2 settembre del 2020 risulta positivo al Covid. Ricoverato al San Raffaele, verrà dimesso 10 giorni dopo. L'anno successivo dà il suo sostegno pieno e convinto al governo Draghi. "La gravità dell'ora" spiega il Cavaliere "impone a tutti di mettere da parte i calcoli e le tattiche e mettere al primo posto la salvezza del Paese”.

Il ritorno al Senato nel 2022 e gli scontri con Meloni

Dopo 17 mesi sarà anche Forza Italia a contribuire alla crisi di governo che decreta la fine del governo Draghi e porta alle elezioni del 25 settembre 2022. Berlusconi torna al Senato dopo 9 anni e si prende la sua rivincita dopo che la stessa aula ne aveva decretato la decadenza. Ma deve cedere il passo, sul piano politico, a Giorgia Meloni che ha portato Fratelli d’Italia ad essere il primo partito del centrodestra. Tra loro un rapporto mai idilliaco e segnato da momenti di scontro anche molto aspro. Nato in una famiglia della piccola borghesia milanese, legatissimo alla mamma, sulla sua infanzia amava raccontare delle scuole salesiane e della passione per la musica condivisa con l'amico Fedele Confalonieri. Cinque i figli da due matrimoni: Marina e Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Un impero televisivo e industriale, un amore per il calcio e per il Milan - di cui è stato presidente per 20 anni - un posto nella storia del nostro Paese, a cavallo tra la fine del Novecento e il nuovo millennio.

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