Sondaggio, per oltre un italiano su 2 avere un figlio danneggia la carriera di una donna
La denatalità nel nostro Paese preoccupa il 62% delle persone. Il 42%, potendo, farebbe un figlio ma pesano le preoccupazione per la stabilità economica e le poche prospettive per i giovani. Per oltre l'80% i figli non danneggiano la carriera di un uomo. È quanto emerge dall’ultima rilevazione di Quorum/YouTrend per Sky TG24. Al centro del sondaggio anche la politica: Giorgia Meloni resta la leader più apprezzata, cresce Berlusconi. In calo la Lega nelle intenzioni di voto
Secondo i dati Istat, nel nostro Paese la natalità è al minimo storico. Nel 2022 i nati sono scesi, per la prima volta dall'Unità d'Italia, sotto la soglia delle 400mila unità. Il 62% degli italiani è preoccupato per il tema denatalità. Il 42%, potendo, farebbe un figlio ma pesano timori per stabilità economica e assenza di prospettive di crescita per i giovani. Un italiano su due è convinto che avere dei figli rischi di danneggiare seriamente la carriera di una donna. È quanto emerge dal sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24
Istat, natalità in Italia al minimo storico. Musk: "L'Italia sta scomparendo". IL REPORTQuasi 2 italiani su 3, il 62%, si sono detti preoccupati per il tema della natalità oggi in Italia. Forse influenzati dal recente dibattito, il 14% si dice molto d'accordo che la denatalità sia la minaccia più grave per il nostro Paese, mentre un altro 48% si dice abbastanza d'accordo
Italia, "500mila nascite entro il 2033 o il sistema sanitario crolla"La denatalità risulta un tema trasversale, che dal punto di vista politico fa rilevare una maggior preoccupazione tra gli elettori dei partiti di governo rispetto a quelli delle opposizioni
Fisco e assegno unico, ecco il piano del governo per contrastare il calo delle nasciteIl tema preoccupa in particolare le fasce più anziane e i residenti nel Nord
Nascite in Italia ancora in calo, per Istat nel 2022 saldo naturale fortemente negativoTra le cause della denatalità, gli intervistati indicano in particolare la preoccupazione per la crisi economica e l’assenza di prospettive di crescita in Italia per le nuove generazioni
Come ribaltare il trend di denatalità in Italia: la proposta di PlasmonSolo in pochi hanno indicato come cause del fenomeno le preoccupazioni per il post-pandemia o i timori per la guerra in Ucraina
Tasse, ipotesi sconti e detrazioni per famiglie numerose. Ecco i progetti del governoSe avesse l’età e un partner per poter avere figli, il 42% degli italiani lo farebbe. Il 30% invece dice che probabilmente non farebbe un figlio
Una percentuale che sia alza nella fascia d’età maggiormente “fertile” (18-34 anni: 55%) e sale ulteriormente al 63% in quella successiva (35-54 anni)
Nella categoria con maggiore stabilità economica (occupati) si ha il picco di chi è più propenso ad avere un figlio. Dal lato "politico" gli elettori del centrodestra si dichiarano più predisposti a fare un figlio (in particolare tra coloro che votano FdI) che tra le opposizioni. Il M5S, che ha una percentuale molto alta di sì, ha anche una percentuale molto alta di no
L’insicurezza economica è nettamente il motivo principale indicato da chi dice che non farebbe figli nemmeno avendo l’età e il partner giusto per farlo (44%). A seguire la mancanza di prospettive per i giovani (indicata dal 24%)
Tra gli elettori del Terzo Polo colpisce anche un'alta percentuale di chi ha indicato il desiderio di fare altre esperienze
Dal sondaggio emerge che più di un italiano su due (il 55%) è convinto che avere dei figli rischi di danneggiare seriamente la carriera di una donna
Al contrario l'84% degli italiani ritiene che avere figli abbia pochissime conseguenze sulla carriera lavorativa di un uomo. Su questi dati c’è un ampio consenso, per quanto nel Meridione, tra gli elettori di FdI e tra chi non ha figli, l’idea maggioritaria è che non siano danneggiate nemmeno le donne
Secondo gli intervistati, per contrastare la crisi della natalità in Italia il provvedimento principale indicato è l’approntare misure economiche che diano ai giovani la possibilità di crearsi una vita stabile molto prima di quanto succeda oggi. Lo ha detto il 42% delle persone, molto più di quanti vorrebbero la creazione di nuove strutture a sostegno della genitorialità (24%) o l’ideazione di più bonus monetari come quelli già presenti (15%)
Solo in pochi punterebbero su campagne di comunicazione sui rischi (4% degli intervistati) o penali economiche per chi non ha figli (appena il 2%)
POLITICA – Quorum/YouTrend ha analizzato anche la situazione politica. Giorgia Meloni si conferma come il leader più apprezzato, con una percentuale di gradimento al 41%. Seguono Conte (38%) e Schlein (31%). Risale sensibilmente Berlusconi (+4% di fiducia, -3% di non fiducia), probabilmente anche a causa dei recenti problemi di salute. Nel divorzio nel Terzo Polo tra Calenda (che sale leggermente) e Renzi (in calo) è il secondo a pagarne le spese. Il presidente della Repubblica Mattarella continua a riscuotere il consenso della maggioranza degli italiani (66%)
Il giudizio sull'operato del governo Meloni rimane quasi invariato rispetto a due settimane fa. Stabile la percentuale di chi lo ritiene positivo, mentre è in lieve aumento (al 49%) il numero di coloro che reputano negativamente quanto sta facendo l'esecutivo
Per quanto riguarda le intenzioni di voto, Fratelli d’Italia rimane il primo partito, appena sotto il 29%. Il Pd, pur frenando (-0,3%) per la prima volta dopo 5 settimane consecutive di crescita, rimane saldamente secondo sopra il 20%. Stabile il M5s al terzo posto (16,6%). Forte flessione della Lega prevalentemente verso Forza Italia, probabilmente anche a causa dell’effetto-empatia scaturito dai problemi di salute del leader del partito Silvio Berlusconi
NOTA METODOLOGICA - Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 12 e il 13 Aprile 2023 su un campione di 802 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagata per quote di genere ed età incrociate stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,4% con un intervallo di confidenza del 95%
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