
Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 furono uccisi centinaia di studenti e lavoratori a Pechino. L'Esercito di Liberazione Popolare represse con violenza le proteste dei cittadini cinesi che chiedevano più libertà e democrazia. LA FOTOGALLERY

Sono passati 31 anni dal massacro di piazza Tienanmen, in Cina. Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 morirono centinaia o forse migliaia di persone sotto i colpi delle milizie cinesi inviate a Pechino per reprimere le rivolte di studenti e lavoratori che chiedevano più democrazia
Le manifestazioni per l'anniversario. FOTO
Nella memoria collettiva resta la foto simbolo del "Tank Man". Un giovane, solo e disarmato, il 5 giugno 1989 si fermò davanti ai carri armati nel tentativo di arrestare la loro marcia. L'immagine fu scattata da Jeff Widener, un fotografo dell’Associated Press, da un balcone del Bejing Hotel
Cina, la repressione di piazza Tienanmen
Le proteste erano iniziate un mese e mezzo prima della tragica notte in cui l'Esercito di Liberazione Popolare spense con una violenta repressione le manifestazioni
Le manifestazioni per l'anniversario. FOTO
La data di inizio delle proteste è quella del 15 aprile 1989. Dopo la morte di Hu Yaobang, l'ex-capo del Partito comunista e sostenitore di riforme democratiche, circa 100mila studenti si erano riuniti per commemorare il leader ed esprimere la loro insoddisfazione verso il governo di Pechino
Le foto della manifestazione in memoria oggi
I giovani chiedevano più libertà e democrazia, riforme, salari più equi e condizioni di vita migliori
Tutti gli avvenimenti del 1989
Il 27 aprile gli studenti provenienti da più di 40 università marciarono su piazza Tienanmen. A loro si unirono anche operai, intellettuali e altri funzionari pubblici
La protesta finita nel sangue
A metà maggio migliaia di persone iniziarono uno sciopero della fame a oltranza. Più di un milione di cittadini riempì piazza Tienanmen a Pechino

Il 19 maggio 1989 il segretario del Partito Comunista, Zhao Zhiyang, scese in piazza tra i manifestanti nel tentativo di trovare un compromesso

Deng Xiaoping, all'epoca Capo della Commissione militare, e il primo ministro Li Peng ordinano infine all’esercito la definitiva repressione della protesta di Piazza Tienanmen