
Sondaggio, italiani bocciano dazi di Trump. Incertezza su come dovrebbe reagire il governo
Secondo l’ultima rilevazione dell’istituto di ricerca YouTrend per Sky TG24, l’80% degli intervistati valuta negativamente l’introduzione delle nuove tariffe commerciali annunciate dal presidente degli Stati Uniti. La risposta dell’esecutivo dovrebbe essere quella di assumere un ruolo di mediazione tra Usa e Ue (36%) o rispondere con dazi equivalenti (32%). Minoritaria l’ipotesi di negoziare direttamente con Trump (20%). Nelle intenzioni di voto FdI rimane primo partito. Calano Pd e Lega, crescono Calenda e Conte

ITALIANI CONTRO I DAZI
- L’80% degli italiani boccia l’introduzione dei nuovi dazi commerciali annunciati dal presidente degli Usa Donald Trump e ne dà un giudizio negativo. Solo il 13% è favorevole. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca YouTrend per Sky TG24, che evidenzia anche come un 7% sia indeciso sul giudizio

COSA DOVREBBE FARE IL GOVERNO
- La risposta italiana dovrebbe, secondo i cittadini, essere quella di assumere un ruolo di mediazione tra Usa e Ue (36%) o rispondere con dazi equivalenti (32%) mentre è minoritaria l’ipotesi di negoziare direttamente con Trump (20%)

LE DIVERSE POSIZIONI A SECONDA DEL PARTITO DI RIFERIMENTO
- L’ipotesi del ruolo italiano di mediatore tra Washington e Bruxelles è la scelta preferita dagli elettori di Forza Italia/Noi Moderati e da quelli di Fratelli d’Italia. L’imposizione di dazi piace all’elettorato di Pd, Avs e M5S. Invece il negoziato diretto con Trump è la strada scelta per lo più dagli elettori della Lega

INTENZIONI DI VOTO
- Fratelli d’Italia rimane stabile (28,1%, -0,1%), confermandosi largamente primo partito. Continua la flessione del Partito Democratico (22,4%, -0,7%), che quindi torna sotto la soglia del 23%. Si avvantaggia di questa situazione il Movimento 5 Stelle (12,0%, +0,4%) e risale leggermente anche Forza Italia (9,2%, +0,2%)

LA LEGA IN CALO
- Rispetto all’ultima rilevazione del 10 marzo, perde terreno la Lega di Matteo Salvini (7,7%, -0,8%), che registra il calo più significativo del periodo analizzato. In calo anche Alleanza Verdi-Sinistra (5,7%, -0,3%). Cresce invece Azione (3,7%, +0,7%) mentre rimane stabile +Europa (2,2%)

SALE IV
- In crescita anche Italia Viva (2,3%, +0,4%), che guadagna consensi a scapito dei partiti principali della coalizione di centrosinistra. Noi Moderati è stabile allo 0,8% (-0,1%). Resta altissima la percentuale di astenuti e indecisi, che supera il 40% degli intervistati

GLI SCENARI PER COALIZIONI
- Con l’attuale configurazione delle coalizioni, il centrodestra resta ampiamente avanti (43,9%) rispetto al centrosinistra (34,2%), seguito a distanza dal Movimento 5 Stelle (12,5%)

COME POTREBBE CAMBIARE LO SCENARIO
- Lo scenario cambia significativamente se il centrosinistra si presentasse più largo (PD, M5S e AVS insieme), raggiungendo il 41,8% contro il 32,6% di una destra composta solo da FdI e Lega, e il 21,6% di un nuovo polo di centro (FI, Azione, IV, +Europa). Interessante in questa circostanza valutare le eventuali distorsioni legate ai collegi del Rosatellum

LO SCENARIO DEL BIPOLARISMO
- Ancora più equilibrato risulta essere uno scenario strettamente bipolare, in cui centrodestra (FdI, Lega, FI, Noi Moderati e Azione) e centrosinistra (PD, M5S, AVS, +Europa, IV) si attestano quasi allo stesso livello, rispettivamente al 47,5% e al 47,8%, segnale di una possibile rinnovata competizione politica in caso di semplificazione delle coalizioni

IL GIUDIZIO SUL GOVERNO
- Continua il calo di fiducia nel governo guidato da Giorgia Meloni, raggiungendo un saldo negativo ancora più marcato rispetto al passato (giudizi negativi al 59%, +4%; positivi 36%, -1%). Dati che confermano un trend discendente iniziato da mesi

LA FIDUCIA NEI LEADER
- Nonostante la perdita di consenso personale (34%, -1%), Giorgia Meloni resta comunque la leader politica con il gradimento più alto tra quelli sondati (escluso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stabile al 64%). Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di Forza Italia, segue al 28%, tallonato da Giuseppe Conte (M5s) al 27%

SALE FIDUCIA IN SCHLEIN
- La segretaria del Pd Elly Schlein guadagna leggermente in fiducia (27%, +2%), avvicinandosi ai livelli di Conte, mentre rimangono più bassi e stabili i livelli di fiducia verso leader come Matteo Salvini (19%), Carlo Calenda (16%) e Matteo Renzi (12%). I due leader di Alleanza Verdi Sinistra, sondati per la prima volta da Youtrend per Sky TG24, sono a un livello di fiducia leggermente superiore agli altri leader di centrosinistra: Bonelli (16%) è alla pari con Calenda, mentre Fratoianni (19%) è leggermente sopra

COSA PENSANO GLI ITALIANI DI DRAGHI, TRUMP E VON DER LEYEN
- Mario Draghi conferma livelli di fiducia molto elevati, anche se lievemente inferiori ai tempi in cui era Presidente del Consiglio: il 48% degli italiani ha fiducia in lui, il dato maggiore escludendo il presidente Mattarella. Né Ursula von der Leyen (23% di fiducia), né Donald Trump (14%) sono particolarmente apprezzati. La Presidente della commissione riscuote consensi in modo equilibrato fra centrodestra e centrosinistra (M5s i più critici)

LA FIDUCIA IN TRUMP
- Entrando nel dettaglio, il presidente degli Usa risulta molto polarizzante tra gli italiani. Ma riscuote una quota minoritaria di fiducia anche fra gli elettori di centrodestra (Lega 39%, FdI 29%, FI-NM 22%). Tra gli elettori del centrosinistra invece la fiducia in lui crolla quasi vicino allo zero

LA FIDUCIA IN DRAGHI
- Mario Draghi gode invece di una percezione più neutra e meno polarizzata rispetto ad altri leader politici. La metà degli elettori di FdI ha fiducia in lui, che sale al 71% tra chi vota Forza Italia/Noi Moderati e all’80% tra gli elettori del Pd. Piace meno a chi vota Lega e M5s

NOTA METODOLOGICA
- Sondaggio svolto con metodologia CAWI tra il 2 e il 4 aprile 2025 su un campione di 806 intervistati rappresentativi della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagate per quote di genere ed età incrociate, stratificate per titolo di studio e ripartizione ISTAT di residenza. Il margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%