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Hong Kong, anniversario di piazza Tienanmen: arrestati 8 attivisti

Mondo
©Getty

La commemorazione pubblica degli eventi di piazza Tienanmen del 1989 è vietata nella regione amministrativa speciale cinese. Le persone fermate sono accusate di aver compiuto "azioni dirompenti" o creato disturbo dell'ordine pubblico. Tra i fermati ci sono Alexandra Wong, figura di spicco del movimento democratico, e Chan Po-ying, leader del partito di opposizione, entrambe stavano camminando con dei fiori in mano

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La polizia di Hong Kong ha arrestato 8 attivisti politici in occasione dell'anniversario della protesta di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989 per "azioni dirompenti" o disturbo dell'ordine pubblico. La commemorazione pubblica degli eventi di piazza Tienanmen del 1989 è vietata nella regione amministrativa speciale cinese.

Arrestate attiviste che tenevano in mano dei fiori

Tra i fermati c'è anche Alexandra Wong, meglio conosciuta come "Mamie Wong", figura di spicco del movimento democratico di Hong Kong. Wong, prima di essere caricata su un furgone della polizia, camminava con in mano un mazzo fiori nel distretto centrale di Causeway Bay, dove da tempo si tengono fiaccolate in memoria delle vittime di Tiananmen.

Fermata anche Chan Po-ying, leader del partito di opposizione, lo ha constatato un giornalista dell'Afp. In base a quanto si è appreso, la donna teneva in mano una piccola candela a Led, una scena comune nelle veglie commemorative del 4 giugno 1989, e due fiori. La polizia l'ha afferrata e trascinata su un furgone.

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La commemorazione di piazza Tienanmen

Fino al 2019, decine di migliaia di persone si sono riunite ogni anno a Hong Kong il 4 giugno per commemorare le vittime del massacro. Negli anni successivi, Pechino ha aumentato il suo controllo sull'ex colonia britannica amministrata in modo indipendente. Una legislazione sulla sicurezza ampiamente elaborata è stata utilizzata per reprimere l'opposizione politica. La commemorazione pubblica delle vittime dell'evento, spesso indicato in Occidente come il massacro di piazza Tiananmen, è sempre stata vietata nella Cina continentale, con attivisti per i diritti e parenti delle vittime posti agli arresti domiciliari o trasferiti in altre regioni. In vista dell'anniversario, le Madri di Tiananmen, un gruppo di parenti delle vittime,hanno chiesto che la verità sulla repressione fosse rivelata, che fosse pagato un risarcimento e che i responsabili venissero puniti. Il numero delle vittime del 1989 non è noto, la stima dei morti varia da parecchie centinaia a diverse migliaia. I feriti sarebbero stati migliaia. La questione rimane un tabù in Cina.

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Piazza Tienanmen 4 giugno 1989

Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 l'esercito cinese ha iniziato a muoversi dalla periferia di Pechino verso Piazza Tienanmen, cuore storico della capitale aprendo il fuoco contro migliaia di studenti che protestavano contro il regime di Deng Xiaoping. Il massacro provocò la condanna dell'Occidente e l'imposizione di un embargo sulla vendita di armi alla Cina. Nell'aprile 1989 prese il via la protesta studentesca in Cina nata dal cordoglio per la morte del politico riformatore Hu Yaobang, popolare tra i riformisti, e dalla richiesta al Partito di prendere una posizione ufficiale nei suoi confronti. Un dissenso che divenuto via via più intenso dopo le notizie dei primi scontri tra manifestanti e polizia. Gli studenti si convinsero allora che i mass media cinesi stessero distorcendo la natura delle loro azioni, che erano solamente volte a supportare la figura di Hu.

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Piazza Tienanmen 1989 - ©Ansa

La protesta degli studenti

Il 22 aprile, giorno dei funerali, gli studenti scesero in piazza Tiananmen, nella città di Pechino, chiedendo di incontrare il primo ministro Li Peng; la leadership comunista e i media ufficiali ignorarono la protesta e per questo gli studenti proclamarono uno sciopero generale all'università di Pechino. All'interno del PCC Zhao Ziyang, segretario generale del Partito, era favorevole a un'opposizione moderata e non violenta nei confronti della manifestazione, riportando il dibattito suscitato dagli studenti in ambiti istituzionali. Favorevole alla linea dura era invece Li Peng, primo ministro, che era convinto che i manifestanti fossero manipolati da potenze straniere. Egli, in particolare, approfittò dell'assenza di Zhao, che doveva recarsi in visita ufficiale in Corea del Nord, per diffondere le sue convinzioni. Si incontrò con Deng Xiaoping, che, nonostante si fosse ritirato da tutte le cariche più importanti (ma rimaneva Presidente della potente Commissione militare), restava un personaggio estremamente influente nella politica cinese. Il 26 aprile fu pubblicato sul Quotidiano del Popolo un editoriale a firma di Deng Xiaoping che accusava gli studenti di complottare contro lo stato e fomentare agitazioni di piazza. Una dichiarazione che fece infuriare gli studenti e il 27 aprile circa 50.000 studenti scesero nelle strade di Pechino, ignorando il pericolo di repressioni da parte delle autorità e chiedendo di ritrattare le pesanti dichiarazioni. Il 4 maggio circa 100.000 persone marciarono nelle strade di Pechino, chiedendo più libertà nei media e un dialogo formale tra le autorità del partito e una rappresentanza eletta dagli studenti.

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