Italia, "500mila nascite entro il 2033 o il sistema sanitario crolla"

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A lanciare l'allarme è Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari e della Fondazione per la natalità: "Un obiettivo concreto, altrimenti crolla tutto: Pil, welfare, sistema pensionistico e Servizio sanitario nazionale"

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All'interno del convegno Family Affairs: la detanalità tra tutela del lavoro e scelte consapevoli, tenutosi questa mattina a Roma da Comini & Partners, il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari e della Fondazione per la natalità Gigi De Palo ha lanciato un monito: "Bisogna puntare a 500mila nuove nascita entro il 2033 o il sistema collassa".

"Nessuno parla di natalità seriamente"

"Bisogna ragionare con politiche serie, impattanti, ogni anno dovremmo riuscire a incrementare di 10mila nascite in più rispetto a quello precedente" ha affermato ancora De Palo. "Il problema è che non vedo nessuno che si ponga questo obiettivo, continuamo a parlare di natalità in maniera randomica come principio astratto, ma al contrario, è una necessità concreta. Tante piccole cose non producono un impatto".

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"Sempre più donne devono scegliere tra gravidanza e licenziamento"

"La stampa dovrebbe parlare più di questo tema - rilancia De Palo - perchè la nascita di un figlio rappresenta oggi la seconda causa di povertà. Fare figli non è un obbligo, ma al contrario una questione di libertà, tuttavia, oggi chi non vuole procreare è libero di farlo, invece, chi vuole fare un figlio deve scegliere. Sempre più donne sono costrette ad optare tra lavoro e famiglia, tra gravidanza e licenziamento". Non è un mistero infatti che l'Italia abbia un tasso di natalità tra i più bassi d'Europa, nel 2021 secondo i dati Istat si è registrato un ulteriore calo, con 400mila nuovi nati.  "Spesso c'è la pressione di un gender gap ancora incisivo nel mondo del lavoro - sottolinea Elena Di Giovanni, vicepresidente di Comin & Partners, intervenuto al convegno - che può far percepire la maternità come uno svantaggio lungo il percorso, e un sostegno ancora insufficiente alle famiglie in termini di incentivi. Serve una riflessione comune per tutelare le donne e promuovere maggior equilibrio tra vita professionale e familiare".

 

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