
Giorgia Meloni, da reddito di cittadinanza a pensioni: cosa cambia con il nuovo governo
Dopo l'esito delle urne, ci si avvia verso un esecutivo di centrodestra, presumibilmente guidato dalla leader di Fratelli d’Italia. Partendo dalle proposte emerse in campagna elettorale, ecco i punti principali che potrebbero essere al centro di un'azione di governo, che andrà concordata anche con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia di Silvio Berlusconi, con i quali condivide comunque gran parte dei suoi propositi

La vittoria elettorale di Fratelli d’Italia e della coalizione di centrodestra alle politiche del 25 settembre, in cui hanno raggiunto rispettivamente percentuali del 26 e 44%, apre nuove prospettive sul futuro dell’Italia. Molti dei punti, soprattutto economici, che Meloni ha prospettato in campagna elettorale potrebbero trovare realizzazione, anche se andranno concordati con i partner di governo, cioè Lega e Forza Italia che, pur in minoranza, faranno sentire la loro voce
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CONTI PUBBLICI IN SALUTE – Come fa notare Il Sole 24 Ore, tra i punti su cui la leader di Fratelli d’Italia potrebbe indirizzare un'azione di governo c’è la stabilità dei conti pubblici. Stop a promesse mirabolanti e niente scelte come l’aumento della pensione a mille euro per tutti o la flat tax al 15%, come invece propongono i suoi alleati. Lei invece predilige un'idea di come applicarla sui redditi incrementali, cioè sugli aumenti rispetto all’anno precedente
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RINEGOZIAZIONE PNRR – Un punto su cui invece sembra esserci sintonia con gli alleati è una ridiscussione del PNRR, pensata come “un mirato aggiornamento che punti a destinare maggiori risorse all'approvvigionamento e alla sicurezza energetici, liberare l'Italia e l'Europa dalla dipendenza dal gas russo, e mettere al riparo la popolazione e il tessuto produttivo da razionamenti e aumenti dei prezzi”. Non è ancora chiaro come potrebbe reagire Bruxelles a questa via
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FISCO PIÙ EQUO - Altro punto su cui concordano gli alleati è una riforma del fisco, articolata su: riforma dell'Irpef con progressiva introduzione del quoziente familiare; progressiva eliminazione dell'Irap e razionalizzazione dei micro-tributi; cedolare secca al 21% anche per l'affitto degli immobili commerciali in zone svantaggiate; innalzamento del limite all'uso del denaro contante. Inoltre, chiusura con la politica dei bonus, da sostituire con misure stabili e durature, e “saldo e stralcio” fino a 3mila euro per le cartelle di chi è in difficoltà
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GLI INVESTIMENTI STRUTTURALI - Inevitabile anche un rilancio degli investimenti in infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali e aeroportuali, su cui concordano tutti. L'Italia va resa competitiva con gli altri Stati europei attraverso l'ammodernamento della rete infrastrutturale e la realizzazione delle grandi opere, il potenziamento della rete dell'alta velocità, nonché lo sviluppo delle infrastrutture digitali, su cui esercitare il golden power e mantenere una sorta di clausola di salvaguardia nazionale
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SOSTEGNO ALLE IMPRESE – Alla luce della situazione attuale anche sul fronte imprese c’è tanto da fare, seguendo le linee della nuova maggioranza: nel programma di FdI trovano posto la rilocalizzazione delle attività produttive in Italia e il disincentivo alle delocalizzazioni; il contrasto della concorrenza sleale e delle pratiche elusive del trasferimento delle sedi aziendali nei paradisi fiscali europei; oltre al potenzialmente degli strumenti per stimolare e incentivare la canalizzazione del risparmio privato verso il finanziamento dell'economia reale
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RAZIONALIZZZAZIONE INCENTIVI – Da non tralasciare anche una semplificazione del quadro di aiuti alle imprese, che oggi conta oltre 1400 forme di sostegno sia nazionale che locale. C’è poi anche una semplificazione dell'accesso al mercato dei capitali, lavorando gli adempimenti per chi decide di quotarsi in Borsa. Resta importante poi rendere strutturali incentivi e crediti d'imposta per investimenti tecnologici e spese di ricerca e sviluppo
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IL CUNEO FISCALE - Strategica la riduzione delle tasse sul lavoro attraverso il taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo, a vantaggio di lavoratori e imprese. E la razionalizzazione delle decine di diverse tipologie di agevolazioni di incentivo alle assunzioni attualmente esistenti e accorpamento delle stesse in poche efficaci misure. Già nell'immediato, si pensa all’introduzione di una super deduzione del costo del lavoro per le imprese che incrementano l'occupazione rispetto agli anni precedenti
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PROMOZIONE MADE IN ITALY - La promozione del marchio Made in Italy passa anche attraverso il rafforzamento dell'Agenzia Ice per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, degli uffici commerciali delle ambasciate, del ruolo delle Camere di commercio e degli istituti culturali per aiutare le imprese italiane a trovare nuove opportunità a livello internazionale e affrontare le sfide del mercato globale

APPRENDISTATO E TIROCINI - Tutti i partiti, pur con misure leggermente diverse, puntano a promuovere la formazione e l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro rilanciando, con adeguate tutele, gli strumenti del contratto di apprendistato e dei tirocini; dando effettivo avvio alla riforma degli Istituti Tecnici Superiori; potenziando il sistema dei corsi post diploma di inserimento lavorativo e promuovendo la formazione nell'ambito di discipline come Science, Technology, Engineering and Mathematics, dove mancano figure professionali qualificate

REDDITO DI CITTADINANZA – Comunanza di intenti tra gli alleati c’è poi sul reddito di cittadinanza. Tutte le parti concordano sull’abolizione e la sostituzione con un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico. Per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. A questo va accompagnato un modello di ammortizzatori sociali universale per tutti i lavoratori
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LE PENSIONI MINIME – Sebbene ci sia una certa differenza di vedute, anche FdI sostiene un innalzamento delle pensioni minime e sociali, che si accompagni ad un aumento strutturale e progressivo delle pensioni di invalidità
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