Draghi, il discorso su Russia-Ucraina: “Impatto su nostra economia, preoccupa energia”
PoliticaIl premier ha tenuto l’informativa alla Camera e al Senato. Ha ripercorso le ore dell'invasione e ha illustrato le sanzioni decise dall'Ue. Il presidente del Consiglio ha anche spiegato i piani militari della Nato. Nel pomeriggio alle 15 il presidente del Consiglio parteciperà al vertice Nato in videoconferenza e a seguire presiederà il Consiglio dei ministri per discutere di come affrontare i rischi delle sanzioni
Il presidente del Consiglio Mario Draghi riferisce alla Camera e al Senato sulla situazione in Ucraina: “L’invasione ha assunto subito una dimensione crescente. Abbiamo registrato esplosioni diffuse anche nella zona di Leopoli, la più vicina alla frontiera europea. L’esercito russo continua con missili sulle città anche centro-occidentali. Una pioggia di missili è caduta su Kiev. Il governo ucraino registra vittime tra i. civili. Le immagini dei cittadini costretti a nascondersi nelle metropolitane ci ricordano i giorni più bui della storia europea”. Draghi, spiega Palazzo Chigi in una nota, nel primo pomeriggio alle 15 parteciperà al vertice Nato in videoconferenza e a seguire presiederà il Consiglio dei ministri (IL CONFLITTO IN DIRETTA - LE SANZIONI).
L'informativa alla Camera
“Il presidente Zelensky ha emanato una mobilitazione generale chiamando alle armi tutti gli uomini tra i 18-60 anni, vietandogli di lasciare il Paese", ha spiegato Draghi. "L’ambasciata italiana a Kiev resta aperta e in massima allerta. Voglio ringraziare l'ambasciatore Pier Francesco Zazo e tutto il personale italiano per l'impegno e il coraggio di queste ore. Voglio ringraziare anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e tutta la Farnesina", ha proseguito il premier. "Ai circa 2000 connazionali presenti" in Ucraina "è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle Autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell'Unione Europea un'evacuazione in condizioni di sicurezza".
"Immagini che riportano ai giorni più bui della storia europea"
"L'offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il Ministero dell'Interno ucraino registra vittime civili. Le immagini a cui assistiamo di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea. Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l'Ue", ha spiegato Draghi. "L'Italia condanna fermamente l'attacco russo all'Ucraina. Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo italiano ai cittadini ucraini e al presidente Zelensky”. Le parole di Draghi sono state seguite da un lungo applauso. “Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato. Ma l’invasione della Russia e del suo presidente è vasta e pianificata. Ho l’impressione di essere a un punto di svolta nelle relazioni internazionali che ci hanno accompagnato dalla fine della Seconda guerra mondiale”. “Nella giornata di ieri ho incontrato vari leader europei con i quali abbiamo condiviso le intenzioni. Invitiamo a un nuovo stop delle ostilità e a un ritorno delle trattative. In serata ho sentito con il Consiglio europeo il presidente Zelensky ed è stato un momento drammatico. È nascosto in qualche posto di Kiev. Ha detto che non ha più tempo, che lui e la sua famiglia sono l’obiettivo dei soldati russi. Al presidente abbiamo espresso la nostra condanna alla Russia e alla Bielorussia che non dimentichiamo è pieno partner dell’invasione”, ha raccontato il premier. “Con Zelensky avevamo fissato una telefonata per questa mattina alle 9:30 ma non ci siamo potuti sentire, perché il presidente Zelensky è stato impossibilitato”, ha spiegato Draghi esprimendo l’emozione per la situazione del presidente ucraino.
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I piani militari della Nato
“Stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro per aiuti umanitari all’Ucraina. Quale che sia lo scopo dell’invasione, la Russia ha già raggiunto un obiettivo: l’intero tessuto sociale ucraino è stato distrutto”, ha spiegato il presidente. “Le violenze della Russia rendono un dialogo impossibile. Il nostro principale obiettivo deve essere proteggere il nostro continente, pretendere il ritiro delle truppe dall’Ucraina e il ritorno della Russia al tavolo delle trattative”, continua Draghi. “Dal punto di vista militare la Nato si è già attivata. Il Consiglio Nord Atlantico ha approvato cinque piano di risposta graduale che in questa fase puntano a consolidare la posizione di deterrenza a Est. Le fasi successive prevedono l’assunzione di una postura di difesa e in seguito di ristabilimento della sicurezza”, ha detto Draghi spiegando i piani militari della Nato, che saranno in ogni caso proporzionati all’evolversi della situazione. “Questo implica un aumento delle forze sul campo in Europa. Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono unità già schiarate. Si tratta di 240 uomini schierati in Lettonia insieme a forze navali e velivoli in Romania. Altre forse sono pronte a essere attivate su richiesta della Nato: per questo abbiamo pronte circa 1.400 uomini e donne dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, e con ulteriori 2.000 militari disponibili".
Approvate le prime sanzioni
"Per quanto riguarda le sanzioni, l'Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell'Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi", ha spiegato Draghi. "Mercoledì sono state formalmente approvate le prime misure restrittive verso la Russia, in relazione alla decisione di riconoscere l'indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk. Siamo nella fase iniziale", ha detto il presidente del Consiglio. "Queste misure consistono nel bando alle importazioni e alle esportazioni da entità separatiste, sul modello di quanto fatto nel 2014 in risposta all'annessione illegale della Crimea; in sanzioni economiche e finanziarie alla Russia, come il divieto di rifinanziamento del debito sovrano sul mercato secondario e il congelamento di asset di tre istituti bancari; sanzioni mirate nei confronti di individui e entità, come gli oltre 300 membri della Duma che hanno proposto il riconoscimento dei territori separatisti e che hanno votato a favore". Il presidente ha poi chiarito che sono state discusse altre sanzioni finanziarie che sono al vaglio in questo momento a Bruxelles e su cui si avranno maggiori dettagli martedì prossimo.
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“L’impatto su nostra economia preoccupa”
"In questi giorni, l'Unione Europea ha dato prova della sua determinazione e compattezza. Siamo pronti a misure ancora più dure se queste non dovessero dimostrarsi sufficienti. Le sanzioni che abbiamo approvato, e quelle che potremmo approvare in futuro, ci impongono di considerare con grande attenzione l'impatto sulla nostra economia", ha detto il premier. "La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa", ha spiegato Draghi. "Le vicende di questi giorni dimostrano l'imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. In Italia, abbiamo ridotto la produzione di gas da 17 miliardi di metri cubi all'anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020 - a fronte di un consumo nazionale che è rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità ed evitare il rischio di crisi future".
Gas: "Al lavoro per forniture alternative"
"L'Italia è impegnata a spingere l'Unione Europea nella direzione di meccanismi di stoccaggio comune, che aiutino tutti i Paesi a fronteggiare momenti di riduzione temporanea delle forniture. Ci auguriamo che questa crisi possa accelerare finalmente una risposta positiva sul tema", ha detto il premier nell'informativa alla Camera. "Gli stoccaggi italiani beneficiano dell'aver avuto, a inizio inverno, una situazione migliore rispetto a quello di altri Paesi europei, anche grazie alla qualità delle nostre infrastrutture. Il livello di riempimento aveva raggiunto il 90% alla fine del mese di ottobre, mentre gli altri Paesi europei erano intorno al 75%. Gli stoccaggi sono stati poi utilizzati a pieno ritmo e nel mese di febbraio hanno già raggiunto il livello che hanno generalmente a fine marzo. Questa situazione, che sarebbe stata più grave in assenza di infrastrutture e politiche adeguate, è simile a quella che vivono altri Paesi europei tra cui la Germania. La fine dell'inverno e l'arrivo delle temperature più miti ci permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, ma dobbiamo intervenire per migliorare ulteriormente la nostra capacità di stoccaggio per i prossimi anni", ha spiegato. "Il Governo è al lavoro per aumentare le forniture alternative. Intendiamo incrementare il gas naturale liquefatto importato da altre rotte, come gli Stati Uniti. Il Presidente americano, Joe Biden, ha offerto la sua disponibilità a sostenere gli alleati con maggiori rifornimenti, e voglio ringraziarlo per questo", ha commentato Draghi. "Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell'immediato. Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell'energia".
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“La direzione sono le rinnovabili”
"Ho parlato del gas, ma la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili, anche e soprattutto con una maggiore semplificazione delle procedure per l'installazione degli impianti. Vorrei far notare che gli ostacoli a una maggiore speditezza a questo percorso non sono tecnici o tecnologici ma sono solo burocratici. Tuttavia il gas resta essenziale come combustibile di transizione", ha aggiunto. "Dobbiamo rafforzare il corridoio Sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni. Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro".
“Per essere uniti con l'Ucraina dobbiamo restare uniti fra noi”
"La crisi di portata storica che l'Italia e l'Europa hanno davanti potrebbe essere lunga e difficile da ricomporre. Il Governo intende lavorare senza tregua, in stretto coordinamento con gli alleati, per dare ai cittadini le risposte che cercano in questo momento di grave incertezza", ha concluso il presidente Draghi nell'informativa alla Camera. "Per farlo, è essenziale il vostro appoggio, della maggioranza e dell'opposizione", ha detto ringraziando tutti i gruppi politici per l’appoggio dimostrato nelle ultime ore. “Il Parlamento è la casa di tutti gli italiani. Davanti alle terribili minacce che abbiamo davanti, per essere uniti con l'Ucraina e con i nostri alleati dobbiamo prima di tutto restare uniti fra noi", ha concluso Draghi. Le sue parole sono state seguite da un lungo applauso dell’Aula.