In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Crimi a Sky Tg24: "Il M5s è unito. Il Mes? Non è lo strumento adeguato"

Politica

Il capo politico assicura sulla tenuta del Movimento dopo le critiche interne per la gestione della trattativa sulla nomina dei nuovi presidenti delle Commissioni parlamentari. E sul fondo Salva-stati: "È pericoloso, non c’è ancora l’assoluta certezza che non ci siano condizionalità"

Condividi:

“Il M5s è unito e va avanti”. Intervenuto a Sky Tg24 durante il programma di approfondimento "Start", il capo politico del M5s Vito Crimi rassicura dopo le critiche interne al Movimento sulla gestione delle elezioni dei nuovi presidenti di Commissione con Crimi accusato di aver favorito il Pd a scapito dei 5 stelle. Crimi ha parlato anche del fondo Salva-stati, il Mes, e si dice ancora convinto che “non è lo strumento adeguato”. E aggiunge: “Non c’è ancora l’assoluta certezza che non ci siano condizionalità all’utilizzo del fondo Mes”.

"Mes pericoloso, possono essere poste delle condizioni"

Il M5S resta convinto della "pericolosità e non adeguatezza" del Mes, ha spiegato Crimi. "Non abbiamo certezze, il sito (del Mes, ndr) può dire quello che vuole ma i trattati prevedono che il board può andare a imporre delle condizioni", ha detto. Il capo politico del M5s ha aggiunto: "Se questo cambiasse, a quel punto non sarebbe più il Mes e diamogli allora un altro nome". E ancora: "Le condizionalità del Mes ancora esistono, non abbiamo ancora un documento che attesti con l’assoluta certezza che non ci sono condizionalità nell’uso del Mes. I trattati prevedono che il board del Mes in qualunque momento può andare a imporre delle condizioni di rientro, questo è l’elemento chiave. Se si modificano i trattati e si mette nero su bianco, a quel punto non è più il Mes ma è un’altra cosa e diamogli un altro nome, allora il problema è risolto”.

 

Presidenze Commissioni, "i numeri rispecchiano le proporzioni"

Sulle polemiche interne per le presidenze delle Commissioni, Crimi ha detto: “Siamo circa il 30% dei parlamentari – ha spiegato Crimi - e in questo momento abbiamo la presidenza di 13 commissioni su 28, se i numeri non mentono mi sembra che più o meno rispecchi le proporzioni. Siamo quattro forze politiche e insieme abbiamo dovuto trovare la quadra". Ha continuato il capo politico del M5s: "Come Movimento 5 Stelle abbiamo anche alcune commissioni bicamerali importanti, come la presidenza della commissione antimafia, una serie di delegazioni europee e la commissione banche. Non vedo tutto questo dramma di non aver saputo difendere la capacità del M5S di potersi imporre nell’ambito della maggioranza. Abbiamo avuto un incidente di percorso che non ci riguarda, qualcuno non ha rispettato i patti ed è successo con la commissione Agricoltura in Senato. Per il resto gli accordi presi sono stati rispettati. Anche la nomina di Marattin rientrava negli accordi”.

leggi anche

Zingaretti a Sky TG24: "Mes finanziamento a condizioni straordinarie"

Recovery Fund, non c'è tempo per commissioni speciali"

Crimi si è soffermato anche sul tema del Recovery Fund: “Se ci mettiamo a costruire strumenti come commissioni speciali, bicamerali e quant’altro", ha sottolineato, "rischiamo di perdere tempo a costruire contenitori e prima di avere il contenitore è passato il tempo per fare il contenuto. Oggi il Parlamento può già operare, ci sono gli strumenti come la Commissione Bilancio e le commissioni competenti nell’ambito delle prossime iniziative in campo, ad esempio la Nadef. Ci sono degli strumenti che possono essere utilizzati all’interno di queste Commissioni per poter mettere nero su bianco delle indicazioni al Governo su come indirizzare il Recovery Fund”. La possibilità di creare una Commissione sul Recovery Fund presieduta da Renato Brunetta “era un’ipotesi nella testa di Renato Brunetta – ha aggiunto -. Non mi pare ci siano le condizioni in questo momento per creare commissioni speciali. Solo il tempo per farle, discutere le composizioni e il presidente, fa finire il tempo per affrontare l’emergenza”.

vedi anche

Ue, accordo sul Recovery Fund: ecco cosa prevede. LE FOTO

Migranti, "no a politiche più morbide"

Sul tema dei migranti, Crimi ha evidenziato il suo no a una “politica più morbida”. Secondo il capo politico pentastellato, che si è soffermato sull’intesa raggiunta nella maggioranza sulla revisione dei decreti sicurezza: “Ieri c'è stato un accordo tecnico ma ci sono elementi di fermezza. Dobbiamo trasmettere il messaggio che non ci saranno politiche più morbide”, ha sottolineato Crimi. “Il primo messaggio riguarda i rimpatri: il ministro dell'Interno e degli Esteri stanno lavorando su questo. Sono segnali che fanno capire che non si viene in Italia nella speranza di una sanatoria, non possiamo vanificare gli sforzi fatti. Stiamo lavorando per due navi per la quarantena. Per garantire massima sicurezza ai cittadini".

approfondimento

Accordo su Dl Sicurezza, tra novità via multe milionarie a Ong

Autorizzazione a procedere Salvini, "se fosse ancora ministro avremmo votato allo stesso modo"

Crimi è tornato inoltre sul voto in Senato che ha autorizzato il processo contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, e alla domanda su come il M5s si sarebbe comportato se fosse stato ancora in carica il governo precedente, ha risposto: "Avremmo votato allo stesso modo". Il capo politico del M5s ha sottolineato: “Questa vicenda è un po’ diversa rispetto a quelle precedenti. Ci sono vicende che hanno avuto risvolti diversi e in un caso c’è stata una posizione di un certo tipo e in un altro caso un’altra posizione. Quando si è verificata la vicenda Open Arms si era già verificata una rottura delle modalità di gestione congiunta. Quella vicenda, come altre, è stata gestita in autonomia dal ministro degli Interni rispetto a quelle precedenti, sulle quali abbiamo votato in maniera difforme, in quanto in quelle occasioni il Governo tutto insieme aveva dato un indirizzo. Quella vicenda, invece, riguarda un periodo in cui il ministro degli Interni agiva già con una certa autonomia. Quei fatti sono accaduti in un momento in cui aveva già in mente un percorso autonomo”.

leggi anche

Open Arms, il Senato autorizza il processo a Salvini

Le interviste di Sky Tg24 ai leader politici

Mercoledì 29 luglio, su Sky Tg24 è iniziato un ciclo di interviste ai leader di diversi partiti italiani. Gli ospiti sono stati Nicola Fratoianni, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, e il leader di Azione Carlo Calenda. Le interviste, che si svolgono nelle prossime settimane all'interno dei programmi di approfondimento "Start" (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 11.30) e "Timeline" (dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 17), sono un botta e risposta dinamico, tra l'ospite, l'anchor in studio e uno dei giornalisti della redazione politica di Sky Tg24. I temi trattati saranno legati all'attualità e includeranno anche le urgenze, gli investimenti e le riforme che il Paese si trova ad affrontare per la crisi del Covid 19.