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Francia, l'escalation delle tensioni fra il Paese e gli estremisti islamici

Mondo

L’eco delle vignette su Maometto pubblicate nel 2006 dal giornale satirico Charlie Hebdo è tutt’oggi evidente: proprio per aver mostrato quei disegni è stato ucciso da un giovane di origini cecene, il 16 ottobre 2020, il professor Samuel Paty. Da lì un susseguirsi di violenze e tensioni tra il mondo musulmano e il Paese che più di ogni altro nell’Europa occidentale conta residenti di religione islamica

Il fondamentalismo islamico continua a essere un grosso problema per la Francia. Non si è ancora placato l’eco delle vignette satiriche su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo, il giornale con sede a Parigi la cui redazione ha subito un grave attentato il 7 gennaio del 2015 (LE FOTO DELL’ANNIVERSARIO). Proprio per aver mostrato quei disegni sul Profeta, cinque anni dopo, il 16 ottobre 2020,  è stato ucciso da un giovane di origini cecene il professor Samuel Paty. Da lì, un’escalation non solo di tensioni politiche, ma anche di violenze che hanno portato a un altro attentato, quello di Nizza del 29 ottobre (FOTO). 

La decapitazione del professor Samuel Paty

Sono le 17 di venerdì 16 ottobre quando un professore, Samuel Paty, viene decapitato davanti alla scuola media del Bois d'Aulne a Conflans Saint-Honorine, a nord della capitale francese. A ucciderlo è un 18enne nato a Mosca ma di origine cecena che poco dopo aver compiuto l’omicidio è stato a sua volta ucciso dalla polizia locale che gli intimava di consegnarsi. "Da Abdullah, servitore di Allah, a Macron, dirigente degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell'inferno che ha osato offendere Maometto. Calma i suoi simili prima che non vi venga inflitto un duro castigo". Queste le parole scritte sui social dal giovane che prima di morire è riuscito a postare su Twitter un'immagine della sua azione, immediatamente criptata dal social network. Il 5 ottobre, alcuni genitori di studenti del professore 47enne si erano lamentati con la scuola per la lezione tenuta in classe, con l'insegnante che - parlando della libertà d'espressione - aveva mostrato le caricature di Maometto. Qualche settimana prima, Charlie Hebdo aveva ripubblicato le vignette per celebrare l'apertura del maxiprocesso ai fiancheggiatori dei killer del 2015. Una ripubblicazione che aveva provocato un attacco davanti alla ex redazione del settimanale con due i feriti per mano di un ragazzo pachistano. 

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A woman holds a sign saying "I am Samuel". People are demonstrating in Republic Square at the call of Charlie Hebdo and SOS Racism to pay tribute to Professor Samuel Paty, assassinated Friday for showing his students caricatures of Mohammed. Paris, France, October 18, 2020. Photo by Florent Bardos/ABACAPRESS.COM
La manifestazione a favore del professore decapitato in Francia (Foto: Ipa) - ©Fotogramma

Lo scontro Macron-Erdogan

L’uccisione di Samuel Paty genera indignazione in Francia: il 47enne diventa il simbolo di quella libertà di espressione alla quale il popolo transalpino non intende rinunciare. A farsi portavoce di questo pensiero è il presidente Emmanuel Macron che il 21 ottobre durante la solenne cerimonia in onore di Paty afferma: "Non rinunceremo alle vignette, anche se altri indietreggiano, perché in Francia i Lumi non si spengono". Lo stesso Macron, immediatamente dopo l’episodio di Conflans Saint-Honorine, aveva denunciato un "separatismo islamico" confermando l'esigenza di "strutturare l'Islam" in Francia. Parole che però hanno scatenato l’ira di Recep Tayyip Erdogan, che ha messo in dubbio la "salute mentale" del presidente francese: "I responsabili politici europei devono fermare la campagna di odio diretta da Macron", aveva detto il leader turco. Poi, dopo aver invitato il suo popolo al boicottaggio dei prodotti francesi, aveva aggiunto: "In Europa contro i musulmani si sta compiendo una campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei prima della Seconda Guerra Mondiale".

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Il mondo musulmano contro Macron e la Francia

Quelle di Erdogan non sono state le uniche reazioni contro Emmanuel Macron e la Francia. Dopo le parole del presidente turco, infatti, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Dacca, capitale del Bangladesh, invocando il boicottaggio dei prodotti francesi e bruciando immagini del presidente francese. In Kuwait, una catena non governativa di ipermercati ha annunciato il ritiro di prodotti 'Made in France'. Casi analoghi si sono registrati in Qatar, alleato chiave della Turchia, ma anche nella più moderata Giordania, mentre l’Università di Doha ha annunciato di aver rinviato indefinitamente la “Settimana della cultura francese”. Intanto dai talebani in Pakistan è arrivata un'esplicita minaccia: il boicottaggio, avvertono, "non è sufficiente: i blasfemi dovrebbero subire conseguenze. La comunità islamica dimostrerà la sua lealtà al Profeta". A farsi sentire è stata anche la diplomazia dei Paesi islamici. Dopo aver già accusato Macron di "alimentare l'estremismo", l'Iran ha convocato l'incaricato d'affari francese a Teheran per esprimere rammarico per una posizione definita "non saggia". Secondo la Repubblica islamica, "la libertà d'espressione viene usata da Parigi per fomentare l'islamofobia". Una netta condanna è arrivata anche dal Consiglio musulmano degli anziani, con sede ad Abu Dhabi e presieduto dal grande imam di Al-Azhar del Cairo, che ha annunciato di voler perseguire legalmente Charlie Hebdo e "chiunque offenda l'Islam"; mentre l'Alto consiglio islamico in Algeria ha denunciato "una rabbiosa campagna" contro Maometto "con il pretesto della libertà di espressione".

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Bangladesh, manifestanti in piazza contro la Francia. FOTO

Leaders and activists of Islami Andolan Bangladesh, an Islamist political party, staged a demonstration calling for the boycott of French products and denouncing French president Emmanuel Macron for his comments over Prophet Mohammed caricatures, in Dhaka, Bangladesh, October 27, 2020. The demonstration, led by Islami Andolan Ameer Mufti Syed Rezaul Karim, started from the national mosque Baitul Mokarram was marching towards the Embassy of France in Gulshan. Photo by Suvra Kanti Das/ABACAPRESS.COM
(Foto: Ipa) - ©Fotogramma

La nuova vignetta di Charlie Hebdo: sbeffeggiato Erdogan

Il 28 ottobre arriva la risposta di Charlie Hebdo nei confronti del presidente turco. È lui infatti il protagonista di una nuova vignetta satirica pubblicata dal settimanale. "Erdogan, in privato è molto buffo": questo il titolo pubblicato in prima pagina, a corredo della caricatura del leader turco. Nel disegno si vede il presidente turco in panciolle sul divano, in T-shirt e mutande, con una lattina in mano, mentre solleva il lungo velo di una donna musulmana con tanto di vassoio e due calici di vino. Con l’estremità delle dita Erdogan solleva l'indumento della donna fino a lasciarle il fondoschiena completamente scoperto. Quindi l'esclamazione: "Ouuuh! Il Profeta!". "Condanniamo con la più grande fermezza l'ultima edizione della rivista francese" Charlie Hebdo, "che non ha rispetto per alcun credo, alcuna sacralità e alcun valore", la replica a stretto giro del portavoce del presidente turco.

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L’attentato in una chiesa di Nizza: tre uccisi, decapitata una donna

All’indomani della nuova vignetta di Charlie Hebdo con Erdogan in copertina, arriva un novo attentato in Francia, nella cattedrale di Notre-Dame, nel centro di Nizza (LE FOTO). L'aggressore, che durante il suo gesto ha urlato "Allah Akbar", uccide tre persone: un uomo, il sagrestano della cattedrale e due donne, una delle quali è stata decapitata. Contemporaneamente arriva un attacco al consolato francese a Gedda, in Arabia Saudita, dove una guardia è stata ferita da un assalitore saudita. Attentato che viene fortemente stigmatizzato da Ahmed Al Tayyib, il grande Imam di Al-Azhar, il più influente centro teologico e universitario dell'islam sunnita, lo stesso che qualche giorno prima aveva detto di voler querelare Charlie Hebdo:  "Condanniamo l'attacco terroristico di Nizza: le religioni sono innocenti e non hanno nulla a che vedere con questi atti criminali. Non vi è alcuna giustificazione per queste odiose azioni terroristiche che contraddicono gli insegnamenti tolleranti dell'Islam e di tutte le religioni divine che si appellano alla necessità di lottare contro ogni atto di violenza, estremismo, odio e intolleranza".

I numeri dell’Islam in Francia

L’escalation di tensione e di violenza in Francia arriva in un contesto piuttosto delineato: i dati Ipsos pubblicati dal Corriere della Sera nel 2016, quindi nel periodo immediatamente successivo agli attentati di Charlie Hebdo e del Bataclan, avvenuti nel 2015, mostrano come il Paese transalpino sia quello che nell’Europa occidentale vede il numero più alto di musulmani residenti: nello specifico, le nazioni con il maggior numero di islamici in sono la Francia, con 5,7 milioni (circa il 9% per cento della popolazione residente) e la Germania, con 5 milioni (il 6% della popolazione). La prima ha una tradizione di immigrazione dall’Africa, la seconda dalla Turchia. Inevitabilmente sono tantissimi i musulmani francesi di seconda generazione e proprio da questi, spesso, arrivano le ideologie più fondamentaliste. Secondo un’inchiesta pubblicata sul settimanale francese Le Point nel settembre del 2019, il 49% dei musulmani under 25 sostiene che non è l’Islam a doversi adattare ai principi della Repubblica ma il contrario. Il 27% degli intervistati ritiene che la Sharia, la legge coranica, dovrebbe prevalere sulle leggi statali mentre il 68% si è detto favorevole al diritto di portare il velo nelle scuole e nelle aule universitarie.  

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