Professore decapitato a Parigi: 9 fermati tra cui un minore e i genitori di un allievo

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La polizia ha preso in custodia nove persone, tra le quali un militante islamico: secondo fonti giudiziarie alcune sarebbero provenienti dalla cerchia familiare dell'aggressore, ma ci sono anche il padre e la madre di uno studente del liceo dove lavorava la vittima. Il docente aveva tenuto una lezione sulla libertà di espressione mostrando in classe le caricature di Maometto di Charlie Hebdo. Sui social è di tendenza l'hashtag #jesuisprof

Nove persone sono state prese in custodia dalla polizia francese nella notte tra venerdì e sabato in relazione al caso della decapitazione di un professore di storia vicino al liceo di Conflans-Sainte-Honorine, nella periferia occidentale di Parigi. Tra i fermati, secondo fonti giudiziarie, ci sono persone provenienti dalla cerchia familiare dell'aggressore, ucciso ieri dalla polizia, ma anche i genitori di uno studente del liceo dove insegnava la vittima e un militante islamico. Il docente, si è appreso, aveva tenuto una lezione sulla libertà di espressione mostrando in classe le caricature di Maometto all'origine delle minacce della jihad contro la Francia dai tempi della strage alla redazione di Charlie Hebdo, avvenuta nel gennaio 2015.

Tra i fermati anche un militante islamico

Tra i 9 fermati per l'aggressione al professore di Storia, c'è anche un militante islamico molto attivo in Francia, Abdelhakim Sefrioui, secondo quanto si apprende da fonti dell'inchiesta. Sefrioui è l'uomo che accompagnò l'8 ottobre il padre di una studentessa dalla preside della scuola di Bois d'Aulne di Conflans-Saint-Honorine per chiedere l'esclusione dalla scuola dell'insegnante che aveva mostrato in classe le caricature di Maometto.

Von Der Leyen: "Orrore, non c'è democrazia senza gli insegnanti"

Mentre sui social francesi sono sempre di più i post con l'hashtag #jesuisprof, anche la politica europea difende la categoria degli insegnanti. La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, ha scritto su Twitter: "Ho appreso con orrore dell'assassinio di un professore a Conflans S.te Honorine. Estendo le mie condoglianze alla sua famiglia e ai francesi". Von Der Leyen ha poi aggiunto: "Il mio pensiero va anche agli insegnanti, in Francia e ovunque in Europa. Senza di loro non ci sono cittadini. Senza di loro non c'è democrazia".

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L’omicidio del professore

L'omicidio è avvenuto attorno alle 17 di venerdì davanti alla scuola media del Bois d'Aulne a Conflans Saint-Honorine, a nord della capitale francese. I poliziotti hanno visto l'aggressore mentre si aggirava attorno all'istituto in modo sospetto e gli hanno intimato di fermarsi. Il ragazzo, un 18enne nato a Mosca ma di origine cecena, probabilmente con un giubbetto esplosivo sotto la giacca e il coltello insanguinato ancora in mano, ha continuato a minacciarli gridando "Allah akbar", e gli agenti hanno aperto il fuoco uccidendolo. A poche decine di metri, la scena della decapitazione del professore di storia e geografia Samuel Paty. Prima di morire, l'assassino è riuscito a postare su Twitter un'immagine della sua azione, immediatamente criptata dal social network. Restano, in alto, le parole del killer, scritte "in nome di Allah": "Da Abdullah, servitore di Allah, a Macron, dirigente degli infedeli, ho giustiziato uno dei tuoi cani dell'inferno che ha osato offendere Maometto. Calma i suoi simili prima che non vi venga inflitto un duro castigo".

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Il 18enne ceceno, prima dell'aggressione, aveva trascorso il pomeriggio davanti al collegio Conflans-Sainte-Honorine, chiedendo a chi usciva chi fosse il professore che aveva mostrato le vignette di Maometto. Lo ha reso noto il procuratore francese antiterrorismo, Jean-Francois Ricard, ribadendo che la minaccia "è alta" anche perché la decapitazione del professore "è il secondo attentato terroristico commesso durante le udienze del processo degli attentati del gennaio 2015, iniziato lo scorso settembre". Il 18enne ceceno ha aperto il fuoco per cinque volte contro gli agenti di polizia intervenuti per fermarlo. Intanto, sempre la Procura ha detto che "la sorellastra del padre che ha pubblicato il video su Youtube" in cui si contesta la lezione del professore decapitato sulla libertà d'espressione "ha fatto giuramento di fedeltà all'Isis ed è partita per la Siria. È oggetto di mandato di cattura".

La lezione del professore e le vignette

Il 5 ottobre, alcuni genitori di studenti del professore si erano lamentati con la scuola per la lezione tenuta in classe, con l'insegnante che - parlando della libertà d'espressione - ha mostrato le caricature di Maometto. Un genitore aveva persino presentato una denuncia la scorsa settimana, alla quale l'insegnante aveva reagito con una querela per diffamazione. Tre settimane fa, prima dell'attacco davanti alla ex redazione del settimanale (due i feriti per mano di un ragazzo pachistano), Charlie Hebdo aveva ripubblicato le vignette per celebrare l'apertura del maxiprocesso ai fiancheggiatori dei killer del 2015. Su YouTube un genitore ha anche pubblicato un video con il racconto di una ragazzina allieva del professore, che racconta la lezione "incriminata". Secondo le sue parole, l'insegnante ha chiesto agli studenti musulmani se volevano uscire prima di mostrare le caricature di Maometto, che avrebbero potuto impressionarli. Il professore era stato minacciato e aveva sporto denuncia in commissariato. Le indagini sono ora affidate alla procura antiterrorismo, mentre Charlie Hebdo ha espresso il suo "orrore e sdegno" per "l'assassinio di un insegnante da parte di un fanatico religioso".

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Un attentato che arriva a poche ore dall'entrata in vigore di un coprifuoco senza precedenti nel Paese, per tentare di arginare la difficile situazione della pandemia, in una situazione in cui la minaccia jihadista, secondo fonti della sicurezza a cui ha avuto accesso l'Ansa negli ultimi giorni, continua a essere molto forte sulla Francia. Il presidente Emmanuel Macron, accorso sul luogo dell'assassinio, è apparso molto emozionato e ha parlato di "chiaro attentato terrorista islamico". "ll terrorista - ha detto - ha voluto abbattere la Repubblica nei suoi valori, i Lumi, la possibilità di fare dei nostri figli dei cittadini liberi". "Faremo quadrato, non passeranno, l'oscurantismo e la violenza non trionferanno".

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Le reazioni in Francia

Dall'aeroporto, è arrivato sul luogo del delitto anche il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, che ha interrotto una visita di lavoro in Marocco per rientrare a Parigi. In un tweet, Marine Le Pen ha immediatamente denunciato una "barbarie insostenibile", puntando il dito contro il "fondamentalismo islamico" che "porta la guerra". "È con la forza che dobbiamo cacciarlo lontano dal nostro Paese", ha aggiunto. I deputati in Assemblée Nationale si sono alzati tutti in piedi per denunciare "l'abominevole attentato". Jean-Michel Blanquer, ministro dell'Educazione, ha scritto in un tweet che "è la Repubblica ad essere attaccata con l'ignobile assassinio di uno dei suoi servitori, un professore. Unità e fermezza sono le sole risposte di fronte alla mostruosità del terrorismo islamista".

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