
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato alcune modifiche alla dottrina nucleare di Mosca: l'uso delle testate potrà essere autorizzato anche nel caso di attacco al territorio russo da parte di uno Stato straniero che non possiede armi nucleari, appoggiato però da una potenza che le può schierare. Ecco una stima delle testate nucleari all’interno dell’arsenale russo, secondo la Federation of American Scientists

LE TESTATE DI PUTIN
- Si stima che le testate nucleari all’interno dell’arsenale russo, secondo la Federation of American Scientists, Putin controlla circa 5.580 testate nucleari. Di queste, circa 1.200 sono state ritirate ma sono ancora in gran parte intatte e attendono lo smantellamento, mentre sono circa 4.380 quelle immagazzinate per essere utilizzate da lanciatori strategici a lungo raggio e forze nucleari tattiche a corto raggio

LE NUCLEARI SCHIERATE
- Sempre secondo la la Federation of American Scientists delle testate accumulate, 1.710 sono quelle strategiche schierate: circa 870 su missili balistici terrestri, circa 640 su missili balistici lanciati da sottomarini e forse 200 su basi di bombardieri pesanti

LE ARMI STOCCATE
- Circa altre 1.112 testate strategiche sono immagazzinate, insieme a circa 1.558 testate non strategiche. "In futuro, tuttavia, il numero di testate assegnate alle forze strategiche russe potrebbe aumentare man mano che i missili a testata singola verranno sostituiti con missili dotati di testate multiple", ha affermato sempre secondo la Fas

LA VERSIONE PRECEDENTE DELLA DOTTRINA NUCLEARE
- Il 2 giugno 2020, Putin aveva rinnovato le direttive per l’utilizzo dell’arsenale nucleare. Per la prima volta nella storia, il documento era stato reso pubblico con le circostanze in cui un presidente russo potrebbe contemplare l’uso di un’arma nucleare. Queste condizioni - ora modificate - includevano generalmente una risposta a un attacco che impiega armi nucleari o altre armi di distruzione di massa, o l’uso di armi convenzionali contro la Russia “quando l’esistenza dello Stato è in pericolo”.

I TEST NUCLEARI
- Dal crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, secondo l’Arms Control Association, solo pochi paesi hanno testato armi nucleari: gli Stati Uniti l’ultima volta hanno effettuato test nel 1992, Cina e Francia nel 1996, India e Pakistan nel 1998 e Corea del Nord nel 2017. L’Unione Sovietica ha effettuato l’ultimo test nel 1990.

LA MESSA AL BANDO DEI TEST NUCLEARI
- Il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari è stato firmato dalla Russia nel 1996 e ratificato nel 2000. Gli Stati Uniti hanno firmato il trattato nel 1996 ma non lo hanno ancora ratificato.

A CHI SPETTA LA DECISIONE DI USARE LE ARMI NUCLEARI
- Il presidente russo è l'ultimo a decidere sull’uso delle armi nucleari russe. La cosiddetta valigetta nucleare, o "Cheget" (dal nome del monte Cheget nelle montagne del Caucaso), è sempre con il presidente. Si ritiene che anche il ministro della Difesa russo e il capo di stato maggiore delle forze armate abbiano tali valigette

LA VALIGETTA NUCLEARE
- Essenzialmente, la valigetta è uno strumento di comunicazione che collega il presidente ai suoi vertici militari e quindi alle forze missilistiche attraverso la segretissima rete elettronica di comando e controllo "Kazbek". Kazbek supporta un altro sistema noto come "Kavkaz".

COSA C'É NELLA VALIGETTA NUCLEARE
- Un filmato trasmesso dalla televisione russa Zvezda nel 2019 ha mostrato quella che si diceva fosse una delle valigette con una serie di pulsanti. In una sezione chiamata "comando" sono presenti due pulsanti: un pulsante bianco "avvia" e un pulsante rosso "annulla". La valigetta viene attivata da una flashcard speciale, secondo Zvezda

COME VENGONO LANCIATI I MISSILI NUCLEARI
- Se la Russia pensasse di dover affrontare un attacco nucleare strategico, il presidente, tramite le valigette, invierebbe un ordine di lancio diretto alle unità di comando e di riserva dello stato maggiore che detengono codici nucleari. Tali ordini si riversano rapidamente attraverso diversi sistemi di comunicazione alle unità missilistiche strategiche, che poi lancerebbero i missili contro gli Stati Uniti e l’Europa.