Gaza, Hamas consegna resti di tre corpi. Media Israele: “Non sono di ostaggi”

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Hamas ieri sera ha consegnato alla Croce Rossa resti di tre corpi poi trasferiti in Israele. Gli esami all’istituto forense di Tel Aviv hanno stabilito che non appartengono a nessun ostaggio, lo riporta il Times of Israel. Si ritiene che oltre 10 mila palestinesi dispersi siano sotto le macerie nella Striscia. Ad affermarlo è Ahmed Radwan, responsabile stampa della Protezione civile palestinese. Secondo fonti mediche, 2 palestinesi sono stati uccisi e un terzo ferito dalle forze israeliane in diverse zone della Striscia di Gaza: lo riporta Wafa

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I resti di tre corpi consegnati ieri sera da Hamas a Israele attraverso la Croce Rossa non appartengono a nessun ostaggio. A stabilirlo sono stati gli esami effettuati all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv, lo riporta il Times of Israel. Giovedì sera Hamas, sempre tramite la Croce Rossa, aveva riconsegnato i cadaveri degli ostaggi uccisi Amiram Cooper e Sahar Baruch.

Secondo fonti mediche, due palestinesi sono stati uccisi e un terzo  ferito dalle forze israeliane in diverse zone della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa. Le forze israeliane hanno sparato colpi di artiglieria a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha riferito Quds News Network, considerato affiliato ad Hamas.

Si ritiene che oltre 10mila palestinesi dispersi siano sotto le macerie di Gaza. Ad affermarlo è Ahmed Radwan, responsabile stampa della Protezione Civile Palestinese nella città meridionale di Rafah, che ha parlato ad Al-Aqsa TV dei continui sforzi per trovare le persone disperse nell'enclave. La notizia è riportata da Al-Jazeera.

Gli Stati Uniti hanno proposto ai militanti di Hamas un passaggio sicuro dalle zone controllate da Israele a Gaza a quelle controllate dal gruppo. Lo riporta Axios citando alcune fonti. La proposta americana è stata consegnata ad Hamas mercoledì dai mediatori dell'Egitto e del Qatar e punta a stabilizzare il cessate il fuoco a Gaza.

Pur esprimendo pubblicamente il proprio appoggio per gli ultimi raid di Israele, Donald Trump dietro le quinte si sarebbe lamentato, definendo l'attacco sproporzionato. Aerei da guerra israeliani hanno lanciato attacchi sulle città di Abasan al-Kabira e Bani Suheila, a Est di Khan Yunis, secondo quanto riportato da Al Jazeera.

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Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie.

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Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.

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Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Il giorno dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno iniziato a lavorare alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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Hamas: "Accuse infondate dagli Stati Uniti sul furto di aiuti"

Il Gaza media office ha condannato quelle che definisce "accuse infondate" degli Stati Uniti secondo cui palestinesi avrebbero saccheggiato un camion di aiuti a nord di Khan Younis. Lo scrive il portale Middle East Eye. "Le affermazioni del comando centrale Usa non sono supportate da prove e fanno parte di una campagna sistematica di disinformazione", ha dichiarato l'ufficio a Al Jazeera. Le autorità di Gaza hanno accusato le forze israeliane di colpire deliberatamente poliziotti e volontari per "diffondere caos e facilitare furti nella Striscia di Gaza". 

Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Rubio accusa Hamas: "Ruba aiuti a popolazione, mina piano Trump"

"Hamas continua a privare la popolazione di Gaza degli aiuti umanitari di cui ha disperatamente bisogno. Questo furto mina gli sforzi internazionali a sostegno del piano in 20 punti del presidente Trump per fornire assistenza essenziale a civili innocenti. Hamas è l'ostacolo. Deve deporre le armi e fermare i saccheggi affinché Gaza possa avere un futuro migliore": lo scrive su X il segretario di Stato americano Marco Rubio, condividendo un filmato - ripreso da un drone diffuso dal Comando Centrale Usa - che presumibilmente mostra gli agenti di Hamas prendere il controllo di un camion che trasportava aiuti nel nord di Gaza venerdì. 

Katz incontra Caine: "Discusso smilitarizzazione Hamas"

Oggi il capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, generale Dan Caine, ha incontrato il ministro della Difesa Israel Katz. Lo rende noto quest'ultimo in una nota, ripresa dal Times of Israel, in cui spiega che le discussioni si sono incentrate sulle "sfide negli scenari vicini e lontani, prima fra tutte la Striscia di Gaza, e del nostro impegno per il rilascio di tutti gli ostaggi, la smilitarizzazione di Gaza e il disarmo di Hamas", oltre alla "stretta cooperazione strategica e operativa tra le Forze di difesa israeliane e l'esercito statunitense, una partnership che sta plasmando la nuova realtà in Medio Oriente".

A Gaza famiglie sfollate nella villa in rovina di Arafat

La residenza di Gaza del defunto leader palestinese Yasser Arafat è in rovina, come la maggior parte degli altri edifici nel territorio devastato, ma i resti della villa, un tempo sontuosa, ora ospitano anche diverse famiglie sfollate. La casa, trasformata in museo dopo la morte del leader palestinese nel 2004 e decorata con murales in suo onore, è circondata da macerie. Situata nel quartiere di Rimal a Gaza City, la casa è stata gravemente danneggiata dagli attacchi israeliani durante i due anni di guerra seguiti all'attacco senza precedenti di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023. Ashraf Nafeth Abu Salem, un professore universitario che ha trovato rifugio nella residenza con la sua famiglia e altre, ha dichiarato di aver deciso di ripulire le macerie all'interno del cortile della casa, che è stato "in gran parte distrutto e bruciato". 

Idf, ricevuto in visita capo stato maggiore Usa

"Il capo di stato maggiore congiunto delle forze armate statunitensi, generale Dan Caine, ha visitato Israele nel fine settimana come ospite ufficiale del capo di stato maggiore generale, tenente generale Eyal Zamir", lo annuncia Idf sul proprio profilo su X. "Nel corso della visita, il generale e il capo di stato maggiore hanno  effettuato una valutazione congiunta della situazione, durante la quale hanno discusso delle sfide regionali, concentrandosi principalmente sulla situazione a Gaza e sulle sfide future sia nelle aree vicine che in quelle lontane". 

Hamas, "Israele blocca aiuti, entrati 24% di quelli concordati"

L'ufficio stampa del governo di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che, dal cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre, la media giornaliera di camion commerciali e di aiuti umanitari entrati nella Striscia è stata di 145, pari al 24% delle 600 unità previste dall'accordo. Lo riporta Al Jazeera. Secondo i dati diffusi, tra il 10 e il 31 ottobre sono entrati complessivamente 3.203 camion, di cui 639 commerciali e 2.564 carichi di aiuti, inclusi 84 camion di carburante diesel e 31 di gas da cucina. Il governo di Gaza ha condannato "l'ostruzionismo dell'occupazione israeliana", accusandola di essere "pienamente responsabile del peggioramento della crisi umanitaria che colpisce oltre 2,4 milioni di persone" nella Striscia di Gaza, a causa dell'assedio e delle restrizioni che limitano l'ingresso di beni essenziali. In una nota citata da Al Jazeera, il governo di Gaza ha inoltre chiesto l'intervento immediato del presidente statunitense Donald Trump, dei Paesi garanti e dei mediatori dell'accordo "per obbligare Israele ad applicare gli impegni sottoscritti, in particolare la clausola che prevede l'ingresso di aiuti umanitari senza condizioni o restrizioni". 

Medioriente, sfollati a Gaza trovano rifugio nell'ex residenza di Arafat

La residenza nella Striscia di Gaza del defunto leader palestinese Yasser Arafat è in rovina, come la maggior parte degli altri edifici nel territorio devastato, ma i resti della lussuosa villa ora ospitano anche diverse famiglie sfollate. È quanto emerge dalle immagini di Afp Tv, che mostrano la casa, trasformata in museo dopo la morte del leader palestinese nel 2004 e decorata con murales in suo onore, circondata da macerie. La residenza si trova nel quartiere di Rimal a Gaza City ed è stata gravemente danneggiata dai raid israeliani degli ultimi due anni. Ashraf Nafeth Abu Salem, professore universitario che ha trovato rifugio nella residenza con la sua e altre famiglie, ha dichiarato all'Afp di aver deciso di ripulire le macerie all'interno del cortile della casa, che è stato "in gran parte distrutto e bruciato".  "Apparteniamo alla generazione della prima intifada (nel 1987). Siamo cresciuti lanciando pietre", ha detto, spiegando che "il presidente Abu Ammar", come i sostenitori si riferiscono affettuosamente al leader defunto, "era un modello e un simbolo della lotta nazionale palestinese". Una porta in metallo che dà sulla strada è ornata da un poster di Arafat, che indossa la sua caratteristica kefiah e gli occhiali da sole. Dietro di lui nell'immagine c'è una foto più piccola dell'attuale presidente dell'Autorità palestinese, Mahmud Abbas.

Cisgiordania, coloni attaccano fattoria palestinese. VIDEO

Media: "Coloni incendiano proprietà di beduini in Cisgiordania"

Dei coloni israeliani hanno dato fuoco a proprietà appartenenti a beduini che vivono vicino al villaggio di Jaba in Cisgiordania, a nord di Gerusalemme. Lo si apprende dal Times of Israel, il quale cita media palestinesi. "Secondo le segnalazioni, i coloni avrebbero anche dato fuoco a proprietà beduine nella zona ieri mattina", scrive la testata, evidenziando che al momento non risultano feriti.

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Centcom diffonde video: "Operativi di Hamas saccheggiano camion di aiuti"

Il Comando centrale degli Stati Uniti ha pubblicato un video, ripreso via drone, che mostra quelli che definisce operativi di Hamas intenti a saccheggiare un camion di aiuti nella Striscia di Gaza meridionale nella giornata di ieri. In un post suo social l'ente afferma che il Centro di coordinamento civile-militare (Cmcc) guidato dagli Usa e localizzato in Israele, "ha osservato sospetti operativi di Hamas saccheggiare un camion di aiuti che viaggiava come parte di un convoglio umanitario che consegnava assistenza necessaria da partner internazionali ai palestinesi nel nord di Khan Younis" grazie all'impiego di un drone MQ-9 statunitense, utilizzato per monitorare il cessate il fuoco a Gaza.  I sospetti hanno attaccato l'autista e rubato sia gli aiuti che lo stesso camion, e al momento non si hanno notizie riguardo allo stato dell'autista, si apprende dal comunicato.

Leader siriano Sharaa si recherà a Washington a novembre

L'inviato statunitense per la Siria ha dichiarato che il presidente siriano Ahmed al-Sharaa si recherà a Washington per firmare un accordo per unirsi a un'alleanza internazionale guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato Islamico. Alla domanda dei giornalisti a margine del Manama Dialogue in Bahrein se Ahmed al-Sharaa si recherà a Washington questo mese, Tom Barrack ha risposto "sì", aggiungendo che Sharaa "auspicabilmente" aderirà alla Coalizione Globale per Sconfiggere l'Isis. 

Media: "Attacco israeliano con drone contro un'auto in Libano"

L'agenzia di stampa nazionale libanese, rilanciata da Al Jazeera, riferisce che un attacco israeliano con drone ha preso di mira un veicolo a Kfar Sir, nella zona meridionale di Nabatieh. L'agenzia non ha menzionato vittime. 

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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Hamas, all'alba attacchi israeliani a Khan Yunis

Una fonte della sicurezza di Hamas ha dichiarato all'Afp che Israele ha effettuato diversi attacchi aerei nel sud all'alba e che "navi da guerra hanno aperto il fuoco verso le coste di Khan Yunis". 

Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

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Unrwa: "Ottobre 2025 il mese più violento in Cisgiordania dal 2013"

"In tutta la Cisgiordania la violenza dei coloni contro la raccolta annuale delle olive prosegue, con continui attacchi contro gli agricoltori e le terre palestinesi". Lo scrive su X l'Unrwa aggiungendo che "ottobre 2025 è destinato a diventare il mese più violento da quando" l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi "ha iniziato a monitorare la violenza dei coloni nel 2013". "La raccolta annuale delle olive è il principale mezzo di sostentamento per decine di migliaia di palestinesi, con gli ulivi profondamente radicati nel patrimonio e nell'identità palestinese. Gli attacchi alla raccolta delle olive minacciano lo stesso stile di vita di molti palestinesi e aggravano ulteriormente il clima coercitivo nella Cisgiordania occupata. Alle famiglie dovrebbe essere consentito l'accesso senza ostacoli alle loro terre per raccogliere le olive in condizioni di sicurezza", ha affermato Roland Friedrich, direttore degli affari Unrwa per la Cisgiordania.

Media: "Nuova incursione israeliana nel sud della Siria"

Le truppe israeliane sono avanzate nella regione di Quneitra, nella Siria meridionale, inviando un convoglio di veicoli militari verso l'area strategica di al-Tal al-Ahmar. Lo afferma l'agenzia siriana Sana, citata da Al Jazeera, secondo cui almeno 12 veicoli, tra cui pick-up, mezzi da trasporto truppe e jeep, sono partiti dalla città di al-Hamidiyah e hanno attraversato il villaggio di Ofaniya prima di proseguire verso al-Tal al-Ahmar.    Negli ultimi mesi, l'esercito israeliano ha effettuato diverse incursioni transfrontaliere nelle province meridionali della Siria, tra cui Quneitra, nonostante gli appelli internazionali a porre fine alle violazioni del territorio. Dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad alla fine del 2024, Israele ha esteso la sua occupazione delle alture del Golan siriane conquistando una "zona cuscinetto".

Hamas: "Ci servono più attrezzature e persone per recupero corpi"

"Le Brigate Qassam affermano la disponibilità delle proprie squadre a  lavorare al recupero dei corpi dei prigionieri nemici all'interno della  Linea Verde, simultaneamente e in tutte le località". Lo ha dichiarato  il braccio armato di Hamas in una nota, riferendosi al confine  generalmente riconosciuto tra Israele e la Cisgiordania. "Le Brigate  Qassam invitano i mediatori e il Comitato Internazionale della Croce  Rossa a fornire e attrezzare l'equipaggiamento e il personale necessari  per lavorare al recupero di tutti i corpi simultaneamente", ha poi  dichiarato il gruppo citato da Al Jazeera. In merito agli ultimi tre  corpi consegnati a Israele Hamas ha dichiarato che si era offerto di  fornire allo Stato ebraico campioni di resti non identificati, ma le  autorità israeliane avrebbero rifiutato pretendendo di ricevere i corpi  per esaminarli. Di conseguenza, venerdì la Croce Rossa ha trasferito in  Israele i corpi di tre persone che tuttavia - secondo le brigate Qassam -  non erano stati identificati da Hamas. Oggi, Israele ha dichiarato che  quei resti non appartengono a nessuno degli ostaggi.

Iran, Araghchi: “Nessun desiderio di colloqui diretti con Usa, ma aperti a quelli indiretti”

"Noi non negozieremo mai sul nostro programma missilistico e nessun  attore razionale disarmerebbe. Non possiamo fermare l'arricchimento  dell'uranio. Non abbiamo nessun desiderio di colloqui diretti con  Washington, ma possiamo raggiungere un accordo con negoziati indiretti".  E' quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas  Araghchi, in un'intervista a al Jazeera. "Siamo  pronti a negoziare per rimuovere le preoccupazioni riguardo al nostro  programma nucleare e siamo fiduciosi nella sua natiura pacifica - ha  proseguito - raggiungere un accordo giusto è possibile, ma Washington ha  proposto condizioni inaccettabili e impossibili". Riguardo  poi agli attacchi di Israele e Usa contro i siti del programma nucleare  iraniano ha detto: "il materiale nucleare rimane sotto le macerie delle  strutture nucleari attaccate e non è stato trasferito altrove. La  tecnologia esiste, nonostante le perdite".

Media Palestina: "Israele vuole altre 2.000 unità coloniali"

La Commissione palestinese per la Resistenza al Muro e agli  Insediamenti ha rivelato che le autorità israeliane intendono esaminare  la costruzione di 2.006 nuove unità coloniali durante le prossime due  sessioni del 'Consiglio Superiore di Pianificazione', che prenderanno di  mira otto insediamenti in Cisgiordania, tra cui a Gerusalemme. Lo  scrive l'agenzia palestinese Wafa. Il capo della commissione, il  ministro Mu'ayyad Sha'ban, ha dichiarato che la prima sessione, prevista  per il 3 novembre, esaminerà quattro piccoli progetti per  l'insediamento di Givat Ze'ev, costruito su terreni di proprietà  palestinese nel villaggio di al-Jib, nel governatorato di Gerusalemme.  La seconda sessione, prevista per il 5 novembre, affronterà i piani più  ampi per l'insediamento di Givat Ze'ev a Gerusalemme, nonché per gli  insediamenti di Avnei Hefetz e Anav nel Governatorato di Tulkarem, Kfar  Tapuach ed Efrat nel Governatorato di Salfit, Rosh Tzurim nel  Governatorato di Betlemme, Mitzpe Yericho nel Governatorato di Gerico e  della Valle del Giordano e Ganei Modi'in nel Governatorato di Ramallah e  al-Bireh. Shaaban ha aggiunto che i piani del consiglio includono i tre  principali quartieri di insediamento di Avnei Hefetz e Anav nel  Governatorato di Tulkarem e l'insediamento di Rosh Tzurim all'interno  del blocco di Gush Etzion, situato su terreni appartenenti al  Governatorato di Betlemme. Ha proseguito affermando che, dopo il 7  ottobre, le autorità di pianificazione israeliane hanno esaminato un  totale di 355 piani strutturali per la costruzione di 37.415 unità di  insediamento su 38.551 dunam di terreno. Di queste, 18.801 unità sono  state approvate, mentre 18.614 nuove unità abitative sono state  sottoposte ad approvazione. La maggior parte di questi piani è  concentrata nel Governatorato di Gerusalemme, con 148 piani strutturali,  seguito dal Governatorato di Betlemme con 51 piani strutturali, Salfit  con 48 piani, Ramallah e Al-Bireh con 38 piani, Qalqilya con 20, Nablus  con 19 piani strutturali e altri.

Governo: venerdì Meloni riceverà presidente della Palestina Mahmūd Abbās

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, venerdì 7 novembre alle ore  15.00, riceverà a Palazzo Chigi il Presidente della Palestina Mahmūd  Abbās. Lo si legge nell'agenda ufficiale di Governo.

Iran, Teheran: "Non rinunceremo a capacità arricchimento uranio"

Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che Teheran non desidera colloqui diretti con gli Stati Uniti sul suo programma nucleare o missilistico, insistendo sul fatto che la Repubblica islamica non rinuncera' alla sua capacita' di arricchire l'uranio. "Non negozieremo mai il nostro programma missilistico. Non possiamo fermare l'arricchimento dell'uranio e cio' che non puo' essere ottenuto con la guerra non puo' essere ottenuto con la politica. Non desideriamo colloqui diretti con Washington, ma possiamo raggiungere un accordo per negoziati indiretti", ha dichiarato all'emittente qatariota Al Jazeera. "Siamo pronti a negoziare per dissipare le preoccupazioni sul nostro programma nucleare e confidiamo nella sua natura pacifica. Raggiungere un accordo equo e' possibile, ma Washington ha proposto condizioni inaccettabili e impossibili", ha affermato. 2025. (ATTA KENARE / AFP)Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi afferma che Teheran non desidera colloqui diretti con gli Stati Uniti sul suo programma nucleare o missilistico, insistendo sul fatto che la Repubblica islamica non rinuncera' alla sua capacita' di arricchire l'uranio."Non negozieremo mai il nostro programma missilistico e nessun attore razionale disarmerebbe. Non possiamo fermare l'arricchimento dell'uranio e cio' che non puo' essere ottenuto con la guerra non puo' essere ottenuto con la politica. Non desideriamo colloqui diretti con Washington, ma possiamo raggiungere un accordo per negoziati indiretti", ha dichiarato all'emittente qatariota Al Jazeera."Siamo pronti a negoziare per dissipare le preoccupazioni sul nostro programma nucleare e confidiamo nella sua natura pacifica. Raggiungere un accordo equo e' possibile, ma Washington ha proposto condizioni inaccettabili e impossibili", ha affermato.

Wafa: "Quasi 69 mila vittime a Gaza, 170 mila i feriti"

Fonti mediche nella Striscia di Gaza hanno annunciato che il bilancio  delle vittime dell'aggressione israeliana in corso sulla Striscia,  iniziata il 7 ottobre 2023, è salito a 68.858 palestinesi, con 170.664  feriti segnalati. Lo scrive l'agenzia palestinese Wafa. Le stesse fonti  hanno riferito che gli ospedali della Striscia di Gaza hanno ricevuto i  corpi di 22 palestinesi, di cui cinque uccisi nei recenti attacchi e 17  recuperati da sotto le macerie. Dall'accordo di cessate il fuoco dell'11  ottobre, il bilancio delle vittime è salito a 226, con 594 feriti. Le  squadre di soccorso hanno anche recuperato i corpi di 499 palestinesi,  mentre l'occupazione ha consegnato i resti di 30 civili, portando il  numero totale di corpi ricevuti a 225. Nel frattempo, migliaia di  vittime rimangono sotto le macerie e nelle strade, dove le ambulanze e  gli equipaggi della protezione civile non sono in grado di raggiungerli a  causa della massiccia distruzione e delle condizioni pericolose del  terreno.

Iran, resti materiale nucleare sotto macerie di siti bombardati

Il Ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che i resti di materiale nucleare del Paese sono stati sepolti sotto le macerie dei suoi principali impianti nucleari, attaccati da Stati Uniti e Israeledurante la guerra Iran-Israele a giugno. "Nessuno di questi materiali è stato spostato in un'altra sede", ha sottolineato.    Il destino delle scorte iraniane di circa 400 kg di uranio arricchito al 60%, sopravvissute all'attacco statunitense, è rimasto un mistero e molti ritengono che l'Iran abbia cercato di spostarle. "L'Iran si aspetta qualsiasi nuova azione ostile da parte di Israele ed è pienamente preparato a qualsiasi possibile situazione. Tuttavia, Israele deve aspettarsi un'altra sconfitta se dovesse attaccare nuovamente l'Iran", ha aggiunto in un'intervista ad Al Jazeera. "L'Iran non può fermare l'arricchimento dell'uranio, ma è pronto a tenere colloqui per affrontare le preoccupazioni relative al suo programma nucleare. Nel frattempo, non negozieremo sul nostro programma missilistico", ha sottolineato.

Patriarca Gerusalemme: “La tregua reggerà nonostante altri morti”

“Secondo me” la tregua “reggerà, perché la vogliono gli Stati Uniti e i  Paesi arabi”. Lo pensa il patriarca di Gerusalemme, il card.  Pierbattista Pizzaballa, analizzando la situazione a Gaza.  “Le armi  dovrebbero tacere, eppure - evidenzia al Sir - ogni giorno ci sono altri  morti. Con l’accordo raggiunto in Egitto può aprirsi una fase nuova  in  cui occuparsi dell’emergenza sanitaria, sociale, abitativa, economica.  Comunque, il futuro è incerto. Ci sarà da organizzare gli aiuti,  coordinare i progetti”.  Analizzando la situazione in Cisgiordania,  Pizzaballa osserva che si tratta di una ”terra senza legge, con i coloni  che si espandono senza limiti e senza che le forze militari israeliane  intervengano”.   Il patriarca di Gerusalemme descrive realtà  concrete:  ad esempio “il boicottaggio della raccolta delle olive, che sono una  fonte di vita per i palestinesi di quella regione. I check point rendono  difficili, se non impossibili, gli spostamenti, la gente non può  raggiungere i luoghi di lavoro, ci sono tanti villaggi prigionieri”.

Media Hamas: "Idf spara colpi artiglieria nel nord Gaza"

Le forze israeliane hanno sparato colpi di artiglieria a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha riferito Quds News Network, considerato affiliato ad Hamas.

Il Papa: "Mondo soffre a causa di guerre, costruiamo fraternità"

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la gioia della festa di Tutti i  Santi è "ancora più forte il dolore e il contrasto con i drammi che la  famiglia umana sta soffrendo a causa delle ingiustizie e delle guerre, e  tanto più impellente sentiamo il dovere di essere  costruttori di  fraternità". Lo ha detto il Papa all'Angelus. "Il mistero della comunione dei santi, che oggi respiriamo a pieni polmoni, ci ricorda - ha aggiunto - qual e' il destino finale dell'umanita': una grande festa in cui si gioisce insieme dell'amore di Dio, presente tutto in tutti, che si riconosce ammirando la bellezza multiforme dei volti, tutti diversi e tutti somiglianti al volto di Cristo".

Egitto: "Impegnati per pace a Gaza secondo il piano di Trump"

L'Egitto prosegue nei suoi "incessanti sforzi" per mettere fine agli scontri e alla guerra nella Striscia di Gaza, 'conformemente al piano del presidente degli Stati Uniti'. Lo ha detto il ministro degli Esteri Badr Abdelatty incontrando questa mattina il suo omologo dell Ordine di Malta, Ricardo Paterno di Montecopo.     Sottolineando l'accoglienza favorevole riservata dall'organizzazione alle conclusioni del vertice di Sharm el Sheik, Abdelatty ha sottolineato i 50 anni di relazioni diplomatiche con l'Ordine e i numerosi progetti portati avanti anche in Egitto per "promuovere una cultura di pace e fornire servizi umanitari e per la salute'. Ha quindi affermato la volontà di rafforzare le relazioni in essere ricordando che la capitale egiziana si appresta ad ospitare la Conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza.

Il figlio di Rabin: "A Bibi interessa solo la sua sopravvivenza"

Nel giorno del trentennale dell'assassinio di Yitzhak Rabin a Tel Aviv,  per mano di un giovane fanatico, il figlio Yuval rompe il silenzio e  rilascia una intervista a Channel 12. E regola i conti con Netanyahu: "A  lui interessa solo la sua sopravvivenza". "È un sostenitore di Hamas -  afferma Yuval - non è più un segreto, quella era la strategia. Ma ora  chiedo: qual è il ruolo dello Stato, del governo? Netanyahu qual è il  tuo ruolo in questa faccenda? Dichiarazioni vuote e vuote. Quante volte  hai promesso di sradicare Hamas? Perché non l'hai sradicato? Nel 2009 ha  detto: chi si prenderà cura di Hamas? Israele è gestito come un  bordello". "Chi sono - prosegue - i ministri al governo? Chi potrebbe  mai immaginare di lasciare che Smotrich sia ministro delle finanze? A  meno che non si tratti di qualche tipo di interesse personale, per  proteggersi. A Netanyahu interessa solo la sua sopravvivenza". Alla domanda su come avrebbe reagito Yitzhak Rabin a tutto quello che  sta accadendo in Israele Yuval quindi risponde: " Sarebbe rimasto  scioccato". "Spero davvero che Israele faccia crollare Hamas  completamente, che lo disarmi. E poi? Chiedo a Netanyahu qual è la  strada. Lui è il capo, deve tracciare una strada". Yuval racconta del  clima di odio contro il padre scatenato da esponenti della destra,  compresi il premier Netanyahuh e l'attuale ministro della Sicurezza  nazionale, Itamar Ben Gvir. E ricorda come al funerale di Yitzhak la  madre Leah si rifiutò di stringere la mano a Netanyahu. Yuval invece ha  incontrato l'attuale premier e l'impressione che ne ha avuto è stata  netta. "E' un uomo distaccato, non sente, non ascolta. Pensa solo a  quale profitto può trarre da una situazione", assicura, "è motivato solo  dall'opinione pubblica e solo dalla sua sopravvivenza personale".

Germania e Giordania: “Forza internazionale a Gaza deve avere mandato Onu”

La Germania e la Giordania affermano che la forza di stabilizzazione  internazionale che dovrebbe sostenere una futura polizia palestinese a  Gaza, secondo il piano di Donald Trump per la governance post guerra  nella Striscia, deve avere un mandato Onu. "Tutti  siamo d'accordo su fatto che per fare in modo che la forza di  stabilizzazione sia efficace nel svolgere il suo lavoro debba avere un  mandato del Consiglio di Sicurezza", ha detto il ministro degli Esteri  giordano, Ayman Safadi, parlando oggi alla conferenza del Manama  Dialogue in Bahrain, insieme all'omologo tedesco Johann Wadephul che,  anche ha sottolineato come la forza avrà bisogno di "una chiara base nel  diritto internazionale".  "Noi  comprendiamo che questo sia di massima importanza per quei Paesi che  potranno essere disposti a mandare truppe a Gaza e per i palestinesi,  anche la Germania vuole vedere un chiaro mandato per la missione", ha  aggiunto il ministro degli Esteri tedesco. Riguardo al fatto che la  Giordania non invierà proprie forze nella Striscia, Safadi ha detto  "siamo troppo vicini al problema e non possiamo dispiegare truppe a  Gaza".

Wafa: "Due palestinesi uccisi in attacchi israeliani a Gaza"

Secondo fonti mediche, due palestinesi sono stati uccisi e un terzo ferito dalle forze israeliane in diverse zone della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.    L'ospedale Al-Awda di Nuseirat ha dichiarato di aver ricevuto il corpo di un palestinese, recuperato dagli abitanti della città di Al-Zahra. L'ospedale ha curato un altro individuo ferito dagli spari israeliani a est del campo profughi di Al-Bureij, nella Striscia di Gaza centrale.    Nel frattempo, secondo fonti mediche, un uomo palestinese è morto per le ferite riportate ieri a causa degli spari israeliani nel quartiere di Shuja'iyya, a est di Gaza City.

Yuval Rabin: "A Netanyahu interessa solo sua sopravvivenza"

Trent'anni dopo l'assassinio del padre Yitzakh, rompe il silenzio Yuval Rabin. E punta il dito contro il premier israeliano Benjamim Netanyahu accusandolo di avere di fatto protetto Hamas e di essere ora interessato unicamente alla sua sopravvivenza politica. Rabin vive da 10 anni in un paesino dell'Europa centrale insieme alla moglie Natalie ed e' scomparso dalla scena pubblica. A trovarlo e intervistarlo e' stata la televisione israeliana Canale 12, a pochi giorni dall'anniversario della morte dell'allora premier laburista Yitzakh Rabin, ucciso il 4 novembre del 1995, al termine di un comizio per la pace a Tel Aviv, da un estremista di destra e fanatico religioso, Yigal Amir. Rabin pago' con la vita gli accordi di Oslo, firmati con Yasser Arafat, che avrebbero dovuto portare alla pace e alla convivenza tra i due popoli. Come avrebbe reagito suo padre alla situazione che Israele sta vivendo, gli e' stato chiesto. "Sarebbe sconvolto", spiega nella rara intervista concessa. Yuval racconta del clima di odio contro il padre scatenato da esponenti della destra, compresi il premier Benjiamn Netanyahuh e l'attuale ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir. Tale che al funerale la madre Leah si rifiuto' di stringere la mano a Netanyahu. Yuval invece ha incontrato l'attuale premier e l'impressione che ne ha avuto e' stata netta. "L'uomo e' distaccato, non sente, non ascolta. Pensa solo a quale profitto puo' trarre da una situazione", assicura, "e' motivato solo dall'opinione pubblica e solo dalla sua sopravvivenza personale". Compreso quando si tratta del processo cui e' sottoposto. Il padre Yitzakh scelse di dimettersi dopo che si scopri' che la moglie Leah aveva un conto in dollari in una banca negli Stati Uniti, cosa vietata all'epoca. "Non voleva vedere lo Stato di Israele contro il Primo Ministro di Israele. Perche' nulla del genere puo' accadere, lo vediamo dal vivo oggi", spiega. Negli anni i rapporti tra le due famiglie non sono migliorati. Di recente, il figlio di Netanyahu, Yair, ha scritto sui social media che Rabin ha ucciso i sopravvissuti all'Olocausto. Il premier ha preso le distanze: ""Non sono d'accordo, ma le posizioni sono solo sue", ha detto. Ma la famiglia e' intenzionata comunque ad avviare una causa per diffamazione. Anche se certo non e' stata una novita': "Lo vivo gia' da 30 anni. Questo e' odio, questo e' incitamento. Chiunque sa quale ruolo ha avuto anche Ben Gvir", dice. Dunque resta il punto politico, le accuse che la destra continua a rivolgere a quella generazione di politici che accetto' un compromesso per costruire la pace: Oslo e' stata la radice del 7 ottobre. E lo ha sostenuto anche Netanyahu. "Mio padre e' colpevole? Va bene. E cosa fai adesso? Cosa ha fatto in 17 anni come primo ministro per evitare che cio' accadesse? Oslo e' cosi' terribile? Cancellalo", incalza Yuval. "Certo, non credo che mio padre sia colpevole, non credo che ci sia alcun collegamento. Semmai, la persona che ha definito Hamas un nemico e l'ha combattuto fino in fondo e' mio padre", assicura. Non cosi' l'attuale leadership israeliana "e spero che un giorno venga istituita una commissione d'inchiesta che chiarisca in profondita' queste questioni". Chi "ha seguito la strategia 'Hamas e' una risorsa' per un decennio?", chiede, "perche' ci sono voluti sette anni, dal 1997 al 2004, per assassinare lo sceicco Yassin? E' stata fatta una promessa? E' stato rilasciato con l'immunita'? Netanyahu si e' impegnato per l'immunita'? E a quanto pare si'". E' Netanyahu "che ha aiutato Hamas", assicura, "non e' piu' un segreto". Oggi "quello che vorrei, quello che mi aspetterei di sentire, e' dove si trova la strada. Dov'e' il governo, dove ci sta guidando il suo capo? Qual e' il nostro piano?", spiega ancora. "Spero vivamente che faremo crollare completamente Hamas e lo disarmeremo. E poi? Chiedo a Netanyahu dov'e' la strada", insiste, "per mio padre il governo era un mezzo per fare le cose e non un'ossessione per rimanere sulla poltrona".

Media: "Coloni Cisgiordania aggrediscono raccoglitori olive"

Coloni israeliani hanno aggredito dei raccoglitori di olive palestinesi in un villaggio della Cisgiordania, accompagnati da una guardia armata della colonia di Yitzar, secondo quanto scrive il Times of Israel. Gli aggressori, scrive il giornale, hanno colpito nel villaggio di Burin, costringendo i contadini arabi a lasciare a terra il loro raccolto.

Idf: "In secondo raid Libano sud ucciso dirigente Hezbollah"

Nel secondo dei due raid con droni compiuti ieri da Israele sul sud del Libano è stato colpito e ucciso un importante dirigente militare di Hezbollah, secondo quanto rivendica oggi l'Idf, citato dai media israeliani.    L'attacco è avvenuto nella zona di Nabatieh e la vittima accertata, secondo l'Idf, citato dal Times of Israel, sarebbe membro dell'unità di élite Radwan Force, indicato come "responsabile dell'organizzazione di attentati contro lo Stato di Israele" e della "riorganizzazione delle infrastrutture militari" della milizia filo-iraniana libanese.

Idf: "Non sono di ostaggi i corpi consegnati da Hamas alla Croce Rossa"

L'esercito israeliano rende noto oggi che  non sono di ostaggi i tre corpi che la notte scorsa Hamas ha consegnato  tramite la Croce Rossa. Si è arrivati a questa determinazione una volta  completato il processo di identificazione da parte dell'istituto  forense Abu Kabir di Tel Aviv, riporta il Times of Israel.

Media: "I 3 corpi consegnati non sono di ostaggi israeliani"

I resti, definiti "parziali", di tre persone restituiti da Hamas a Israele nelle ultime ore attraverso la Croce Rossa non appartengono a ostaggi israeliani: lo scrive il Times of Israel, citando le autorità preposte all'identificazione dei cadaveri. A escludere che i resti parziali appartengano a ostaggi israeliani sono stati i test sul Dna condotti da Abu Kabir presso l'Istituto di Medicina Legale, scrive a sua volta il Jerusalem Post.  La Croce Rossa ha consegnato i resti alle truppe dell'Idf la scorsa nottì, scrive il giornale, aggiungendo che Hamas non ha specificato quali resti stesse consegnando.    "Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), in qualità di intermediario neutrale, ha assistito questa sera, su richiesta e con l'approvazione di entrambe le parti, la restituzione dei resti di tre corpi alle autorità israeliane. Il processo di identificazione è di competenza delle autorità competenti in Israele e sarà da loro effettuato", si legge nella dichiarazione del Cicr.    Giovedì sera Hamas, sempre tramite la Cicr, aveva riconsegnato i cadaveri degli ostaggi uccisi Amiram Cooper e Sahar Baruch.

Media: "Non di ostaggi ultimi resti consegnati da Hamas"

I resti di tre corpi consegnati ieri sera da Hamas a Israele attraverso la Croce Rossa non appartengono a nessun ostaggio. A stabilirlo sono stati gli esami effettuati all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv, ha riferito il Times of Israel.

Sondaggio: per due-terzi cittadini Israele è Stato vassallo Usa

Il 69 per cento degli Israeliani ritiene che il proprio paese sia diventato uno stato vassallo dell'America. Lo rivela un sondaggio di Canale 12. Secondo la stessa inchiesta, il 67% degli Israeliani pensano anche che siano gli Stati Uniti al momento a decidere le operazioni delle forze armate a Gaza.

Media: "Protezione Civile Gaza, 10 mila dispersi sotto macerie"

Si ritiene che oltre 10 mila palestinesi dispersi siano sotto le macerie di Gaza. Ad affermarlo è Ahmed Radwan, responsabile stampa della Protezione Civile Palestinese nella città meridionale di Rafah, che ha parlato ad Al-Aqsa TV dei continui sforzi per trovare le persone disperse nell'enclave. La notizia è riportata da Al-Jazeera.    Secondo estratti dell'intervista condivisi dall'agenzia di soccorso su Telegram, Radwan ha affermato che oltre 200 palestinesi sono stati uccisi e circa 600 altri sono rimasti feriti dall'entrata in vigore dell'accordo di cessate il fuoco questo mese.    "Le squadre di protezione civile non sono in grado di soccorrere tutti i feriti a causa della mancanza di attrezzature e della limitata disponibilità di forniture mediche", ha affermato, sottolineando che sono necessari macchinari pesanti per recuperare i corpi da sotto le macerie.  Radwan ha anche affermato che Israele sta "deliberatamente" prendendo di mira i soccorritori, violando il diritto internazionale.

Hamas restituisce resti di tre corpi

La Croce Rossa ha ricevuto da Hamas e consegnato a Israele resti di tre corpi, forse di ostaggi. Lo riferisce il Times of Israel. Non è chiaro se i resti siano di persone già restituite o di qualcuno degli 11 ostaggi sepolti a Gaza; sono stati portati all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione.

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