"No Kings", tornano le manifestazioni contro Trump. Lui replica: "Non sono un re". FOTO
Da New York a San Francisco, sono scese in piazza milioni di persone nelle 2.700 proteste in tutto il Paese. Manifestanti anche in diverse città europee. Bernie Sanders: "Non permetteremo a Trump o a chiunque altro di portarci via la democrazia"
TORNA LA PROTESTA "NO KINGS"
- Milioni di cittadini hanno manifestato in tutti gli Stati Uniti per condannare un presidente che, a loro avviso, si comporta come un Re, nell'ambito di una manifestazione di massa lunga tutta la giornata contro l'amministrazione Trump. Si tratta di un test rilevante per misurare la rabbia popolare per il secondo mandato del presidente, mesi dopo che una precedente giornata di mobilitazione lo scorso giugno aveva portato milioni di persone in piazza.
LE RAGIONI DELLA PROTESTA
- "Il presidente pensa che il suo potere sia assoluto. Ma in America non abbiamo re e non ci tireremo indietro di fronte al caos, alla corruzione e alla crudeltà", ha detto sul suo sito web il movimento "No Kings", che unisce circa 300 organizzazioni.
QUANTI SCENDONO IN PIAZZA
- Nel corso della giornata negli Stati Uniti sono previste in totale oltre 2.700 manifestazioni da costa a costa, dalle grandi città ai piccoli centri, e persino vicino alla residenza di Trump a Mar-a-Lago in Florida, dove il tycoon trascorrerà il fine settimana.
GRANDI FOLLE IN PIAZZA
- E ci sono grandi folle in piazza in tutti i 50 Stati Usa, proprio per sfogare la propria rabbia per le politiche intransigenti del presidente Donald Trump. Da New York e Washington alle città più piccole del Michigan e alla seconda casa di Trump, la Florida.
FOLLA A TIMES SQUARE
- A mezzogiorno, una folla imponente ha invaso Times Square, a New York, con cartelli colorati, uno dei quali recitava: "Giuro fedeltà a nessun re". E poi persone vestite da "Zio Sam" che, evocando il personaggio usato in passato per l'arruolamento, invitavano ad "arruolarsi per combattere il fascismo". "Basta Trump!" ha urlato la folla sventolando bandiere americane. Il corteo si è snodato da Times Square fino a Union Square, 42 strade più giù. Oltre centomila i partecipanti.
LA RISPOSTA DI TRUMP
- Nelle prime ore della giornata statunitense è arrivata una prima risposta alle manifestazioni da parte di Donald Trump, che in un'intervista a Fox News in onda domani ha affermato: "Non sono un re".
L’ATTACCO DI BERNIE SANDERS
- Bernie Sanders è atteso alla protesta anti-Trump "No Kings" a Washington, dove si pensa ci saranno circa 1 milione di persone. "Non vedo l'ora di unirmi a milioni di americani in tutto il Paese", ha scritto il senatore del Vermont sui social media. "Nel corso della storia di questo Paese, persone hanno combattuto e sono morte per preservare la nostra democrazia. Non permetteremo a Trump o a chiunque altro di portarcela via", ha aggiunto.
L’INTERVENTO DI DE NIRO
- Si sono mobilitate anche le celebrities di Hollywood. Robert De Niro ha pubblicato un breve video in cui esorta gli americani a unirsi per "alzare la voce in modo non violento". "Abbiamo avuto due secoli e mezzo di democrazia... spesso impegnativa, a volte caotica, sempre essenziale", ha affermato la star di Hollywood. "Ora abbiamo un aspirante re che vuole togliercelo: Re Donald I".
I VIP PRESENTI
- Altri personaggi famosi, come Jane Fonda, Kerry Washington, John Legend, Alan Cumming, hanno invece partecipato di persona alle marce.
LA REAZIONE REPUBBLICANA
- Sul fronte opposto, il Partito Repubblicano ha condannato la mobilitazione bollandola come "il raduno di chi odia l'America", mentre i sindaci e i governatori repubblicani - dal Kansas al Texas - hanno allertato la Guardia Nazionale.
LE TRUPPE IN VIRGINIA
- "I soldati servono a contenere una manifestazione legata ad Antifa", ha dichiarato il partito repubblicano del Lone Star State riferendosi al movimento della sinistra radicale dichiarato gruppo terroristico da Trump qualche settimana fa. Anche il governatore repubblicano della Virginia, Glenn Youngkin, ha allertato le truppe.
MANIFESTAZIONI ANCHE IN EUROPA
- A scendere in piazza oggi non sono stati solo manifestanti negli Stati Uniti, ma anche in diversi Paesi europei (In foto, un momento della manifestazione a Roma).
IL PRECEDENTE "NO KINGS"
- Il 14 giugno del 2025 negli States erano state milioni le persone che parteciparono alle proteste, dopo che Trump aveva ordinato lo schieramento delle truppe a Los Angeles. (In foto, un momento della manifestazione a Roma).
LE TRUPPE NELLE CITTÀ USA
- In quell'occasione, la mossa aveva portato i suoi oppositori ad accusarlo di comportarsi come un dittatore. Trump aveva promesso di usare la forza se i manifestanti avessero tentato di interrompere la parata militare nella capitale degli Stati Uniti. E nei mesi successivi, ha ampliato il dispiegamento di truppe nelle città statunitensi. (In foto, un momento della manifestazione a Malmo in Svezia)
LA REAZIONE DI TRUMP
- La reazione di Trump all'ultimo grande raduno era stata più tiepida, mentre come detto i suoi principali sostenitori nel Partito Repubblicano questa volta sono stati decisamente più duri di lui. (In foto, un momento della manifestazione a Berlino in Germania)
LO SCONTRO SU CHICAGO
- E, proprio sul tema dei soldati nelle città, Trump sta continuando la sua offensiva contro Chicago e l'Illinois. Dopo che una corte d'appello federale ha confermato la sospensione della Guardia Nazionale nella città e dintorni, il presidente americano si è rivolto alla Corte Suprema chiedendo di dargli l'autorizzazioni a militarizzare i centri democratici come già avvenuto a Washington, Portland e Los Angeles.