Ucraina, centrale Zaporizhzhia senza elettricità: "Rischio nuova Chernobyl". Cosa sappiamo
MondoIntroduzione
La centrale nucleare di Zaporizhzhia è in blackout da quattro giorni. Sono entrati in funzione i generatori diesel di emergenza: dovessero fallire, i sei reattori del sito - in mano ai russi dal marzo 2022 - rischierebbero la fusione. L'Ucraina denuncia: "Mosca sta cercando di collegare l'impianto alla propria rete, per poi riavviarlo. Si tratta di un'azione sconsiderata che dà vita a gravi rischi". Ma le autorità russe predicano tranquillità.
Quello che devi sapere
Decimo blackout in tre anni
Martedì 23 settembre è stata una giornata allarmante per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, l'ennesima da tre anni a questa parte. In quelle ore, il sito ucraino ha infatti perso tutta l'energia elettrica esterna. Non è la prima volta che accade dall'inizio del conflitto nel febbraio 2022: è già successo altre nove volte che la centrale abbia subìto una perdita completa di energia esterna, con conseguente preoccupazione delle istituzioni ucraine e dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
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"Sale la probabilità di un disastro"
L'incidente di martedì 23 settembre ha confermato ancora una volta "l'estrema fragilità della situazione di sicurezza nucleare presso la centrale", ha detto il direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi. "È profondamente preoccupante che la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, sia stata nuovamente isolata da ogni fonte di energia esterna. Il sito, che si trova in prima linea, continua a essere in pericolo", ha osservato Grossi. "Ogni interruzione di corrente rappresenta un rischio reale per la sicurezza nucleare e aumenta la probabilità di un incidente nucleare", ha sottolineato Grossi. Dopo la disconnessione, i generatori diesel di emergenza sono entrati in funzione.
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Le accuse di Kiev
Le preoccupazioni di Grossi sono condivise anche da Andriy Sybiga, il ministro degli Esteri ucraino. "A seguito delle azioni russe, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è rimasta senza corrente per il quarto giorno" ha spiegato sul suo account X, aggiungendo che "si tratta del decimo blackout causato dai russi" dall'inizio della guerra. Le "azioni irresponsabili di Mosca" hanno comportato "troppi rischi nel corso degli anni", tra cui "attacchi deliberati nei pressi di impianti nucleari, come l'esplosione di un drone di questa settimana nei pressi del sito nucleare in Ucraina meridionale, il precedente attacco con drone al nuovo sarcofago di Chernobyl e altre azioni sconsiderate", ha continuato Sybiga.
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"Come a Chernobyl nel 1986"
Sybiga, nel suo lungo post su X, ha denunciato che Mosca "ha costruito 200 chilometri di linee elettriche in preparazione al tentativo di rubare la centrale" all'Ucraina, "collegandola alla rete russa e riavviandola". Una procedura che pone "gravi rischi", ha evidenziato, specie in tempi di guerra. "La cosa più spaventosa è che i dirigenti russi che lavorano a questo piano sono così ansiosi di compiacere i loro superiori a Mosca che ignorano qualsiasi preoccupazione in materia di sicurezza nucleare. Abbiamo già visto questo tipo di comportamento nel 1986", anno del disastro nucleare di Chernobyl.
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"Dalla Russia un azzardo nucleare"
"Il tentativo dei russi di ricollegare la centrale nucleare di Zaporizhzhia potrebbe essere la peggiore" di queste "azioni sconsiderate" di Mosca, visti i "gravi rischi". La Russia, denuncia ancora Sybyga, "sta attivamente cercando di coinvolgere l'Aiea in questa avventura e giustificare il furto della centrale. Uno scenario che apre la strada al collasso irreversibile dell'ordine nucleare pacifico creato dall'Aiea". Kiev, dunque, chiede che "l'agenzia adotti una posizione di principio. La centrale nucleare di Zaporizhzhia deve essere restituita all'Ucraina, sua legittima proprietaria. Esortiamo tutti i Paesi interessati alla sicurezza nucleare a far capire chiaramente a Mosca che il suo azzardo sul nucleare deve finire qui”, ha concluso Sybiga.
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Gli stress test e il limite di 72 ore
Ma qual è l’attuale situazione della centrale di Zaporizhzhia e perché, secondo Kiev e l'Aiea, è così allarmante? L'alimentazione elettrica esterna della centrale ha un ruolo importante, perché sostiene i generatori di emergenza per i sistemi di raffreddamento e di sicurezza. Dopo l’ennesimo blackout, il sito è passato all'autoproduzione di energia tramite generatori diesel, che tengono - per ora - in piedi la centrale. Come scrive Il Messaggero citando fonti ucraine, gli stress test condotti dalle autorità di regolamentazione europee dopo il disastro giapponese di Fukushima, nel 2011, hanno indicato che una centrale nucleare può funzionare senza alimentazione esterna per 72 ore. Oltre, è un azzardo.
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Reattori a rischio fusione
Questo periodo di blackout lungo quattro giorni solleva dunque grandi preoccupazioni per la sicurezza del sito. Se i generatori dovessero fallire, il raffreddamento salterebbe e i sei reattori della centrale di Zaporizhzhia - sotto controllo russo dal marzo 2022 - rischierebbero la fusione. Tuttavia, come riportano le agenzie di stampa russe, l'attuale amministrazione della centrale ha respinto gli allarmi sostenendo di disporre di carburante diesel sufficiente per un funzionamento a lungo termine dei generatori di riserva in modalità autonoma.
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La centrale più grande in Europa
La centrale nucleare di Zaporizhzhya è una delle quattro che erano attive in Ucraina prima dell'inizio dell’invasione russa. Si tratta della centrale più grande in Europa (occupando un'area di 104,7 ettari) e della nona al mondo, ed è ubicata sulla riva orientale del fiume Dnipro a circa 500 chilometri da Kiev. Operativa dal 1984, la centrale è composta da sei reattori ad acqua pressurizzata costruiti nel periodo compreso fra il 1984 e il 1995, con una capacità elettrica lorda di 1.000 MegaWatt ciascuna (VVER-1000), progettati per una vita operativa di 30 anni. La sua produzione, prima dell'invasione russa, era in grado di raggiungere 42 miliardi di kWh di elettricità, pari a circa il 40% dell'elettricità generata complessivamente da tutte le centrali nucleari ucraine e a un quinto della produzione annuale di elettricità in Ucraina. Occupata dalle forze russe a marzo 2022 che hanno spento a freddo i reattori per motivi di sicurezza, è ufficialmente di proprietà dell'azienda nazionale ucraina Energoatom, che gestisce la produzione di energia nucleare nel Paese.
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