
Attacco Usa, proteste a Teheran. In piazza anche presidente Pezeshkian, folla: "Vendetta!"
Molte persone sono scese in piazza nella capitale per protestare contro il blitz a stelle e strisce. E tra i manifestanti è apparso anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian. "Vendetta, vendetta!”, hanno gridato i manifestanti con i pugni alzati, mentre il presidente cercava di farsi strada tra la folla radunata in Piazza Enghelab

IN PIAZZA CONTRO GLI USA
- La decisione di Donald Trump di attaccare l’Iran, con l’operazione Midnight Hammer che ha preso di mira i tre siti nucleari chiave di Fordow, Natanz ed Esfahan, ha portato molte persone a scendere in piazza a Teheran per protestare contro il blitz a stelle e strisce. E tra i manifestanti è apparso anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian

“VENDETTA!”
- Come mostrato dalle immagini della tv di stato iraniana, infatti, il presidente Masoud Pezeshkian è sceso in piazza in una manifestazione contro i raid iraniani. "Vendetta, vendetta!”, hanno gridato i manifestanti con i pugni alzati, mentre il presidente cercava di farsi strada tra la folla radunata in Piazza Enghelab (Rivoluzione), nel centro di Teheran

ATTESA PER LA RISPOSTA DELL’IRAN
- Il mondo e gli Stati Uniti intanto attendono di capire se e come Teheran deciderà di rispondere all’attacco degli Stati Uniti. La peggiore delle ipotesi in campo è che l’Iran possa colpire il personale civile e i 40 mila soldati americani nella regione, trascinando gli Usa in una nuova guerra che Trump aveva promesso di evitare in nome dell'America First

ALLERTA NEGLI USA
- L’allerta è massima negli Stati Uniti, dove, nel timore di attentati, sono state rafforzate le misure di sicurezza nelle città principali, dalla capitale a New York e Los Angeles, mentre l'opinione pubblica e il Congresso si spaccano. Tutto dipenderà dalla reazione di Teheran nelle 24-48 ore successive ai raid

LA POSIZIONE DI TRUMP
- Donald Trump ha detto di voler ora la pace ma ha messo in guardia che gli Usa risponderanno con ancora maggior forza se Teheran colpirà gli Usa. E ha ribadito, in "un lavoro di squadra", l'asse con Netanyahu che oggi ha pregato per lui al Muro del Pianto a Gerusalemme

LE MINACCE DI TEHERAN
- Per adesso la Repubblica islamica ha lanciato messaggi minacciosi, con la piazza che grida "vendetta", mentre proseguono gli attacchi reciproci tra Israele (che registra decine di feriti tra Tel Aviv e Haifa) e Iran. Il Paese degli ayatollah ha accusato Washington di aver fatto "saltare la diplomazia" e di aver "varcato la linea rossa", minacciando rappresaglie senza limiti se colpirà la guida suprema Ali Khamenei, "la più rossa delle linee rosse"

“CI SARANNO CONSEGUENZE”
- "Attacchi oltraggiosi, ci saranno conseguenze eterne", ha minacciato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, che lunedì vola a Mosca da Vladimir Putin in cerca di sostegno. Preoccupa anche la minaccia ventilata dal Parlamento iraniano di chiudere lo Stretto di Hormuz, dove passa un quarto del traffico globale di petrolio e circa un terzo di quello di gas naturale: il prezzo dell'energia schizzerebbe alle stelle

LA RISPOSTA DI JD VANCE
- "Sarebbe un suicidio", ha replicato il vicepresidente Usa JD Vance, avvisando che gli Stati Uniti "non sono in guerra con l'Iran, ma con il programma nucleare iraniano". Mano tesa anche dal segretario di Stato Marco Rubio, il quale ha ribadito che "è ancora valida" l'offerta di discutere con l'Iran, permettendogli il nucleare civile ma senza l'arricchimento del proprio uranio.

LA CONDANNA DEL GOLFO
- L'attacco Usa è stato condannato dai Paesi del Golfo e dalla Lega araba, i più esposti nel caso di una escalation. Ma anche da Russia e Cina, che hanno denunciato "fermamente" la violazione del diritto internazionale e del trattato di non proliferazione nucleare. L'Aiea ha reso noto che al momento non sono stati segnalati aumenti dei livelli di radiazioni all'esterno dei siti colpiti.

I DANNI DELL’ATTACCO
- Secondo il Pentagono, i raid sono stati "efficaci" e tutti e tre i siti hanno subito "danni e distruzione estremamente gravi". Ma il direttore generale dell'Agenzia, Rafael Grossi, ha riferito che, mentre Natanz è stata "completamente distrutta" e il sito di Isfahan ha subito "danni molto gravi", la situazione nei sotterranei nel sito di Fordow è poco chiara.