Lo ha annunciato l'Idf dopo che Israele aveva chiesto di riprendere, seppur in misura limitata, le consegne di aiuti umanitari alla Striscia. Intanto, centinaia di residenti di Khan Younis hanno manifestando per chiedere la fine della guerra e il ritiro di Hamas. Netanyahu ha affermato che la nuova offensiva terrestre delle Idf nella Striscia di Gaza raggiungerà "pienamente" l'obiettivo della "vittoria". Hamas ha dichiarato che "l'accordo" verrà fatto "solo se" ci sarà "la fine della guerra"
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L'Idf ha annunciato che cinque camion delle Nazioni Unite carichi di aiuti umanitari e cibo per bambini sono entrati nella Striscia di Gaza "dopo un accurato controllo di sicurezza" da parte del personale della Land Crossings Authority presso il Ministero della Difesa. La notizia arriva dopo la richiesta di Israele di riprendere, seppur in misura limitata, le consegne di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Questo dopo le dichiarazioni di Netanyahu che ha detto: "Abbiamo intenzione di prendere il controllo di tutta la Striscia di Gaza, è quello che faremo" ma "per completare la vittoria, sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi, non dobbiamo arrivare a una situazione di carestia, né dal punto di vista pratico, né da quello diplomatico". Il primo ministro israeliano ha affermato che la nuova offensiva terrestre dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, denominata "I carri di Gedeone", raggiungerà "pienamente" l'obiettivo della "vittoria", sconfiggendo Hamas e garantendo il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani nell'enclave palestinese.
L'ufficio di Netanyahu ha dichiarato poi che "sotto la direzione del premier il team negoziale a Doha sta attualmente lavorando per esaurire ogni possibilità di accordo". Hamas accetterà "solo un accordo con Israele che includa la fine della guerra nella Striscia di Gaza".
I governi di Francia, Gran Bretagna e Canada "chiedono al governo israeliano di fermare le sue operazioni militari a Gaza e autorizzare immediatamente l'ingresso di aiuti umanitari": è quanto contenuto in una dichiarazione congiunta sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania dei governi dei tre paesi, diffusa a Parigi.
Centinaia di residenti di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, hanno manifestando in diverse località dove sono stati sfollati per chiedere la fine della guerra e il ritiro di Hamas dalla Striscia.
Gli approfondimenti:
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Mohammed Sinwar, morto il leader di Hamas a Gaza. Cosa succede ora
Dopo la morte il 17 ottobre del fratello Yahya Sinwar, l'ideatore del massacro del 7 ottobre, ora Hamas si ritroverebbe nuovamente senza un leader. Come confermano alcuni media israeliani, Mohammed Sinwar sarebbe stato ucciso in uno degli attacchi nell’area dell’Ospedale europeo di Khan Yunis nella Striscia di Gaza. LEGGI L'ARTICOLO
Protezione civile Gaza: "Oggi 91 vittime in attacchi Israele"
Un funzionario della protezione civile di Gaza ha dichiarato che 91 persone sono state uccise oggi in attacchi e raid, mentre Israele intensifica l'offensiva nel territorio palestinese. I decessi sono stati registrati fin dalle prime ore di lunedì, secondo Mohammed al-Mughayyir, un funzionario dell'agenzia di protezione civile del territorio controllato da Hamas. Il dipartimento aveva precedentemente indicato un bilancio di 52 morti.
Netanyahu: "Londra-Ottawa-Parigi premiano Hamas"
"Chiedendo a Israele di porre fine a una guerra difensiva per la nostra sopravvivenza prima che i terroristi di Hamas vengano distrutti e chiedendo uno Stato palestinese, i leader di Londra, Ottawa e Parigi offrono un enorme premio per l'attacco genocida contro Israele del 7 ottobre, invitando ad altre atrocità": lo ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. "Israele accetta la visione del presidente Trump, esorta tutti i leader europei a fare lo stesso. La guerra può finire domani se gli ostaggi vengono rilasciati, Hamas depone le armi, i suoi leader assassini vengono esiliati e Gaza viene smilitarizzata", ha aggiunto.
Houthi, imporremo un "blocco navale" sul porto di Haifa
I ribelli Houthi dello Yemen hanno dichiarato che avrebbero imposto un "blocco navale" sul porto israeliano di Haifa, avvertendo che le navi dirette lì sarebbero diventate ora "obiettivi". Gli Houthi "inizieranno a lavorare per imporre un blocco navale al porto di Haifa", ha dichiarato il portavoce militare Yehya Saree. "Tutte le compagnie con navi presenti o dirette a questo porto sono informate che, al momento di questo annuncio, il porto in questione è stato incluso nella lista degli obiettivi", ha aggiunto il portavoce Houthi.
Gaza secondo Trump, il video realizzato con l'AI con statue d'oro e resort di lusso
Il presidente Usa ha pubblicato su Truth e Instagram una clip in cui, grazie all'intelligenza artificiale, mostra come immagina la Striscia di Gaza grazie al suo intervento. Intanto, nella realtà, la guerra rischia di veder vacillare la tregua tra Israele ed Hamas e a Gaza regnano morte e distruzione. IL VIDEO
Abu Mazen ha compiuto 90 anni: la carriera politica del presidente della Palestina
Nato il 26 marzo 1935 a Safed, è presidente della Palestina dal 2005. Esponente dell'ala moderata di al-Fatàh, del quale fu fra i fondatori nel 1957, entrò nell'OLP nel 1981 ed ebbe una parte di primo piano negli accordi di Oslo del 1993. Nel 2004 prese il posto di Arafat. LA STORIA DEL LEADER
Israele, rimosso il comandante responsabile dell'uccisione dei soccorritori a Rafah
Destituito il comandante della brigata Golani, coinvolto nell’attacco del 23 marzo contro un convoglio di ambulanze nel Sud di Gaza, in cui sono stati uccisi 15 operatori sanitari. Ma un'indagine interna respinge l'ipotesi di violazioni etiche e parla soltanto di un "errore professionale". LA DECISIONE
Conte: "Su Gaza siamo oltre l'orrore, siamo alla vergogna"
"Stiamo smantellando Gaza, lasciandola in rovina con una distruzione senza precedenti e il mondo non ci ha ancora fermato. I cittadini di Gaza riceveranno una pita e un piatto di cibo, e questo è tutto" per "permettere al mondo di continuare a fornirci protezione internazionale". Ecco cosa dice un Ministro del Governo criminale di Netanyahu, il quale, a sua volta, già stamattina aveva fatto capire che l'apertura ad aiuti umanitari ben "limitati" per i palestinesi è necessaria per non perdere la protezione internazionale, mentre si accingono a distruggere tutta Gaza. Siamo ben oltre l'orrore. Siamo alla vergogna più ignominiosa e infamante. Oltre 50mila civili trucidati, oltre 1 milione di bambini affamati. Europa e Governo italiano hanno perso la faccia: zero sanzioni diplomatiche e commerciali, no embargo sulle armi a Israele. Restare a guardare, lasciar fare: c'è una sola parola, COMPLICITÀ!". Lo scrive il leader M5s Giuseppe Conte su facebook
23enne israeliana già ostaggio di Hamas denuncia: "Violentata da un personal trainer"
La ragazza franco-israeliana, 23 anni, era stata rapita dai terroristi durante il festival musicale Nova il 7 ottobre 2023 e rilasciata dopo 55 giorni di prigionia. Ha coraggiosamente parlato della sua vicenda nel corso di un'intervista concessa al canale israeliano Canale 12. LA DENUNCIA
Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'operazione israeliana del ritorno a casa per gli ostaggi è stata ribattezzata “Derech Eretz”, “il cammino della terra” in ebraico. L'Idf ha voluto dare un nome simbolico all'organizzazione militare per riportarli indietro, “Wings of freedom", ali della libertà. Le prime tre persone, tutte donne, sono state prese in consegna a Gaza City dalla Croce Rossa il 19 gennaio. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. COSA SAPPIAMO
La Papamobile di Bergoglio diventa una clinica mobile per i bambini di Gaza
È stato chiesto alla Caritas di Gerusalemme di allestire la Papamobile di Papa Francesco per farne una piccola clinica mobile per i bambini di Gaza. La richiesta è stata effettuata dal Pontefice stesso prima di morire. LEGGI L'ARTICOLO
L'Ucoii al Papa: "Porti la sua voce autorevole e di pace a Gaza"
Oggi, nel contesto di una giornata dedicata al dialogo interreligioso, il presidente dell'Unione delle comunità islamiche d'Italia (Ucoii), Yassine Lafram, è stato ricevuto in udienza da papa Leone XIV, insieme ad altre delegazioni di diverse fedi. Al termine del cordiale incontro, Lafram ha rivolto un accorato appello al Pontefice affinché si rechi personalmente a Gaza. "La situazione a Gaza è insostenibile - ha dichiarato il presidente Lafram -. Ogni giorno che passa porta con sé nuove sofferenze, nuove perdite. La popolazione civile è stremata dalla fame e dalla paura. Chiediamo con tutto il cuore a Sua Santità di portare la sua voce autorevole e la sua presenza di pace a Gaza, per fermare questo genocidio, rompere l'assedio e salvare vite innocenti". In linea con il crescente impegno per il dialogo e la fraternità tra la Chiesa cattolica e i musulmani, come sottolineato dal Pontefice, l'Ucoii ribadisce "la propria piena disponibilità a proseguire con rinnovato slancio questo percorso di stima e collaborazione reciproca. Siamo convinti che un approccio fondato sul rispetto e sulla libertà di coscienza rappresenti un pilastro fondamentale per costruire ponti solidi tra le nostre comunità e per affrontare insieme le sfide globali, a partire dalla drammatica situazione umanitaria a Gaza". L'Ucoii desidera esprimere "profonda gratitudine" a papa Leone XIV "per le parole di sostegno espresse ieri durante la messa di inizio pontificato nei confronti della popolazione di Gaza". "Le sue parole sono state un raggio di speranza per un popolo che soffre. Ora più che mai, è necessario un intervento concreto e coraggioso per porre fine a questa tragedia umanitaria", ha aggiunto Lafram.
Francia, Gb, Canada chiedono a Israele stop operazioni a Gaza
I governi di Francia, Gran Bretagna e Canada "chiedono al governo israeliano di fermare le sue operazioni militari a Gaza e autorizzare immediatamente l'ingresso di aiuti umanitari": è quanto contenuto in una dichiarazione congiunta sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania dei governi dei tre paesi, diffusa a Parigi. "Siamo fermamente contrari all'estensione delle operazioni militari israeliane a Gaza - si legge nella dichiarazione - il livello di sofferenza umana a Gaza è intollerabile. L'annuncio di ieri da parte di Israele di autorizzare l'ingresso di una quantità minima di cibo nella Striscia di Gaza è assolutamente insufficiente". I tre governi chiedono a Israele anche "un impegno con le Nazioni Unite per assicurare la ripresa dell'invio di aiuti nel rispetto del diritto umanitario". Al tempo stesso, i firmatari "chiedono a Hamas di liberare immediatamente gli ultimi ostaggi crudelmente detenuti dal 7 ottobre 2023".
Wp: "Gli Usa hanno dato un ultimatum a Netanyahu sulla guerra"
Gli Stati Uniti avrebbero avvertito Israele che se non mette fine alla guerra a Gaza non avrà più il supporto americano. Lo rivelano fonti informate al Washington Post a Tel Aviv. "Gli uomini di Trump hanno mandato ad Israele il messaggio: 'Vi abbandoneremo se non ponete fine a questa guerra'", hanno riferito.
Berlino: 22 Paesi esigono da Israele aiuti immediati per Gaza
Ventidue Paesi esigono che il governo israeliano "autorizzi immediatamente la piena ripresa della consegna di aiuti a Gaza e che consenta alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie di lavorare in modo indipendente e imparziale per salvare vite umane". Lo scrive il ministero degli Esteri tedesco, in un comunicato pubblicato sul sito web. Fra i Paesi ci sono anche Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Canada, Giappone e l'alta Rappresentanza per gli Affari esteri dell'Ue. Nel comunicato stampa pubblicato dal ministero degli Esteri tedesco si afferma che "il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato un nuovo piano per la consegna degli aiuti a Gaza che le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie non possono condividere". Secondo le Nazioni Unite l'approccio proposto non consentirà di fornire gli aiuti in modo efficace, inoltre "il territorio palestinese non dovrebbe essere modificato o sottoposto a cambiamenti demografici". Ecco perché nell'appello s'inviano "due chiari messaggi al governo israeliano: consentire la piena ripresa delle consegne di aiuti a Gaza senza ritardi e permettere alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie di lavorare in modo indipendente e imparziale per salvare vite". Nel comunicato si ribadisce inoltre che "Hamas deve rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi rimanenti e consentire la distribuzione senza ostacoli degli aiuti umanitari". Infine viene citata anche la soluzione di due Stati come "l'unico modo per raggiungere la pace e la sicurezza per israeliani e palestinesi". Il comunicato è sottoscritto dai ministri degli Esteri di Australia, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Islanda, Italia, Giappone, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Hanno firmato anche l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea, il Commissario Ue per la parità di genere, la preparazione e la gestione delle crisi e il Commissario Ue per il Mediterraneo.
Herzog ha invitato il Papa a visitare la Terra Santa
Il presidente di Israele, Isaac Herzog, che ha partecipato ieri alla messa di inizio pontificato di Papa Leone XIV in Vaticano, lo ha invitato a visitare la Terra Santa. Lo ricorda l'Ufficio nazionale del turismo israeliano. Herzog, si legge in un comunicato rilanciato dal Sir, portava un adesivo sul suo abito che ricordava i 590 giorni di "brutale prigionia" degli ostaggi a Gaza, "un gesto di solidarietà con le famiglie e un grido per il loro immediato rilascio, per esortare la comunità internazionale ad agire per il loro ritorno". Dopo la cerimonia, stringendo la mano al Papa, "Herzog lo ha ringraziato per aver scelto di iniziare il suo pontificato con un appello per l'immediato ritorno di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza. Il presidente - prosegue la nota - ha colto l'occasione per esortare il Papa a continuare a lavorare per il loro rilascio e a promuovere il rinnovamento del dialogo interreligioso. Al termine del colloquio, il presidente ha invitato il Papa a visitare la Terra Santa".
Idf, 5 tir Onu con aiuti umanitari sono entrati a Gaza
L'Idf ha annunciato che cinque camion delle Nazioni Unite carichi di aiuti umanitari e cibo per bambini sono entrati nella Striscia di Gaza "dopo un accurato controllo di sicurezza" da parte del personale della Land Crossings Authority presso il Ministero della Difesa. E' la prima volta che gli aiuti umanitari riprendono ad arrivare a Gaza dopo la chiusura dei valichi imposta da Israele il 2 marzo scorso. Domenica sera il premier Benyamin Netanyahu ha deciso la ripresa della distribuzione aggirando la votazione dei ministri che l'avrebbero bocciata.
Svezia: "Proporremo all'Ue sanzioni ad alcuni ministri israeliani"
La Svezia presenterà all'Unione Europea una proposta per sanzionare alcuni ministri israeliani, secondo quanto dichiarato dalla ministra degli Esteri svedese Maria Malmer Stenergard. "In tutti i nostri dialoghi a diversi livelli, abbiamo chiesto l'accesso umanitario immediato (a Gaza). Abbiamo anche spinto all'interno dell'Ue per ottenere sanzioni contro i coloni estremisti che commettono atti di violenza contro i civili. E per esercitare ulteriori pressioni su Israele, posso ora annunciare che la Svezia spingerà per ottenere sanzioni Ue contro singoli ministri israeliani", ha dichiarato la ministra, intervistata dall'agenzia di stampa svedese Tt. Alla domanda se potesse nominare alcuni ministri in particolare: "No, si tratta di ministri estremisti che spingono per una politica di insediamento illegale e si oppongono attivamente a una futura soluzione a due Stati", ha ribattuto Malmer Stenergard. "La popolazione di Gaza ha già sofferto terribilmente. Condanniamo anche la recente dichiarazione di Netanyahu secondo cui Israele intende prendere il controllo di tutta Gaza", ha dichiarato la ministra che oggi ha preso una posizione più marcata nei confronti di quanto sta avvenendo in Medio Oriente: "Per il governo è importante essere molto chiari", ha sottolineato.
Israele: "Oggi ingresso di cibo per bambini e medicine a Gaza"
Il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano Eden Bar Tal ha dichiarato che alimenti per l'infanzia, cibo per bambini e forniture mediche sono cominciate ad arrivare verso Gaza: "Oggi Israele sta facilitando l'ingresso di camion con alimenti per bambini a Gaza, nei prossimi giorni entreranno decine di camion", ha detto. Tuttavia i reporter in attesa al confine con la Striscia finora non hanno visto alcun arrivo di aiuti, come riferiscono i media israeliani.
Ue: "Da Siria passo importante verso la giustizia e la verità"
"L'Ue accoglie con favore la formazione dell'Autorità nazionale per la giustizia di transizione e dell'Autorità nazionale per le persone scomparse in Siria. Si tratta di un passo importante verso la giustizia e la verità complete che il popolo siriano merita". Lo dichiara in una nota il portavoce della Commissione europea Anouar el Anouni. "Gli sforzi per la giustizia di transizione - aggiunge - sono fondamentali per gettare le basi per la riconciliazione e la pace duratura in Siria. Indagare sulla sorte di tutte le persone scomparse sarà un passo cruciale per portare la parola fine alle famiglie e alle comunità colpite". Bruxelles chiede alle autorità siriane di transizione di "garantire che questi sforzi siano condotti in modo trasparente, imparziale e inclusivo, in linea con gli standard internazionali di giustizia". "È essenziale - concluse - che gli organismi internazionali competenti e le organizzazioni della società civile siriana e internazionale siano pienamente associati a questi sforzi. L'Ue continua a sostenere il popolo siriano nel suo cammino verso la pace, la stabilità e la giustizia".
Manifestanti a Khan Younis: "Basta guerra e ritiro di Hamas"
Centinaia di residenti di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, stanno manifestando in diverse località dove sono stati sfollati per chiedere la fine della guerra e il ritiro di Hamas dalla Striscia. Le immagini sono state postate dai manifestanti sui social.
Natalia Ginzburg al centro di un dibattito a Gerusalemme
Natalia Ginzburg, una delle voci più significative della prosa del XX secolo e tra le autrici italiane più apprezzate dal pubblico israeliano, sarà al centro di un incontro co-organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Tel Aviv. L'appuntamento, nell'ambito del Jerusalem International Writers Festival 2025 è per questa sera, alle 20:30. Alla Djanogly Hall di Gerusalemme, la scrittrice Shoham Smit e la traduttrice Shirley Finzi Loew dialogheranno con lo scrittore e traduttore Jonathan Fine sul delicato equilibrio tra emozione e rigore che contraddistingue la prosa di Ginzburg.
Casa Bianca: “Trump vuole la fine delle guerre in Ucraina e Gaza”
"La politica estera di Donald Trump si può riassumere in due parole: America First'". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, sottolineando che il presidente vuole la fine della guerre in Ucraina e Gaza.
Iraniani arrestati per spionaggio, Gb convoca l'ambasciatore
Il governo britannico di Keir Starmer ha annunciato oggi di aver convocato al Foreign Office l'ambasciatore dell'Iran a Londra, Seyed Ali Mousavi, a cui è stata consegnata una nota di protesta in relazione alla vicenda dell'arresto nei giorni scorsi nel Regno Unito di tre cittadini iraniani sospettati di spionaggio. Lo rende noto un comunicato del ministero degli Esteri. I tre sono tuttora in custodia e contro di loro il dipartimento antiterrorismo di Scotland Yard ha formalizzato nel weekend l'accusa d'aver preso di mira giornalisti iraniani anti-governativi e messo a rischio la sicurezza nazionale britannica. Giornalisti rifugiatisi nel Regno e che da Londra animano la pubblicazione di media in lingua farsi sgraditi al potere di Teheran. Gli arrestati - comparsi sabato in tribunale e identificati come Mostafa Sepahvand, di 39 anni, Farhad Javadi Manesh, di 44, e Shapoor Qalehali Khani Noori, di 55 - risultano tutti residenti da tempo nella capitale britannica. Con loro era stata fermata il 3 maggio una quarta persona, che è stata tuttavia poi scagionata. Mentre in un'inchiesta parallela, ma separata, altri 5 uomini di origine iraniana sono pure stati arrestati nel Regno Unito dall'antiterrorismo a inizio maggio, in quanto sospettati d'aver pianificato un imprecisato atto di terrorismo sul suolo britannico: piano che secondo i media avrebbe riguardato la sede dell'ambasciata d'Israele a Londra, ma rispetto al quale non sono emerse finora conferme ufficiali o evidenze concrete, tanto che quattro di questi cinque individui sono stati poi scarcerati nel giro di pochi giorni, seppur rimanendo sotto indagine; e il quinto è stato rimesso in libertà dietro pagamento di una cauzione.
Hamas: "52 vittime negli attacchi dell'Idf oggi a Gaza"
Secondo le autorità di Gaza guidate da Hamas gli attacchi israeliani di oggi hanno ucciso almeno 52 persone. I dati forniti da Hamas non sono verificabili, l'organizzazione fondamentalista non fa distinzione tra miliziani e uomini armati uccisi e civili. Secondo fonti mediche citate dall'agenzia di stampa palestinese Wafa, le vittime oggi sono 28. Intanto l'Idf sta portando avanti una intensa campagna con raid continui in alcune zone di Gaza.
Ben Gvir: "Aiuti finiranno anche a Hamas, un grave errore"
Il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben Gvir ha criticato duramente la decisione del primo ministro Benyamin Netanyahu di riprendere la distribuzione di aiuti umanitari in tutta la Striscia di Gaza, definendola "un grave errore". Durante la riunione del suo partito, ha dichiarato: "Dobbiamo dire la verità all'opinione pubblica israeliana: questi aiuti, che raggiungono tutta la Striscia, finiranno anche nelle mani di Hamas". Ben Gvir ha accusato il governo di aver evitato un voto sulla questione perché "sapevano che avevo la maggioranza per ribaltarlo". Ha ribadito la sua opposizione all'invio di aiuti negli ultimi mesi e ha affermato che è necessario spiegare al presidente degli Stati Uniti Donald Trump che questi aiuti "mettono a rischio la vita dei nostri soldati" e "danno ossigeno ai nostri nemici".
Idf: "Evacuare Khan Younis prima di raid senza precedenti"
Le forze armate israeliano hanno emesso un ordine di evacuazione immediata per i residenti di diverse aree nel nord di Gaza, tra cui Khan Yunis, Abasan al-Kabira e Bani Suheila, prima di lanciare "un attacco senza precedenti per eliminare le capacità dei gruppi terroristici in quest'area". Il portavoce dell'Idf, Avichay Adraee, ha esortato i residenti a trasferirsi a ovest verso la zona di al-Mawasi e ha designato l'intero governatorato di Khan Yunis come "zona di combattimento pericolosa". L'esercito israeliano non opera in modo estensivo sul terreno a Khan Younis dall'aprile 2024.
Axios: "Vance non va in Israele per offensiva a Gaza"
Il vice presidente americano J.D. Vance aveva preso in considerazione l'idea di recarsi in Israele dopo la tappa a Roma per l'insediamento di Leone XIV, ma ha deciso di non farlo a causa dell'espansione dell'operazione militare israeliana a Gaza. Lo ha riferito Axios, citando un alto funzionario statunitense. L'intenzione è evitare che sembri che l'amministrazione Trump approvi la decisione israeliana di lanciare un'operazione su larga scala in un momento in cui gli Usa stanno spingendo per un accordo sul cessate il fuoco e la liberazione di ostaggi. D'altra parte, il vice presidente non ha voluto fare una campagna di pressione pubblica su Israele e ha citato ragioni "logistiche". Il premier israeliano Benjamin Netanyahu continua a rifiutarsi di firmare qualsiasi intesa che ponga fine alla guerra e ha mostrato poca flessibilità nei negoziati, nonostante gli sforzi dell'inviato speciale Usa Steve Witkoff. Domenica scorsa, le forze armate israeliane hanno lanciato la nuova offensiva 'Carri di Gedeone' che prevede il trasferimento della popolazione palestinese in una "zona umanitaria" a Gaza e la distruzione di gran parte della Striscia.
Sa'ar: "Aiuti a Gaza per garantire sostegno a guerra contro Hamas"
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha difeso la ripresa dell'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, affermando che si tratta di una misura necessaria per preservare la legittimità internazionale e garantire il continuo appoggio degli alleati alla guerra contro Hamas. Lo ha dichiarato durante un incontro con l'organizzazione filo-israeliana StandWithUs, sottolineando che Israele resta impegnato nei suoi due obiettivi principali: smantellare Hamas e liberare tutti gli ostaggi. Gli aiuti - ha precisato - comprendono latte in polvere, farina e forniture mediche, e sono destinati esclusivamente ai civili. "Dobbiamo assicurarci di condurre questa guerra in un modo che possa essere sostenuto dai nostri amici", ha affermato.
Al-Jazeera: "Almeno 46 morti dall'alba"
Sono almeno 46 i morti in operazioni israeliane effettuate dalle prime ore di oggi nella Striscia di Gaza. Lo riporta la tv satellitare al-Jazeera sulla base di un aggiornamento del ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì in mano a Hamas.
von der Leyen: "Non politicizzare aiuti a Gaza"
"La situazione umanitaria a Gaza è inaccettabile. Da due mesi ormai, nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza. Gli aiuti devono raggiungere immediatamente i civili bisognosi, e il blocco su Gaza deve essere revocato ora, perché l'assistenza umanitaria non deve mai essere politicizzata". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del primo vertice Unione europea-Regno Unito. "Stiamo chiedendo la ripresa del cessate il fuoco e il rilascio immediato degli ostaggi, affinché si possa finalmente raggiungere una fine permanente delle ostilità. Siamo convinti che l'unica soluzione sia quella dei due Stati. Ciò richiede, tra le altre cose, anche un'Autorità palestinese funzionante. Sosteniamo con forza il finanziamento dell'Autorità palestinese. E noi, come Commissione, proporremo un pacchetto pluriennale del valore di 1,6 miliardi di euro per gli anni 2025, 2026 e 2027, per sostenere l'Autorita' palestinese", ha aggiunto.
Ue e Gran Bretagna denunciano: "A Gaza situazione inaccettabile"
La situazione nella Striscia di Gaza, in seguito alla nuova offensiva israeliana, è "inaccettabile e intollerabile": lo ha detto il premier britannico Keir Starmer a margine del vertice odierno di oggi con l'Ue, pur glissando sulla domanda di Sky News Uk sulle crescenti accuse di "genocidio" verso i leader d'Israele. Starmer e la presidente della commissione Ursula von der Leyen hanno entrambi rilanciato l'appello per un cessate il fuoco e, insieme, per il rilascio degli ostaggi israeliani rimasti nelle mani di Hamas. Von der Leyen ha poi ribadito che quella dei "due Stati resta l'unica soluzione" alla questione israelo-palestinese.
Verdi Ue: "Sanzionare Israele, a Gaza crimini contro umanità"
"L'Ue metta in campo sanzioni contro il governo israeliano senza ritardi". Lo chiedono il partito dei Verdi europei in una nota. "La guerra, l'uso della fame come arma di guerra, i bombardamenti incessanti, la deliberata presa di mira dei civili e la sistematica distruzione di infrastrutture vitali costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu deve essere chiamato a rispondere di quelli che sono crimini di guerra e crimini contro l'umanità", sottolinea il co-presidente del partito, Ciaran Cuffe.
Tedros (Oms): "2 milioni stanno morendo di fame a Gaza"
Due milioni di persone stanno "morindo di fame" a Gaza. E' l'allarme lanciato dal direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha sottolineato come l'Oms e altre agenzie Onu sono pronte a inviare aiuti nella Striscia se e quando sarà loro consentito l'ingresso. "A due mesi dall'ultimo blocco, due milioni di persone muoiono di fame", mentre 160.000 tonnellate di cibo "sono bloccate al confine a pochi minuti di distanza", ha affermato Tedros aprendo l'Assemblea mondiale dell'Oms. L'intensificarsi delle ostilita', gli ordini di evacuazione, la riduzione dello spazio umanitario e il blocco degli aiuti a Gaza stanno "causando un afflusso di vittime in un sistema sanitario già in ginocchio". "Le persone muoiono per malattie prevenibili mentre i farmaci attendono al confine, gli attacchi agli ospedali negano le cure e le dissuadono dal cercarle", ha aggiunto. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che permetterà nuovamente l'ingresso di aiuti per "ragioni diplomatiche", nella convinzione che affamare Gaza non serva agli interessi di Israele.
Onu in trattativa con Israele per ripresa consegna aiuti
L'Agenzia delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha reso noto di essere ''in trattative'' con le autorità israeliane per la ripresa della consegna di aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza. "Stiamo discutendo con loro su come ciò avverrà, date le condizioni sul campo", si legge in una nota dell'Ocha.
Arrivata in Israele compagnia Usa che distribuirà cibo a Gaza
Membri della compagnia di sicurezza americana che garantirà la distribuzione di cibo nella Striscia di Gaza sono arrivati in Israele, si prevede che inizieranno a organizzare l'avvio del meccanismo di assistenza la prossima settimana. Lo riferiscono i notiziari israeliani. Nella Striscia di Gaza saranno istituiti quattro centri di distribuzione alimentare e l'Idf proteggerà il perimetro delle strutture. La società di sicurezza americana provvederà personalmente alla sicurezza delle strutture dall'interno dove saranno attivati ;;sistemi di riconoscimento facciale che consentiranno il controllo e il monitoraggio. I pacchi di aiuti verranno consegnati solo a coloro che sono autorizzati, per ridurre le possibilità che finiscano nelle mani di Hamas. La scorsa settimana Israele ha autorizzato il 'Gaza Relief Fund', istituito su iniziativa del governo americano, ad avviare le sue attività nella Striscia entro la fine di maggio. L'organizzazione, annunciata dall'inviato speciale del presidente Trump per il Medio Oriente Steve Witkoff, gestirà un sistema di distribuzione di aiuti umanitari su una scala senza precedenti. Witkoff ieri ha descritto come sarà strutturato il meccanismo di distribuzione del cibo: "Ci saranno cucine mobili. Gli israeliani ci hanno fatto sapere che permetteranno l'ingresso di molti altri camion, ma è logisticamente complicato e le condizioni sul campo sono pericolose. Non vogliamo assistere a una crisi umanitaria e non permetteremo che accada sotto la supervisione del presidente Trump". Il Coordinatore israeliano delle attività governative nei territori (Cogat) ha avviato i colloqui con l'organizzazione umanitaria sulla ripresa degli aiuti. Secondo il piano, la distribuzione avverrà in un'area nel nord di Gaza e un'altra a sud, arriveranno circa 20 camion di cibo al giorno.
Brigate Qassam: "Uccisi e feriti soldati israeliani a Beit Lahiya"
L'ala armata di Hamas ha comunicato che i suoi combattenti hanno "portato a termine un complesso agguato" nella zona di Atatra di Beit Lahiya, nel nord di Gaza, venerdì scorso. Secondo una dichiarazione pubblicata oggi su Telegram, le Brigate Qassam hanno colpito tre veicoli israeliani con due ordigni esplosivi e un razzo e "hanno attaccato un'altra forza sionista con armi leggere e granate a mano, uccidendo e ferendo diversi suoi membri".
Idf, distrutto un tunnel usato dai miliziani per attacchi
L'Idf ha annunciato che le truppe hanno operato nel corridoio Morag, tra Khan Younis e Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dove è stato distrutto un tunnel dove si sono nascosti i terroristi che hanno attivato l'esplosivo costato la vita a due soldati, Noam Ravid e Yahli Sharur, e il ferimento di altri due militari. Dopo l'attacco, i terroristi sono scappati attraverso un cunicolo verso un tunnel lungo centinaia di metri. Le truppe hanno individuato il percorso e lo hanno demolito. Durante l'operazione, ha detto il portavoce dell'esercito, è stato eliminato un gruppo di terroristi che si nascondeva nel tunnel.
Tajani sente Sa'ar: "Confermata riapertura valichi Gaza"
Dopo il contatto di ieri sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha avuto stamane un nuovo colloquio telefonico con il collega israeliano Gideon Sa'ar. Il ministro italiano ha chiesto maggiori dettagli sulla decisione del governo israeliano di riaprire i corridoi per fare entrare aiuti umanitari (alimentari e sanitari) a Gaza. Il ministro Sa'ar ha confermato l'intenzione di riaprire i valichi. E' quanto si legge in una nota della Farnesina. L'Italia attende da settimane che i suoi aiuti, affidati innanzitutto al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, possano rientrare nella Striscia ed essere distribuiti alla popolazione locale. Il ministro Tajani ha confermato che l'Italia conta sulla collaborazione del governo di Gerusalemme per rilanciare immediatamente il progetto umanitario 'Food for Gaza'.
Onu, Israele ha chiesto di riprendere aiuti umanitari a Gaza
L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha dichiarato che Israele ha chiesto di riprendere, seppur in misura limitata, le consegne di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Lo riferisce l'Onu in una nota diffusa oggi, spiegando di essere "stata contattata dalle autorità israeliane per riprendere la distribuzione di aiuti limitati" e che sono in corso colloqui sulle modalità, "date le condizioni sul campo". Intanto, una fonte militare israeliana ha dichiarato ad Haaretz che, nonostante varie segnalazioni, al momento nessun camion di aiuti è entrato a Gaza.
Herzog sostiene ripresa aiuti: "Il nemico non ci disumanizzi"
Il presidente israeliano Isaac Herzog esprime il suo sostegno alla decisione del governo di consentire la ripresa degli aiuti umanitari a Gaza, definendola "necessaria per il mantenimento delle condizioni umane fondamentali" nella Striscia. "Questo passo è vitale affinché Israele possa mantenere le sue capacità militari, operare in conformità con il diritto internazionale umanitario e, soprattutto, affinché noi possiamo mantenere la nostra umanità in questa tragedia", ha affermato intervenendo all'assemblea plenaria del Congresso Ebraico Mondiale a Gerusalemme, citato dal Times of Israel. Riconoscendo la brutalità della guerra, Herzog condanna Hamas come un "nemico crudele e sinistro", responsabile di "torturare vite innocenti" e di aver commesso numerose atrocità. "Siamo migliori. Non permetteremo al nostro nemico di disumanizzarci. Dobbiamo essere migliori. Saremo sempre guidati dalla nostra umanità", ha sottolineato.
Oms: "A Gaza 2 milioni di persone muoiono di fame"
"A Gaza, a due mesi dall'inizio dell'ultimo blocco, due milioni di persone muoiono di fame, mentre 116mila tonnellate di cibo sono bloccate al confine, a pochi minuti di distanza". Il segretario generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, interviene così sulla crisi in Medio Oriente durante la presentazione del suo rapporto sul 2024 in occasione della 78° Assemblea mondiale della sanità in corso a Ginevra.
Procaccini:per Ue difficile intervenire
Ripresa aiuti a Gaza, Netanyahu: carestia non ci è utile per la vittoria
Idf avvisa residenti Khan Yunis: offensiva senza precedenti
Il portavoce dell'Idf in lingua araba ha pubblicato un avviso urgente di evacuazione rivolto ai residenti di Khan Yunis, Bani Suheila e Abasan nella Striscia di Gaza. "L'Idf lancerà un'offensiva senza precedenti per distruggere le capacità delle organizzazioni terroristiche in quest'area. Occorre evacuare immediatamente verso ovest, nella zona di al-Mawasi", si legge nel comunicato, "a partire da ora, l'intera area di Khan Yunis è considerata zona di combattimento pericolosa".
Ue: no al piano d'Israele di privatizzare gli aiuti a Gaza
"Gli aiuti umanitari si basano sui princìpi, devono essere imparziali, neutrali e indipendenti. Oggi questo è in gioco con, tra l'altro, una proposta sul tavolo avanzata da Israele e sostenuta dagli Stati Uniti. Non accetteremo un altro sistema. Siamo pronti a rimodellare, a ripensare il sistema umanitario ma sulla base di principi e valori". Lo ha detto la commissaria europea per la gestione delle Crisi, Hadja Lahbib, intervenendo al Forum umanitario europeo 2025 a Bruxelles.
Pizzaballa: pace lontana ma il Papa verrà in Israele
"La situazione a Gaza resta drammatica, l'operazione militare è cominciata. La fame c'è e si sente, il Papa l'ha detto con parole chiare, ed è molto difficile, oggi, vedere una via di uscita". Così il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme in una intervista al Messaggero, nella quale si diceconvinto che il Papa andra' "prima o poi" in Israele. "Dobbiamo preparare bene creare la visita, creare le condizioni, che forse oggi, per come stanno le cose, non ci sono".
Netanyahu: "Prenderemo tutta Gaza ma non arrivare a carestia"
"Per completare la vittoria, sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi, non dobbiamo arrivare a una situazione di carestia, né dal punto di vista pratico, né da quello diplomatico. Semplicemente, non ci sosterrebbero". Lo dice il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un video. "Abbiamo intenzione di prendere il controllo di tutta la Striscia di Gaza, è quello che faremo", la decisione di far entrare aiuti umanitari nella Striscia è stata presa perché "ci stiamo rapidamente avvicinando alla linea rossa, a una situazione in cui potremmo perdere il controllo, e allora tutto crollerebbe", ha spiegato.
Netanyahu: affamare Gaza non ci serve, ok aiuti
Affamare Gaza non fa gli interessi di Israele, perché rischia di provocare una situazione incontrollabile. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha spiegato in un video la decisione di permettere di nuovo l'ingresso di aiuti nella Striscia dopo un blocco di oltre due mesi che ha portato allo stremo la popolazione palestinese. "Per completare la vittoria, sconfiggere Hamas e liberare i nostri ostaggi, non dobbiamo raggiungere uno stato di fame: sia dal punto di vista pratico che da quello politico, semplicemente non ci sosterranno", ha affermato il leader israeliano.
Ankara condanna l'operazione terrestre dell'Idf a Gaza
"In un momento in cui i negoziati sono in corso, l'estesa operazione terrestre israeliana a Gaza mina ogni tentativo di raggiungere la pace e la stabilità": lo ha dichiarato il ministero degli Esteri di Ankara in un comunicato, secondo cui gli attacchi contro la Striscia dimostrano che "Israele non intende raggiungere una pace duratura". Ribadendo l'appello per il cessate il fuoco e l'invio di aiuti umanitari a Gaza, il ministero sottolinea come sia "di fondamentale importanza che la comunità internazionale adotti misure efficaci e decisive contro Israele per garantire la pace e la sicurezza nella regione".
Hamas: "Sale a 22 il bilancio dei morti a Gaza"
E' aumentato a 22 il bilancio dei palestinesi uccisi nei raid israeliani di questa mattina sulla Striscia di Gaza, ha detto alla Afp il portavoce della Protezione civile gestita da Hamas, Mahmoud Bassal. "Il bilancio delle vittime è di 22", ha affermato Bassal. "L'esercito di occupazione israeliano ha effettuato questa mattina una serie di violenti attacchi aerei a Khan Younis, in particolare nei pressi dell'ospedale Nasser", si legge in un comunicato stampa della Protezione civile.
Rafah, Grimaldi: "Pressione internazionale, fermiamo le bombe"
"La pressione internazionale si fa sentire, con piazze gremite da Istanbul a Londra, dall'Algeria a New York, passando per Torino, Milano, Roma e fino al valico di Rafah. La mobilitazione ha dato una scossa significativa. Siamo qui, testimoni diretti, mentre la macchina degli aiuti cerca di capire fino a che punto le dichiarazioni del governo israeliano permetteranno di far passare soccorsi e umanità in una situazione disperata. Facciamo appello all'Unione Europea affinché i suoi stessi frigoriferi per i vaccini, le ambulanze bloccate e tutto ciò che è fermo da mesi ai valichi possano finalmente entrare. Non c'è più tempo: Gaza sta morendo sotto i nostri occhi. È il momento di un vero cessate il fuoco. Fermiamo il piano di annessione di Netanyahu. La seconda superpotenza al mondo , la società civile per la pace, la pressione internazionale sta riaprendo porte dell'inferno, fermiamo le bombe e piano diabolico di annessione di Israele". Così Marco Grimaldi, vicepresidente di Avs alla Camera, che si trova a Rafah con la Carovana per Gaza.
Al-Jazeera: "23 palestinesi uccisi a Gaza in raid Idf dall'alba"
Sono almeno 23 i palestinesi che sono stati uccisi dall'alba di oggi nei raid aerei condotti dalle forze armate israeliane sulla Striscia di Gaza. Lo riferisce l'emittente al-Jazeera spiegando che nei raid dell'Idf è stato colpito anche l'ospedale Nasser a Khan Yunis. Cinque sono le persone che hanno perso la vita in un raid aereo dell'Idf che ha colpito sfollati vicino al mercato di Al-Faluja, nel campo profughi di Jabalia.
Le Idf estendono l'operazione militare nella Striscia di Gaza
Le Forze di difesa israeliane hanno annunciato ieri l'avvio di un'ampia operazione nella Striscia di Gaza denominata "Gideon Chariots", con l'obiettivo di fare pressione su Hamas affinché rilasci i restanti 58 ostaggi israeliani ancora tenuti prigionieri.
©Ansa
Grimaldi al valico di Rafah: "Gaza sta morendo, serve vero cessate il fuoco"
“La pressione internazionale si fa sentire, con piazze gremite da Istanbul a Londra, dall’Algeria a New York, passando per Torino, Milano, Roma e fino al valico di Rafah. La mobilitazione ha dato una scossa significativa. Siamo qui, testimoni diretti, mentre la macchina degli aiuti cerca di capire fino a che punto le dichiarazioni del Governo israeliano permetteranno di far passare soccorsi e umanità in una situazione disperata. Facciamo appello all’Unione europea affinché i suoi stessi frigoriferi per i vaccini, le ambulanze bloccate e tutto ciò che è fermo da mesi ai valichi possano finalmente entrare. Non c’è più tempo: Gaza sta morendo sotto i nostri occhi. È il momento di un vero cessate il fuoco. Fermiamo il piano di annessione di Netanyahu". Lo afferma Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Avs alla Camera, che si trova a Rafah con la Carovana per Gaza.
"La seconda superpotenza al mondo, la società civile per la pace, la pressione internazionale -aggiunge- sta riaprendo porte dell'inferno, fermiamo le bombe e piano diabolico di annessione di Israele".
Cardinale Pizzaballa: "Tregua lontana, ma il Papa visiterà Israele"
"La situazione a Gaza resta drammatica, l'operazione militare è cominciata. La fame c'è e si sente, il Papa l'ha detto con parole chiare, ed è molto difficile, oggi, vedere una via di uscita". Lo dice in un'intarvista al Messaggero il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme. "Noi - aggiunge - ci auguriamo sempre che i negoziati possano portare almeno a un cessate il fuoco temporaneo che dia un po' di respiro alla popolazione, ma è molto difficile capire se, come e quando". Herzog ha invitato il Papa in Israele: "Io credo che il Papa prima o poi verrà in Israele. Dobbiamo preparare bene la visita, creare le condizioni, che forse oggi, per come stanno le cose, non ci sono. La pace non la avremo presto. Serve però che ci sia una situazione di maggiore serenità che in questo momento non c'è. Abbiamo necessità di fermare la guerra. Ma lasciamo respirare un po' il Papa. Prima o poi, questa visita ci sarà". "San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi dice in maniera molto chiara: vi è stato affidato il ministero della riconciliazione. La pace è l'opera per la quale la comunità cristiana deve lavorare. I problemi non mancheranno mai in Medio Oriente, non dobbiamo lasciarci spaventare troppo da queste situazioni. C'è anche tanto bene, c'è anche tanto desiderio di collaborare e conoscersi, e la Chiesa ha la missione primaria di promuovere la riconciliazione".
Lahbib: "A Gaza persa la bussola, ci giudicherà la Storia"
"A Gaza stiamo perdendo la bussola, ma dobbiamo difendere i nostri princìpi con le unghie e con i denti perché sarà la Storia a giudicarci". Lo dice in un'intervista alla Stampa Hadja Lahbib, commissaria europea alla gestione delle crisi. Nella Striscia, dice, sono in corso "chiare violazioni del diritto internazionale umanitario che devono finire". "Il problema non è solo il calo dei fondi - spiega - Gli aiuti non arrivano a chi ne ha bisogno perché alcuni Paesi lo ostacolano. È necessario sviluppare una diplomazia umanitaria perché qui sono in gioco alcuni princìpi come quelli della neutralità, dell'imparzialità e dell'indipendenza dell'assistenza umanitaria. Ciò che succede a Gaza è veramente un caso di coscienza perché la soluzione è lì, sotto gli occhi di tutti. Ci sono camion pieni di cibo, con il cibo che sta marcendo, da un lato della frontiera, mentre dall'altro ci sono bambini, donne, esseri umani che muoiono di fame. Sono due mesi che non entra più nessun aiuto, nemmeno l'acqua potabile. Tutti gli aiuti umanitari sono bloccati". "Servirebbe innanzitutto un cessate il fuoco per iniziare a rilanciare i negoziati e ottenere la liberazione degli ostaggi. Che passa sempre per l'intermediazione degli operatori umanitari. Oggi questa neutralità è messa in questione da Israele che propone una privatizzazione del sistema di distribuzione degli aiuti, magari con il sostegno dell'esercito. Questo sistema sarebbe in totale contravvenzione dei princìpi elementari sui quali ci basiamo in quanto democrazie, in quanto membri dell'Onu che riconoscono la convenzione di Ginevra. È questo che è in pericolo".
Media: "Soldati Idf vestiti da donna uccidono leader militare Jihad islamica"
Nove soldati israeliani vestiti in abiti femminili hanno fatto irruzione nella casa del comandante delle brigate Nasser Saladin, braccio armato della Jihad islamica palestinese Ahmed Sarhan a Khan Yunis, e lo hanno ucciso. Lo scrivono i media palestinesi aggiungendo che la moglie e i figli di Sarhan sono stati arrestati. Secondo la ricostruzione, i soldati israeliani avrebbero voluto catturare Sarhan, ma lo hanno ucciso a colpi d'arma da fuoco dopo che il miliziano ha opposto resistenza.
Un funzionario della sicurezza israeliana citato a condizione di anonimato da Haaretz ha affermato che l'operazione a Khan Yunis non era collegata ai piani di liberazione degli ostaggi, ma ha rifiutato di rilasciare ulteriori dichiarazioni.
Media: "Bombe Idf su Gaza, almeno 17 morti questa mattina"
Almeno 17 palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani a Gaza dalle prime ore di questa mattina, riportano fonti mediche citate da Al Jazeera. Il bilancio include sei persone uccise in un bombardamento dell'Idf su Khan Younis, nel sud di Gaza.
Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi sono in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova. GLI EX OSTAGGI
Netanyahu: "A Gaza otterremo una vittoria completa"
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che la nuova offensiva terrestre dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza raggiungerà "pienamente" l'obiettivo della "vittoria", sconfiggendo Hamas e garantendo il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani nell'enclave palestinese. In un videomessaggio, Netanyahu ha affermato che la nuova offensiva, "I carri di Gedeone", mira anche ad avvertire l'Iran che Israele la sta "osservando". "Abbiamo lanciato una massiccia campagna contro Hamas, i 'carri di Gedeone'. Le Forze di Difesa Israeliane stanno avanzando in forze nella Striscia di Gaza con un duplice obiettivo: la sconfitta di Hamas e il recupero dei nostri ostaggi. Sono due obiettivi interconnessi e li raggiungeremo entrambi", ha affermato il Primo Ministro. "Completeremo la vittoria che ci eravamo prefissati nella Striscia di Gaza, la otterremo completamente", ha affermato, riferendosi alla distruzione di Hamas e alla liberazione degli ostaggi.