Conclave, oggi ripartono i lavori delle Congregazioni generali. I nodi da sciogliere
MondoIntroduzione
Dopo il funerale di Papa Francesco, celebrato sabato, e i giorni di lutto, preghiera e riflessione, oggi alle 9 riprendono i lavori delle Congregazioni generali con cui entra nel vivo la fase pre-Conclave. Finora se ne sono tenute quattro, con un massimo, venerdì alla quarta, di 149 cardinali partecipanti (sul totale di 252 tra elettori e ultraottantenni, tutti invitati). Da oggi tutte le questioni che riguardano sia la vita della Chiesa nel mondo sia gli aspetti procedurali e di preparazione vera e propria del Conclave (TUTTI I NUMERI) dovranno essere affrontate in maniera stringente.
Quello che devi sapere
Il caso Becciu
- Tra i nodi da sciogliere in fretta, quello che riguarda il cardinale Angelo Becciu, che pretende di essere ammesso al Conclave nonostante il Papa nel settembre 2020 lo avesse privato dei "diritti connessi al cardinalato". Per risolvere la questione, che rischia di condizionare gravemente l'elezione del prossimo Papa, è stato proposto in Congregazione di istituire un'apposita commissione, formata da cinque porpore compreso lo stesso Becciu. È da vedere quindi se la questione andrà avanti e se si riuscirà a trovare un accordo risolutivo.
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Un modo per conoscersi
- Le Congregazioni sono anche e soprattutto la sede decisiva per una maggiore conoscenza tra i cardinali, molti dei quali ignoti ai più e provenienti da sedi remote, per individuare linee comuni e figure capaci di catalizzare consensi, eventualmente stringere alleanze che possano avere un peso in sede di voto, subito dopo l'"extra omnes" che dichiara l'inizio del Conclave.
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Il calendario
- Le congregazioni continueranno quindi da oggi ogni mattina, mentre nel pomeriggio nella Basilica vaticana si celebreranno le messe dei "novendiali", cioè i nove giorni di lutto iniziati sabato con la messa esequiale del cardinale decano Giovanni Battista Re e continuati ieri con l'altra presieduta dal cardinale Pietro Parolin. Le messe dei "novendiali" si esauriranno domenica 4 maggio. Dopo di che, da lunedì 5, forse più probabilmente da martedì 6 se i preparativi saranno conclusi, si potrà entrare in Sistina e procedere alle votazioni.
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Quanto durerà il Conclave?
- Quello che si sta preparando per eleggere il successore di Francesco "non sarà un Conclave lungo". A dirlo è stato una voce autorevole come quella del cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga - la diocesi che fu di Joseph Ratzinger -, rappresentante di un episcopato cruciale e allo stesso tempo 'avanzato' come quello tedesco, di cui è stato anche presidente.
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La previsione del cardinale Marx
- Il Conclave "durerà pochi giorni", ha assicurato Marx in un incontro con la stampa a Roma, poco dopo le esequie e la sepoltura di papa Bergoglio. Per Marx, uno dei tre cardinali tedeschi che voteranno nella Sistina, e già stretto collaboratore di Francesco come membro del 'Collegio dei cardinali' e coordinatore del Consiglio per l'Economia, il futuro Papa deve essere comunicativo e deve "mettere al centro la credibilità del Vangelo". In altre parole, una sorta di 'continuatore' del Pontefice scomparso. Alla domanda se si può aspettare un Papa italiano, il cardinale Marx risponde: "Tutto è aperto. Non è una questione di lingua, Paese o cultura. C'entra la persona. Non è neanche una questione che sia conservatore o progressista. È una questione di credibilità e di dialogo". "Il nuovo Papa - conclude il porporato tedesco - deve aver chiara l'importanza del Vangelo in tutto il mondo. Deve avere una visione universale”.
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Gli arrivi dei cardinali
- Le sue parole possono trovare condivisione in ampie fasce dei 135 'elettori' (o meglio 134 per il forfait del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera per motivi di salute) che stanno pian piano confluendo a Roma da tutto il mondo. La maggior parte dei cardinali elettori deve ancora arrivare. Il cardinale di Sarajevo Vinko Puljic, dato finora assente, sarà della partita.
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I numeri
- Questo Conclave è anche il più affollato della storia: con gli attuali 135 elettori, Francesco ha voluto tenersi ben oltre la soglia di 120 fissata prima da Paolo VI e confermata da Giovanni Paolo II. Di molti di coloro che si riuniranno per il voto in Sistina non si conoscono bene gli orientamenti, a malapena l'idea di Chiesa e del mondo, scarse le testimonianze che possano far intuire preferenze o disponibilità ad alleanze. L'unico vero collante, che però non risulterà determinante, è che su 135 (o 134) votanti, ben 108 sono stati nominati da Bergoglio, quindi l'80% per cento, cui si aggiungono i 22 nominati da Benedetto XVI (ma saranno non più di 21 per l'assenza di Canizares) e cinque da Giovanni Paolo II.
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Le correnti
- In un Conclave che è lo specchio di una Chiesa decentrata, globale, "in uscita" nelle "periferie geografiche ed esistenziali" come la voleva Francesco, determinanti saranno le "fraterne conversazioni" tra una congregazione e l'altra, o interventi in aula che abbiano del carismatico e siano capaci di coalizzare sensibilità anche diversi: resta nella memoria quello nel pre-Conclave del 2013 in cui l'allora arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio suscitò emozione ed entusiasmo parlando del fatto che "finora abbiamo chiuso Gesù dentro le chiese, dobbiamo aprirgli le porte, farlo uscire nel mondo”.
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Affinità e sintonie
- Il fatto di essere stati nominati da Bergoglio, tra i cardinali certifica forse un'affinità ma non certo una sintonia su tutti i temi ecclesiali, e la Chiesa 'sinodale' promossa da Francesco ha nel suo Dna proprio l'ascolto reciproco e il confronto, anche franco. La disponibilità a confluire in "cordate", poi, è ancora tutta da testare, come anche - se ancora hanno significato questi termini - dividersi tra fronti di "progressisti" e "conservatori".
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