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Consiglio europeo, leader divisi su finanziamenti per la difesa. Sostegno Kiev senza Orban

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Consiglio Ue: sostegno
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Consiglio Ue: sostegno "incrollabile" all'Ucraina
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Leader riuniti a Bruxelles oggi e domani. In discussione le prossime mosse sul conflitto in Ucraina, su cui l'Ue mantiene l'approccio "pace attraverso la forza" e il settore della Difesa, per cui Roma appoggia l'utilizzo dei fondi InvestEu. In discussione anche il piano Kallas e la questione mediorientale

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Leader dell’Ue riuniti a Bruxelles per il Consiglio europeo che è iniziato oggi e finirà domani, 21 marzo. Nel primo giorno di vertice sono state adottate le conclusioni su competitività, migrazioni e difesa. Fonti europee fanno sapere che le conclusioni sul conflitto fra Kiev e Mosca sono state adottate a 26, secondo la stessa modalità del consiglio straordinario di due settimane fa, aggirando il veto di Budapest. "È stata condivisa l'opinione che al momento non siano in corso veri e propri negoziati", assicura un alto funzionario europeo. I leader si sono anche confrontati "sui modi migliori per influenzare" questo processo e hanno condiviso un "forte accordo", come risulta dalle conclusioni a 26, sulla necessità di "continuare a sostenere l'Ucraina politicamente e militarmente". Intanto da Mosca il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, attacca: "L'Europa si è messa a militarizzarsi e si è piuttosto trasformata in un partito di guerra, il che è chiaramente dissonante con l'umore dei presidenti di Russia e Usa di avviare una soluzione pacifica".

L'Ue per la "pace attraverso la forza", ancora aiuti a Kiev

"L'Unione Europea mantiene il suo approccio di 'pace attraverso la forza', che richiede all'Ucraina di essere nella posizione più forte possibile, con le sue solide capacità militari e di difesa come componente essenziale", affermano i leader Ue nelle conclusioni a 26. "In linea con questo approccio, l'Ue rimane impegnata, in coordinamento con i partner e gli alleati che condividono lo stesso approccio, a fornire un ulteriore sostegno globale all'Ucraina e al suo popolo, nell'esercizio del suo diritto intrinseco all'autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia".

Zelensky: "Non allentate la pressione sulla Russia"

Al summit è intervenuto anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha chiesto "di non allentare la pressione sulla Russia a causa della guerra", richiamando l'importanza delle sanzioni: "Dovranno restare in vigore finché la Russia non inizierà a ritirare le sue truppe dal nostro territorio e non risarcirà integralmente i danni causati dalla sua aggressione. 

Lo sguardo rivolto agli Stati Uniti

L'intenzione dei vertici Ue è quella di dare all'esterno e all'interno del continente un duplice messaggio: la telefonata tra Trump e Putin può essere un primo passo ma, al tempo stesso, l'Ue resterà "ferma nel sostegno a Kiev". Perché di Putin l'Ue non si fida. E la corsa al riarmo affonda le sue radici anche in questa convinzione. 

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Meloni: "Per Difesa puntare su risorse Ue"

Nelle conclusioni del Consiglio europeo, nella parte dedicata alla competitività, si fa riferimento anche alla proposta italiana legata all'uso del programma "InvestEu per il piano della Difesa", rivendica la premier Giorgia Meloni. "Abbiamo chiesto di aggiungere al lavoro che è stato fatto, che carica tutto l'impegno sulla difesa sul bilancio degli stati nazionali, un'iniziativa che potesse mettere garanzie europee sugli investimenti privati. Questa proposta, questa iniziativa attualmente prevista nelle conclusioni del Consiglio", ha aggiunto.

Il pacchetto difesa

I 27 invitano "ad accelerare i lavori su tutti i fronti per aumentare in modo decisivo la prontezza di difesa dell'Europa entro i prossimi cinque anni" e chiedono "al Consiglio e ai co-legislatori di portare avanti rapidamente i lavori sulle recenti proposte della Commissione", avviando "con urgenza l'attuazione delle azioni individuate" nello scorso vertice del 6 marzo e proseguendo “sulle relative opzioni di finanziamento". La formulazione è sufficientemente ampia per permettere alle capitali di non inciampare al primo valzer.  

La roadmap per la difesa

 La roadmap prevede di chiudere al Consiglio Europeo di giugno, fissato in calendario subito dopo il summit della Nato in Olanda, dove gli alleati saranno chiamati ad aumentare i target di spesa - si parla di almeno il 3% - sotto l'impulso energico di Donald Trump. Ma alcune tappe previste dal ReArm Europe (ad esempio l'attivazione delle deroghe al Patto di stabilità sulle spese in sicurezza) dovrebbero avvenire ben prima. Al momento non c’è però una lista chiara di chi attiverà la clausola e chi no, solo indizi (la Germania senz'altro, l'Olanda forse no, i Paesi ad alto debito come Italia e Francia sono sul forse).

L'acquisto di armi made in Europe

 L'altro aspetto spinoso è la norma sul 'buy European', fortemente voluto dalla Francia per dare impulso all'industria europea. Pure qui, le posizioni sono articolate, fra chi vorrebbe una catena del valore più aperta, che magari includa anche gli Usa, dopo aver avuto accesso al fondo da 150 miliardi - battezzato Safe - ideato per incoraggiare gli appalti congiunti, specie sui grandi progetti d'interesse collettivo come la difesa aerea, i missili a lungo raggio, gli aerei cargo, il cyber o lo spazio. A cornice generale, il grande tema dei finanziamenti col derby tra favorevoli agli eurobond e i contrari. Ora non c'è nulla sul debito comune ma, si puntualizza, il piano sulla difesa presentato ai leader da Ursula von der Leyen è da intendersi come "un primo passo".

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Il piano Kallas

È in questo quadro che si inserisce il piano dell'alto rappresentante Ue Kaja Kallas, da cui è sparito il principio della proporzionalità dei contributi al suo piano di aiuti militari a Kiev - ora rimodulato a 5 miliardi di euro e dedicato alla munizioni di artiglieria - rispetto all'economia dei Paesi partecipanti, benché su base volontaria. Un punto fragile, hanno spiegato più fonti europee, è che il piano non sembrerebbe neanche essere stato coordinato con la presidente Ursula von der Leyen. Al momento, manca un ampio consenso e il dibattito su Kiev vedrà anche il veto dell'Ungheria. 

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Migrazioni, Meloni: "Lista Ue di Paesi sicuri risolverebbe molte questioni"

Sul capitolo migranti, la premier Meloni ha spiegato che "nelle conclusioni si fa cenno all'ultima lettera di von der Leyen sulle migrazioni, che fa riferimento al nuovo regolamento sui rimpatri che sosteniamo con forza e che tra le altre cose prevede hub nei Paesi terzi per processare le richieste di asilo: qualcosa che l'Italia ha avviato con il protocollo Italia-Albania". E ancor: "C'è la richiesta dell'anticipo della soluzione sul concetto di Paese sicuro e c'è anche l'impegno ad anticipare una lista europea dei Paesi sicuri, che chiaramente risolverebbe molte delle questioni che abbiamo discusso in queste settimane".

La guerra a Gaza: "Deploriamo la rottura del cessate il fuoco"

I leader europei hanno parlato anche di Medio Oriente: nelle bozze delle conclusioni si scagliano contro “la rottura del cessate il fuoco a Gaza, che ha causato un gran numero di vittime civili nei recenti attacchi aerei”, evidenziando come il Consiglio deplori “il rifiuto di Hamas di consegnare gli ostaggi rimasti". Si chiede quindi “un immediato ritorno alla piena attuazione dell'accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi” e si ricorda “l'importanza di un accesso senza ostacoli e di una distribuzione sostenuta di assistenza umanitaria su larga scala all'interno e in tutta Gaza”. La fornitura di elettricità sulla Striscia, anche per gli impianti di desalinizzazione dell'acqua, “devono essere ripresi immediatamente".

La condanna alle violenze in Siria

Le conclusioni del Consiglio condannano poi “le recenti e diffuse violenze contro i civili nella regione costiera della Siria”, esortando “le autorità di transizione a garantire la protezione di tutti i civili e a far sì che gli autori delle violenze siano chiamati a rispondere”. Si sottolinea “l'importanza di una transizione pacifica e inclusiva in Siria, libera da interferenze straniere dannose, e della protezione dei diritti dei siriani di tutte le etnie e religioni senza discriminazioni”. L'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale della Siria all'interno di confini sicuri “dovrebbero essere pienamente rispettate”. I leader Ue applaudono anche alla “fine dell'impasse politica in Libano”.     

Il Patto per gli Oceani

Le conclusioni apprezzano poi "l'intenzione della Commissione di presentare un patto europeo per gli oceani ambizioso, olistico e lungimirante" per "promuovere oceani e mari sani, la sicurezza energetica, la sicurezza marittima, la sicurezza alimentare, la pesca sostenibile e un'economia blu dell'Ue sostenibile e competitiva". 

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Metsola: "Manifesto di Ventotene è un pezzo di storia"

Intanto a Bruxelles è arrivata la polemica sulle parole di Meloni sul Manifesto di Ventotene: "È un pezzo di storia, vi sono le prime tracce dell'idea di un'Europa federale", ha detto la presidente dell'Eurocamera, Roberta Metsola, a margine della sua conferenza stampa. "L'Europa è stata costruita sulle spalle di molti giganti, compresi italiani. Ieri ho discusso con Meloni solo di questioni di oggi, non voglio certo mettere in discussione il suo impegno europeo, quello che posso dire è che che se vediamo al modo in cui l'Europa si è sviluppata l'Italia è sempre stata al centro", ha aggiunto la presidente.

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