Hamas sospenderà i negoziati con Israele tramite mediatori, a meno che Israele non liberi i 602 prigionieri palestinesi in cambio dei sei ostaggi israeliani consegnati nelle scorse ore, come da accordi. Ieri, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele non avrebbe rilasciato i prigionieri finché Hamas non avesse fornito garanzie che avrebbe posto fine alle cerimonie "umilianti" per celebrare il trasferimento degli ostaggi israeliani
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Hamas sospenderà i negoziati con Israele tramite mediatori, a meno che Israele non liberi i 602 prigionieri palestinesi in cambio dei sei ostaggi israeliani consegnati ieri, come da accordo. Ieri, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che Israele non avrebbe rilasciato i prigionieri finché Hamas non avesse fornito garanzie che avrebbe posto fine alle cerimonie "umilianti" per celebrare il trasferimento degli ostaggi israeliani.
La risposta di Hamas: il portavoce, Hazem Qassem, ha fatto sapere che l'organizzazione jihadista è pronta ad accettare la richiesta dei Paesi mediatori "su tutto ciò che riguarda la cerimonia di liberazione degli ostaggi, per porre fine alla crisi e ottenere la liberazione dei detenuti palestinesi".
Approfondimenti:
- Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza
- Tregua Israele-Hamas: ecco chi sono gli ostaggi liberati finora
- Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden
- Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. LE FOTO
- Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas
- Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
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Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia
A fine gennaio i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un'ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. "Chi è arrivato ci dice che manca l'acqua, l'elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento", racconta un palestinese. "Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo", ha affermato Hamas. LE FOTO
Medio Oriente, la situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell'area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato in una puntata di "Numeri", l'approfondimento di Sky TG24. IL PUNTO
Guerra Israele, Iran annuncia terzo attacco missilistico "al momento opportuno"
A dirlo è stato il numero due dei Guardiani della rivoluzione, il generale Ali Fadavi. Nel corso del 2024 Teheran ha già lanciato due offensive, scatenando la reazione dello Stato ebraico. LEGGI L'ARTICOLO
Kallas: "Sostegno al ritorno dei palestinesi, Gaza è loro casa"
"Tutte le parti devono rispettare i termini dell'accordo di cessate il fuoco. La nostra missione al confine di Rafah è un contributo utile e concreto al sostegno del cessate il fuoco sul campo. È stata una notizia positiva il rilascio di altri sei ostaggi sabato, tra cui due persone che erano detenute da più di dieci anni, ma stiamo seguendo da vicino gli sviluppi e non possiamo nascondere la nostra preoccupazione". Lo ha detto l'Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, in conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele. "Per quanto riguarda la Cisgiordania - ha aggiunto - il cessate il fuoco è un'occasione concreta per spezzare il ciclo della violenza. È imperativo che ora si passi alla seconda fase" del cessate il fuoco. "Oggi i ministri hanno sottolineato che non ci può essere altra soluzione che quella dei due Stati. Sosteniamo l'Autorità Palestinese e il suo ritorno a Gaza. Sosteniamo il ritorno di tutti i palestinesi sfollati, Gaza è la loro casa." ha concluso.
Israele: "Piano Trump su Gaza? È la cosa più morale da fare"
"Durante l'incontro, ho spiegato che la libera scelta di ogni persona deve essere rispettata. Quando parliamo di immigrazione, quando parliamo di libera scelta di un individuo, e dall'altra parte uno Stato è pronto ad accettare questi individui, questa è la cosa più morale e umana da fare. Non si tratta di imporre qualcosa o di imporre uno sfollamento". Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, in conferenza stampa, sottolineando come l'inviato Usa in Medio Oriente Steven Witkoff stia seguendo "la stessa linea".
Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. L'APPROFONDIMENTO
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Media: Hamas consegnerà due ostaggi morti a Egitto
Secondo Channel 12, si starebbe concretizzando un accordo in base al quale Hamas trasferirà i corpi di due ostaggi morti in Egitto, mentre Israele rilascerà 301 dei 602 detenuti che avrebbe dovuto scarcerare sabato scorso. Se questa operazione avrà successo, la stessa formula potrebbe essere ripetuta con altri due ostaggi uccisi e i restanti 301 prigionieri dovrebbero essere rilasciati nella prima fase. Passare per l'Egitto significa che probabilmente la cerimonia con le bare di giovedì scorso non si ripeterà. Israele intende verificare l'identità delle salme prima del rilascio dei detenuti.
Israele vuole subito 4 corpi per i 600 detenuti
La conclusione della prima fase dell'accordo di tregua a Gaza si è incagliato sul lugubre scambio di salme tra Shiri Bibas e un'anonima donna palestinese. Oltre che sullo show definito 'abominevole' dall'Onu delle quattro bare nere esposte da Hamas su un palco nella Striscia. Per rappresaglia Israele sabato non ha scarcerato 602 detenuti palestinesi in cambio degli ultimi sei ostaggi vivi rilasciati, ma lunedì ha cercato una soluzione con i Paesi mediatori. Se Hamas restituisce immediatamente altri quattro corpi di rapiti morti, senza organizzare umilianti cerimonie con le bare come ha fatto la settimana scorsa con i corpi della famiglia Bibas e di Oded Lipshitz, i detenuti palestinesi saranno rilasciati. Si tratta di centinaia di condannati a lunghe pene detentive, molti dei quali stanno scontando ergastoli per attacchi terroristici. Hamas non ha ancora risposto ufficialmente, ma due diversi funzionari hanno fornito due versioni contrastanti: il primo, anonimo, ha dichiarato al quotidiano Asharq al Awsat, che i corpi di due ostaggi israeliani potrebbero essere restituiti nelle prossime ore. Mentre un altro funzionario del gruppo fondamentalista, Mahmoud Mardawi, ha smentito la notizia affermando che "non c'è alcun cambiamento nella posizione di Hamas, il nemico deve attuare l'accordo liberando i 600 prigionieri palestinesi".
Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Ci demonizza"
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar fa sapere di accogliere con favore "la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio". LEGGI L'ARTICOLO
L'Ue allenta le sanzioni, sostegno alla nuova Siria
Dopo quasi 14 anni, l'Unione Europea ha deciso di togliere una serie di sanzioni economiche, commerciali e finanziarie alla Siria "per sostenere una transizione politica inclusiva" nel paese, dove l'8 dicembre scorso si è dissolto il regime incarnato da più di mezzo secolo dalla famiglia Assad. Con questa mossa, più volte auspicata dalle nuove autorità siriane, l'Ue afferma di voler contribuire alla "rapida ripresa economica" della Siria, alla "ricostruzione e stabilizzazione" di un paese travolto da una guerra in corso dal 2011. L'allentamento delle sanzioni arriva mentre a Damasco si è aperta la Conferenza del dialogo nazionale, un'iniziativa delle autorità di fatto guidate dall'autoproclamato presidente Ahmad Sharaa (Jolani). L'obiettivo, gettare le basi per la creazione di una commissione incaricata di scrivere la nuova costituzione. Nell'ambito degli sforzi di Sharaa di mostrarsi aperto a una transizione di potere inclusiva, nei giorni scorsi una commissione preparatoria per il dialogo nazionale - formata da 7 membri, cinque dei quali maschi e vicini alla coalizione jihadista che ha preso il potere a dicembre - si è recata in quasi tutti i capoluoghi per incontrare le élite locali.
Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania
"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine".IL PIANO
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. L'ANALISI
Ong, rinvenuta prima fossa comune nella provincia di Damasco
In Siria, paese in guerra dal 2011, è stato oggi segnalato il ritrovamento della prima fossa comune a Damasco. La fossa contiene i resti di decine di persone, tra cui bambini. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria riferisce che nella fossa comune rinvenuta nel quartiere periferico di Sbeine, a sud-est della capitale, sono stati per ora trovati i resti appartenenti a una ventina di persone. Secondo le informazioni disponibili, i resti dei corpi mostrano segni di colpi di arma da fuoco. Alcuni resti indicano che i corpi sono stati parzialmente carbonizzati. Secondo l'Osservatorio, dalla caduta del regime degli Assad, l'8 dicembre scorso, sono state documentate 21 fosse comuni, che ospitano i resti di 1681 vittime, distribuite nelle regioni centrali ,orientali e meridionali: 1.220 corpi in 4 fosse comuni nella regione di Homs; 167 corpi in 4 fosse nella provincia Campagna di Damasco; 137 corpi in 4 fosse nella provincia di Daraa; 106 corpi in 5 fosse a Deir az Zor, tra cui resti di 6 bambini; 31 corpi in 3 fosse nella provincia di Hama; 20 corpi in una fossa comune nella provincia di Damasco.
Il Papa ha chiamato nuovamente la parrocchia di Gaza
In serata papa Francesco "ha chiamato il Parroco della Parrocchia di Gaza per esprimere la sua paterna vicinanza", riferisce la Sala stampa vaticana. "Papa Francesco ringrazia tutto il popolo di Dio che in questi giorni si è radunato a pregare per la sua salute", viene aggiunto.
Sa'ar: "Rapporti Ue-Israele non dipendano dal conflitto di Gaza"
"Le relazioni con Israele non devono essere ostaggio del conflitto israelo-palestinese. Siamo sempre aperti all'ascolto e al dialogo, ma nessuno ci costringerà a mettere in pericolo il nostro popolo". Lo ha dichiarato Gideon Sa'ar, ministro degli Esteri di Israele, nella conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele. "L'attacco a Israele da sette fronti diversi dal 7 ottobre e le voci che abbiamo sentito negli ultimi giorni, da Teheran, dallo Yemen, da Beirut e da Gaza, dimostrano che ci sono intenzioni concrete di eliminare Israele", ha aggiunto. "Vogliamo una partnership basata su un dialogo reale e rispettoso, con il tentativo di trovare un terreno comune. L'Islam radicale, il programma nucleare iraniano, il terrorismo, l'odio e l'ostilità verso lo stile di vita occidentale, sono tutte minacce comuni a Israele e all'Europa. Anche se stiamo combattendo in prima linea per la nostra esistenza e ne stiamo pagando il prezzo, stiamo combattendo anche la vostra guerra", ha concluso.
Idf, colpita una postazione di lancio a sud di Gaza
L'Idf riferisce di aver colpito una postazione di lancio nel sud della Striscia da cui oggi è stato sparato un razzo, che è caduto all'interno del territorio. L'esercito aggiunge di aver colpito anche un secondo sito di lancio nella stessa area.

©Ansa
La famiglia Bibas contro Netanyahu sulla diffusione dei dettagli degli omicidi
L'avvocato Dana Fogetz, che rappresenta la famiglia Bibas, ha rivolto un appello affinché si interrompa la diffusione di dettagli sulle circostanze dell'omicidio di Shiri, Ariel e Kfir Bibas. L'appello arriva dopo che il primo ministro Benyamin Netanyahu, durante una cerimonia ufficiale ieri ha rivelato particolari sulle modalità del massacro della famiglia Bibas, dichiarando che i bambini sono stati soffocati a mani nude. La decisione del premier di esporre questi dettagli ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni membri del pubblico che gli hanno voltato le spalle esprimendo la loro protesta. "A nome della famiglia Bibas, ci siamo rivolti a diverse figure istituzionali per chiarire che la decisione di pubblicare qualsiasi informazione sugli orribili crimini commessi è esclusivamente della famiglia. Nessuno deve esercitare pressioni su di loro per sfruttare l'omicidio per presunti fini pubblici", ha dichiarato l'avvocato, aggiungendo che la richiesta è rivolta anche all'opinione pubblica, affinché non partecipi nè contribuisca alla corsa alla diffusione di dettagli dolorosi, invasivi e privati.
Sa'ar: "Cerimonie degli ostaggi da società palestinese avvelenata"
"Abbiamo un difficile e aspro conflitto con i nostri vicini palestinesi: anche dopo aver istituito l'Autorità palestinese, anche dopo il nostro ritiro da Gaza, e nonostante abbiano ricevuto da noi gli unici beni che possiedono, non hanno mai rinunciato alla volontà di eliminare Israele, attraverso il terrorismo e l'incitamento antisemita nella sua forma più estrema. La barbarica brutalità con cui hanno commesso atti di omicidio e stupro il 7 ottobre, così come il trattamento riservato agli ostaggi, come la famiglia Bibas, non è una coincidenza. E' il risultato di un avvelenamento continuo della società palestinese. Lo vediamo ogni volta che organizzano una spregevole cerimonia per il rilascio degli ostaggi. Le relazioni internazionali di Israele non devono essere ostaggio del conflitto israelo-palestinese". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, in conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Israele.
Medio Oriente, Ue: "Unica soluzione i 2 Stati e ritorno degli sfollati a Gaza"
"I ministri oggi hanno sottolineato che non può esserci altra soluzione che quella dei due Stati. Noi sosteniamo l'Autorità nazionale palestinese e il suo ritorno a Gaza. Sosteniamo il ritorno di ogni palestinese sfollato per il quale Gaza è la propria casa. Quando verrà il momento, l'Ue sosterrà anche la ricostruzione di Gaza, insieme agli attori regionali, i palestinesi devono essere in grado di vivere a Gaza allo stesso tempo, Gaza non deve mai più essere un rifugio del terrore". Lo ha dichiarato l'Alta rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, al termine della riunione del Consiglio di associazione Ue-Israele.
Usa, nuove sanzioni contro 16 aziende petrolifere dell'Iran
Il dipartimento di Stato americano ha annunciato nuove sanzioni contro 16 tra aziende e navi assieme a 22 persone per il loro coinvolgimento nell'industria petrolifera e petrolchimica iraniana. "Questa rete di facilitatori di spedizioni illecite ha spedito decine di milioni di barili di petrolio greggio per un valore di centinaia di milioni di dollari", si legge nella nota nella quale si sottolinea che "l'azione di oggi rappresenta un primo passo per realizzare la campagna di massima pressione del presidente Trump sul regime iraniano e ostacola gli sforzi dell'Iran di accumulare entrate petrolifere per finanziare le attività dei terroristi".
Croce Rossa: "Preoccupati dall'impatto dell'operazione dell'Idf in Cisgiordania"
Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha espresso preoccupazione per l'impatto dell'offensiva israeliana in Cisgiordania, che ha portato allo sfollamento di decine di migliaia di palestinesi.
"Il Comitato Internazionale della Croce Rossa è profondamente preoccupato per l'impatto delle operazioni di sicurezza in corso sulla popolazione civile a Jenin e Tulkarem, Tubas e altre località nel nord della Cisgiordania", si legge nel comunicato, che denuncia che "le persone stanno lottando per accedere ai bisogni di base come acqua pulita, cibo, cure mediche e riparo".
Razzo lanciato dalla Striscia cade a Rafah, nel sud di Gaza
L'Idf ha riferito oggi del lancio di un razzo fallito dalla Striscia, caduto all'interno del territorio di Gaza. Secondo fonti palestinesi, il razzo è stato lanciato dall'area di Rafah ed è precipitato nel sud della città. Un episodio simile si era verificato circa dieci giorni fa, quando un razzo lanciato dalla Striscia era esploso all'interno del campo profughi di Al-Bureij, causando la morte di un ragazzo di 14 anni. L'Idf aveva successivamente colpito il lanciatore dal quale era partito il razzo. Per il sistema di difesa israeliano, la presenza di lanciatori nella Striscia rappresenta una violazione dell'accordo. Secondo fonti palestinesi, il razzo lanciato oggi sarebbe stato assemblato con "resti di un missile israeliano". L'ultimo lancio dalla Striscia prima di questi episodi risale all'11 gennaio.
Iran: "Gli Usa impongono nuove sanzioni al settore petrolifero"
Il Dipartimento del Tesoro americano ha annunciato l'imposizione di nuove sanzioni nei confronti dell'Iran. Come si legge sul sito Internet del Dipartimento, nel mirino delle nuove sanzioni sono finite compagnie petrolifere legate all'Iran, una serie di petroliere e di navi cisterna per greggio o prodotti chimici, oltre che cittadini iraniani che lavorano nel settore petrolifero.
Nella lista dei soggetti sanzionati figura la Oil Terminals Company iraniana, le compagnie di navigazione e le petroliere di greggio coinvolte nell'evasione delle sanzioni, nelle vendite illecite di petrolio e nelle reti finanziarie a supporto del settore energetico iraniano, spiega il Dipartimento del Tesoro.
Siria, domani via alla conferenza per disegnare il post-Assad
La Siria di prepara a gettare le basi di una nuova società, politica ed economica, con l'avvio della conferenza di "Dialogo nazionale" che entrerà nel vivo domani. Oggi sono arrivati a Damasco i partecipanti, riporta dall'agenzia di stampa ufficiale Sana. Il comitato incaricato di preparare i colloqui ha dichiarato che gli inviti ai rappresentanti erano stati inviati domenica, ma che non è stata comunicata alcuna data per l'inizio delle sessioni. Tuttavia SyriaTv, un canale televisivo allineato alle nuove autorità di Damasco, ha affermato che la conferenza dovrebbe iniziare domani. Oggi, scrive Sana, "i partecipanti avranno modo di conoscersi e costruire relazioni, mentre il giorno seguente saranno discussi sei argomenti principali". La costituzione del comitato, annunciata il 12 febbraio, e' stata criticata dall'alleanza curda delle Forze democratiche siriane (Sdf), che controlla diverse città nel nord-est del Paese, e che lamenta di essere stata esclusa. Il portavoce del comitato, Hassan Al Daghim, ha spiegato che "i gruppi armati non possono essere invitati" alla conferenza.
Wafa, il bilancio dei morti a Gaza sale a 48.346
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 48.346 dall'inizio della guerra, nell'ottobre 2023. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa, aggiungendo che, nello stesso periodo, le persone rimaste ferite sono almeno 111.759. Il bilancio, precisa la stessa fonte, rimane tuttavia incompleto, poiché molte vittime rimangono intrappolate sotto le macerie, inaccessibili alle ambulanze e alle squadre di soccorso.
Sa'ar vede gli omologhi europei: "Estensione della tregua solo con rilascio degli altri ostaggi"
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha tenuto una serie di incontri con i ministri degli Esteri dell'Unione Europea durante la sua visita diplomatica a Bruxelles, a margine della riunione del Consiglio di Associazione Ue-Israele. Lo ha reso noto il suo ufficio in una nota.
A margine del forum, il ministro ha incontrato gli omologhi di Romania, Bulgaria, Finlandia, Slovacchia e Ungheria. Durante gli incontri, Sa'ar ha sollevato la questione della minaccia iraniana, affermando che è giunto il momento per i Paesi di applicare le sanzioni e di imporne di nuove a Teheran- che rappresenta una minaccia per la pace dell'intera regione.
“Non escludiamo un'estensione del cessate il fuoco temporaneo in cambio del rilascio di altri ostaggi. Non si farà senza il rilascio degli ostaggi - ha ribadito Sa'ar - Siamo impegnati nel rilascio dei nostri ostaggi e negli obiettivi di guerra che abbiamo fissato”.
Funerali Nasrallah, decine di migliaia di persone a Beirut. VIDEO
Domani a Riad incontro di follow-up Usa-Russia
Inviati russi e americani si incontreranno domani a Riad per un "incontro di follow-up'' rispetto a quello del 18 febbraio scorso tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Lo ha dichiarato una fonte diplomatica all'Afp a condizione di anonimato, sottolineando che si tratta di un incontro ''a livello inferiore'' rispetto al precedente, ma che comunque segna dei ''progressi'' nella giusta direzione.
La fonte non ha indicato chi farà parte delle due delegazioni. Nell'incontro di una settimana fa a Riad si è anche discusso della possibilità di un incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader del Cremlino Vladimir Putin.
Libano, Hezbollah ordina ai suoi di ritirarsi: subentra l'esercito
Hezbollah si ritira. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, il movimento filoiraniano ha emanato direttive interne per i miliziani che non vivono a sud del fiume Litani, di abbandonare l'area per consentire alle Forze armate libanesi di assumere il controllo della regione di confine, come richiesto dal cessate il fuoco con Israele. Alcune unità di Hezbollah sono state completamente smantellate dopo la campagna israeliana in Libano, afferma la fonte, ma altre sono state ricostituite riportando indietro i combattenti dalla Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Secondo un'altra fonte, il gruppo terroristico ha perso circa 5.000 combattenti dal 7 ottobre 2023 e sta affrontando una pesante crisi finanziaria con il vertiginoso aumento dei costi per gli oltre mille feriti gravi che necessitano di cure mediche costanti e di un reddito regolare. Per anni Hezbollah è stato accusato di indebolire o cooptare le istituzioni statali. Tre mesi dopo aver accettato un cessate il fuoco, il danno inflitto dalle forze armate israeliane al gruppo sciita sta diventando chiaro al punto che sta lottando per rispettare gli impegni presi quando in Libano operava come un vasto stato nello stato in Libano, fornendo posti di lavoro e servizi sociali. Paga anche i parenti dei combattenti uccisi e quanti perdono case o attività durante il conflitto. L'istituto finanziario principale del gruppo, Al-Qard Al-Hassan, nelle ultime settimane ha congelato i pagamenti per gli assegni di compensazione che erano già stati emessi e alcuni membri del movimento affermano di non aver ricevuto alcun sostegno.
Media: "Hamas rilascia due salme di ostaggi in cambio detenuti"
Secondo il quotidiano Asharq alAwsat, pubblicato a Londra, che cita fonti palestinesi coinvolte nei negoziati, ci sono stati progressi nella comunicazione tra i mediatori e Hamas per risolvere la crisi del rinvio dello scambio di detenuti e ostaggi. "Ci sono contatti che potrebbero portare, nelle prossime ore, alla consegna dei corpi di due israeliani, in cambio della liberazione dei prigionieri palestinesi che avrebbero dovuto essere liberati sabato", hanno riferito le fonti.
Israele vieta l'ingresso a europarlamentare palestinese Hassan
Il ministro dell'interno israeliano Moshe Arbel ha ordinato il divieto di ingresso in Israele all'europarlamentare e attivista palestinese Rima Hassan, che si trova già sull'aereo decollato da Bruxelles verso l'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Hassan doveva atterrare in Israele insieme a una delegazione dell'Unione Europea.
Merz: "Netanyahu deve poter visitare la Germania"
"Non è possibile che il presidente israeliano non possa visitare la Germania". Lo ha detto Friedrich Merz a Berlino. Merz ha definito questo "assurdo", affermando che Netanyahu potrà venire nella capitale tedesca.
L'Ue sospende le sanzioni alla Siria
L'Ue ha deciso questa mattina di sospendere una serie di misure restrittive applicate alla Siria come parte degli sforzi dell'Ue "per sostenere una transizione politica inclusiva nel Paese", spiega il Consiglio in una nota. Sospese le misure settoriali nei settori dell'energia (compresi petrolio, gas ed elettricità) e dei trasporti e rimosse cinque entità (Industrial Bank, Popular Credit Bank, Saving Bank, Agricultural Cooperative Bank e Syrian Arab Airlines) dall'elenco di quelle soggette al congelamento. Introdotta infine un'esenzione per uso personale ai divieti di esportazione di beni di lusso.
Grave preoccupazione Guterres per escalation Cisgiordania
Il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha detto di essere "gravemente preoccupato" per l'aumento della violenza dei coloni israeliani in Cisgiordania e per le richieste di annessione. "Sono seriamente preoccupato per la crescente violenza dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata e per altre violazioni, nonché per le richieste di annessione", ha dichiarato Guterres al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra.
Hamas: "Disposti a rivedere cerimonia di rilascio ostaggi"
Il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem ha dichiarato che l'organizzazione jihadista è pronta ad accettare la richiesta dei Paesi mediatori "su tutto ciò che riguarda la cerimonia di liberazione degli ostaggi, per porre fine alla crisi e ottenere la liberazione dei detenuti palestinesi".
"Merz inviterà Netanyahu a visita ufficiale in Germania"
Dopo la vittoria elettorale in Germania, Friedrich Merz ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu anticipandogli che lo inviterà a una visita ufficiale nel Paese ignorando il mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra. Lo riferisce l'ufficio del premier israeliano.
Palestinesi contro tank in Cisgiordania: grave escalation
Per il ministero degli Esteri palestinese, il dispiegamento dei carri armati israeliani in Cisgiordania rappresenta "una grave escalation". La condanna arriva in una dichiarazione postata su X, in cui il ministero ha affermato che il dispiegamento di carri armati nella Cisgiordania occupata e' una continuazione del "genocidio, dello sfollamento e dell'annessione" di Israele. I carri armati, insieme allo sfollamento forzato di 40.000 palestinesi e all'affermazione del ministro della Difesa israeliano Israel Katz che i palestinesi non potranno tornare alle loro case, rappresentano una "grave escalation". Il Ministero rinnova il suo urgente appello alla comunità internazionale affinchè intervenga immediatamente per frenare l'aggressione incontrollata di Israele", ha aggiunto la dichiarazione. I carri armati israeliani sono stati dispiegati ieri nella Cisgiordania occupata per la prima volta in più di 20 anni, mentre 40.000 palestinesi sono fuggiti dall'assalto israeliano ai campi profughi nel nord.
Netanyahu invia i tank in Cisgiordania e minaccia Hamas
Dopo i lugubri spettacoli allestiti da Hamas durante il rilascio di sei ostaggi, nubi nere si addensano sulla fase due del cessate il fuoco a Gaza. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, che ha annunciato lo stop al rilascio dei detenuti palestinesi in seguito alle "umiliazioni" dei rapiti, si è detto pronto "in qualsiasi momento" a riprendere i combattimenti a Gaza, e ha schierato i tank israeliani in Cisgiordania. "I nostri piani operativi sono pronti", ha dichiarato Netanyahu nel corso di una cerimonia di laurea degli ufficiali. "Raggiungeremo pienamente gli obiettivi della guerra, sia attraverso i negoziati che con altri mezzi". Il premier ha anche chiesto la smilitarizzazione della Siria meridionale. E in serata l'Idf ha comunicato di aver alzato i livelli di allerta operativa attorno alla Striscia.