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Israele Medio Oriente, Hamas: giovedì scambio 4 rapiti morti con 602 detenuti

Medioriente, stallo su scambio ostaggi-prigionieri
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Medioriente, stallo su scambio ostaggi-prigionieri
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Hamas ha annunciato che "è stato raggiunto un accordo per risolvere il problema del ritardo del rilascio di 602 detenuti palestinesi in cambio di quattro ostaggi israeliani deceduti". Lo scambio, secondo l'emittente palestinese Quds, affiliata ad Hamas, "avrà luogo giovedì alla stessa ora". L'Egitto supervisionerà il meccanismo di scambio. La prima fase dell'accordo, che include il cessate il fuoco in corso, termina sabato

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Hamas ha annunciato che "è stato raggiunto un accordo per risolvere il problema del ritardo del rilascio di 602 detenuti palestinesi in cambio di quattro ostaggi israeliani deceduti". Lo scambio, secondo l'emittente palestinese Quds, affiliata ad Hamas, "avrà luogo giovedì alla stessa ora". L'Egitto supervisionerà il meccanismo di scambio.

La prima fase dell'accordo, che include il cessate il fuoco in corso, termina sabato. 

Dichiarazioni shock in Israele del vicepresidente della Knesset, Nissim  Vaturi, contro i civili palestinesi a Gaza: "Sono feccia, subumani,  nessuno al mondo li vuole. I bambini e le donne vanno separati, e gli  adulti eliminati", ha detto il deputato del Likud (il partito del  premier Benyamin Netanyahu) in un'intervista ieri alla radio di  ultraortodossi Kol BaRama.

Martedì, l'Idf ha effettuato un attacco aereo nella regione della valle della Bekaa, nel Libano orientale. Il quotidiano filo-Hezbollah al Mayadeen riporta la notizia di due morti e altre due persone ferite.

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Hamas, giovedì scambio 4 rapiti morti con 602 detenuti

Hamas ha annunciato che "è stato raggiunto un accordo per risolvere il problema del ritardo del rilascio di 602 detenuti palestinesi in cambio di quattro ostaggi israeliani deceduti". Lo scambio, secondo l'emittente palestinese Quds, affiliata ad Hamas, "avrà luogo giovedì alla stessa ora". L'Egitto supervisionerà il meccanismo di scambio.

Ong, almeno due morti nel raid israeliano in Siria

Almeno due persone sono state uccise nei raid israeliani a sud di Damasco. Lo afferma l'Osservatorio siriano per i diritti umani. 

Hamas, accordo per rilascio 620 prigionieri palestinesi

Hamas afferma che è stato raggiunto un accordo in merito al ritardo israeliano nel rilascio dei prigionieri palestinesi. Il gruppo palestinese afferma che una delegazione in Egitto ha compiuto alcuni progressi verso l'attuazione di un accordo. "La delegazione della leadership di Hamas guidata da Khalil Al-Hayya ha concluso la sua visita al Cairo, dove ha incontrato funzionari egiziani. Si sono tenute discussioni sull'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco, sullo scambio di prigionieri e sulle prospettive per la seconda fase dei negoziati. La delegazione della leadership del movimento ha sottolineato la sua posizione chiara sulla necessita' di un impegno pieno e preciso per tutte le sue disposizioni e fasi", ha affermato il gruppo in una dichiarazione. "E' stato anche raggiunto un accordo per risolvere il problema del ritardo del rilascio dei prigionieri palestinesi che avrebbero dovuto essere rilasciati nell'ultimo lotto".

Gaza, migliaia di palestinesi sfollati tornano nel nord della Striscia

A fine gennaio i gazawi hanno potuto iniziare il proprio esodo solo a piedi. I veicoli si sono potuti spostare verso nord dopo un'ispezione a partire dalle 9 ora locale, le 8 in Italia. "Chi è arrivato ci dice che manca l'acqua, l'elettricità, il cibo, le medicine. Le strade non esistono più e quindi mancano i punti di riferimento", racconta un palestinese. "Il ritorno degli sfollati è una vittoria per il nostro popolo", ha affermato Hamas. LE FOTO

Idf, colpiti obiettivi militari nella Siria meridionale

Le Idf affermano di aver "colpito obiettivi militari nella Siria meridionale, tra cui centri di comando e numerosi siti contenenti armi". Secondo la dichiarazione, "la presenza di forze e risorse militari nella parte meridionale della Siria rappresenta una minaccia per i cittadini di Israele". 

Medio Oriente, la situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti

Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell'area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato in una puntata di "Numeri", l'approfondimento di Sky TG24. IL PUNTO

Ong, 'raid israeliani su due siti militari a sud Damasco'

L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha riferito che raid israeliani hanno colpito due postazioni militari a sud di Damasco.

Guerra Israele, Iran annuncia terzo attacco missilistico "al momento opportuno"

A dirlo è stato il numero due dei Guardiani della rivoluzione, il generale Ali Fadavi. Nel corso del 2024 Teheran ha già lanciato due offensive, scatenando la reazione dello Stato ebraico. LEGGI L'ARTICOLO

Attacco aereo Israele in Libano: 2 morti

Le Idf confermano di aver effettuato oggi un attacco aereo contro un gruppo di uomini di Hezbollah nella valle della Beqaa in Libano. L'attacco è stato effettuato dopo che l'esercito ha dichiarato di aver identificato i miliziani in un impianto di produzione e stoccaggio di "armi strategiche" di proprietà del gruppo terroristico. L'attività dei miliziani sul sito costituisce una "palese violazione" dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Libano, afferma l’Idf. 

Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora

L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il  19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le  persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25).  In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle  donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante  il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. L'APPROFONDIMENTO

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco  del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente  offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che  va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione.  Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO

Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Ci demonizza"

In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar  fa  sapere di accogliere con favore "la decisione del presidente Trump di  non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.  Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio". LEGGI L'ARTICOLO

Vicepresidente Knesset: "Uccidere tutti gli uomini a Gaza"

Dichiarazioni shock in Israele del vice presidente della Knesset, Nissim Vaturi, contro i civili palestinesi a Gaza: "Sono feccia, subumani, nessuno al mondo li vuole. I bambini e le donne vanno separati, e gli adulti eliminati", ha detto il deputato del Likud (il partito del premier Benyamin Netanyahu) in un'intervista ieri alla radio di ultraortodossi Kol BaRama. "Chi è innocente a Gaza? I civili sono usciti e hanno massacrato la gente a sangue freddo", ha detto Vaturi alla radio Kol BaRama. Vaturi, riferisce Middle East Eye, ha aggiunto che la città di Jenin, in Cisgiordania, si trasformerà presto in Gaza, affermando che i palestinesi rilasciati come parte dell'accordo con Israele dovrebbero essere trasferiti lì "in modo che possano essere eliminati in seguito". "Cancellate Jenin. Non iniziate a cercare i terroristi: se c'è un terrorista in casa, abbattetelo, dite alle donne e ai bambini di uscire", ha dichiarato.

Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania

"Stiamo  parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha  detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di  demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a  lungo termine".IL PIANO

In Comune a Milano nasce intergruppo amici di Israele

Al Comune di Milano nasce, già tra le polemiche, un nuovo intergruppo che ha l'obiettivo di rafforzare il dialogo istituzionale tra Milano e Israele, promosso dal consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico. L'obiettivo dell'intergruppo è quello di rafforzare il dialogo "con la Comunità ebraica della nostra città - ha spiegato De Chirico - e per promuovere la conoscenza della cultura e della società israeliana e contrastare ogni forma di antisemitismo. Purtroppo, da prima del 7 ottobre 2023, sono in continuo aumento i fenomeni d'intolleranza e di spregio nei confronti di Israele e del suo popolo". All'intergruppo hanno aderito però solo tre consiglieri della maggioranza di centrosinistra, cioè Daniele Nahum e Gianmaria Radice dei Riformisti e Diana De Marchi del Pd. "La risposta è stata freddina soprattutto da parte della maggioranza, solo tre colleghi per il momento hanno aderito - ha detto De Chirico -. A maggior ragione dopo il rifiuto di Sala di illuminare Palazzo Marino è doveroso schierarsi". "De Chirico con coraggio ha istituito questo intergruppo - ha spiegato Daniele Nahum - e solo tre consiglieri della maggioranza ne fanno parte, c'è un problema serio che va affrontato nel centrosinistra". 

A Milano la Comunità ebraica in piazza per fratelli Bibas

Bandiere israeliane e magliette arancioni, per richiamare il colore dei capelli di Ariel e Kfrir Bibas, 4 anni e 9 mesi restituiti in una bara da Hamas dopo la prigionia. Così è scesa in piazza la Comunità ebraica di Milano per ricordare i due bambini e tutti gli ostaggi che sono ancora nelle mani di Hamas. In piazza Scala, davanti alla sede del Comune, sono state accese delle candele. "Siamo qui non per parlare di politica, ma per dimostrare vicinanza a quello che sta succedendo in Israele - ha detto Milo Hasbani, vice presidente dell'Ucei - , soprattutto verso i bambini e il modo nel quale sono stati trattati". La manifestazione in piazza è diventata però inevitabilmente politica con la presenza di diversi consiglieri comunali di centrodestra, della Lega, Alessandro Verri e Samuele Pisicna, di Fratelli d'Italia, Riccardo Truppo ed Enrico Marcora, e di Forza Italia, Alessandro De Chirico. Della maggioranza di centrosinistra erano presenti solo i consiglieri Riformisti Gianmaria Radice e Daniele Nahum che è membro della comunità ebraica. I consiglieri comunali di centrodestra hanno attaccato nuovamente la decisione del sindaco Giuseppe Sala di non illuminare il Comune in segno di solidarietà per i due bambini uccisi. "Sala ha sbagliato", hanno rimarcato anche i due Riformisti. "Ci vuole il coraggio di parlare e dire che c'è un problema nella nostra maggioranza" su questo temi ha detto Daniele Nahum.

Comunità ebraica Milano: "Al Comune chiediamo vicinanza"

"Questo presidio non è politico lo voglio precisare, non è contro nessuno, tutt'altro, è una manifestazione di solidarietà per questi poveri bambini che sono stati strangolati e sezionati". Lo ha spiegato il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, nel corso della manifestazione promossa in piazza Scala per i fratelli Bibas e per chiedere la liberazione di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. "È una manifestazione per i milanesi perché capiscano cosa sta succedendo e che le istituzioni facciano pressione - ha aggiunto -, perché rilascino gli ultimi ostaggi. È una lotta contro l'antisemitismo che chiediamo a tutta la città". Negli ultimi giorni ci sono state delle polemiche perchè il sindaco Giuseppe Sala ha deciso di non illuminare la sede del Comune di arancione in segno di solidarietà per i due bambini uccisi. "Al Comune chiediamo di starci vicino, di essere con noi. Non è una logica politica avere chiesto al Comune di illuminare il palazzo - ha concluso -, è una logica di umanità. I bambini sono tutti uguali".

Media: "Raid israeliano in Libano, 2 morti"

I media libanesi riportano la notizia di un attacco aereo israeliano nella regione della valle della Bekaa, nel Libano orientale. Lo riferisce il Times of Israel. Il quotidiano filo-Hezbollah al Mayadeen riporta la notizia di due morti e altre due persone ferite nel presunto attacco israeliano. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.

Liliana Segre in piazza a Milano con la Comunità ebraica

C'è anche la senatrice a vita Liliana Segre in piazza Scala a Milano alla manifestazione promossa dalla Comunità ebraica della città per ricordare i fratellini Bibas Ariel e Kfrir Bibas, 4 anni e 9 mesi restituiti in una bara da Hamas dopo la prigionia. La senatrice è arrivata in piazza con la sua scorta e a chi le ha chiesto perché ha voluto essere presente ha risposto che "essere qui è già la risposta a qualunque domanda. Stiamo parlando di bambini. Essere qui, io vecchia come sono è già la risposta". Infatti la senatrice a vita, testimone instancabile della Shoah, ha ricordato più volte il dolore per tutti i bambini coinvolti nelle guerre. Segre è stata salutata dai partecipanti e poi poco dopo ha lasciato la piazza.

Inviata Onu: “Ultima possibilità per la soluzione a due Stati”

Il Medio Oriente sta subendo dei cambiamenti che potrebbero rappresentare l'ultima possibilità per l'obiettivo a lungo ricercato di una soluzione a due Stati per porre fine al conflitto israelo-palestinese: lo ha affermato Sigrid Kaag, l'inviata dell'ONU per il processo di pace nella regione, che ha anche messo in guardia contro le richieste di Israele di annettere la Cisgiordania occupata. "Il Medio Oriente oggi sta subendo una rapida trasformazione: la sua portata e il suo impatto rimangono incerti, ma presenta anche un'opportunità storica", ha detto Kaag al Consiglio di sicurezza dell'Onu. "La popolazione della regione può uscire da questo periodo in pace, sicurezza e dignità. Tuttavia, questa potrebbe essere la nostra ultima possibilità per raggiungere la soluzione a due Stati", ha aggiunto. Kaag ha anche affermato che la costruzione di insediamenti israeliani in Cisgiordania, le operazioni militari israeliane in questo territorio occupato "e le continue richieste di annessione, rappresentano una minaccia esistenziale alla prospettiva di uno Stato palestinese indipendente e praticabile e quindi alla soluzione a due Stati". Kaag ha invitato Hamas e Israele a concordare la seconda fase del cessate il fuoco nella guerra di Gaza ed evitare una ripresa dei combattimenti. La comunità internazionale deve garantire che Gaza, che il presidente Donald Trump vuole mettere sotto il controllo degli Stati Uniti, sfollandone l'intera popolazione, faccia parte di un futuro Stato palestinese che la unisca alla Cisgiordania e a Gerusalemme est, ha affermato. "I civili palestinesi devono essere in grado di riprendere le loro vite, ricostruire e costruire il loro futuro a Gaza", ha affermato Kaag.

Media: l'inviato di Trump rinvia la visita in Israele

L'inviato di Trump Steve Witkoff ha rinviato a data da destinarsi la sua visita in Israele. Lo riferisce Ynet. Domenica Witkoff aveva detto alla Cnn che si sarebbe recato in Israele mercoledì per discutere di un'eventuale estensione della prima fase dell'accordo su Gaza, il passaggio alla fase due e la risoluzione dell'attuale crisi sul rilascio dei detenuti palestinesi. Fonti americane ad Axios hanno riferito che Witkoff ha rinviato la visita di qualche giorno per concentrarsi sugli sforzi diplomatici per fare cessare la guerra tra Russia e Ucraina.

Siria: i curdi si smarcano da decisioni conferenza nazionale

L'amministrazione curda in Siria ha dichiarato di non sentirsi legata dalle decisioni della Conferenza nazionale, che oggi ha sancito la messa al bando di tutti i gruppi armati all'infuori dell'esercito nazionale. L'amministrazione autonoma curda della Siria ha dichiarato di non sentirsi vincolata dalle decisioni della Conferenza di dialogo nazionale organizzata dal governo di Damasco, alla quale non è stata invitata. "Questa conferenza non rappresenta il popolo siriano e, in quanto parte della Siria, non essendo stati rappresentati, ci riserviamo il diritto di opporci a questa conferenza sia nella forma che nella sostanza e non prenderemo parte all'attuazione dei suoi risultati", hanno affermato le Forze Democratiche Siriane (Sdf) in una dichiarazione, poco prima della lettura delle raccomandazioni finali della riunione.

Conferenza nazionale siriana: “Da Netanyahu frasi provocatorie”

I partecipanti alla conferenza nazionale siriana sul dialogo hanno affermato il loro rifiuto delle dichiarazioni "provocatorie" del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, che ha affermato che nessuna forza armata siriana dovrebbe essere schierata a sud di Damasco. In una dichiarazione conclusiva letta da Houda Atassi, membro del comitato preparatorio della conferenza, i partecipanti hanno sottolineato il loro "rifiuto delle dichiarazioni provocatorie del primo ministro israeliano", invitando la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché fermi qualsiasi "aggressione e violazione", condannando al contempo "l'incursione israeliana nel territorio siriano".

Media, manifestazioni in Siria contro occupazione israeliana

A Damasco e in altre città siriane continuano anche oggi le manifestazioni contro l'occupazione militare israeliana nel sud-ovest del paese. Lo riferiscono media di Damasco, secondo cui si manifesta per il secondo giorno consecutivo nella capitale, a Tartus sulla costa, nelle regioni di Qunaytra, Daraa e Suwayda nel sud-ovest del paese. Due giorni fa il premier israeliano Benyamin Netanyahu aveva affermato che l'esercito dello Stato ebraico intende rimanere nel sud-ovest della Siria nelle posizioni dove si è spinto dopo la dissoluzione, a dicembre scorso, del potere del presidente siriano Bashar Assad. Netanyahu aveva anche affermato che non permetterà il dispiegamento del nuovo esercito siriano o di altre entità armate in quella regione vicina alle alture siriane del Golan, occupate da Israele nel 1967 e annesse dallo Stato ebraico nel 1981 in violazione del diritto internazionale.

Protezione civile Gaza, sei neonati morti per il freddo

La Protezione Civile di Gaza ha dichiarato che sei neonati sono morti la scorsa settimana nella Striscia di Gaza a causa dell'ondata di freddo che ha colpito il territorio palestinese devastato dalla guerra. "A causa di un'intensa ondata di freddo e della mancanza di riscaldamento, abbiamo registrato la morte di sei neonati nella scorsa settimana fino ad oggi", ha detto il portavoce della Protezione civile Mahmoud Bassal. Cinque dei bambini sono morti nel nord della Striscia di Gaza, e il sesto è morto a Khan Younis, una città nel sud del territorio palestinese. Se il cessate il fuoco in vigore a Gaza dal 19 gennaio ha permesso di aumentare l'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, centinaia di migliaia di palestinesi continuano a vivere in tende in vaste aree distrutte da 15 mesi di guerra tra il movimento islamista Hamas e Israele. Molti residenti hanno allestito rifugi di fortuna tra le macerie delle loro case e stanno lottando per sopravvivere all'inverno, con le temperature che sono scese fino a zero gradi nell'ultima settimana. 

Moglie dell'ostaggio ucciso Oded: "Ha lottato per la pace sempre"

"Abbiamo lottato tutta la vita per la pace, ma abbiamo subito un colpo duro da coloro che stanno dall'altra parte", ha detto Yocheved Lipshitz, moglie di Oded, dopo che la sua salma è stata consegnata da Hamas a Israele nei giorni scorsi. Lipshitz, sequestrato da Hamas il 7 ottobre 2023 e ucciso durante la prigionia, è stato sepolto oggi nel kibbutz Nir Oz, da dove era stato rapito. Centinaia di persone hanno reso omaggio a Oded. Alla cerimonia ha preso parte anche il presidente Isaac Herzog: "Israele non è riuscito a proteggerti. È nostro dovere garantire che simili tragedie non accadano mai più". Yocheved ha ricordato il marito con parole toccanti: "Abbiamo costruito una famiglia di cui essere orgogliosi. Abbiamo sempre creduto nella pace, ma il nostro destino è stato crudele". E ha chiesto il rilascio immediato degli ostaggi: "Israele ha il dovere morale di riportarli tutti a casa". Yocheved fu rapita insieme con il marito e rilasciata dai terroristi 17 giorni dopo con un'altra anziana, al momento del rilascio salutò il terrorista che la stava consegnando alla Croce Rossa dicendogli 'shalom', pace. I coniugi Lipshitz, attivisti pacifisti, aiutavano i malati di tumori di Gaza a raggiungere gli ospedali israeliani per essere curati.

Media: "Raggiunto accordo su restituzione 4 ostaggi morti"

È stato raggiunto un accordo tra Israele e Hamas per la restituzione anticipata dei corpi di quattro ostaggi la cui consegna era prevista nella prima fase dell'accordo. Lo riferisce Channel 12, citando fonti israeliane. Secondo il report, sono in corso anche trattative per estendere la prima fase aggiungendo ulteriori rilasci di ostaggi e detenuti.  Israele chiede che i quattro corpi vengano consegnati entro giovedì. La prima fase dell'accordo, che include il cessate il fuoco in corso, termina sabato

Israele: destra sostiene manifestazione per occupazione di Gaza

Il ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi del partito Likud (lo stesso del premier) chiede l'espulsione forzata della popolazione di Gaza in un video che promuove una manifestazione di destra di gruppi ultranazionalisti che promuovono l'occupazione della Striscia e il ripristino degli insediamenti ebraici nel territorio. Anche il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich sostiene la manifestazione in un suo video, affermando che Israele riprenderà la sua guerra contro Hamas e occuperà Gaza: "Il popolo di Israele viene per sostenere e chiedere vittoria e trionfo, non ci fermeremo a metà strada, torneremo indietro, colpendo il nemico, annientando Hamas, occupando la Striscia di Gaza, rimuovendo la sua minaccia per i cittadini israeliani, tornando a combattere, fino alla vittoria", afferma.

Documentario con "figlio di Hamas" narratore, bufera sulla Bbc

Monta la polemica politica da parte dei partiti della destra britannica, conservatori in testa, contro la Bbc sulla scia della vicenda di un documentario sulle conseguenze devastanti dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza realizzato dall'emittente pubblica nel quale compare come voce narrante un bambino identificato come figlio di un ex "viceministro" di Hamas.  L'accaduto ha scatenato una bufera in Israele, rilanciata in queste ore nel Regno dalla leader dell'opposizione Tory, Kemi Badenoch, la quale ha sollecitato il governo laburista di Keir Starmer a intervenire; ma soprattutto si è rivolta ai vertici della stessa Bbc, invocando "un'inchiesta indipendente" interna. Il documentario in questione, intitolato 'Gaza: How to Survive A Warzone', è stato rimosso dall'offerta dell'emittente, inclusa quella di iPlayer, dopo che è venuto alla luce il legame familiare attribuito al ragazzino-narratore di nome Abdullah, come riporta fra gli altri il Telegraph, giornale fillo-Tory in prima fila oggi nella denuncia dell'accaduto. Abdullah sarebbe figlio di Ayman Alyazouri, che in passato - secondo quanto la Bbc afferma di aver appurato solo successivamente alle riprese - ha ricoperto l'incarico di "viceministro dell'Agricoltura" in seno all'amministrazione che governa Gaza sotto la leadership islamista di Hamas.  Badenoch, in una lettera aperta indirizzata al direttore generale della tv pubblica, Tim Davie, ha chiesto che l'azienda indaghi in particolare per sapere se Abdullah abbia ricevuto un compenso per il tramite della sua famiglia e quindi se la Bbc abbia di fatto "versato denaro a esponenti di Hamas". "La Bbc sostiene di aver seguito le abituali procedure precauzionali nella produzione del documentario, ma mi domando se filmare dentro Gaza non richieda qualcosa che vada al di là dei controlli abituali", ha polemizzato la leader conservatrice. Di qui la sollecitazione a un'inchiesta interna da affidare a un commissione indipendente su questo "fatto grave", per valutare "la possibile accusa di collusione con Hamas", oltre al possibile pagamento a esponenti della fazione che il Regno Unito - al pari d'Israele, Usa e vari alleati occidentali - ha inserito da tempo nella lista nera delle "organizzazioni terroristiche".  Non solo. Kemi Badenoch ha pure attribuito una copertura giornalistica "inaffidabile in Medio Oriente" alla Bbc (accusata peraltro nei mesi scorsi da attivisti filo-palestinesi e settori della stessa redazione di aver affidato un fact checking sulla guerra di Gaza a un giornalista legato a Israele, Raffi Berg), non senza minacciare reazioni del suo partito: pronto - ha avvertito - a schierarsi contro il pagamento del canone pubblico alla radio-televisione di Stato britannica, storico modello di servizio pubblico dell'Occidente da oltre 100 anni, se non vi saranno risposte e se la Bbc non dimostrerà di voler "restare fedele all'impegno" statutario di garantire "una vera imparzialità". 

Leader siriano annuncia comitato transitorio per la giustizia

Il presidente ad interim della Siria, Ahmad al-Shareh (Al Jolani), ha annunciato, in apertura della conferenza sul dialogo nazionale oggi, che intende istituire un comitato per lavorare sulla giustizia di transizione con l'obiettivo di "ripristinare i diritti" dei siriani. "Abbiamo lavorato negli ultimi due mesi per perseguire coloro che hanno commesso crimini contro i siriani e lavoreremo per formare una commissione di giustizia transitoria che ripristinerà i diritti delle persone e, se Dio vuole, renderà loro giustizia e consegnerà i criminali alla giustizia", ;;ha detto a centinaia di persone presenti alla conferenza. 

Katz sanziona pagamenti Anp a detenuti palestinesi scarcerati

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha emesso sanzioni contro i detenuti palestinesi scarcerati e i loro familiari che hanno ricevuto pagamenti dall'Autorità nazionale palestinese durante la detenzione. Secondo l'ufficio di Katz, l'ordine si applica ai cittadini e ai residenti di Israele. L'Idf ha fatto irruzione in diverse case e sequestrato beni e denaro contante per un importo di centinaia di migliaia di shekel (la moneta locale). Katz ha affermato che i fondi sequestrati saranno trasferiti alle vittime del terrorismo e alle loro famiglie. 

Siria, il ministro degli Esteri: "Revoca sanzioni un successo, non accetteremo interferenze"

La nuova leadership siriana ''non accetterà alcuna interferenza esterna, né nessuna violazione della nostra sovranità''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri siriano ad interim, Asaad al-Shaibani, nel suo discorso di apertura della conferenza nazionale a Damasco. ''Lavoreremo liberi da pressioni esterne'', ha proseguito, spiegando che sono state ''adottate diverse misure per far sì che la Siria torni ad avere un ruolo attivo nel contesto regionale e internazionale''. Inoltre, ''attraverso una diplomazia efficace siamo riusciti a sospendere alcune sanzioni e a mitigare l'effetto di altre'', ha sottolineato.

L'attuale capo della diplomazia di Damasco ha poi parlato di ''sfide immense che la Siria sta affrontando'', aggiungendo che ''stiamo lavorando alla ricostruzione, alla revoca delle sanzioni e per attrarre investimenti''. Nel giorno in cui il presidente siriano ad interim Ahmed al-Sharaa si reca in Giordania per incontrare re Abdullah, al-Shaibani afferma che ''non vediamo l'ora di sviluppare forti relazioni con i Paesi che hanno rispettato la nostra sovranità''.

Hamas: "Disposti a rivedere cerimonia di rilascio ostaggi". VIDEO

Wafa, tre neonati morti di freddo a Gaza

Almeno tre bambini sono morti per ipotermia nelle ultime ore nella Striscia di Gaza, colpita da un'ondata di freddo da diversi giorni. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Wafa, che cita fonti sanitarie. Uno dei tre bambini aveva tre settimane, mentre gli altri due un mese e tre giorni, hanno riferito le stesse fonti. Secondo Wafa altri tre neonati versano in condizioni critiche a causa delle basse temperature. La maggior parte degli abitanti di Gaza vive ancora in tende o rifugi di fortuna circondati dalle macerie, senza riscaldamento nè risorse sufficienti per affrontare il freddo intenso. 

Leader di Hamas: "Oggi non sosterrei l'attacco del 7 ottobre"

La Striscia di Gaza rasa ala suolo, la Cisgiordania devastata dalle violenze, il regime di Assad rovesciato ed Hezbollah in rotta con l'Iran costretto a giocare in difesa: nessuno di questi scenari era, nella mente di Moussa Abu Marzouk, la prevedibile conseguenza dell'attacco del 7 ottobre e per questo, se potesse, oggi questo membro di rilievo del politburo di Hamas tornerebbe indietro e fermerebbe la più rovinosa aggressione nella storia di Israele. In un'intervista al New York Times Abu Marzouk ammette che "se avessimo pensato che sarebbe accaduto che ciò che poi è accaduto, non ci sarebbe stato il 7 ottobre". Oggi assicura di non essere stato a conoscenza dei dettagli dell'assalto che ha fatto 1.200 morti e centinaia di ostaggi, ma su una cosa non ha dubbi: se avesse saputo quello che sa ora, non lo avrebbe mai approvato. Una dichiarazione di rammarico che marca un distacco dalle precedenti dichiarazioni dei funzionari di Hamas. Poche settimane dopo l'invasione, ad esempio, un altro membro del politburo, Ghazi Hamad, aveva dichiarato pubblicamente che il 7 ottobre era "solo la prima volta" e che ci sarebbero stati "una seconda, una terza, una quarta", assicurando che la milizia islamista era "pronta a pagare" il prezzo e giurando di continuare fino a quando Israele non sarebbe stato completamente annientato. Il risultato è che Hamas è ridotto a spettacolari quanto sterili e macabre parate in occasione della riconsegna degli ostaggi o dei loro resti e Gaza a un cumulo di macerie. E che, al netto di sporadiche azioni individuali, la milizia non e' stata in grado di replicare nemmeno una timida imitazione dell'attacco del 7 ottobre. Abu Marzouk ha ammesso che sia lui che altri leader politici di Hamas avevano approvato la strategia generale di attaccare Israele e che oggi c'è una certa volontà all'interno di Hamas di negoziare il futuro militare del gruppo a Gaza, punto critico nei negoziati con Israele.

Medioriente, Israele non libera ostaggi. Tregua fragile. VIDEO

Ong di Gaza, 162 membri del personale medico detenuti in Israele

Più di 160 operatori sanitari di Gaza, tra cui oltre 20 medici, si trovano ancora nelle strutture di detenzione israeliane e l'Organizzazione mondiale della sanità ha espresso profonda preoccupazione per il loro benessere e la loro sicurezza. Lo riporta il Guardian. Secondo la ong palestinese Healthcare Workers Watch (Hww), 162 membri del personale medico sono attualmente detenuti in Israele: tra loro ci sono alcuni dei medici più anziani di Gaza, mentre altri 24 sono scomparsi dopo essere stati prelevati dagli ospedali durante il conflitto. Il direttore di Hww, Muath Alser, ha affermato che la detenzione di un gran numero di medici, infermieri, paramedici e altri operatori sanitari di Gaza è illegale ai sensi del diritto internazionale e aumenta le sofferenze dei civili poiché nega loro le necessarie cure mediche. "Il fatto che Israele prenda di mira in questo modo il personale sanitario sta avendo un impatto devastante sulla fornitura di assistenza sanitaria ai palestinesi, con grandi sofferenze, innumerevoli morti prevenibili e l'effettiva eliminazione di intere specialità mediche", ha detto Alser. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) afferma di aver verificato che 297 operatori sanitari di Gaza sono stati detenuti dall'esercito israeliano dall'inizio della guerra, ma l'Oms non dispone di dati aggiornati su quanti siano stati rilasciati o rimangano in detenzione. 

Media: Hamas consegnerà due ostaggi morti a Egitto

Secondo Channel 12, si starebbe concretizzando un accordo in base al quale Hamas trasferirà i corpi di due ostaggi morti in Egitto, mentre Israele rilascerà 301 dei 602 detenuti che avrebbe dovuto scarcerare sabato scorso. Se questa operazione avrà successo, la stessa formula potrebbe essere ripetuta con altri due ostaggi uccisi e i restanti 301 prigionieri dovrebbero essere rilasciati nella prima fase. Passare per l'Egitto significa che probabilmente la cerimonia con le bare di giovedì scorso non si ripeterà. Israele intende verificare l'identità delle salme prima del rilascio dei detenuti.

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