Guerra Gaza, Biden a Netanyahu: "Serve un cessate il fuoco immediato"

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Il primo ministro israeliano ha aggiornato il presidente degli Stati Uniti sullo stato di avanzamento dei negoziati sulla guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. I prossimi due giorni di colloqui a Doha saranno fondamentali per capire se è possibile raggiungere un accordo, ha riferito l'emittente Channel 12 citando alti funzionari israeliani della delegazione attualmente in Qatar

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Comunità ebraica a Pizzaballa: “Amareggiati dalle parole del Papa”

Una lettera al Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è stata inviata dalla comunità ebraica italiana in Israele che si dice "profondamente amareggiata dalle dichiarazioni del Papa, che quasi quotidianamente critica l'esercito israeliano con pesanti accuse di crudeltà, mentre il terrorismo di matrice palestinese è stato menzionato solo marginalmente, senza evidenziare il fatto che i terroristi usano i loro bambini come scudi umani e trasformano ospedali e luoghi di culto in centri militari". La missiva ha l'obiettivo di "ricucire i rapporti ed evitare che il solco che si è aperto e che sta incrinando il dialogo ebraico-cristiano così tanto faticosamente avviato, si approfondisca". "Si è colta una sostanziale equidistanza di giudizio tra la prima infame azione terroristica e la risposta difensiva - scrive la comunità ebraica - la velata accusa di genocidio rivolta a Israele ci ferisce profondamente. L'onta e la vergogna che scaturiscono da tale ipotetica accusa si stendono come un velo nero su tutto il popolo di Israele. Ciò è avvenuto, anche se i giuristi sanno che il reato non sussiste, mancando palesemente gli elementi costitutivi". Nel testo viene ricordato che "l'esercito israeliano è un esercito di popolo, che osserva i principi della morale e dell'etica ebraica, secondo le migliori regole di integrità morale, in accordo con la legislazione internazionale". Infine, la comunità italiana conclude: "Amanti della pace e del dialogo, siamo preoccupati per il peggioramento dei rapporti ebraico-cristiani che vacillano ogni qualvolta vengono espresse dai vertici religiosi della Chiesa accuse infondate contro di noi, che richiamano antichi pregiudizi che speravamo superati. Tutto ciò non facilita, bensì ostacola la reciproca comprensione". La lettera, firmata dal presidente della comunità ebraica italiana in Israele, Vito Enav, e dagli avvocati Beniamino Lazar e Renzo Ventura auspica che il cardinale Pizzaballa "trasmetta il messaggio a chi di dovere".


L'Arabia Saudita chiede la revoca della sanzioni sulla Siria

Il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita ha chiesto l'abolizione delle sanzioni sulla Siria dopo un incontro con alti diplomatici del Medio Oriente e dell'Europa, incentrato sul futuro del Paese devastato dalla guerra. "Abbiamo sottolineato l'importanza di revocare le sanzioni unilaterali e internazionali imposte alla Siria, poiché il loro mantenimento ostacola le aspirazioni del popolo siriano a raggiungere lo sviluppo e la ricostruzione", ha dichiarato il principe Faisal bin Farhan al termine dei colloqui a Riad.

Kallas: “Via le sanzioni a Siria se transizione sarà inclusiva”

"In Siria ci sono sia speranze che sfide. Oggi a Riad, parlerò con i ministri degli Esteri degli Stati del Golfo, del Medio Oriente e dell'Europa della transizione dopo la caduta del regime di Assad. È importante che sia presente anche il ministro siriano Hassan al-Shibani". Lo scrive su X l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas, a Riad per il vertice sulla Siria. "Vedremo come alleggerire le sanzioni. Ma questo deve seguire progressi tangibili in una transizione politica che rifletta la Siria in tutta la sua diversità. L'Ue è qui per aiutare in questa transizione, dove siamo necessari e possiamo essere più utili", aggiunge Kallas.

Diplomatici arabi e Ue a Riad per colloqui sulla Siria

Diplomatici del Medio Oriente e dell' Europa sono arrivati oggi a Riad, capitale saudita, per parlare del futuro della Siria e in particolare delle sanzioni in essere, con le potenze mondiali che stanno mettendo alla prova la stabilità del nuovo regime dopo la caduta di Bashar al-Assad. L'Arabia Saudita, la più grande economia del Medio Oriente, sta cercando di aumentare la sua influenza in Siria dopo che i ribelli guidati dagli islamisti hanno rovesciato Assad il mese scorso, affermano gli analisti. I colloqui includeranno un incontro tra rappresentanti dei Paesi arabi e un raduno più ampio che includerà anche Turchia, Francia, Unione Europea e Nazioni Unite, ha detto un funzionario saudita all'Afp. Il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa, detto al Jolani, che ha guidato il principale gruppo ribelle nell'alleanza che ha rovesciato Assad, sta spingendo per l'allentamento delle sanzioni. La sua amministrazione è rappresentata ai colloqui di Riad dal ministro degli Esteri Asaad al-Shaibani. Le potenze occidentali, tra cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea, hanno imposto sanzioni al governo di Assad per la sua brutale repressione delle proteste antigovernative nel 2011, che hanno innescato una guerra civile. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dichiarato lunedì scorso che avrebbe allentato l'applicazione delle restrizioni che riguardano servizi essenziali, tra cui energia e servizi igienici. Ma i funzionari statunitensi hanno anche detto di voler vedere progressi nella nuova giunta prima di un allentamento più ampio delle sanzioni. L'Alta rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas, ha affermato venerdì che i 27 potrebbero iniziare a revocare le sanzioni se i nuovi governanti siriani prenderanno misure per formare un governo inclusivo che protegga le minoranze.

Media: “Giornata significativa a Doha per l'accordo sugli ostaggi”

"Una giornata significativa nei negoziati per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza": così sono stati definiti ieri sera i colloqui previsti a Doha in una conference call tra gli inviati del presidente uscente Joe Biden e del presidente eletto Donald Trump. Lo riferiscono i media israeliani. Sul tavolo c'è la liberazione di 33 rapiti. Nel mentre, un alto funzionario di Hamas ha dichiarato al quotidiano qatariota al Araby al Jadeed che l'accordo è sostanzialmente completato e che i mediatori ora attendono l'approvazione di Benyamin Netanyahu. Al momento non ci sono conferme da parte israeliana. Al Araby al Jadeed ha anche riferito che, in base all'accordo, Israele non si ritirerà completamente dal corridoio Filadelfia lungo il confine tra Gaza e l'Egitto prima dell'ultimo giorno della fase finale dell'accordo, dopo aver ritirato gradualmente le sue forze nelle fasi precedenti. Secondo la fonte, Hamas ha accettato di rinviare diversi punti irrisolti di contesa con Israele a una fase successiva dell'accordo. Il report dal Qatar aggiunge che, se Israele accetta l'accordo, i Paesi mediatori terranno una conferenza stampa per annunciare i dettagli, il calendario e la data di inizio dell'accordo. Ieri il premier israeliano ha annunciato di aver deciso di inviare una delegazione di alto livello in Qatar per siglare un piano di cessate il fuoco con il gruppo terroristico. Del team partito ieri sera per Doha fanno parte i capi del Mossad e dello Shin Bet David Barnea e Ronen Bar, il rappresentante per l'Idf Nitzan Alon, e il consigliere politico di Netanyahu Ophir Falk. La decisione è stata presa dopo che Netanyahu ha incontrato ieri mattina a Gerusalemme Steve Witkoff, l'inviato di Trump per il Medio Oriente. Witkoff è arrivato in Israele dopo aver parlato nella capitale del Qatar venerdì con il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, che lo ha informato sui negoziati in corso. L'inviato di Trump, dopo il colloquio con il primo ministro israeliano, è tornato a Doha.

Media: Netanyahu vede Smotrich per convincerlo a non dimettersi su accordo ostaggi

Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si incontrerà con il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich nel corso della giornata, nel quadro di una crescente spinta verso un potenziale accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi. A riferirne è il sito di notizie Walla, citando una fonte politica secondo la quale Netanyahu sta cercando di valutare se Smotrich si dimetterebbe dal governo in caso di un accordo che vedrebbe centinaia di detenuti palestinesi liberati dalle carceri israeliane in cambio del rientro degli ostaggi.

Secondo quanto riportato, il premier ritiene che ci sia un'alta probabilità che il ministro per la sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir si dimetta dal governo in caso di accordo sugli ostaggi, quindi Netanyahu spera di convincere Smotrich a non andare oltre un voto contrario ad un accordo, rinunciando all'eventuale uscita dalla coalizione. A riferirne è il Times of Israel.

Siria, leader Hts riceve presidente Coalizione di opposizione a Assad: 'Incontro positivo'

Il leader dell'HTS Ahmed al Shara, alias Abu Mohamed al Golani ha ricevuto mercoledì scorso a Damasco rappresentanti della Coalizione nazionale siriana (SNC), uno dei principali gruppi di opposizione al deposto presidente siriano Bashar al Assad. L'incontro - cui ha partecipato il presidente della coalizione, Hadi Al Bahra - è stato "positivo". "Le parti hanno scambiato opinioni e posizioni con chiarezza e trasparenza sulle sfide della fase attuale”, secondo una dichiarazione pubblicata dall'NSC sul suo sito web oggi.

"Alla luce di queste difficili circostanze, è stato anche sottolineato il sostegno agli sforzi del governo provvisorio di Damasco”, aggiunge l'alleanza di opposizione, che ha chiesto alle autorità di integrare l'organizzazione nel processo di transizione. "Tutti i siriani sono sulla stessa barca e devono navigare insieme, il che richiede la condivisione degli oneri e dei compiti, il coordinamento e l'integrazione per raggiungere gli obiettivi prefissati".

Al via a Riad riunione internazionale sul futuro del Paese

E' iniziato nella capitale saudita l'incontro internazionale voluto per discutere del futuro della repubblica araba dopo la caduta del regime di  Al Assad. Presenti numerosi rappresentanti stranieri dei Paesi arabi, dell'Unione Europea e il ministro nominato dalle nuove autorità siriane per discutere del futuro della repubblica araba dopo la caduta del regime  di Al Assad, Hasan al-Shaibani. La massima diplomatica dell'UE, Kaja Kallas, ha riassunto sul suo account X lo scopo principale dell'incontro, che analizzerà la possibilità di revocare le sanzioni sul Paese, imposte a suo tempo contro l'ormai defunto regime siriano, se le autorità di Hayat Tahrir al Sham (Hts) manterranno le loro promesse di integrazione e pace.

Tripodi: l'Italia in prima linea a sostegno del popolo siriano

"A Riad, su delega del vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, partecipo alla Ministeriale sulla Siria. L'Italia costruttrice di pace è in prima linea a sostegno del popolo siriano e pronta a contribuire alla ricostruzione di un Paese strategico per stabilità del Medio Oriente". Lo scrive su X la sottosegretaria al ministero degli Affari Esteri Maria Tripodi.

Papa: chiediamo la pace in Ucraina, M.O. e mondo intero

"Chiediamo la pace in Ucraina, al Medio Oriente, al mondo intero", "non  dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta". Papa Francesco al  termine dell'Angelus ha rinnovato il suo appello per la pace.

Siria, Madrid: sì a revoca sanzioni internazionali se autorità manterranno promesse

Il governo spagnolo si è espresso a favore di una possibile revoca delle sanzioni internazionali contro la Siria, comprese quelle imposte dall'Unione Europea, se le nuove autorità del Paese, che finora hanno compiuto "passi positivi", manterranno le promesse di garantire un paese "stabile, pacifico e inclusivo". Il Ministro degli Affari Esteri, dell'Unione Europea e della Cooperazione, José Manuel Albares, ha spiegato dalla Turchia che "la posizione della Spagna è che ci devono essere dialogo e contatti con le nuove autorità siriane", in linea con quelli avviati da altri Paesi europei come Italia, Francia e Germania, motivo per cui Albares si prepara a visitare la Siria e il vicino Libano il 15 e 16 gennaio.

Durante la sua visita a Damasco, Albares trasmetterà alle nuove autorità la sua "visione" di quella che "deve essere la Siria del futuro: una Siria pacifica, una Siria inclusiva". "Se questo sarà raggiunto, le sanzioni non avranno più senso".


Segre: il 7 e 8 ottobre hanno segnato profondamente la mia vita

"Il film? Breve storia della mia vita che mi vede sorridente sulla spiaggia di Pesaro da me molto amata, ma non erano ancora successe alcune cose. Il film era stato girato prima del 7 ottobre e prima dell'8 di ottobre, due date che hanno segnato profondamente il mio carattere, il mio umore, e la mia percezione dei fatti di cui sono ancora una volta testimone. Spero che il film venga capito per quello che è la storia di una vita". Lo ha detto la senatrice a vita, Liliana Segre, intervenendo con un video messaggio all'evento organizzato dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e dalla giornalista e scrittrice Claudia Conte che si è tenuto ieri sera presso la Citroniera della Reggia di Venaria. La serata ha visto la proiezione del docufilm "Liliana", seguito da un dibattito a cui hanno partecipato il regista Ruggero Gabbai, il Presidente e la Direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude Michele Briamonte e Chiara Teolato, il Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il Presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni, Giulio Disegni, vice presidente Ucei, Ugo Foa, scrittore, costretto nel 1938, a seguito dell'emanazione delle "leggi per la difesa della razza" da parte del regime fascista, a vivere nascondendosi per non essere deportato. Anche il Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha voluto inviare i suoi ringraziamenti alla senatrice a vita "per averci fatto dono non solo di questa sua testimonianza intima e personale, ma anche per il suo impegno costante rivolto alle nuove generazioni, e per tramandare il valore della memoria e della dignità umana". "Viviamo un momento pieno di sfide - ha continuato Zangrillo - non solo economiche e politiche, ma soprattutto sfide sociali che mettono a rischio pace e convivenza civile. Oggi più che mai ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte, perché barbarie come quella dell'Olocausto non si ripetano più. Contro i gesti di odio, di terrore, non c'è antidoto più forte della conoscenza". "Liliana Segre rappresenta un simbolo e una testimone instancabile della Shoah, e un baluardo contro l'antisemitismo - afferma Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera con la sua testimonianza inviata alla Reggia di Venaria - ascoltare la sua storia è un atto di amore verso la nazione e di responsabilità verso il futuro dello Stato". "Commemorare il Giorno della Memoria - continua Mollicone - non vuol dire solo ricordare quelle giornate tragiche, ma deve essere anche un monito per continuare a fare luce sull'antisemitismo latente che ancora purtroppo ancora falcidia alcune piazze e organizzazioni" Grande soddisfazione per l''evento anche da parte di Briamonte: "Ho voluto fortemente che alla Reggia di Venaria si tenesse questa iniziativa toccante dal valore non solo simbolico: una testimonianza storica di valori universali da tenere sempre in conto, con il riconoscimento di gratitudine verso una donna che continua a insegnare la virtù della dignità umana e della memoria". "Aver costruito un ponte di questo tipo tra passato e presente in un luogo patrimonio Unesco - conclude Briamonte - mi conferma ulteriormente quale ruolo e missione possono svolgere i beni culturali nella società civile".

Idf ha approvato piani per rapido ritiro truppe da aree Striscia di Gaza

Le Forze di Difesa Israeliane hanno recentemente approvato diversi piani per il rapido ritiro delle truppe da vaste aree della Striscia di Gaza, in concomitanza con i progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi. A riferirne è oggi il quotidiano israeliano Ha'aretz. L'esercito ha esaminato diverse opzioni per il ritiro delle truppe da Gaza, compreso il corridoio di Netzarim, che divide la Striscia in due. L'esercito ha spiegato di avere la capacità di evacuare i soldati dall'area, nonostante le numerose infrastrutture e postazioni stabilite. Le Forze di Difesa, scrive ancora il giornale, si dicono pronte ad attuare qualsiasi accordo stipulato dal governo, compreso quello che prevede un rapido ritiro delle truppe da Gaza.

Gaza, 28 morti in 24 ore nella Striscia

Nuovi raid israeliani hanno causato 28 morti nella Striscia di Gaza nelle  ultime 24 ore, portaqndo a 46.565 il bilancio totale delle vittime  palestinesi del conflitto. Lo riferisce il ministero della Sanità del  territorio palestinese, gestito da Hamas.

Hamas: 'Sale a 46.565 bilancio dei morti a Gaza, 28 in 24 ore'

Il ministero della Sanità di Gaza, espressione di Hamas, ha aggiornato il bilancio dei morti totali palestinesi nella Striscia dal 7 ottobre 2023 a 46.565, dopo l'aggiunta di 28 vittime nelle ultime 24 ore. Il totale dei feriti è invece salito a 109.660.

In Iran esercitazioni antiaeree ai siti atomici di Fordow e Arak

L'esercito iraniano ha iniziato domenica un'esercitazione di difesa aerea contro l'eventualità di attacchi aerei israeliani o statunitensi, dopo le minacce di Donald Trump contro i siti nucleari della Repubblica islamica, in cui gli occidentali accusano Teheran di star sviluppando segretamente un programma di armamento nucleare. Lo rende noto la Tv di Stato iraniana. Simulazioni di attacchi aerei e missilistici si svolgono in corrispondenza del sito sotterraneo di arricchimento dell'uranio di Fordow e nel distretto di Arak, dove sorge un reattore ad acqua pesante a Khondab, rispettivamente nel nord e nell'ovest dell'Iran. Secondo la Tv di Stato, unità missilistiche, radar e di guerra elettronica prendono parte alle esercitazioni, che si svolgono in continuità con manovre delle forze armate iniziate ieri. Martedì scorso sono state simulate operazioni di difesa aerea presso il sito di arricchimento dell'uranio di Natanz, circa 250 km a sud di Teheran.

Malala: 'Israele ha decimato l'intero sistema educativo a Gaza'

"A Gaza, Israele ha decimato l'intero sistema educativo": lo ha detto Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace, parlando a un summit globale sull'istruzione delle ragazze nei Paesi musulmani ospitato dal Pakistan. "Hanno bombardato tutte le università, distrutto più del 90% delle scuole e attaccato indiscriminatamente i civili che si rifugiavano negli edifici scolastici. "Continuerò a denunciare le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani da parte di Israele", ha concluso l'attivista pakistana per l'istruzione femminile che i Talebani cercarono di uccidere quando aveva 15 anni, nel 2012 e che da allora vive in esilio.

Malala ai leader musulmani: 'Non legittimate i talebani'

La Nobel per la Pace Malala Yousafzai ha esortato i leader musulmani a non "legittimare" il governo talebano afghano e a "mostrare una vera leadership" opponendosi alle loro restrizioni all'istruzione di donne e ragazze. La 27enne Yousafzai, attivista globale per l'educazione delle ragazze che i talebani pachistani tentarono di uccidere nel 2012, è intervenuta a un summit sull'istruzione delle ragazze nei Paesi musulmani svolto a Islamabad, in Pakistan: evento a cui i Talebani non hanno voluto partecipare. "Come leader islamici, ora è il momento di alzare la voce, usare il vostro potere. Potete mostrare vera leadership", ha detto.

Nuovi attacchi hacker all'Italia. Oltre ai filorussi Noname, in azione anche i palestinesi Alixsec

Dopo quelli di ieri, nuovi attacchi in mattinata degli hacker della crew filorussa Noname057(16) ad obiettivi italiani: questa volta nel mirino ci sono i siti di banche (come Intesa, Monte paschi), porti (Taranto, Trieste), aziende (Vulcanair). L'Agenzia per la cybersicurezza nazionale è al lavoro avvisando i soggetti colpiti e supportandoli nel ripristino delle funzionalità. Alcuni domini risultano intaccati dagli attacchi, che sono sempre di tipo Ddos, Distributed denial of service. La novità del giorno è che si registrano hackeraggi anche da un altro gruppo, i palestinesi Alixsec che, tra gli altri, hanno attaccato Olidata.

Siria, oggi il vertice tra Paesi arabi e Stati Ue sul futuro di Damasco

L'incontro, che si tiene in Arabia Saudita, arriva in un momento in cui  le autorità di transizione guidate dal nuovo leader di Damasco, Ahmad Al  Shareh, chiedono la revoca delle sanzioni internazionali. Nei giorni  scorsi, il ministro degli Esteri Tajani ha incontrato Al Jolani e la  comunità cristiana locale. LEGGI L'ARTICOLO

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