Guerra Israele e Siria, Oxfam: “Solo 12 camion di aiuti nel nord da ottobre”. LIVE

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Mentre a Doha i negoziatori cercano di elaborare un accordo di cessate il fuoco, un funzionario israeliano ha dichiarato al Times of Israel che Hamas ha fornito "segni di vita" per diversi ostaggi: 96 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza. Papa Francesco torna intanto ad accusare Israele di "crudeltà" nella Striscia 

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Solo 12 camion hanno distribuito cibo e acqua nel nord della Striscia di Gaza in due mesi e mezzo, afferma il gruppo umanitario Oxfam lanciando l'allarme per il peggioramento della situazione nel territorio assediato. Mentre a Doha i negoziatori cercano di elaborare un accordo di cessate il fuoco, un funzionario israeliano ha dichiarato al Times of Israel che Hamas ha fornito "segni di vita" per diversi ostaggi: 96 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza. E Tel Aviv avrebbe accettato di rilasciare circa 200 prigionieri che stanno scontando l'ergastolo in un eventuale accordo di liberazione degli ostaggi: lo ha detto una fonte palestinese ad Haaretz. Papa Francesco torna intanto ad accusare Israele di "crudeltà" nella Striscia di Gaza.


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Siria, ministro Esteri Giordania a Damasco per colloqui con al-Jawlani (2)

Il ministero degli Esteri di Amman ha ora diffuso, sempre via X, immagini della stretta di mano a Damasco tra Safadi e al-Sharaa e del colloquio tra i due. Non sono per ora stati diffusi dettagli sui contenuti. E' la prima volta dalla fine dell'era Assad, lo scorso 8 dicembre, che si reca in Siria un rappresentante del governo della vicina Giordania.

Milizie irachene filoiraniane annunciano "stop attacchi contro Israele" (2)

Al giornale libanese Al-Akhbar un comandante di alto grado della milizia Harakat Hezbollah al-Nujaba ha parlato di una presunta intesa con il premier iracheno, Mohamed Shia Al Sudani, alla luce della situazione in Siria. "Le fazioni armate si attengono alle parole del governo iracheno, soprattutto dopo quanto accaduto in Siria, che indica che potrebbe esserci l'intenzione di trascinare il Paese verso uno scenario peggiore del rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, che potrebbe portare al ritorno del terrorismo in Iraq", ha affermato. 

I gruppi, ha sostenuto ancora, "hanno deciso di non interferire nella situazione in Siria e di seguire la situazione a distanza" e l'Iran "ha dato libertà sulle decisioni sulla situazione in Siria".

Milizie irachene filoiraniane annunciano "stop attacchi contro Israele"

Una delle principali milizie filoiraniane dell'Iraq, Kata'ib Sayyid al-Shuhada, afferma che i gruppi armati del Paese hanno fermato gli attacchi contro Israele, motivando la decisione con il cessate il fuoco in vigore dal 27 novembre tra Israele e gli Hezbollah libanesi. Al sito di notizie Shafaq News, il portavoce del gruppo, Kazem al Fartusi, ha detto che "le operazioni delle fazioni irachene contro Israele erano collegate alle operazioni di Hezbollah e le operazioni dei gruppi iracheni si sono fermate dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco".

Le fazioni armate, ha aggiunto, "non hanno abbandonato né abbandoneranno" il principio di "unità dei fronti" contro Israele, anche se la situazione attuale "va studiata bene". "Il principio di unità dei fronti è accettato dalle fazioni irachene e non può essere abbandonato, ma sono le circostanze a determinare e definire le posizioni dei gruppi", ha sostenuto, aggiungendo che "ci sono alleati in Iraq che hanno la loro opinione e riserve sulle operazioni e devono essere ascoltati".

Crosetto in Israele: "Incontro importante con omologo Katz, impegno per stabilità"

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è recato ieri in visita ufficiale in Israele dove ha avato una serie di incontri istituzionali, tra cui quello con il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. "Importante incontro con il collega israeliano Israel Katz. Riaffermato l'impegno dell'Italia per favorire stabilità in Medio Oriente, sottolineando importanza del rispetto del cessate il fuoco - ha scritto su X Crosetto - Unifil svolge ruolo fondamentale per la pace, ma deve essere messa nelle condizioni di operare efficacemente".

"Ribadita importanza processo di pace nella Striscia di Gaza e condivisa preoccupazione per situazione in Siria, che potrebbe destabilizzare intera regione. Rinnovata vicinanza a familiari e ostaggi, dei quali auspichiamo una rapida liberazione", ha concluso Crosetto.

Siria, Teheran: "Nessun contatto diretto con nuove autorità"

L'Iran afferma di non avere "contatti diretti" con la nuova leadership provvisoria della Siria, dopo la fine dell'era Assad, per anni sostenuto dalla Repubblica Islamica. "Teheran non ha contatti diretti con l'attuale governo transitorio siriano", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica, Esmaeil Baghaei, come riporta l'agenzia iraniana Mehr. 

Iran conferma il suo sostegno alla sovranità della Siria

Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha dichiarato oggi che Teheran ha sempre sostenuto la sovranità della Siria e continuerà a farlo; questa, ha aggiunto, è una posizione di principio del Paese, così come il sostegno all'integrità territoriale della Siria. 

Iran: "La Siria non diventi paradiso per il terrorismo"

Il ministero degli Esteri iraniano afferma che la Siria non deve diventare un "paradiso per il terrorismo". 

Iran: "Nessun contatto diretto con nuovi leader in Siria"

L'Iran non ha "nessun contatto diretto" con i nuovi leader siriani. Lo fanno sapere fonti ministeriali iraniane. 

Siria, Tajani: "Revoca sanzioni quando ci sarà nuova fase inclusiva e rispettosa diritti"

"Le sanzioni alla Siria andranno revocate progressivamente, man mano che si manifesterà il loro orientamento nel senso di una transizione politica inclusiva, verso le minoranze etniche e religiose e sui diritti delle donne". Lo dice a La Stampa il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dopo la fine dell'era Assad. "E' imminente la missione di una delegazione di diplomatici italiani ad alto livello a Damasco per incontrare la nuova leadership provvisoria" e, puntualizza, "i segnali sono positivi, ma seguiremo nel concreto la loro azione".

Media: "Da milizie irachene pro Iran stop attacchi Israele"

I gruppi di milizie sostenuti dall'Iran in Iraq hanno deciso di fermare i loro attacchi contro Israele oltre a evitare di essere coinvolti in Siria. Lo riporta il quotidiano libanese pro-Hezbollah Al-Akhbar, ma al momento non ci sono conferme da altre fonti. A rilanciare l'informazione, al momento, è il quotidiano Times of Israel. "Le fazioni armate hanno aderito alle parole del governo iracheno, soprattutto dopo quanto accaduto in Siria, che afferma che potrebbe esserci l'intenzione di trascinare il paese in uno scenario peggiore del rovesciamento del regime di Bashar al-Assad, col rischio ritorno del terrorismo in Iraq", ha dichiarato un membro di Harakat Hezbollah al-Nujaba. Un altro funzionario della milizia Kata'ib Sayyid al-Shuhada, sostiene invece che "le operazioni delle fazioni contro Israele erano collegate alle operazioni dell'Hezbollah libanese e quando è stato raggiunto il cessate il fuoco in Libano, le operazioni delle fazioni irachene si sono fermate e ci sono anche partner in Iraq che hanno un'opinione e delle riserve su quelle operazioni e devono essere ascoltati". Le milizie in questione hanno lanciato droni d'attacco contro Israele dall'inizio della guerra a Gaza, nell'ottobre 2023, come parte del cosiddetto Asse della resistenza iraniano. Lo scorso ottobre, due soldati sono stati uccisi e altri 24 sono rimasti feriti quando un drone iracheno ha colpito la loro base sulle alture del Golan.

Iran accusa Usa e Israele: "Vogliono predominio nella regione"

Il ministro iraniano degli Esteri, Abbas Araghchi, ha condannato gli attacchi aerei statunitensi contro gli obiettivi degli Houthi sostenuti dall'Iran in Yemen, definendoli "una palese violazione del diritto internazionale'" e ha affermato che "tali attacchi, che sono spesso condotti congiuntamente con il Regno Unito, sono stati condotti per conto di Israele, con l'obiettivo di indebolire i paesi islamici e affermare il predominio sulla regione''. Secondo l'Irna, Araghchi ha rilasciato queste dichiarazioni in una conversazione telefonica ieri sera con il ministro degli Esteri del gruppo Houthi in Yemen Jamal Ahmed Ali Amer. Il ministro iraniano ha anche elogiato il sostegno degli Houthi al popolo palestinese. Da parte sua, Amer ha invitato le nazioni islamich"a impiegare il loro potenziale per impedire ai nemici di raggiungere i loro obiettivi". 

Media: "Iran studia corridoio aereo per riarmo Hezbollah" (2)

I voli diretti da Teheran a Beirut sono ripresi nei giorni scorsi, ma non passano più dallo spazio aereo siriano, e sono interrotte le 'strade' da cui in passato si ritiene razzi e altri armamenti iraniani arrivassero a Hezbollah via Siria.

Il Times sottolinea come nonostante quanto fatto per indebolire "l'asse della resistenza", fonti nella regione ritengano che Teheran possa tentare di rafforzare le milizie sciite in Iraq, gli Houthi dello Yemen e gruppi palestinesi, oltre a Hezbollah. E il 'corridoio aereo' non sarebbe l'unica possibile opzione per l'Iran per 'rianimare' Hezbollah. Viene fatto tra l'altro riferimento a rotte via terra dall'Iran attraverso Iraq, Giordania e Cisgiordania e al trasporto marittimo verso le coste libanesi.

Secondo gli analisti il 'corridoio aereo' o il trasporto via mare sarebbero rischiosi per un Hezbollah indebolito e per la stessa Repubblica Islamica. "Il potenziale riarmo di Hezbollah è limitato - osserva Lina Khatib del programma Medio Oriente e Nord Africa di Chatham House - Hezbollah ha ancora possibilità di accesso aereo e marittimo, ma i suoi movimenti sono limitati dai termini dell'accordo di cessate il fuoco con Israele".

Media: "Iran studia corridoio aereo per riarmo Hezbollah"

Un 'corridoio aereo' per riarmare gli Hezbollah libanesi. Dopo la fine dell'era Assad in Siria che ha ridotto l'influenza dell'Iran nel Paese arabo, secondo il Times, la Repubblica Islamica starebbe studiando di far arrivare in aereo in Libano armi per il Partito di Dio. Secondo una fonte nella regione citata dal giornale, colloqui sul progetto sarebbero in corso a Teheran e i Paesi occidentali sarebbero "preoccupati" dalla possibilità che l'Iran" stia "cercando di trasformare l'aeroporto di Beirut nel suo nuovo hub logistico, proprio come aveva fatto in Siria".

Una mossa che, avverte la fonte, "potrebbe portare alla prossima escalation". Anche perché, evidenzia il giornale, si tratterebbe di una violazione dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e gli Hezbollah libanesi, decimati dalle operazioni militari israeliane contro il gruppo orfano di Hasan Nasrallah.

Siria, ministro Esteri Giordania a Damasco per colloqui con al-Jawlani

Missione a Damasco per il capo della diplomazia di Amman. Il ministero degli Esteri della Giordania ha annunciato via X una missione di Ayman Safadi nella capitale siriana per colloqui con Ahmed al-Sharaa, come è tornato a farsi chiamare Abu Mohammed al-Jawlani dopo che il suo Hayat Tahrir al-Sham ha guidato l'offensiva delle forze anti-Assad che ha posto fine al regime di Bashar al-Assad. Il capo della diplomazia giordana Ayman Safadi è atteso oggi a Damasco per incontrare il nuovo leader della vicina Siria, al-Jolani, ha annunciato il suo ministero. Safadi "si recherà a Damasco oggi e incontrerà il comandante in capo della nuova amministrazione siriana, così come altri funzionari siriani", ha affermato il ministero in una breve nota. 

Media, almeno 5 palestinesi uccisi in attacchi israeliani

Almeno cinque palestinesi sono stati uccisi in attacchi israeliani durante la notte. Lo riporta Al Jazeera, citando l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Due sono stati i morti e diciannove i feriti in un attacco con drone ad al-Mawasi. Altri due palestinesi uccisi e diversi feriti nel bombardamento di un'auto ad al-Mawasi e un morto in un attacco alla casa della famiglia Jundi nell'area di al-Shaaf a Shujayea, nella città di Gaza. 

Oxfam: "Solo 12 camion di aiuti nel nord di Gaza da ottobre"

Solo 12 camion hanno distribuito cibo e acqua nel nord della Striscia di Gaza in due mesi e mezzo, afferma il gruppo umanitario Oxfam lanciando l'allarme per il peggioramento della situazione nel territorio assediato. "Dei magri 34 camion di cibo e acqua autorizzati a entrare nel governatorato settentrionale negli ultimi due mesi e mezzo, ritardi deliberati e ostruzioni sistematiche da parte dell'esercito israeliano hanno fatto sì che solo dodici riuscissero a distribuire aiuti ai civili palestinesi affamati", dice Oxfam in un comunicato il conteggio include le consegne fino a sabato.

Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI

Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti

Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'APPROFONDIMENTO

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