Kirby ha ribadito che gli Usa continueranno a fornire altri pacchetti di aiuti a Kiev "fino alla fine di questa amministrazione". Il presidente eletto Usa Trump si è detto assolutamente contrario agli attacchi con missili in Russia: "Stiamo solo intensificando questa guerra e peggiorandola. Penso che sia un errore molto grave". Xi fa sapere che la Cina "continuerà a mantenere la sua posizione coerente", collaborando "per creare le condizioni favorevoli per una risoluzione politica della crisi"
L'impiego di truppe europee in Ucraina potrebbe contribuire a garantire un futuro accordo volto ad assicurare una pace nella guerra con la Russia. Lo ha affermato un alto funzionario di Kiev all'Afp. Intanto, la Casa Bianca ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti per le armi all'Ucraina. Kirby ha ribadito che gli Usa continueranno a fornire altri pacchetti di aiuti a Kiev "fino alla fine di questa amministrazione".
"Sono assolutamente contrario agli attacchi con missili in Russia. Stiamo solo intensificando questa guerra e peggiorandola. Penso che sia un errore molto grave, un errore molto grave". Lo ha detto Donald Trump nell'intervista a Time. Quanto alla domanda sugli aiuti all'Ucraina, il presidente eletto non ha risposto direttamente se continuerà a fornirli o no: "Voglio raggiungere un accordo. Questa guerra non sarebbe mai dovuta iniziare. Putin non avrebbe invaso l'Ucraina se fossi stato presidente".
La Cina, sulla questione dell'Ucraina, "continuerà a mantenere la sua posizione coerente", collaborando con la comunità internazionale "per creare le condizioni favorevoli per una risoluzione politica della crisi". E' quanto ha detto il presidente Xi Jinping, incontrando a Pechino il presidente di Russia Unita, Dmitri Medvedev.
Gli approfondimenti:
- Ucraina, su cosa trattano Mosca e Kiev? La guerra può finire nel 2025?
- Quali zone della Russia può colpire Kiev con i missili ATACMS di Biden?
- Da Bucha a Kramatorsk, fino all'ospedale pediatrico di Kiev: le peggiori stragi di civili
- Armi nucleari tattiche: cosa sono, le differenze con le strategiche, gli effetti
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Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari
Dopo 54 anni si è dissolto in una decina di giorni il regime della famiglia Assad in Siria, con il suo ultimo esponente, il presidente Bashar al Assad, che dopo un quarto di secolo a potere è fuggito a Mosca insieme alla famiglia sotto la protezione di Vladimir Putin che ha concesso loro l'asilo "per motivi umanitari". La Russia è da sempre convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta militarmente nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale, all'epoca, per la salvezza del regime alawita e delle strategiche basi russe nel Paese. Ma cosa può rappresentare quindi la caduta di Assad per Putin? LEGGI QUI
Guerra in Ucraina, rivelazione di un disertore russo: Mosca era pronta ad attacco nucleare
All'inizio della guerra con l'Ucraina, nel febbraio del 2022, la Russia fu posta in stato di massima allerta nucleare: era pronta a rispondere a ipotetici attacchi altrui e - forse - anche a un passo dal potenziale momento di non ritorno. A dirlo è stato un uomo, rimasto anonimo, presentato dalla Bbc come disertore russo di primo piano. L'ex ufficiale ha avvertito come il suo Paese, al di là dell'obsolescenza di qualche armamento d'origine sovietica, possa contare comunque su migliaia di testate atomiche in piena efficienza. LEGGI L'ARTICOLO
Guerra Ucraina-Russia, da Francia e Uk ipotesi invio soldati. Germania pensa a bunker
La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe arrivare a breve a un nuovo bivio decisivo. Tra meno di due mesi Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca: il nuovo presidente degli Stati Uniti avrà una posizione molto diversa rispetto a Biden sul sostegno di Washington a Kiev. Negli ultimi giorni sta tornando d’attualità la possibilità di inviare truppe europee in Ucraina. Insieme alla Francia - che per prima aveva ventilato l'ipotesi - ora c'è il Regno Unito. Parigi e Londra sarebbero le azioniste di maggioranza dell'iniziativa, alla quale si aggiungerebbero altri Paesi sulla stessa linea d’onda. GLI SCENARI
Guerra, quale sarebbe la possibile risposta Usa a un attacco nucleare russo
È dal 24 febbraio 2022, giorno d’inizio dell’invasione russa in Ucraina, che ciclicamente si torna a parlare del possibile peggioramento del conflitto con l’utilizzo di armi nucleari. Negli ultimi giorni i toni si sono alzati ancora una volta. Prima Mosca ha lanciato il missile balistico ipersonico Oreshnik sul suolo ucraino, poi ne ha annunciato “la produzione in serie”, con il presidente russo Vladimir Putin che continua a parlare di una guerra ormai diventata “globale”. Resta però sempre la speranza che il Cremlino stia solo cercando di spaventare i suoi avversari. Ma se così non fosse? Quale potrebbe essere la risposta all’utilizzo di armi nucleari da parte della Russia? LE IPOTESI
Kiev, 11 morti e 22 feriti nel raid di martedì su Zaporizhzhia
E' salito a 11 morti e 22 feriti il bilancio delle vittime dell'attacco missilistico russo che due giorni fa ha colpito un edificio residenziale nella città ucraina di Zaporizhzhia: lo comunica il governatore dell'oblast, Ivan Fedorov, sul suo canale Telegram, citato da Ukrinform. Fedorov ha anche reso noto che sono state completate le operazioni di ricerca e soccorso sul posto.
Cos'è il nuovo missile ipersonico russo Oreshnik e dove può colpire in Europa
Una nuova arma è stata utilizzata dalla Russia per colpire in Ucraina, ad oltre mille giorni dall'inizio del conflitto. È il missile balistico ipersonico Oreshnik, di medio raggio. Lo ha annunciato Vladimir Putin, che ha poi confermato come il missile verrà testato nuovamente in combattimento e che non può essere intercettato, definendola un'arma unica. Il leader russo ha anche annunciato la produzione in serie dell'Oreshnik, mentre il comandante delle truppe missilistiche russe ha confermato che questa nuova arma può colpire "in tutto il territorio europeo". Vediamo le caratteristiche del missile Oreshnik e quando è stato utilizzato. DI COSA SI TRATTA
Guerra Russia-Ucraina: chi è Kim Yong-bok, il generale nordcoreano al servizio di Mosca
Sono quasi 11mila i soldati nordcoreani che sono stati schierati nel Kursk, in Russia. A dirlo è la Bbc, che cita il National Intelligence Service (NIS) di Seul. Un membro della commissione parlamentare per l'intelligence, Lee Seong-Kweun, ha dichiarato che le truppe sono state trasferite nella regione alla fine di ottobre, dopo aver completato l'addestramento di adattamento nella Russia nordorientale. Ha anche confermato che la Corea del Nord ha spedito altre forniture militari, tra cui numerosi lanciarazzi e artiglieria a lungo raggio. IL PROFILO
Kiev: "Abbiamo bisogno di pace, non di appeasement"
ll ministro degli Esteri ucraino, Andriy Sybiha, ha fatto appello oggi ai suoi partner europei a rafforzare ulteriormente il suo Paese con mezzi diplomatici e militari, alla luce della "situazione attualmente molto difficile" sul campo di battaglia. I partner devono rafforzare Kiev "per far in modo che la Russia sia costretta alla pace", ha dichiarato Sybiha. Anche perché "Putin conosce solo la forza", ha aggiunto. L'Ucraina dice sì "alla pace, ma non all'appeasement", ha concluso.
Casa Bianca, nuovo pacchetto di aiuti a Kiev
Nuovo pacchetto di aiuti per le armi all'Ucraina: lo ha annunciato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby, senza rivelarne l'entità. Kirby ha ribadito che gli Usa continueranno a fornire altri pacchetti di aiuti a Kiev "fino alla fine di questa amministrazione".
Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari
Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LEGGI L'ARTICOLO
Media: Da inizio guerra Mosca ha prodotto solo 7 aerei di linea"
Dall'inizio della guerra in Ucraina, la Corporazione aeronautica unita russa avrebbe prodotto solo sette aerei di linea - dei SuperJet 100 - e due prototipi - un Il-96-400M e un Il-114 - contro i 108 velivoli che aveva in programma di realizzare: lo sostiene la Bbc in un'inchiesta pubblicata online e ripresa dal Moscow Times e da altri media. "Le sanzioni" occidentali" per l'invasione dell'Ucraina "si sono rivelate così gravi da portare l'industria aeronautica" russa "sul limite della sopravvivenza", scrive la Bbc, che dice di basare le sue stime su cifre non ufficiali, e afferma che i sette SuperJet 100 siano stati costruiti "con scorte precedenti alla guerra". Citando dati del ministero dell'Industria russo ripresi dalla Tass, la Bbc riferisce che in Russia sono stati prodotti 11 aerei di linea nel 2019, 12 nel 2020, 13 nel 2021. Poi sarebbe stato adottato un programma che prevedeva 14 nuovi aerei nel 2022, 25 nel 2023 e 69 nel 2024. Ma secondo una fonte della testata, questo programma era poco realistico. Secondo la Bbc, "ora in Russia ci sono due modi per ottenere pezzi di ricambio per aerei di fabbricazione straniera: rimuoverli da altri aerei o importarli dall'estero, e queste importazioni 'grigie' possono anche fornire pezzi di ricambio sia nuovi che usati. Inoltre, la Russia sta cercando di produrre alcune parti da sola". Stando a un esperto interpellato dalla Bbc, inoltre, lo sviluppo di aerei passeggeri è influenzato negativamente dalla produzione militare.
Rutte: "Contro Russia-Cina serve mentalità di guerra"
Il segretario generale della Nato Mark Rutte non vuole "spaventare" nessuno, ma visto lo stato dell'arte - da un lato la differenza tra quello che abbiamo al momento e quello che serve e servirà per difenderci, dall'altro la rapidità con cui Russia e Cina si armano - ha senz'altro deciso di lanciare un allarme, appellandosi direttamente ai cittadini europei. "Tra 4-5 anni la nostra capacità di deterrenza sarà indebolita a tal punto che i russi potrebbero iniziare a pensare di attaccarci", spiega. Servono molte cose. Soldati negli eserciti, nuovi mezzi militari, maggiore innovazione. Ma soprattutto consapevolezza. A costo di rinunciare ad una piccola parte della spesa sociale - sì, anche "pensioni" o "sanità" - pur di mettere in sicurezza i nostri confini. "E non perché ce lo chiede Donald Trump". "È vero, abbiamo aumentato la nostra spesa in difesa negli ultimi anni", argomenta con un selezionato gruppo di testate, tra cui l'ANSA, dopo un discorso di ampio respiro ospitato dal Carnegie Europe di Bruxelles. "Ma è ancora molto meno che nella Guerra Fredda, e i rischi per noi sono ormai come allora se non maggiori. Con quell'approccio abbiamo vinto. Ebbene, dobbiamo nuovamente adottare una mentalità di guerra".
L'Estonia stanzia 200.000 euro a favore dell'Ucraina
Il ministero degli Esteri estone ha stanziato un finanziamento aggiuntivo di 200.000 euro a favore dei civili in Ucraina. Gli aiuti, che fanno parte del bilancio della cooperazione allo sviluppo del Paese baltico, saranno destinati al sostegno di donne, bambini e persone con disabilità colpite dalla guerra e al ripristino delle infrastrutture energetiche ucraine. "Non dobbiamo dimenticare che la situazione vicino alla linea del fronte in Ucraina rimane estremamente difficile e il bisogno aiuto umanitario è enorme", ha commentato il ministro della Difesa estone, Margus Tsahkna. "Gli effetti della guerra sulla società sono impressionanti", ha aggiunto ancora Tsahkna. "Il settore energetico ucraino continua, inoltre, ad avere bisogno di aiuto. L'Ucraina ha ormai perso quasi il 70% della sua capacità di produzione di energia a causa degli attacchi della Russia. Tutto ciò influisce sulla resilienza della società ucraina e della sua economia".
Ucraina, dibattito aperto su contingente caschi blu europeo: Kiev lo chiede ma Varsavia frena
L'Ucraina ha iniziato a chiedere il dispiegamento di un contingente di caschi blu europeo dopo un accordo per una tregua nella guerra che viene oramai considerata imminente. I Paesi hanno iniziato a discuterne, come hanno fatto oggi a Varsavia il Presidente francese Emmanuel Macron e il Premier polacco Donald Tusk. Ma lo stesso Tusk ha tenuto a "porre fine alle speculazioni sulla presenza di militari di questo o quel Paese in Ucraina dopo un possibile accordo di pace o in caso di cessate il fuoco", dopo che ieri il quotidiano polacco Rzeczpospolita ha anticipato il possibile invio di decine di migliaia di soldati di una forza di peacekeeping. "Ne abbiamo discusso e decisioni su azioni saranno prese a Varsavia, solo a Varsavia. E per il momento nulla di tutto questo è in programma".
Il dispiegamento di una tale forza per Kiev potrebbe essere "una delle garanzie" per una pace futura con la Russia, come ha spiegato all'Afp un alto dirigente a Kiev. "Partiamo dal principio che un cessate il fuoco non sarà sufficiente a risolvere il problema. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di garanzie e la presenza di contingenti militari può esserne una".
Un diplomatico europeo e una fonte francese hanno confermato che la visita di Macron era in parte dedicata a questo argomento. Lo stesso Macron ha detto che i colloqui con Tusk si sono concentrati sull'Ucraina e sul "giorno dopo" la guerra. "La prossima amministrazione Trump ha dimostrato la sua volontà di cambiare la traiettoria del conflitto e dobbiamo lavorare con l'Ucraina e l'Europa per prendere in considerazione gli interessi europei e ucraini", ha detto Macron che pochi giorni fa a Parigi ha visto Volodymir Zelensky e Donald Trump.
Kiev: truppe Ue in Ucraina potrebbero garantire intesa pace
L'impiego di truppe europee in Ucraina potrebbe contribuire a garantire un futuro accordo volto ad assicurare una pace nella guerra con la Russia. Lo ha affermato un alto funzionario di Kiev all'Afp. Il presidente russo Vladimir "Putin rompe sempre il cessate il fuoco, lo ha fatto decine di volte, non solo in Ucraina. Ecco perché abbiamo bisogno di garanzie e la presenza di contingenti militari può essere una di queste", ha detto la fonte.
Colloquio tra ministri Esteri Russia e Emirati su Siria: "Serve subito dialogo inclusivo"
La situazione in Siria è stata al centro di un colloquio telefonico tra il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, e l'omologo emiratino, Abdullah bin Zayed Al Nahyan. "I ministri degli Esteri di Russia ed Emirati Arabi Uniti - ha reso noto da Mosca - si sono espressi a favore dell'organizzazione di una riunione a livello internazionale, al più presto, per far partire il prima possibile un dialogo nazionale inclusivo con la partecipazione di tutte le forze politiche, etniche e confessionali".
Vertice Berlino: "Kiev nella Nato processo irreversibile"
"Continueremo a sostenere l'Ucraina nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euro-atlantica, inclusa l'adesione alla Nato, e nel suo percorso verso l'adesione all'Unione Europea". Lo si legge nel comunicato finale della ministeriale Esteri tra sei Paesi europei, tra cui l'Italia, svoltasi a Berlino. "Gli obiettivi di una pace complessiva, giusta e duratura per l'Ucraina e una sicurezza duratura in Europa sono inseparabili. L'Ucraina deve prevalere", si aggiunge nel testo.