
Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: "Il futuro è nostro". Poi in serata l'incontro con l'ex premier per la transizione. Il rais è fuggito a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo politico. Biden avverte sulla formazione di uno Stato Islamico. I ribelli concedono l'amnistia ai militari siriani
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Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: "Il futuro è nostro, il dittatore è caduto, e questa è una vittoria per tutta la nazione islamica". I ribelli siriani concedono l'amnistia a tutto il personale militare arruolato durante il regime del deposto presidente Bashar al-Assad.
Il regime di Assad è finito. Il rais è fuggito a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo politico. Biden: "Assad deve essere portato davanti alla giustizia e punito". Il leader dei ribelli siriani jihadisti Abu Mohammed al-Jolani ha incontrato il primo ministro siriano uscente Mohammed al-Jalali e ha discusso il "trasferimento del potere", hanno dichiarato i ribelli jihadisti il giorno dopo aver rovesciato il presidente Bashar al-Assad.
Le forze di terra israeliane sono entrate in Siria per la prima volta dalla guerra dello Yom Kippur dell'Ottobre 1973 per stabilizzare il controllo dell'area di confine. Blitz dei miliziani nelle ambasciate, anche in quella italiana. "Cercavano uomini del regime". Tajani: "L'ambasciatore e il personale sono al sicuro". Il governo lavora per la sicurezza degli italiani. Libano e Giordania chiudono i confini. Crosetto: "Possibili arrivi dalla rotta balcanica".
Gli approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
- Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
- Siria in mano ai ribelli, Assad in fuga: la notizia sui siti internazionali
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Siria in mano ai ribelli jihadisti, Assad in fuga. La notizia sui siti internazionali
La stampa di tutto il mondo apre, nella versione online, con la caduta del regime di Bashar dopo un quarto di secolo. "Le forze sunnite affermano che il presidente ha lasciato il Paese e che la capitale Damasco è stata liberata", titolano i quotidiani di ogni Paese. La tedesca Bild: "Assad è fuggito in aereo". Le Figaro: "Scene di giubilo e invocazioni religiose in strada". Il New York Times: "Non si sa dove sia il presidente". LEGGI
Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
Una marcia clamorosa e inaspettata, cominciata 10 giorni fa dalla remota regione nord-occidentale di Idlib al confine con la Turchia, che ha travolto roccaforti governative, russe e iraniane come Aleppo e Hama. Fino alla conquista di Damasco e la "fuga" di Bashar al-Assad, il presidente della Siria da un quarto di secolo al potere dopo averlo ereditato dal padre Hafez per 30 ai vertici del regime. La Siria è ora nelle mani dei ribelli a guida islamica che esultano, parlando dell'inizio di una "nuova era” dopo la caduta del regime dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il capo delle milizie Hayat Tahrir al-Sham - Abu Muhammad al-Jolani - ha ordinato alle sue forze di non avvicinarsi alle istituzioni pubbliche della capitale, "che rimarranno sotto la supervisione dell'ex primo ministro fino a quando non saranno ufficialmente consegnate”. Ma chi è il capo del gruppo armato Hts? CHI È
Siria, cosa rischia Israele con la caduta di Assad? Gli scenari
Al termine di una rapida avanzata, i ribelli jihadisti in Siria hanno preso il controllo della capitale Damasco e hanno annunciato la fine del regime di Bashar al-Assad. La situazione è in continua evoluzione ma gli analisti si interrogano ora sui possibili riflessi nello scenario mediorientale. E in molti si chiedono quali potrebbero essere le conseguenze per Israele. I POSSIBILI SCENARI
Siria, cosa può succedere adesso che è caduto il regime di Bashar al-Assad? Gli scenari
L’offensiva dei ribelli jihadisti in Siria ha raggiunto il suo obiettivo. L’8 dicembre il regime di Bashar al-Assad è caduto, dopo 24 anni. L’ormai ex presidente si è dato alla fuga, colto alla sprovvista: nessuno si aspettava che l’insurrezione, lanciata il 27 novembre, riuscisse a essere portata a termine in così poco tempo. Adesso si trova a Mosca, dove gli è stato concesso asilo, mentre la capitale Damasco è in mano ai miliziani di stampo islamico - le forze antigovernative guidate da Hts (Hayat Tahrir al-Sham) con a capo Abu Muhammad al Jolani - che parlano dell’inizio di una "nuova era”. La situazione è però lontana dall’essere definita. Sia per il caos interno alla stessa Siria, divisa tra molte fazioni ribelli, sia per il complicato scenario geopolitico in Medio Oriente in cui si inserisce questo nuovo tassello. Cosa succederà adesso? GLI SCENARI
Biden a re Giordania: "Pieno sostegno alla transizione in Siria"
Joe Biden ha parlato oggi con il re Abdullah II di Giordania e ha "sottolineato il suo pieno sostegno ad un processo di transizione guidato dalla Siria sotto gli auspici delle Nazioni Unite, come delineato nella risoluzione 2254 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite". Lo si legge in una nota della Casa Bianca. Ha inoltre discusso "della situazione nella Siria orientale per includere l'impegno degli Stati Uniti nella missione D-ISIS, compreso gli attacchi condotti ieri sera contro una concentrazione di combattenti e leader dell'Isis". Il presidente ha sottolineato "il sostegno degli Stati Uniti alla stabilità della Giordania e il ruolo centrale della Giordania nel mantenere la stabilità e allentare le tensioni in tutta la regione del Medio Oriente". I leader, conclude la nota, hanno inoltre discusso della situazione a Gaza e "dell'urgente necessità di concludere un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi insieme ad un aumento degli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza".
Blinken: "Dterminati a non lasciare spazio a Isis in Siria"
Gli Stati Uniti sono "determinati" a non lasciare che l'Isis si ricostituisca o crei santuari in Siria: lo ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken, chiedendo che venga fatto tutto il possibile per "evitare la frammentazione" del paese dopo la caduta del potere di Bashar al-Assad. "L'Isis tenterà di approfittare di questo periodo per ristabilire le sue capacità e creare santuari. Come dimostrato dagli attacchi di precisione che abbiamo effettuato questo fine settimana, siamo determinati a impedirlo", ha detto Blinken durante una cerimonia al dipartimento di stato.
Non solo Assad in Siria: dalle Primavere arabe a oggi, i raìs deposti negli altri Paesi
Bashar al-Assad è solo l’ultimo degli autocrati che ha perso il potere negli ultimi 13 anni tra Africa e Medio Oriente: il primo fu il tunisino Zine el-Abdine Ben Ali, la cui caduta nel 2011 diede inizio alle Primavere Arabe. A seguire ci furono anche il libico Gheddafi, l’egiziano Mubarak, lo yemenita Saleh e il sudanese al-Bashir. LEGGI QUI
Salvini: "Bene chiudere a siriani, io chiuderei Schengen"
"E' giusto presidiare le entrate e quindi bene bloccare le entrate dalla Siria anche perchè questi non sono dei frati francescani sono terroristi islamici. Io sarei anche per sospendere Schengen alle frontiere". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini al Tg2 post.
Usa: "Incursione di Israele nel Golan deve essere temporanea, è per difesa confini"
L'incursione di Israele in Siria oltre le alture del Golan, dopo il rovesciamento di Bashar al-Assad, deve essere solo "temporanea". A dichiararlo è stato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. "Si tratta di un'azione temporanea che hanno intrapreso in risposta alla mossa dell'esercito siriano che si è ritirato da quell'area. Ora, ciò che vogliamo vedere, in ultima analisi, è che l'accordo" (del 1974) "sia pienamente rispettato, e vigileremo affinché Israele lo faccia", ha dichiarato ai giornalisti.
"Israele ha dichiarato che queste azioni sono temporanee per fatte per difendere i propri confini. Non si tratta di azioni permanenti e quindi, in ultima analisi, ciò che vogliamo vedere è un rapporto di stabilità duratura tra Israele e Siria, e ciò significa che sosteniamo tutte le parti a rispettare l'accordo di disimpegno del 1974", ha dichiarato Miller.
Miller ha espresso comprensione per le azioni di Israele, affermando che l'esercito siriano ha "abbandonato le sue posizioni nell'area intorno alla zona cuscinetto israelo-siriana", lasciando un possibile vuoto. "Ogni Paese ha il diritto di agire contro le organizzazioni terroristiche e ogni Paese, credo, sarebbe preoccupato di un possibile vuoto che potrebbe essere riempito da organizzazioni terroristiche sul proprio confine", ha detto Miller.
Il Brasile evacua il personale diplomatico
Il Brasile ha evacuato il suo ambasciatore in Siria e il resto del suo personale diplomatico a causa dei timori per la sicurezza in seguito alla caduta del presidente Bashar al-Assad, ha dichiarato una fonte governativa. Dopo l'evacuazione di questa mattina, l'ambasciatore Andre' Luiz Azevedo dos Santos e "un piccolo gruppo" di funzionari brasiliani "sono attualmente in Libano", ha dichiarato la fonte all'AFP a condizione di anonimato. L'ambasciatore rimarrà lì "finché non saranno ristabilite le condizioni minime di sicurezza", ha aggiunto. Il governo del presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha preso questa decisione dopo aver appreso di invasioni e danni a edifici pubblici e "ad alcune ambasciate", secondo la fonte governativa, che ha aggiunto che la rappresentanza brasiliana non è stata colpita. Dopo che i movimenti ribelli hanno preso il controllo della capitale siriana, un "gruppo armato" ha fatto irruzione nel giardino della residenza dell'ambasciatore italiano a Damasco e ha rubato tre auto, ha dichiarato ieri il governo italiano. A Brasilia, oggi non sventolava alcuna bandiera sull'ambasciata siriana, né quella ufficiale né quella con le tre stelle rosse che identificano l'opposizione siriana.
Colloquio tra re Abdullah di Giordania e Biden sulla Siria
Re Abdullah II di Giordania e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden hanno discusso oggi nel corso di un colloquio telefonico degli ultimi sviluppi regionali, in particolare dell'attuale situazione in Siria. Lo riferisce l'agenzia ufficiale giordana Petra citando una dichiarazione della corte reale, secondo cui il re ha ribadito la necessità di salvaguardare la sicurezza della Siria e dei suoi cittadini e di agire rapidamente per garantirne la stabilità. Nel corso del colloquio re Abdullah ha inoltre chiesto di intensificare gli sforzi internazionali per fermare la guerra a Gaza e garantire la consegna di aiuti alla locale popolazione palestinese, e ha sottolineato l'importanza di lavorare per garantire il successo del cessate il fuoco in Libano. Allo stesso tempo, conclude la Petra, il re ha messo in guardia dai pericoli della violenza dei coloni estremisti contro i palestinesi in Cisgiordania, nonché dalle violazioni dei luoghi santi musulmani e cristiani a Gerusalemme.
Iniziate all'Onu le consultazioni a porte chiuse sulla Siria
Sono iniziate al Palazzo di Vetro dell'Onu le consultazioni a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza sulla situazione in Siria.
Blinken: "Usa determinati a non lasciare che l'Is si ricostituisca nel paese"
Gli Stati Uniti sono "determinati" a non lasciare che il gruppo dello Stato Islamico si ricostituisca o crei dei santuari in Siria. A dichiararlo è stato oggi il Segretario di Stato americano Antony Blinken, chiedendo di fare tutto il possibile per "evitare la frammentazione" del Paese dopo la caduta del governo di Bashar al-Assad.
"Lo Stato Islamico cercherà di approfittare di questo periodo per ristabilire le proprie capacità e creare santuari. Come dimostrano i nostri attacchi di precisione di questo fine settimana, siamo determinati a impedirlo", ha affermato Blinken durante una cerimonia al Dipartimento di Stato.
Gli Stati Uniti - ha aggiunto - hanno "chiari interessi" in Siria, ha poi sottolineato, con riferimento implicito ai commenti del presidente eletto Donald Trump secondo cui gli Stati Uniti non dovrebbero "immischiarsi" nella situazione siriana.
"Abbiamo un chiaro interesse a fare il possibile per evitare la frammentazione della Siria, la migrazione di massa dalla Siria e, naturalmente, l'esportazione del terrorismo e dell'estremismo", ha dichiarato il capo della diplomazia statunitense.
Blinken ha aggiunto che gli Stati Uniti hanno anche "un forte interesse a garantire che le armi di distruzione di massa o i loro componenti che rimangono in Siria non cadano nelle mani sbagliate".
Media: "Esplosioni udite a Damasco"
Esplosioni sono state udite in serata a Damasco, riferisce Al Jazeera online. Secondo un corrispondente dell'emittente tv qatariota, quattro attacchi aerei hanno preso di mira un eliporto ad Aqraba, nella campagna attorno alla città. Sebbene nessun paese ne abbia rivendicato la responsabilità, questi attacchi avvengono mentre Israele continua a bombardare aree in tutta la Siria, nota ancora Al Jazeera, mentre la Reuters scrive nel suo sito web che almeno due esplosioni sono state udite nella zona di Barzeh, vicino a Damasco, dove c'è un ufficio del Syrian Scientific Studies and Research Centre, che in passato è stato sanzionato e anche colpito per i suoi legami con la produzione di armi chimiche.
Merkel difende la sua decisione di accogliere i rifugiati (2)
Ha sottolineato che all'epoca era consapevole che sarebbe stato "un compito complicato, una grande sfida", ma che era necessario, a suo avviso, applicare i valori europei, che sostengono che "la dignita' di ogni individuo conta". Alla domanda sull'aumento del razzismo e dell'estrema destra, che avrebbe potuto portare a un rallentamento dell'accoglienza dei rifugiati, Angela Merkel ha riconosciuto che queste tendenze erano iniziate durante i suoi precedenti mandati. "Ma l'alternativa sarebbe stata quella di impedire a questi rifugiati, ad esempio con i cannoni ad acqua, di venire in Germania. E questo non mi sarebbe sembrato giusto", ha dichiarato. Tuttavia, ha ritenuto che il problema dell'immigrazione clandestina debba essere "preso sul serio". "E' un problema anche in Francia. Non possiamo lasciarci dettare le regole dai trafficanti", ha sottolineato, aggiungendo che i partiti democratici dovrebbero cooperare su questo tema e lavorare con i Paesi di origine, come ha fatto la Germania con la Turchia. La Germania ospita la più grande diaspora siriana dell'Unione Europea: quasi un milione di persone. Molti siriani vi hanno trovato rifugio durante la grande crisi migratoria del 2015-2016.
Merkel difende la sua decisione di accogliere i rifugiati
L'ex cancelliere tedesco Angela Merkel ha difeso lunedi' la sua decisione di accogliere un gran numero di rifugiati siriani, sottolineando che si trattava di una questione di "dignità" ma chiedendo che il problema dell'immigrazione clandestina fosse affrontato "seriamente". Non appena il presidente siriano Bashar al-Assad e' stato estromesso dal potere, il dibattito sull'accoglienza dei rifugiati è riemerso in Europa, con diversi Paesi, tra cui la Germania, che hanno annunciato il congelamento delle procedure di richiesta di asilo per gli esuli dal Paese. "Credo che la decisione che presi all'epoca di accogliere i rifugiati fosse quella giusta", ha dichiarato Angela Merkel in un'intervista rilasciata all'emittente pubblica francese France 2. "Perche' si trattava di persone bisognose di aiuto, ma non di un'accoglienza di massa". "Perché si trattava di persone bisognose, che avevano pagato dei contrabbandieri, che avevano messo in pericolo la loro vita, che stavano fuggendo da Bashar al-Assad perche' non avevano prospettive per il loro Paese".
La bandiera dei ribelli jihadisti issata sulla ambasciata della Siria a Mosca
Lo hanno confermato diverse fonti internazionali, tra cui la Tass ed il New York Times. Il gesto, altamente simbolico, è stato compiuto proprio all'indomani della conquista del potere da parte dei ribelli jihadisti che hanno rovesciato in poco più di 10 giorni il presidente Bashar al-Assad. LEGGI QUI
Usa a gruppi Siria: serve de-escalation e riconciliazione
Nelle conversazioni che diversi funzionari americani, tra i quali il segretario di Stato americano Antony Blinken, stanno avendo con i gruppi in Siria gli Stati Uniti hanno messo in chiaro due punti: la necessità di una de-escalation e quella di un processo di riconciliazione nazionale. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller. "Non vogliamo che un singolo gruppo prenda troppo potere", ha detto.
Usa: incursione israeliana in Siria deve essere temporanea
"Israele ha detto che l'incursione in territorio siriano è temporanea e così deve essere". Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller.
Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria in guerra con i ribelli jihadisti
Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato colpito dall'invasione di forze jihadiste filo-turche, che hanno assediato Aleppo: non è ancora chiaro se abbia lasciato il Paese. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. IL PROFILO
Media, due esplosioni avvertite a Damasco
Almeno due esplosioni sono state udite nella capitale siriana Damasco. Lo riporta l'agenzia Reuters citando tre testimoni secondo cui le esplosioni sono avvenute a Barzeh, vicino a un centro governativo siriano collegato alla produzione di armi chimiche. La fonte delle esplosioni non è stata immediatamente chiara. Ieri Israele ha condotto tre attacchi aerei a Damasco contro un complesso di sicurezza e un centro di ricerca governativo che, secondo funzionari israeliani, sono stati utilizzati dall'Iran per sviluppare missili, hanno riferito all'agenzia di stampa due fonti di sicurezza regionali. Oggi un attacco israeliano ha preso di mira un'installazione di difesa aerea nei pressi del porto mediterraneo di Latakia in Siria, hanno riferito fonti della sicurezza siriana.
Ong: "Oltre 100 raid Israele su siti militari in Siria oggi"
Israele ha compiuto più di 100 raid su siti militari della Siria oggi. Lo afferma l'Osservatorio siriano dei diritti umani secondo cui un attacco ha colpito un centro di ricerca militare nel nord di Damasco.
Onu: "Idf in zona cuscinetto violazione accordo 1974" (2)
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri di aver ordinato all'esercito di "prendere il controllo" di questa zona cuscinetto dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad. Si tratta di una "misura limitata e temporanea presa per motivi di sicurezza", ha dichiarato il ministro degli Esteri. La Forza di osservazione per il disimpegno delle Nazioni Unite (UNDOF) può "confermare che le forze armate israeliane sono entrate nella zona di separazione, si sono spostate nell'area e rimangono presenti in almeno tre località", ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, aggiungendo che Israele aveva avvertito i Caschi Blu dell'ingresso delle sue truppe. In risposta, l'UNDOF "ha informato le sue controparti israeliane che queste azioni sarebbero una violazione dell'accordo di disimpegno del 1974", ha aggiunto. "Non ci devono essere forze o attività militari nella zona di separazione. Israele e Siria devono continuare ad applicare i termini dell'accordo del 1974 e preservare la stabilità del Golan", ha insistito. Israele ha conquistato parte delle alture del Golan dalla Siria nella guerra arabo-israeliana del 1967. La zona cuscinetto demilitarizzata sotto il controllo delle Nazioni Unite è stata creata a seguito di un accordo per il disimpegno delle forze israeliane e siriane nel 1974, dopo la guerra arabo-israeliana del 1973. Israele ha annesso la parte del Golan sotto il suo controllo nel 1981.
Palazzo Chigi: "Su Siria stretto contatto con partner regionali, Ue e G7"
"Il Governo continuerà a seguire da vicino gli sviluppi, in stretto contatto con i principali partner regionali, europei e del G7". Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice presieduto dalla premier Giorgia Meloni, "per valutare l'evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare".
Palazzo Chigi: "L'Italia mantiene la presenza diplomatica in Siria"
"Nel decidere di mantenere la presenza diplomatica a Damasco, l'esecutivo esprime profonda gratitudine a tutto il personale della nostra sede diplomatica". Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice presieduto dalla premier Giorgia Meloni, "per valutare l'evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare".
Vertice Palazzo Chigi: "Priorità incolumità dei civili e necessità transizione pacifica"
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio dei Ministri, ha presieduto a Palazzo Chigi un vertice per valutare l’evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare. Alla riunione hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza, e i vertici dei servizi segreti. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi.
"In un momento in cui i combattimenti ancora proseguono in alcune regioni della Siria, la riunione ha ribadito l’assoluta priorità attribuita all’incolumità dei civili e alla necessità di assicurare una transizione pacifica e inclusiva. Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei cittadini italiani, alla tutela dei cristiani e di tutte le minoranze", viene sottolineato.
L'Italia sospende le richiese di asilo dalla Siria
"Il Governo ha stabilito, analogamente a quanto fatto da altri partner europei, di sospendere i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria". Lo afferma una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice "per valutare l'evoluzione della situazione in Siria", presieduto dalla premier Giorgia Meloni.
Netanyahu: "Regime Assad crudele, ha massacrato il suo popolo"
"Il regime di Assad, elemento chiave nell'asse del male guidato dall'Iran, è collassato. Teheran ha investito miliardi in Siria per sostenere un regime tirannico che ha oppresso il proprio popolo. È stato un regime crudele e tirannico che ha calpestato i suoi cittadini e li ha massacrati". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu questa sera in conferenza stampa.
Netanyahu: "Crollo regime Assad risultato dei colpi inferti a Hamas, Hezbollah e Iran"
Il crollo del regime del Presidente siriano Bashar al Assad è "il risultato diretto dei duri colpi che abbiamo inferto ad Hamas, Hezbollah e Iran".A dichiararlo, durante una conferenza stampa trasmessa in televisione, è stato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "Dal 7 ottobre - ha affermato - abbiamo lavorato sistematicamente per smantellare l'asse del male, eliminare le capacità di Hamas a Gaza e neutralizzare la minaccia di un'invasione di Hezbollah dal nord".
Dal Dipartimento al Tesoro Usa sanzioni contro il padre di Asma al-Assad
Washington ha annunciato oggi l'adozione di sanzioni economiche contro il suocero di Bashar al Assad, padre della moglie Asma, per il sostegno materiale, finanziario e tecnologico che gli ha garantito. Il Dipartimento del Tesoro ha annunciato in un comunicato che Fawaz al-Akhras è stato sanzionato per aver fornito "sostegno e aiuti a Bashar al-Assad in relazione a questioni finanziarie e all'evasione delle sanzioni". Akhras è nato nella città siriana di Homs nel settembre 1946 e ha la doppia cittadinanza siriana e britannica. Si è formato come cardiologo e ha esercitato la professione medica a Londra, dove è nata sua figlia Asma, sposata con l'ex presidente deposto. Akhras è stato precedentemente sanzionato dagli Stati Uniti nel 2020 insieme ad Asma, sua moglie Sahar e diversi altri membri della famiglia.
Media: "Raid Israele su porto Latakia"
L'Aeronautica israeliana ha bombardato obiettivi militari siriani nel porto di Latakia. Secondo al-Arabiya, sarebbero state colpite installazioni per la difesa aerea, mentre altri media sostengono che siano state prese di mira navi militari.
Media: "Accordo Usa-Turchia per ritiro dei curdi da Manbij"
Stati Uniti e Turchia hanno raggiunto un accordo per garantire il ritiro sicuro delle forze curde siriane sostenute dagli Usa dalla città assediata di Manbij, nel nord-est del Governatorato di Aleppo nel nord della Siria. Lo scrive Reuters online citando una fonte dell'opposizione siriana. Il gruppo curdo Sdf "si è ritirato dalla città e deve ancora ritirarsi dalle altre aree" a est dell'insediamento, ha affermato la fonte dell'opposizione siriana a conoscenza della questione.
Rutte sente Erdogan: "Speriamo in transizione pacifica"
"E' bello parlare con Recep Tayyip Erdogan di Siria. Questo è un momento di gioia ma anche di incertezza per milioni di persone. Speriamo in una transizione pacifica, nel rispetto dello stato di diritto e nella protezione delle minoranze. Russia e Iran sono stati complici dei crimini di Assad". Lo scrive su X il segretario generale della Nato, Mark Rutte.
Onu chiede "pazienza e vigilanza" su ritorno rifugiati siriani
"La Siria ha una straordinaria possibilità di avvicinarsi alla pace e di far tornare a casa la sua popolazione. Ma con la situazione ancora incerta, milioni di rifugiati stanno valutando attentamente quanto sia sicuro farlo. Alcuni sono impazienti, altri esitano. L'Unhcr consiglia di rimanere concentrati sulla questione dei ritorni. Sarà necessaria pazienza e vigilanza, sperando che la situazione sul terreno si evolva in maniera positiva, consentendo finalmente ritorni volontari, sicuri e sostenibili - con i rifugiati in grado di prendere decisioni informate". Lo afferma in una nota l'Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi. "Il fatto che le parti in Siria diano priorità all'ordine pubblico giocherà un fattore importante in queste decisioni. Una transizione che rispetti i diritti, le vite e le aspirazioni di tutti i siriani - a prescindere dall'etnia, dalla religione o dalle convinzioni politiche - è fondamentale affinché le persone si sentano al sicuro. Con l'evolversi della situazione, monitoreremo gli sviluppi, ci impegneremo con le comunità di rifugiati e sosterremo gli Stati per eventuali ritorni volontari organizzati", ha aggiunto.
Colloquio tra al-Jowlani ed ex premier per "coordinare transizione di potere"
Il capo dei ribelli siriani, Abou Mouhammad al-Jowlani, si è intrattenuto con l'ex-premier Mohammed al-Jalali per "coordinare una transizione di potere che garantisca la fornitura dei servizi" alla popolazione siriana. A darne notizia sono stati i ribelli di Hts in un comunicato e con un breve estratto video del colloquio. All'incontro era presente anche il primo ministro a capo del Governo di salvezza del nordovest della Siria.
Erdogan: "La Turchia non ha mire espansionistiche sulla Siria"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Turchia non sta cercando di espandere il proprio territorio verso la Siria. "La Turchia non ha mire sulle terre e sulla sovranità di nessun altro Paese. L'unico obiettivo delle nostre operazioni transfrontaliere è proteggere la nostra patria e i nostri cittadini dagli attacchi terroristici", ha detto, riferendosi alla Siria in un discorso dopo la riunione del suo gabinetto.
Erdogan annuncia riapertura valico di frontiera
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha promesso di riaprire un valico di frontiera al confine con la Siria per facilitare il ritorno dei rifugiati dopo la fuga di Bashar al-Assad. "Per facilitare il traffico alla frontiera, stiamo aprendo il valico di confine di Yayladagi", ha detto Erdogan, riferendosi al valico che era chiuso dal 2013.
Il Regno Unito blocca le richieste di asilo dalla Siria
Il Regno Unito ha annunciato la sospensione di qualsiasi decisione sulle richieste di asilo provenienti dalla Siria dopo la caduta del regime di Bashar Al Assad. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero degli Interni, secondo cui è necessario valutare l'evolversi della situazione. La decisione arriva sulla scia di quanto fatto già dalla maggioranza dei Paesi europei.
Londra stanzia 13 milioni in aiuti umanitari per la Siria
Il premier britannico Keir Starmer ha annunciato lo stanziamento da parte del Regno Unito di 11 milioni di sterline (13 milioni di euro) in aiuti umanitari alla Siria, "rivolti ai bisogni dei più vulnerabili", dopo la caduta del regime di Bashar Al Assad. Il primo ministro, in un'intervista con Sky News Arabia - durante il suo tour nel Golfo per incontrare i leader di due Paesi partner di Londra come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti con l'obiettivo di rafforzare la collaborazione economica e nel settore della difesa - ha sottolineato che quanto accaduto a Damasco rappresenta un "punto di svolta" per il Paese. Ma secondo Starmer il futuro della Siria non è ancora chiaro. Il primo ministro ha così esortato gli alleati a lavorare insieme per garantire che il Paese sia pacifico e respinga il terrorismo.
Erdogan annuncia riapertura valico per rientro dei siriani
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato la riapertura di un valico di frontiera tra Turchia e Siria, in provincia di Hatay a circa 60 km da Latakya, per il rientro dei rifugiati dopo la caduta di Bashar Al Assad. "Gestiremo il processo di ritorno volontario degli immigrati in modo consono alla nostra storia, cultura e a 13 anni di accoglienza eccezionale", ha detto Erdogan, durante un discorso dopo una riunione di gabinetto ad Ankara, trasmesso dalla tv di Stato Trt, mentre già da ieri centinaia di siriani si erano diretti verso altri valichi per tornare nel loro Paese di origine.
Onu: pazienza e vigilanza per il ritorno dei rifugiati
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) chiede "pazienza e vigilanza" sul ritorno dei rifugiati siriani nel loro Paese dopo la caduta di Bashar al-Assad. "L'UNHCR consiglia di rimanere concentrati sulla questione dei rimpatri" e spera che ciò che accadrà faciliterà "finalmente ritorni volontari, sicuri e sostenibili con i rifugiati in grado di prendere decisioni chiare", ha scritto il capo dell'agenzia Filippo Grandi in un comunicato.
Leader ribelli jihadisti incontra ex premier per transizione
Il leader dei ribelli siriani Abu Mohammed al-Jolani ha incontrato il primo ministro siriano uscente Mohammed al-Jalali e ha discusso il "trasferimento del potere", hanno dichiarato i ribelli il giorno dopo aver rovesciato il presidente Bashar al-Assad. Jolani, che ora usa il suo vero nome Ahmed al-Sharaa, ha incontrato Jalali "per coordinare un trasferimento di potere che garantisca la fornitura di servizi" al popolo siriano, si legge in una dichiarazione pubblicata sui canali Telegram dei ribelli, mentre un breve video dell'incontro mostra che vi ha partecipato anche Mohammed Bashir, che guida il "Governo di Salvezza" dei ribelli nel loro bastione della Siria nord-occidentale.
Austin: "L'Isis potrebbe cercare di trarre vantaggio da caduta Assad"
Il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha definito il rapido rovesciamento del regime siriano sorprendente per "l'intera comunità internazionale". In alcune dichiarazioni rilasciate oggi dal Giappone, Austin ha avvertito che l'Isis potrebbe tentare di "approfittare" della situazione sul campo.
"Credo che l'intera comunità internazionale sia rimasta sorpresa nel vedere che le forze di opposizione si sono mosse così rapidamente", ha dichiarato Austin alla stampa a bordo della Uss George Washington in Giappone. "Credo - ha aggiunto, secondo quanto riporta la Cnn - che tutti si aspettassero una resistenza molto più forte da parte delle forze di Assad”. In termini di ciò che è accaduto, è ovvio che, man mano che la situazione si evolve, c'è la possibilità che elementi presenti nell'area, come l'Isis, cerchino di approfittare di questa opportunità e di riacquistare forza".
Austin ha quindi fatto riferimento agli attacchi statunitensi avvenuti nel fine settimana contro obiettivi dell'Isis e ha detto che gli Stati Uniti stanno "ancora valutando i risultati". "Credo che scopriremo di aver avuto successo", ha concluso.
Saar: "Avanzata in zona cuscinetto Golan è limitata e temporanea
L'avanzata delle truppe israeliane nella zona cuscinetto delle Alture di Golan è "una misura limitata e temporanea". Lo ha assicurato il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar. "Lo sottolineo: si tratta di una misura limitata e temporanea che abbiamo adottato per ragioni di sicurezza", ha detto Saar in una conferenza stampa a Gerusalemme. Ieri il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato di aver ordinato all'esercito di "prendere il controllo" di questa zona cuscinetto dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad.
Francia lavora sulla sospensione richieste di asilo
Anche la Francia lavora sulla sospensione delle pratiche di asilo in corso provenienti dalla Siria. E' quanto apprendono i media francesi da fonti del Ministero degli Interni. La procedura dovrebbe essere la stessa applicata dalla Germania.
I ribelli concedono l'amnistia ai militari siriani
I ribelli siriani hanno concesso l'amnistia a tutto il personale militare arruolato durante il regime del deposto presidente Bashar al-Assad: lo rende noto Hts sul suo canale Telegram, ripreso dal Guardian.
Chi è Abu Mohammad al-Jolani, il jihadista nuovo uomo forte della Siria
Nella fulminante marcia verso Damasco, il leader di Hts ha mostrato il suo volto moderato. Propositi che alimentano le speranze di una possibile conversione di un leader il cui curriculum presenta però una radicale continuità d’azione in seno al jihadismo. SU INSIDER

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La bandiera dei ribelli jihadisti issata sulla ambasciata della Siria a Mosca
Lo hanno confermato diverse fonti internazionali, tra cui la Tass ed il New York Times. Il gesto, altamente simbolico, è stato compiuto proprio all'indomani della conquista del potere da parte dei ribelli jihadisti che hanno rovesciato in poco più di 10 giorni il presidente Bashar al-Assad. COSA SAPPIAMO
Anche Svezia sospenderà espulsioni e domande asilo
Anche la Svezia sospenderà le espulsioni e le richieste di asilo per i rifugiati siriani. Lo rende noto il Servizio immigrazione.
Amman e Cairo contro l'occupazione israeliana nel Golan
La Giordania e l'Egitto hanno condannato la decisione di Israele di occupare le aree controllate dalla Siria in una zona cuscinetto pattugliata dall'Onu sulle alture del Golan. "Condanniamo il fatto che Israele sia entrato nel territorio siriano e abbia preso il controllo della zona cuscinetto", ha detto il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi, definendo la mossa una "violazione del diritto internazionale". Anche il Cairo, in un comunicato del ministero degli Esteri, ha condannato "l'ulteriore occupazione delle terre siriane" da parte di Israele definendola un tentativo di imporre una nuova realtà sul campo.
Media: la Grecia sospende le domande di asilo dei siriani
La Grecia ha sospeso le richieste di asilo di circa 9.000 siriani. Lo scrive Reuters online citando una fonte di alto livello del governo ellenico. La decisione giunge dopo che anche Germania e Austria hanno bloccato le richieste di asilo per i cittadini siriani.
Ong, a Sednaya non ci sono detenuti intrappolati
L'Associazione per i detenuti e gli scomparsi nella prigione di Sednaya (Admsp) ha affermato in una dichiarazione che non ci sono più prigionieri intrappolati né sopra né sottoterra del carcere-mattatoio vicino Damasco. Lo riporta la Bbc. "Non c'è verità sulla presenza di detenuti intrappolati sottoterra e le informazioni contenute in alcuni resoconti della stampa sono imprecise", afferma l'associazione secondo cui i suoi team hanno confermato che il carcere "è stato svuotato di tutti i detenuti in tutti i suoi edifici". L'ultimo detenuto del carcere - sottolinea il gruppo - è stato liberato ieri.
Olanda, Wilders chiede rimpatri e blocco asilo
"Se i siriani nei Paesi Bassi esultano per la nuova situazione in Siria, possono anche essere rimandati indietro, primo ministro Schoof! E introdurre immediatamente il blocco dell'asilo per i siriani". Lo scrive su X il leader del partito di destra radicale Pvv, Geert Wilders. La Germania e l'Austria hanno già sospeso la valutazione delle richieste d'asilo per i cittadini siriani, con l'Austria che sta anche considerando possibili rimpatri.
Hts, non imponiamo il velo alle donne né limitiamo libertà
Hayat Tahrir al Sham, la coalizione di milizie che ha rovesciato il potere siriano di Bashar al Assad, afferma all'ANSA attraverso un portavoce che il nuovo governo in Siria non imporrà il velo alle donne, né introdurrà alcuna forma di limitazione alle libertà individuali. "In tutti questi anni di amministrazione a Idlib e nelle altre zone liberate non abbiamo mai imposto il velo a nessuno, né ai musulmani né ai curdi, né ai drusi, né ai cristiani. Perché dovremmo cominciare a imporre adesso limiti alle libertà individuali?", si è chiesto retoricamente Mazen Jaber, uno dei portavoce di Hts.
Onu ad autorità Siria, mettere al sicuro le armi chimiche
L'organismo di controllo delle Nazioni Unite sulle armi chimiche, Opcw, ha dichiarato di aver avvertito le autorità siriane di assicurarsi che le sospette scorte di armi chimiche fossero al sicuro dopo il rovesciamento del leader siriano Bashar al-Assad. L'Opcw ha affermato di aver contattato la Siria "al fine di sottolineare l'importanza fondamentale di garantire la sicurezza e la protezione di tutti i materiali e le strutture relative alle armi chimiche" nel Paese.
Hamas ai ribelli siriani, 'avete raggiunto libertà e giustizia'
Hamas si congratula con i ribelli siriani per aver rovesciato il regime di Assad e aver raggiunto "libertà e giustizia".
Siria: Hamas si congratula, "ora siriani serrino le fila"
Hamas si è congratulato con il popolo siriano per aver rovesciato il presidente Bashar al-Assad e ha chiesto unità nel Paese. "Hamas si congratula con il fraterno popolo siriano per il successo nel realizzare le proprie aspirazioni di libertà e giustizia e invita tutte le componenti del popolo siriano a serrare le fila", si legge in una nota del gruppo palestinese.
Anche l'Austria blocca le richieste d'asilo ai siriani
L'Austria sospende le richieste di asilo dei rifugiati siriani e si prepara a "espellerli". Decisione analoga è stata annunciata oggi dalla Germania. Lo afferma il governo in un comunicato.
Egitto: "Ingresso di Israele nella zona cuscinetto è occupazione"
L'Egitto condanna "l'ulteriore occupazione delle terre siriane" da parte di Israele. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri egiziano, aggiungendo di considerare l'ingresso di Israele nella zona cuscinetto con la Siria un tentativo di "imporre una nuova realtà sul terreno".
Israele ha spostato i carri armati oltre il confine nella zona cuscinetto con la Siria, definendo l'azione temporanea e limitata, e mirata a garantire la sicurezza dello Stato ebraico.
Germania e Austria bloccano procedure asilo per cittadini siriani
I governi di Germania e Austria hanno iniziato a bloccare le procedure d'asilo per i cittadini siriani. Secondo un funzionario dell'Ufficio federale per le Migrazioni e i rifugiati tedesco, interpellato dal quotidiano Der Spiegel, "la situazione in Siria è poco chiara, e prevedere come evolverà politicamente è troppo difficile". Pertanto, "al momento non è possibile formulare valutazioni affidabili. Altrimenti, ogni decisione sarebbe 'su piedi d'argilla'", aggiunge. Il blocco interesserebbe circa 47 mila domande d'asilo. Allo stesso tempo, il quotidiano austriaco Kronen Zeitung afferma che anche in Austria tutte le procedure d'asilo in corso verso cittadini siriani dovrebbero essere interrotte, citando fonti del ministero dell'Interno.
Hezbollah: "In Siria trasformazione importante e pericolosa"
Il parlamentare libanese di Hezbollah Hassan Fadlallah ha rilasciaro oggi la prima dichiarazione del gruppo filo Iran dopo la caduta di Damasco in mano ai ribelli siriani: "Quello che sta accadendo in Siria è una trasformazione importante, pericolosa e nuova, e il come e il perché di ciò che è accaduto richiedono una valutazione, e la valutazione non viene fatta sui podi",ha detto. Hezbollah ha svolto un ruolo importante nel sostenere Assad durante 14 anni di guerra in Siria, prima di riportare i suoi miliziani in Libano lo scorso anno per combattere contro Israele, un ridispiegamento che ha indebolito le linee del governo siriano.
Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari
La Russia è da sempre convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta militarmente nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale, all'epoca, per la salvezza del regime alawita e delle strategiche basi russe nel Paese. ECCO I POSSIBILI SCENARI FUTURI
Tv: Jolani sceglie premier di Hts per governo transitorio
Sarà Muhammad Bashir, e non l'esiliato ex premier siriano Riad Hijab o l'attuale primo ministro Muhammad Jalali, il capo del governo di transizione a Damasco. Lo riferisce la tv al Jazira nella capitale siriana secondo cui Muhammad Bashir è il premier del "governo di salvezza", che da anni amministra nel nord-ovest siriano le aree sotto controllo di Hayat Tahrir ash Sham (Hts), guidata da Abu Muhammad Jolani (Ahmad Sharaa). La scelta di Muhammad Bashir sarebbe stata imposta, afferma la tv, dallo stesso Jolani.
Von der Leyen sente re Giordania: 'Integrità Siria fondamentale'
Colloquio telefonico tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il re di Giordania Abdullah II sulle conseguenze della caduta del regime di Assad per la Siria e la regione. "Per noi, l'integrità territoriale della Siria e la protezione delle minoranze sono fondamentali. Resteremo in stretto contatto data la situazione instabile", ha riferito von der Leyen su X, indicando di avere in programma altri colloqui "con altri leader regionali oggi e nei prossimi giorni".
Media: 'Soldati siriani in fuga, oltre 4.000 in Iraq'
Oltre 4.000 soldati dell'esercito siriano sono entrati in Iraq da quando le forze ribelli hanno preso Damasco e rovesciato il governo di Bashar al-Assad: lo afferma un funzionario della milizia nell'Iraq occidentale, citato dai media internazionali. Il funzionario delle Anbar Tribal Mobilization Forces afferma che i soldati hanno consegnato le loro armi, munizioni e veicoli blindati e saranno ospitati in un campo senza precisare dove.
Mosca negozia con ribelli jihadisti garanzie di sicurezza per russi
La Russia sta negoziando garanzie di sicurezza per i suoi cittadini in Siria. Lo ha detto il capo del Foreign intelligence service Sergei Naryshkin. "Stiamo conducendo delle trattative, principalmente per quanto riguarda la sicurezza dei nostri cittadini, dei dipendenti dell'ambasciata e di altre missioni nazionali. Garantire la sicurezza per i nostri cittadini è il nostro obiettivo primario", ha detto. Gli è stato chiesto se le trattative sulle questioni relative alla Siria fossero condotte direttamente o tramite intermediari e se fosse possibile concordare su future interazioni a questo punto.
Ue: 'Israele attore chiave sulla Siria ma ne rispetti integrità'
"Israele è un interlocutore fondamentale per garantire la stabilità in Siria e nella regione. Le sue legittime preoccupazioni in materia di sicurezza dovrebbero essere affrontate, consentendo a tutti i siriani di godere finalmente della sicurezza e della possibilità di partecipare alla costruzione della nuova Siria". Lo ha detto un portavoce del servizio di azione esterna della Commissione Europea, rispondendo a una domanda sul dispiegamento delle Forze di difesa d'Israele (Idf) nella zona cuscinetto tra Siria e Israele. "In generale - aggiunge - chiediamo a tutti gli attori esterni di rispettare la sovranità, l'unità e l'integrità territoriale della Siria".
Ue: 'Per ora i rimpatri in Siria sono insicuri'
"I rifugiati siriani sognano da 10 anni di poter tornare nel loro Paese e ci sono elementi che fanno ben sperare ma al momento è prematuro valutare gli effetti sulla dimensione migratoria". Lo dichiara un portavoce della Commissione Europea. "Il rientro o meno nel Paese è una decisione individuale, per ora giudichiamo che non ci siano le condizioni per rimpatri sicuri e dignitosi in Siria", ha precisato il portavoce.
Insorti siriani filo-turchi tolgono Manbij ai curdi
Le fazioni armate siriane filo-turche hanno preso il controllo della città siriana settentrionale di Manbij, tra Aleppo e l'Eufrate, togliendola di fatto alle forze curdo-siriane, espressione locale del Partito dei lavoratori curdi (Pkk). Lo riferiscono fonti sul terreno a Manbij. L'artiglieria e l'aviazione turca hanno partecipato all'offensiva di terra contro l'enclave di Manbij.
La Germania blocca le richieste di asilo dalla Siria
Il ministero dell'Interno tedesco ha deciso di stoppare le decisioni sulle richieste di asilo da parte dei siriani, in seguito alla caduta di Assad. Lo scrive il portale di Der Spiegel. Al momento non è chiaro come si svilupperà la situazione, ha affermato un portavoce del ministero citato dal magazine, per questo motivo non è possibile fare delle valutazioni fondate.
Ue: 'In Siria proteggere civili, minoranze, diplomatici'
"La caduta del regime criminale di Assad segna un momento storico per il popolo siriano. Esortiamo tutti gli attori a evitare ulteriori violenze, a garantire la protezione dei civili e a rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale. Esortiamo in particolare a proteggere i membri di tutte le minoranze, comprese quelle cristiane e di altre confessioni non maggioritarie, nonché a garantire la sicurezza dei cittadini stranieri e il rispetto delle rappresentanze diplomatiche a Damasco". Lo dichiara l'Alto Rappresentate per la Politica Estera Kaja Kallas a nome dei 27 Paesi dell'Ue.
Siria, Ue: no contatti con Hts o suoi leader; sono sanzionati
"L'Unione europea non sta attualmente interagendo con Hts (Hayat Tahrir al-Sham) o i suoi leader". Lo ha dichiarato il portavoce aggiunto dell'Ue per la Politica estera, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa. "In termini di sanzioni contro Hts, è già nella blacklist sotto il regime Isil Daesh e al Qaeda. Ed è nel quadro delle Nazioni Unite. Quindi si applica a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite", ha evidenziato. "Posso confermare che un certo numero di individui associati all'Hts sono sotto sanzione sia a livello Onu che Ue, incluso il leader, Abu Mohammed al-Jolani", ha aggiunto. "Detto ciò, mentre Hts assume maggiori responsabilità, dovremo valutare, non solo le loro parole ma anche le loro azioni", ha concluso.
Media: 'Insorti Siria scelgono ex premier a guida transizione'
Potrebbe essere l'ex premier siriano Riad Hijab, in carica nel 2012 e da 12 anni fuggito all'estero e che da tempo aspetta di avere un ruolo politico nel post-Assad, come capo del governo di transizione a Damasco. Lo riferiscono media siriani e internazionali, senza che questa notizia abbia per ora trovato conferma da parte del comando militare del leader jihadista Ahmad Sharaa (Abu Muhammad al Jolani) sostenuto dalla Turchia.
Onu: transizione non cancelli "responsabilità" crimini
Qualsiasi transizione politica in Siria dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad non deve cancellare la sua responsabilità per lui e quella di altri funzionari dei crimini commessi sotto quel governo. Lo ha dichiarato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. "Qualsiasi transizione politica deve assicurare che siano consegnati alla giustizia gli autori di gravi violazioni e garantire che i responsabili ne rispondano", ha detto Turk ai giornalisti a Ginevra. "Ci sono effettivamente seri motivi per credere che l'ex presidente della Siria e chiunque abbia ricoperto posizioni di leadership di alto livello possano aver commesso crimini atroci", ha sottolineato. "È fondamentale che tutte le prove vengano raccolte e conservate meticolosamente per un uso futuro", ha ammonito Turk.
Siria, crisi su tavolo Consiglio Interni e vertice leader Ue
Nel corso del prossimo Consiglio Ue Affari interni, che si svolgerà giovedì, verrà discussa anche la situazione in Siria. Lo ha confermato un alto funzionario europeo in vista della riunione dei ministri dell'Interno. "Credo sia importante che questo aspetto venga discusso durante l'incontro dei ministri di giovedì e anche, naturalmente, dal Consiglio Affari Esteri”, ha dichiarato il funzionario. Inoltre i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno iniziato a discutere della situazione siriana, che sarà affrontata nelle prossime riunioni del Coreper, in vista del Consiglio Affari Esteri di lunedì prossimo e del vertice dei leader del 18-19 dicembre. "Ci saranno discussioni sulla preparazione del prossimo Consiglio europeo, perché discuteremo per la prima volta la bozza di conclusione, ma credo che vorremo anche dedicare tempo ed energie per esaminare i vari aspetti della situazione della Siria", ha concluso il funzionario europeo.
Israele: 'Presenza nostre forze in Siria limitata e temporanea'
"Limitata, temporanea". Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, si è espresso così riferendosi alla presenza di forze israeliane in territorio siriano. "Il nostro unico interesse è la sicurezza di Israele", ha ribadito nelle dichiarazioni rilanciate dai media israeliani.
Onu: 'Chi ha commesso crimini sotto Assad ne deve rispondere'
Ogni transizione politica in Siria dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad deve includere l'accertamento delle responsabilità nei confronti di coloro che hanno commesso crimini sotto il suo governo: lo afferma il responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk. "Ogni transizione politica deve garantire che i responsabili di gravi violazioni siano chiamati a rispondere delle loro azioni", ha detto Turk aggiungendo: "Devono essere prese tutte le misure per garantire la protezione di tutte le minoranze e per evitare rappresaglie e atti di vendetta".
Ministro Esteri turco: 'Impedire a Is e Pkk di sfruttare situazione'
"Impedire a Daesh (o Is) e al Pkk di beneficiare dell'attuale situazione" in Siria "garantirà che il Paese smetta di essere un rifugio sicuro per il terrorismo". E' quanto ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, in dichiarazioni rilanciate dal giornale Sabah. "Continueremo con determinazione il nostro impegno in tal senso", ha aggiunto.
I ribelli jihadisti ai profughi: 'La Siria libera vi attende'
Uno dei principali comandanti dei ribelli siriani Hasan Abdul Ghani ha incoraggiato su X i profughi scappati dal regime a tornare a casa: "Agli sfollati di tutto il mondo, la Siria libera vi attende". Nella Turchia meridionale, scrive Sky News, al valico di frontiera di Oncupinar, vicino alla città di Kilis, le famiglie siriane fanno la fila per rientrare nel loro Paese d'origine.
Cremlino: 'Un periodo molto difficile aspetta la Siria'
La Siria si avvia ad attraversare "un periodo molto difficile" contrassegnato da "instabilità", e la Russia intende mantenere in materia un dialogo con i Paesi della regione, compresa la Turchia. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
Iran: 'Il nostro Esercito è pronto contro qualsiasi minaccia'
Le forze armate iraniane "sono pronte contro qualsiasi minaccia e questa preparazione ci sarà per sempre": lo ha affermato il comandante dell'Esercito dell'Iran, Abdolrahim Mousavi, come riferisce Irna. Le osservazioni del capo dell'esercito arrivano nel contesto degli ultimi sviluppi nella regione e delle possibili minacce contro l'Iran, dopo la caduta del presidente siriano Bashar Al Assad, sostenuto da Teheran, e le uccisioni nei mesi scorsi dei leader degli Hezbollah libanesi e del gruppo palestinese Hamas, entrambi sostenuti da Teheran.
Cremlino: quanto accaduto "ha sorpreso anche noi"
Il Cremlino si è detto "sorpreso" dalla presa del potere da parte dei ribelli in Siria. "Per quanto riguarda la posizione del presidente Assad, non ho nulla da dirvi", ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, aggiungendo: "Quello che è successo ha sorpreso il mondo intero e, in questo caso, non facciamo eccezione".
Siria, alla ricerca dei detenuti nelle celle segrete di Saydnaya
L'immagine di un bambino di pochi anni che si aggira spaurito tra le celle aperte della famigerata prigione di Saydnaya dà la misura del dramma e del caos nella capitale siriana. La voce che i detenuti erano rinchiusi in celle sotterranee nascoste si è sparsa subito dopo la presa di Damasco da parte dei ribelli islamisti e subito i familiari dei prigionieri si sono riversati nei corridoi alla ricerca dei propri cari. Un video mostra un uomo usare una specie di palo per abbattere un muro, rivelando uno spazio buio. In altri filmati si vedono i prigionieri che vengono liberati, tra cui il bambino piccolo detenuto con la madre. L'Associazione turca dei detenuti e degli scomparsi nella prigione di Sednaya (ADMSP) ha pubblicato un video di donne che vengono liberate e menre una voce le rassicura che "lui è caduto" e "non bisogna più avere paura". Migliaia di sostenitori dell'opposizione sono stati torturati e giustiziati sotto il regime di Assad e il gruppo di difesa civile siriano noto come Caschi Bianchi sta indagando sui resoconti dei sopravvissuti di Saydnaya dopo aver mandato cinque "team di emergenza specializzati" per scoprire le celle nascoste dove alcuni prigionieri stavano soffocando per la mancanza di ventilazione.
Russia: colloqui con nuova leadership su basi militari
Per ora è prematuro parlare del mantenimento della presenza militare della Russia in Siria, la questione sarà oggetto di discussione con le autorità locali. Lo ha affermato il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov. “È troppo presto per parlarne. In ogni caso, questo è argomento di discussione con coloro che saranno al potere in Siria”, ha detto Peskov ai giornalisti quando gli è stato chiesto se la Russia spera di mantenere la sua presenza militare in Siria.
I siriani ispezionano i tunnel del carcere-mattatoio a Damasco
Le squadre di protezione civile siriana stanno indagando sulle "celle sotterranee nascoste" nella famigerata prigione Sednaya, vicino Damasco, dopo che con la caduta del regime il carcere, definito da Amnesty un 'mattatoio umano', è stato aperto e i detenuti rilasciati. Ora si tratta di capire se nelle celle sottoterra ci siano ancora persone vive. Lo riportano i medi internazionali. Molti i video delle persone liberate dalla famigerata prigione. "Non abbiate paura... Bashar Assad è caduto", dice uno dei ribelli in un video mentre cerca di far uscire in fretta e furia fiumi di donne dalla prigione di Sednaya. Mentre escono dalle celle, si può vedere un bambino camminare lungo un corridoio. Secondo Rami Abdurrahman dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, decine di migliaia di detenuti sono stati finora liberati dalle prigioni siriane. In un rapporto del 2022, un rapporto indipendente Admsp ha affermato che Saydnaya "è diventata effettivamente un campo di sterminio" dopo l'inizio della guerra civile, riporta Bbc. Si stima che più di 30.000 detenuti siano stati giustiziati o siano morti a causa di torture, mancanza di cure mediche o fame tra il 2011 e il 2018. Citando i resoconti dei pochi detenuti rilasciati, almeno altri 500 detenuti sono stati giustiziati tra il 2018 e il 2021.
Cremlino: 'Putin non ha in programma incontro con Assad'
Il presidente russo Vladimir Putin non ha in programma un incontro con Bashar al Assad, che ha ottenuto asilo politico a Mosca dopo avere lasciato la Siria. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe.
Cremlino: "Niente da dire" su dove si trovi Assad
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che "non ha niente da dire" sulla questione di dove si trovo il leader siriano Bashar al-Assad, il cui regime è caduto ieri sotto l'avanzata dei ribelli armati. Secondo informazioni diffuse in precedenza dalla Tass, Assad è a Mosca con la sua famiglia e la Russia gli ha concesso asilo dopo la fuga dalla Siria. Lo riporta Ria Novosti.
Onu: proteggere minoranze ed evitare rappresaglie
Bisogna prendere tutte le misure per proteggere le minoranze siriane ed evitare rappresaglie: lo ha raccomanbdato il responsabile per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, durante una cobferenza styampa alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti umani.
Cremlino: 'Putin ha deciso sull'asilo a Assad'
La decisione della Russia di dare asilo a Bashar al Assad è stata presa personalmente dal presidente Vladimir Putin. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato della agenzie russe.
Ministro Esteri turco: 'Iniziata una nuova era, noi sempre al fianco dei siriani'
"Una nuova era è iniziata in Siria, ora è il momento di concentrarci sulla strada da seguire". E' quanto ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, in dichiarazioni da Ankara rilanciate dall'agenzia turca Anadolu. La Turchia, ha affermato Fidan durante la conferenza degli ambasciatori, "sarà ancora al fianco dei fratelli siriani in questa nuova pagina aperta a Damasco".
Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari
La Russia è da sempre convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta militarmente nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale, all'epoca, per la salvezza del regime alawita e delle strategiche basi russe nel Paese. ECCO I POSSIBILI SCENARI FUTURI
Siria, Crosetto: "Transizione piena di incognite, Ue si rafforzi"
In Siria "ora si apre una transizione difficile piena di incognite: da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall'altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro, tensioni sui confini": ad affermarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un'intervista al quotidiano a La Stampa. Per il ministro la caduta del regime di Assad "è l'effetto di quanto accaduto non negli ultimi giorni, ma anni: l'indebolimento dell'Iran, dei suoi proxy, in primis Hezbollah, e della Russia, alle prese con il fronte ucraino". "Erdogan ha in mano un risultato che persegue da anni, ma non pensava così vicino", ha aggiunto, "e ora aumenta il suo potere di aprire e chiudere i rubinetti verso la Ue". A questo riguardo Crosetto ha sottolineato che "l'Ue è debole per molte cose, in primis la crisi economica, e la vittoria di Trump la mette, in modo impietoso, di fronte al nanismo politico di cui è affetta da decenni: non ha ruolo nel mondo ed è afona su ogni tema o crisi internazionale". "Parlano, semmai, le singole nazioni, per conto loro e spesso in modo diverso", ha osservato. Per il ministro della Difesa "questo contesto regala potere a Erdogan. Un pragmatico. Potrebbe non accontentarsi più di aiuti economici, ma sfruttare la fragilità Ue per puntare all'ingresso in Europa. Per la Turchia, una rivoluzione: stabilità monetaria e prospettive enormi per l'industria, ma con un impatto negativo, di pari entità, sull'industria Ue".
Parigi condiziona il suo sostegno al rispetto minoranze
Il sostegno della Francia alla transizione politica in Siria "dipenderà dal rispetto" dei diritti delle donne, delle minoranze e del diritto internazionale. Lo ha dichiarato il ministro dimissionario degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, dopo la caduta di Bashar Assad. Una coalizione di ribelli guidata dal gruppo islamico radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts) di Abu Mohammad al-Jolani ha lanciato un'offensiva che ha portato al collasso delle forze governative. "Ora spetta a questo gruppo dimostrare il suo sincero desiderio di eliminare l'estremismo, di eliminare l'islamismo e il jihadismo da questa transizione e, soprattutto, di organizzare una transizione che permetta a tutte le minoranze siriane, alle quali teniamo molto, di prendere pienamente la loro parte", ha detto Barrot all'emittente France Info. “Il sostegno e il sostegno che la Francia in particolare fornirà a questa transizione politica in Siria dipenderà dal rispetto delle nostre richieste”, ha aggiunto.
Bandiera ribelli jihadisti in ambasciata a Mosca
Issata la bandiera dell'opposizione siriana presso l'ambasciata di Damasco in Russia. Lo riferisce il New York Times. L'agenzia russa Tass ha pubblicato una foto di uomini con il vessillo verde, bianco e nero.
Atene, 'accogliamo con favore la caduta del regime di Assad'
"La Grecia accoglie con favore la caduta del regime autoritario di Assad in Siria. Tuttavia, è necessario garantire immediatamente la pace nel Paese e una transizione ordinata verso un governo democraticamente legittimato": lo ha dichiarato il ministero degli Esteri ellenico in un comunicato, nella serata di ieri, sottolineando che la Grecia "sostiene l'unità, l'integrità territoriale e la sovranità della Siria". Il ministero ellenico ha ricordato anche l'importanza di proteggere "tutti i non combattenti, comprese le minoranze religiose, così come i monumenti religiosi e il ricco patrimonio culturale". Nel comunicato si legge: "Il ritorno alla normalità democratica deve porre fine ai flussi di migranti provenienti da questo Paese da tempo sofferente e aprire la strada al ritorno sicuro dei rifugiati siriani alle loro case. La Grecia, in quanto membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e visti i suoi forti legami con il mondo arabo, contribuirà al più rapido ripristino della pace e della prosperità in Siria".
La Turchia chiede per la Siria un 'governo inclusivo'
"Ci aspettiamo che gli attori internazionali, soprattutto le Nazioni Unite, diano una mano al popolo siriano e sostengano la creazione di un'amministrazione inclusiva". Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza ad Ankara con gli ambasciatori turchi nel mondo. "In Siria è iniziata una nuova era, ora è necessario concentrarsi sul futuro", ha detto il ministro. "La Turchia, che ha teso la mano ai suoi fratelli siriani in tempi difficili, sarà con loro in questa nuova pagina che è stata aperta a Damasco", riferisce la tv di Stato Trt.
Media, bandiera ribelli issata su ambasciata Siria a Mosca
La bandiera dell'opposizione siriana è stata issata stamattina sull'ambasciata siriana a Mosca: lo riporta la Tass. In precedenza, la bandiera della Repubblica Araba Siriana, simbolo del regime di Bashar al Assad, era stata rimossa dall'edificio dell'ambasciata dopo che l'opposizione dei ribelli jihadisti ha preso il potere nel Paese.
Media, Iran ha aperto canale di comunicazione coi ribelli
L'Iran ha aperto una linea di comunicazione diretta coi ribelli della nuova leadership siriana da quando il suo alleato Bashar al-Assad è stato destituiro: lo ha dichiarato a Reuters un alto funzionario iraniano spiegando che l'obiettivo è "impedire una traiettoria ostile" tra i due Paesi. L'alto funzionario afferma che i vertici religiosi dell'Iran, di fronte alla perdita di un importante alleato a Damasco e al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca a gennaio, sono disponibili a collaborare con i nuovi leader siriani. "Questo impegno è fondamentale per stabilizzare i legami ed evitare ulteriori tensioni regionali", ha detto.
Siria: Nyt, 'Usa sono stati in contatto con ribelli tramite la Turchia'
Negli ultimi giorni gli Stati Uniti avrebbero trasmesso, indirettamente, messaggi ai gruppi ribelli che hanno guidato l'offensiva contro Bashar al-Assad in Siria. Lo scrive il New York Times, che cita funzionari statunitensi e turch secondo i quali gli Usa avrebbero iniziato a 'comunicare' con le fazioni armate tramite il governo turco - attraverso canali diplomatici, militari e d'intelligence - dopo l'avvio dell'offensiva, scattata la scorsa settimana, prima della caduta di Damasco.
Secondo una delle fonti del giornale, inizialmente l'obiettivo dei messaggi sarebbe stato dire ai gruppi armati "cosa non fare". Tramite il governo turco gli Stati Uniti, sostengono i funzionari, avrebbero fatto sapere alle forze anti-Assad che non avrebbero dovuto consentire ai jihadisti del sedicente Stato Islamico di partecipare all'offensiva. E, aggiungono, tramite gli 'interlocutori' turchi, i gruppi avrebbero risposto di non avere intenzione di far entrare elementi dell'Is nel loro movimento.
L'offensiva è stata guidata da Hayat Tahrir al-Sham (Hts), considerato organizzazione terroristica dagli Stati Uniti dall'epoca in cui Donald Trump era alla Casa Bianca. Le agenzie d'intelligence statunitensi e i vertici dell'Amministrazione Biden 'studiano' Hts e il suo leader, Abu Mohammed al-Jawlani. Così, stando a un funzionario Usa, "dobbiamo pensarci, dobbiamo osservare il loro comportamento e dobbiamo mandare messaggi in modo indiretto e vedere cosa ne viene fuori".
Siria: mercoledì discorso Khamenei su situazione in Medio Oriente
La Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, terrà mercoledì a Teheran un discorso incentrato sugli sviluppi in Medio Oriente. Lo riferisce l'agenzia ufficiale iraniana Irna, dopo gli ultimi sviluppi in Siria, dove per anni l'Iran è stato uno dei più forti sostenitori di Bashar al-Assad.
Siria: media, aperta "linea diretta" Iran-forze opposizione
L'Iran ha aperto una "linea diretta di comunicazione" con le forze dell'opposizione armata all'interno della nuova leadership siriana dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, stretto alleato di Teheran nella regione. Lo ha detto alla Reuters un alto funzionario iraniano, nel tentativo di "prevenire una traiettoria ostile" tra i due Paesi.
Siria: oggi riunione d'emergenza Consiglio Sicurezza Onu
E' attesa per oggi una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata alla Siria. La riunione è stata chiesta dalla Russia e si terrà a porte chiuse, hanno confermato fonti diplomatiche all'agenzia Dpa.
Presidente Iran, 'il popolo siriano decida il proprio futuro'
"Il popolo siriano è l'unico che dovrebbe decidere del futuro del suo Paese e del suo sistema politico", ha dichiarato in serata il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, in riferimento alla caduta del governo del presidente Bashar Assad. Sottolineando l'importanza di "preservare l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale della Siria", il presidente ha chiesto di tenere un "dialogo tra i diversi gruppi siriani per porre fine ai conflitti militari e alla violenza il prima possibile, in modo che il popolo siriano possa decidere il proprio destino, libero da preoccupazioni o interferenze esterne 'distruttive'". Secondo la Tv di stato, ha anche sottolineato la necessità di proteggere i luoghi sacri e tutte le missioni diplomatiche in Siria.
Non solo Assad in Siria: dalle Primavere arabe a oggi, i raìs deposti negli altri Paesi
Bashar al-Assad è solo l’ultimo degli autocrati che ha perso il potere negli ultimi 13 anni tra Africa e Medio Oriente: il primo fu il tunisino Zine el-Abdine Ben Ali, la cui caduta nel 2011 diede inizio alle Primavere Arabe. A seguire ci furono anche il libico Gheddafi, l’egiziano Mubarak, lo yemenita Saleh e il sudanese al-Bashir. Ecco una lista di tutti i leader deposti
Siria, media: opposizione controlla completamente Latakia
L'opposizione armata siriana controlla completamente la provincia di Latakia, dove si trovano le basi militari russe. Lo ha riferito all'agenzia russa Tass una fonte nella provincia siriana. Secondo la fonte, gruppi armati sono entrati nel territorio di Tartus e Jebla quando l'opposizione ha annunciato la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad. La fonte ha inoltre sottolineato che i membri dell'opposizione non hanno invaso le basi russe a Tartus e Khmeimim. "Da ieri l'opposizione controlla completamente la provincia di Latakia, comprese le citta' di Tartus e Jable. Le forze armate dell'opposizione non hanno invaso e non intendono invadere il territorio delle basi militari russe, che operano normalmente", riferisce Tass.
Siria, cosa può succedere adesso che è caduto il regime di Bashir al-Assad? Gli scenari
L’offensiva dei ribelli jihadisti in Siria ha raggiunto il suo obiettivo. L’8 dicembre il regime di Bashar al-Assad è caduto, dopo 24 anni. L’ormai ex presidente si è dato alla fuga, colto alla sprovvista: nessuno si aspettava che l’insurrezione, lanciata il 27 novembre, riuscisse a essere portata a termine in così poco tempo. Ecco cosa piò succedere ora in Siria
Siria, cosa rischia Israele con la caduta di Assad? Gli scenari
Al termine di una rapida avanzata, i ribelli jihadisti in Siria hanno preso il controllo della capitale Damasco e hanno annunciato la fine del regime di Bashar al-Assad. La situazione è in continua evoluzione ma gli analisti si interrogano ora sui possibili riflessi nello scenario mediorientale. E in molti si chiedono quali potrebbero essere le conseguenze per Israele. GLI SCENARI
Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
Chi è Abu Muhammad al-Jolani, il leader dei ribelli jihadisti in Siria. L’APPROFONDIMENTO
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Chi è Bashar al-Assad, ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti. L’APPROFONDIMENTO
Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco. LE FOTO
Gli abitanti di Damasco hanno festeggiato nella notte nelle strade della capitale la caduta del governo del presidente Bashar al-Assad, dopo 50 anni di governo del partito Baath. LE FOTO
La caduta di Damasco, Assad fugge da Putin
Dopo 54 anni si è dissolto in poco più di dieci giorni il regime siriano della famiglia Assad, col suo ultimo esponente, il presidente Bashar al Assad, al potere da un quarto di secolo, fuggito a Mosca assieme alla famiglia sotto la protezione di Vladimir Putin. A Damasco "liberata" è entrato oggi da trionfatore il leader dei jihadisti sostenuti dalla Turchia, Abu Muhammad al Jolani, che ha già chiesto espressamente di non esser più chiamato col suo epiteto di battaglia ma col suo nome originario, Ahmad Sharaa. Nel suo primo discorso pubblico nella capitale, pronunciato nella Grande Moschea degli Omayyadi, dove per secoli sovrani e conquistatori hanno parlato alle masse appena sottomesse, il 'condottiero generale' (al Qaid al Amm) ha però fatto un discorso più panislamico che pansiriano, togliendo ogni dubbio sulla matrice islamista del suo profilo e del suo progetto di governo: "Il dittatore è caduto, e questa è una vittoria per tutta la nazione islamica. E' un trionfo che segna un nuovo capitolo nella storia della regione, il futuro è nostro". Le parole di Jolani sono rimbombate tra le antiche arcate della Grande Moschea mentre Israele si annetteva, nel silenzio della comunità internazionale, un'altra fetta di territorio mediorientale: il versante orientale del Jabal Shaykh (Monte Hermon), parte di quelle Alture del Golan occupate nel 1967 e mai restituite a Damasco. La Siria è stata "un parco giochi per le ambizioni iraniane", ha aggiunto Jolani, a conferma del fatto che il nuovo equilibrio di potere sembra mettere ai margini non solo l'influenza russa ma anche quella iraniana. E mentre Mosca ha chiesto la convocazione urgente di una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il Cremlino ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con gli insorti perché non prendano d'assalto le diverse basi militari russe nella Siria centro-occidentale, in particolare quella navale a Tartus e quella aerea di Hmeimim.
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