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Guerra Mo, Hamas: studiamo la proposta di una tregua di sei settimane

©Ansa

Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco a Gaza. Secondo la fonte vicina ai negoziati, l'accordo vedrebbe una tregua di sei settimane e la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi. Stamattina papa Francesco ha ricevuto in Vaticano i familiari di 5 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Ben Gvir: "Senza azione a Rafah, Netanyahu non più premier"

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"La proposta per il rilascio degli ostaggi è stata consegnata ad Hamas, ora aspettiamo la loro risposta e ci potrebbe volere un po' di tempo". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti. Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di 6 settimane a Gaza.

Fonti egiziane comunicano che i negoziati del Cairo sulla Striscia di Gaza registrano "grandi progressi" e che le trattative continueranno nelle prossime 48 ore. Israele però minimizza: "Non vediamo ancora nessun accordo all'orizzonte", ha detto una fonte israeliana. Anche Gaza gela l'ottimismo egiziano: "Non ci sono progressi, Israele ostinato". Stamattina papa Francesco riceve in Vaticano i familiari di 5 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. 

L'esercito israeliano annuncia di aver ritirato tutte le truppe di terra dal sud dell'enclave palestinese. E minaccia di passare "dalla difesa all'attacco" sul confine con il Libano. 



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Gaza, gli aiuti umanitari dal cielo non bastano. Onu: "Carestia quasi inevitabile"

Giordania, Egitto ed Emirati Arabi stanno già inviando scorte paracadutate di beni di prima necessità. Gli Stati Uniti dovrebbero aggiungersi a loro  nelle  prossime ore. Ma a Washington c'è chi parla di "una goccia   dell'oceano". A Israele si chiede di potenziare gli arrivi via terra,   meno costosi, più efficaci e meno pericolosi di quelli via aria. LEGGI

Unrwa, cosa è e come funziona l'agenzia Onu per i palestinesi

È  stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella  Striscia di  Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni  dipendenti  dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti  nell'assalto di  Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi  sociali alle  persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre  risalenti al  periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e  gestisce  scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza  abitativa e  prestiti di emergenza LEGGI

Ritiro truppe israeliane, la disperazione dei palestinesi a Khan Younis

Media: 'Raid a Gaza nel campo di Maghazi, morte 5 persone fra cui il sindaco'

Media palestinesi riferiscono di un attacco aereo israeliano contro l'edificio del ministero degli Interni di Hamas, nel campo di Maghazi, nel centro di Gaza. Secondo quanto riferito, nel raid sarebbero morte almeno cinque persone, tra cui il sindaco di Maghazi. 

Governo Hamas: almeno 33.207 palestinesi morti a Gaza

L'Ufficio stampa governativo di Gaza ha rilasciato "dati chiave" aggiornati "per ricordare i 185 giorni da quando Israele ha lanciato il suo assalto all'enclave assediata". Sono stati uccisi almeno 33.207 palestinesi, tra cui 14.520 bambini. Altre migliaia rimangono dispersi o intrappolati sotto le macerie. Almeno 485 membri del personale medico sono stati uccisi. Piu' di 75.930 palestinesi hanno riportato ferite. Almeno 11.000 palestinesi con ferite gravi necessitano di cure fuori Gaza. Circa 17.000 bambini hanno perso uno o entrambi i genitori. Oltre un milione di sfollati hanno contratto malattie infettive. Piu' di 310 operatori sanitari e 20 giornalisti sono stati arrestati dalle forze israeliane. Almeno due milioni di palestinesi sono ora sfollati interni a Gaza.



Guerra Gaza, Zuppi: "Non paragonare al genocidio compiuto dall'ideologia nazista"

Per il presidente della Conferenza episcopale italiana quello che  sta accadendo nella Striscia "è un'operazione militare che uccide innocenti e bambini, una cosa che nessuno può accettare". Sulla questione del rilascio degli ostaggi: "Il negoziato è l'unica via" LEGGI

Attivista palestinese, pace a Gaza nelle mani di Washington

La fine della guerra a Gaza senza arrivare all'attacco annunciato sulla Rafah palestinesi è nelle mani di Washington: è questa l'opinione di Ratiba Al Natsheh, componente del Comitato d'azione nazionale palestinese intervistata dall'emittente egiziana 'Nile News'. Al-Natsheh ha denunciato con forza la politica israeliana sulla Striscia di Gaza e Cisgiordania e in particolare "quella di sfollare il maggior numero possibile di palestinesi e ridistribuendo la loro demografia". "Israele ha violato tutte le leggi internazionali attraverso le sue azioni di fronte al mondo intero, provocando una tragedia umana senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale, avvertendo al tempo stesso del pericolo di un'espansione della guerra a Gaza a livello regionale", ha aggiunto, definendo le spaccature all'interno del fronte israeliano e l'incapacità di giungere a un accordo di cessate il fuoco "un buon motivo per porre fine alla vendita di armi a Israele".

Attivista palestinese, pace a Gaza nelle mani di Washington

La fine della guerra a Gaza senza arrivare all'attacco annunciato sulla Rafah palestinesi è nelle mani di Washington: è questa l'opinione di Ratiba Al Natsheh, componente del Comitato d'azione nazionale palestinese intervistata dall'emittente egiziana 'Nile News'. Al-Natsheh ha denunciato con forza la politica israeliana sulla Striscia di Gaza e Cisgiordania e in particolare "quella di sfollare il maggior numero possibile di palestinesi e ridistribuendo la loro demografia". "Israele ha violato tutte le leggi internazionali attraverso le sue azioni di fronte al mondo intero, provocando una tragedia umana senza precedenti dalla Seconda Guerra Mondiale, avvertendo al tempo stesso del pericolo di un'espansione della guerra a Gaza a livello regionale", ha aggiunto, definendo le spaccature all'interno del fronte israeliano e l'incapacità di giungere a un accordo di cessate il fuoco "un buon motivo per porre fine alla vendita di armi a Israele".

Usa a Israele, ribadiamo 'no' a invasione Rafah

Gli Stati Uniti hanno ribadito con forza la loro opposizione a qualsiasi operazione israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato di aver fissato "una data" per l'invasione. "Abbiamo chiarito a Israele che crediamo che una massiccia invasione militare di Rafah avrebbe un effetto estremamente dannoso su questi civili e alla fine danneggerebbe la sicurezza di Israele", ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto oggi che è stata fissata una data per un'offensiva sulla città di Rafah, che secondo Israele è una delle ultime roccaforti di Hamas nella Striscia di Gaza. La vittoria sul movimento islamico palestinese "richiede l'ingresso a Rafah e l'eliminazione dei battaglioni terroristici li'. Ciò sarà fatto - c'è una data", ha detto il primo ministro israeliano in una dichiarazione video. Gli Stati Uniti e molti altri Paesi temono per la sicurezza degli oltre 1,5 milioni di abitanti di Gaza che hanno trovato rifugio in quest'area nell'estremo sud della Striscia di Gaza, vicino al confine chiuso con l'Egitto. "Non si tratta solo di Israele che ci presenta un piano. Abbiamo chiarito loro che crediamo che ci sia un modo migliore per raggiungere un obiettivo legittimo, che è quello di smantellare e sconfiggere i battaglioni di Hamas che sono ancora a Rafah", ha aggiunto Miller. 

Usa, aperte diverse inchieste su crimini guerra Israele

Il Dipartimento di Stato americano ha aperto diverse indagini su presunti crimini di guerra israeliani a Gaza, ma non è ancora giunto alla conclusione che l'IDF abbia violato il diritto internazionale umanitario nella sua guerra contro Hamas nell'enclave. Lo afferma il suo portavoce Matthew Miller. "Abbiamo una serie di esperti diversi provenienti da tutti i nostri uffici che esaminano i fatti, li applicano al diritto internazionale e fanno valutazioni. Tali valutazioni sono in corso", ribadisce Miller durante una conferenza stampa. "Al momento non abbiamo ancora concluso che Israele abbia violato il diritto internazionale umanitario, ma abbiamo valutazioni in corso su diversi fronti", aggiunge.

Palestina, la richiesta di adesione piena a Onu momento storico

Questo è un momento storico". Così l'ambasciatore palestinese all'Onu Riyad Mansour ha commentato la decisione del Consiglio di Sicurezza di pronunciarsi entro la fine di aprile sulla loro richiesta di diventare membri a pieno titolo delle Nazioni Unite. In realtà, il cammino per i palestinesi è tortuoso e il successo più che improbabile. Affinché la richiesta sia approvata è necessaria prima una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con almeno 9 voti favorevoli, senza veto di un membro permanente, mentre il rischio di un veto Usa è molto alto). E poi serve la maggioranza di due terzi dei voti dell'Assemblea Generale. 

Hamas, studiamo la proposta di una tregua di sei settimane

Una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di 6 settimane a Gaza. Secondo la fonte di Hamas vicina ai negoziati, l'accordo di cessate il fuoco a Gaza vedrebbe una tregua di sei settimane e la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi. La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili palestinesi sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione affamata.

Onu: Israele contro adesione Palestina "stato nazipalestinese"

L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite ha bocciato con toni duri la richiesta palestinese di adesione alle Nazioni Unite come membro a tutti gli effetti. "Il Consiglio di sicurezza - ha accusato l'ambasciatore Gilad Erdan - nel discutere se riconoscere uno Stato 'nazipalestinese'" presenterebbe la "piu' abominevole ricompensa per i più abominevoli crimini". Già la semplice decisione di esaminare la richiesta, ha aggiunto il rappresentante di Israele, rappresenta "una vittoria" per "coloro che hanno commesso e sostenuto gli attacchi senza precedenti" di Hamas contro Israele il 7 ottobre. "Qual e' la prossima tappa - ha continuato Erdan - prendere in considerazione l'adesione all'Onu dell'Isis?". 

Netanyahu, 'lavoriamo per nostri obiettivi, rilascio ostaggi e totale vittoria su Hamas'

"Stiamo lavorando in ogni momento per ottenere i nostri obiettivi, principalmente il rilascio di tutti gli ostaggi e la vittoria totale su Hamas". Lo ha detto Benjamin Netanyahu in un video in cui ha detto di aver ricevuto un dettagliato aggiornamento sui negoziati al Cairo, secondo quanto riferisce Times of Israel.

Netanyahu, 'per ingresso nostre forze a Rafah c'è una data'

Benjamin Netanyahu afferma che "c'e' una data" per l'ingresso delle forze israeliane a Rafah. In un video, il premier israeliano ribadisce che non ci può essere vittoria su Hamas senza l'operazione nella città meridionale, si legge su Times of Israel. 

Ritiro truppe israeliane, la disperazione dei palestinesi a Khan Younis

Crosetto incontra ministro Katz, 'Italia amica di Israele'

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha incontrato oggi a Roma, presso la sede del ministero della Difesa, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. "L'Italia è amica d'Israele; lo è stata quando ha subito il barbaro attentato terroristico da parte di Hamas e lo è in questo momento di difficoltà, caratterizzato da una preoccupante crisi internazionale e dalla crescente instabilità dell'area mediorientale - le parole di Crosetto -. Oggi ho manifestato al ministro Katz la mia amicizia, ma anche le mie preoccupazioni sull'evoluzione del conflitto a Gaza. Gli ho inoltre ribadito che la pace si fonda sul rispetto delle regole e del diritto internazionale e umanitario: regole che valgono per tutti. La guerra dev'essere lasciata agli eserciti e alle forze combattenti e non abbattersi sulla popolazione civile, soprattutto sui bambini e sulle persone più esposte e inermi. L'unica pace duratura, è quella che vede ripristinate le condizioni di legalità e rispettati i diritti fondamentali; quella ove i due popoli e i due stati possano coesistere con dignità e rispetto reciproco. In un momento di scontro militare così forte e di tensione in tutta l'area, una tregua sarebbe dunque un passo importante, nell'interesse di tutti, a tutela della popolazione. Con analoga fermezza ho anche chiarito che per arrivare alla tregua e poi alla pace, è necessario che tutti i civili israeliani tenuti in ostaggio dal 7 ottobre, siano liberati al più presto. Al contempo l'Italia si sta prodigando attivamente per una soluzione del conflitto e per alleviare le sofferenze della popolazione civile palestinese. Fin da subito abbiamo impiegato le nostre forze armate per soccorrere la popolazione".

Media, Usa per 6 settimane di tregua in cambio 40 ostaggi

Sei settimane di tregua temporanea in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Sarebbe questa la sostanza - secondo fonti egiziane citate dalla testata del Qatar 'Al-Araby Al-Jadeed', ripresa da media israeliani - della proposta avanzata dagli Usa per un cessate il fuoco temporaneo nella Striscia ora all'esame di Hamas e di Israele. Ci sarebbe inoltre un parziale ritorno di sfollati nella parte nord di Gaza. La proposta prevede anche l'opzione di una tregua iniziale di 3 giorni, senza alcun obbligo, per i giorni di Eid el-Fitr, che comincia domani sera.

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