Guerra Israele – Hamas. Netanyahu ordina piani di evacuazione dei civili da Rafah

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Il premier israeliano ha ordinato all'apparato di difesa di preparare i piani per evacuare i civili dall'area di Rafah, nel sud della Striscia. Borrell: "Attacco a Rafah sarebbe catastrofico". Biden: "Risposta di Israele a Gaza esagerata". Il presidente della Knesset cancella l'incontro con Guterres a New York

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Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato all'apparato di difesa di preparare i piani per evacuare i civili dall'area di Rafah, nel sud della Striscia. Lo ha fatto sapere l'ufficio del premier, citato dai media. "Le notizie circa una offensiva militare israeliana a Rafah sono allarmanti. Avrebbe conseguenze catastrofiche" dice il capo della diplomazia europea Borrell. Anche secondo gli Usa attaccare Rafah sarebbe "disastroso". Per Biden la risposta dello stesso Netanyahu agli attacchi di Hamas del 7 ottobre è "esagerata". Il presidente della Knesset cancella l'incontro con Guterres a New York.



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Fonti: il capo della Cia la settimana prossima in Egitto

Il capo della Cia William Burns sarà al Cairo la prossima settimana per incontri con funzionari egiziani in merito agli sforzi per un nuovo accordo per assicurare il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Burns è l'uomo chiave di Joe Biden negli sforzi per la liberazione degli ostaggi e una pausa nei combattimenti. L'invio di Burns al Cairo mette pressione - osserva Axios - sui mediatori del Qatar e dell'Egitto per spingere Hamas verso un accordo ragionevole. 

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Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse

Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti  all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di  un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in  territorio israeliano del 7 ottobre. Gli Usa hanno immediatamente  annunciato lo stop ai finanziamenti. La scelta è stata poi condivisa da  Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi,  Germania, Giappone e Austria LEGGI

Yemen, chi sono gli Houthi e cosa hanno a che fare con la guerra Israele-Hamas

Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale  yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico,  religioso e militare. Nel dicembre 2023 il Pentagono ha detto di aver  intercettato missili e droni lanciati dagli Houthi "potenzialmente  indirizzati verso obiettivi in Israele" e una petroliera norvegese nel  Mar Rosso è stata colpita da un missile houthi. Il 12 gennaio 2023 Usa e  Gran Bretagna hanno condotto un raid contro obiettivi nello Yemen  utilizzati dai ribelli CHI SONO

Msf: "Israele fermi l'offensiva su Rafah, sarebbe catastrofica"

Medici Senza Frontiere (Msf) chiede al governo israeliano di fermare immediatamente l'offensiva su Rafah. "Sarebbe catastrofica, non deve proseguire", ha dichiarato Meinie Nicolai, direttrice generale di Msf che lancia un appello alla comunità internazionale affinché vengano intraprese azioni concrete per ottenere un cessate il fuoco completo e duraturo. "La retorica politica non è sufficiente", ha aggiunto Nicolai. Mentre continuano i bombardamenti aerei sull'area, più di un milione di persone, molte delle quali vivono in tende e rifugi di fortuna, si trovano ora ad affrontare un drammatico intensificarsi del conflitto. "Assistiamo a un massacro. Nessun luogo a Gaza è sicuro e i ripetuti spostamenti forzati hanno spinto le persone a Rafah, dove sono intrappolate in un piccolo fazzoletto di terra senza avere alternative", ha sottolineato Nicolai. Dal 7 ottobre 2023 le équipe di Msf, nonché i loro pazienti, sono state costrette a evacuare 9 diverse strutture sanitarie nella Striscia di Gaza, dopo aver subito attacchi aerei, colpi di artiglieria, o essere stati attaccati da carri armati e cecchini o perché colpiti da un ordine di evacuazione. Personale medico e pazienti sono stati arrestati, maltrattati e uccisi. "Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi dei leader mondiali. Ora è diventato quasi impossibile lavorare a Gaza, tutti i nostri tentativi di fornire cure salvavita ai palestinesi sono stati ridimensionati a causa del modo di condurre la guerra da parte di Israele. I bisogni sono enormi e la situazione richiede una risposta umanitaria sicura e su scala molto più ampia", ha concluso la direttrice Msf. 

Casa Bianca: "La critica di Biden a Israele? Linea non è cambiata"

"La posizione e il messaggio del presidente non sono cambiati, il presidente vuole vedere Hamas sconfitto ma nello stesso tempo ritiene che Israele debba fare di più per proteggere i civili nelle sue operazioni militari": lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, rispondendo alla domanda se la critica mossa ieri da Joe Biden (la risposta di Benyamin Netanyahu "è stata esagerata") significava un cambio della linea americana.

Abbas: 'Operazione Rafah serve a cacciare palestinesi da Striscia'

Il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas accusa il premier israeliano di voler cacciare i palestinesi dalla Striscia di Gaza, dopo che Benyamin Netanyahu ha annunciato un piano di evacuazione dei civili a Rafah in modo da poter intervenire militarmente. Questo passo rappresenta "una vera minaccia e un pericoloso preludio per realizzare la già respinta politica israeliana mirante a trasferire il popolo palestinese via dalla sua terra", si legge in un comunicato della presidenza palestinese, diffuso dall'agenzia stampa Wafa. In questo modo si "minacciala sicurezza e la pace nella regione e nel mondo. Questa è una chiara violazione che oltrepassa ogni linea rossa", continua il comunicato, chiedendo un intervento dell'Onu. "E' venuto il momento che ciascuno si prenda le sue responsabilità", conclude la presidenza palestinese, parlando "di una catastrofe che spingerà l'intera regione verso guerre senza fine".



Anp condanna con veemenza i piani di Netanyahu su Rafah

La presidenza dell'Autorità nazionale palestinese ha espresso "con veemenza" il suo rifiuto e la sua condanna delle dichiarazioni del primo ministro Benyamin Netanyahu riguardo ai piani per estendere l'offensiva terrestre israeliana a Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l'agenzia Wafa aggiungendo che per l'Anp la mossa "una minaccia reale e un pericoloso preludio all'attuazione della politica israeliana rifiutata volta a sfollare il popolo palestinese dalla propria terra", ritenendo il governo israeliano pienamente responsabile delle ripercussioni di questa potenziale escalation. 

Abu Mazen: "Assalto a Rafah per cacciare i palestinesi"

Il presidente palestinese Abu Mazen ha accusato Israele di voler "cacciare i palestinesi dalle loro terre". Lo ha detto dopo che il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato il piano per espandere l'offensiva militare nella Striscia di Gaza fino a Rafah, nell'estremo Sud dell'enclave, dove si sono rifugiati più di un milione di sfollati palestinesi. Il leader dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) - che governa piccole aree della Cisgiordania occupata - ha espresso la sua "forte condanna" per le dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha annunciato oggi di aver commissionato all'esercito un piano per l'offensiva su Rafah e per evacuare prima i civili. "Ciò costituisce una minaccia reale e un pericoloso preludio all'attuazione della politica israeliana che mira a scacciare il popolo palestinese dalla sua terra", si legge in un comunicato della presidenza dell'Anp. 



Borrell: "Catastrofiche conseguenze da attacco a Rafah"

Il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, giudica "allarmanti" le notizie riguardanti un allargamento dell'offensiva israeliana a Rafah, nell'estremità meridionale della Striscia di Gaza. "Le notizie circa una offensiva militare israeliana a Rafah sono allarmanti. Avrebbe conseguenze catastrofiche che peggiorerebbero la già disperata situazione umanitaria e l'insopportabile numero di vittime civili", ha scritto Borrell su X, ricordando che 1,4 milioni di palestinesi si trovano attualmente a Rafah, "senza un posto sicuro dove andare". 



Spagna, un arresto per propaganda pro-Isis e anti-Israele

Un uomo è stato arrestato a Barcellona con l'accusa di "auto-indottrinamento" e "apologia del terrorismo", dopo aver diffuso su Internet messaggi di propaganda in favore del jihadismo e dell'Isis e contro Israele e i suoi alleati. Lo rende noto la Polizia Nazionale spagnola. Stando agli inquirenti, l'indagato, di cui non sono stati resi noti dati personali, aveva "migliaia di follower" sui social, che usava per diffondere propaganda "radicale" al "maggior numero di persone possibili". L'arresto è avvenuto lo scorso martedì. In seguito, un giudice ha decretato per il detenuto il carcere preventivo come misura cautelare. 

Egitto: continua lavoro con Washington per cessate fuoco

 "Il lavoro congiunto tra Il Cairo e Washington continua per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza". Lo rende noto l'ufficio del presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Nella nota del Cairo rilanciata dai media israeliani si legge anche che "l'Egitto ha aperto il valico di Rafah dal primo momento senza condizioni o restrizioni e ha mobilitato una grande quantità di aiuti umanitari. Abbiamo fatto pressioni su tutte le parti interessate affinchèportassero gli aiuti nella Striscia". 



Presidente Knesset cancella l'incontro con Guterres a Ny

Il presidente della Knesset Amir Ohana ha annunciato di aver cancellato l'incontro con il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres che si sarebbe dovuto svolgere in giornata al Palazzo di Vetro a New York.   "Volevo provare a persuaderlo, ma ieri - ha fatto sapere Ohana - ha di nuovo fatto appello ad Israele di fermare i combattimenti e lo ha criticato. Ci sono cause perse e linee rosse", ha aggiunto sottolineando di non voler riaccreditare Guterrres. Ohana è a New York per partecipare ad una Conferenza interparlamentare.

Egitto: "Continua il lavoro con Washington per il cessate il fuoco"

"Il lavoro congiunto tra Il Cairo e Washington continua per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza". Lo rende noto l'ufficio del presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Nella nota del Cairo rilanciata dai media israeliani si legge anche che "l'Egitto ha aperto il valico di Rafah dal primo momento senza condizioni o restrizioni e ha mobilitato una grande quantità di aiuti umanitari. Abbiamo fatto pressioni su tutte le parti interessate affinche' portassero gli aiuti nella Striscia".

Crosetto: "Arrivati in Italia altri bambini palestinesi"

 "Benvenuti in Italia! Al termine dell'operazione saranno circa 100 i bambini con le loro famiglie che saranno curati nei nostri migliori ospedali pediatrici. Sono vittime innocenti di questa guerra. Vogliamo fare di tutto per alleviare le loro sofferenze". Lo dichiara il ministro della Difesa Guido Crosetto, in una nota, sull'arrivo in Italia del volo militare proveniente dall'Egitto con a bordo 11 pazienti destinati alle strutture sanitarie nazionali e 14 accompagnatori. "Siamo stati i primi a portare aiuti alla popolazione civile di Gaza - afferma Crosetto - abbiamo inviato una nave ospedale, siamo pronti a installare un ospedale da campo e continuiamo con il ponte aereo per portare minori palestinesi in Italia e curarli nei nostri ospedali. Siamo amici di Israele e lavoriamo per l'unica scelta di pace possibile che prevede due popoli e due Stati".

Ministro Esteri turco su Gaza: "Silenzio complice del genocidio"

"Questo silenzio" significa "che nel mondo non esistono più valori morali né principi fondamentali del diritto internazionale che possano fungere da quadro di riferimento per eventuali futuri conflitti". Si è espresso così il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, mentre proseguono le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza, scattate in risposta all'attacco del 7 ottobre in Israele. Per Fidan, il "silenzio" è "complice del genocidio". "Se non si ferma il massacro a Gaza, se la soluzione dei due stati non viene messa in atto in Palestina, non è difficile prevedere che questi conflitti si ripetano", ha detto il ministro da Istanbul in dichiarazioni rilanciate dall'agenzia Anadolu.

Norvegia: "Quest'anno 24 mln di euro all'Unrwa, ma altri se serve"

Quest'anno la Norvegia donerà all'Unrwa 275 milioni di corone (poco più di 24 milioni di euro). Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Oslo, precisando che "a causa della catastrofe umanitaria a Gaza, potrebbero esserci ulteriori fondi". L'agenzia Onu per i palestinesi è finita di recente al centro di uno scandalo dopo che Israele ha accusato alcuni operatori di Gaza di un coinvolgimento diretto nell'attacco di Hamas del 7 ottobre. Diversi Paesi hanno reagito annunciando una sospensione delle donazioni, ma Oslo li ha esortati a considerare le conseguenze più ampie delle loro azioni sulla popolazione di Gaza, dato che l'Unrwa è la principale organizzazione che fornisce assistenza ai palestinesi. L'agenzia Onu la settimana scorsa ha avvertito che potrebbe essere costretta a cessare ogni attività in Medio Oriente entro la fine del mese per mancanza di fondi. 

Fonti egiziane, rafforzata la sicurezza al valico di Rafah

Fonti locali e testimoni oculari hanno rivelato che nuove forze di sicurezza egiziane sono arrivate al valico di Rafah con la Striscia di Gaza per proteggere ulteriormente il confine, dove, a solo un paio di chilometri, sono ammassati quasi due milioni di palestinesi spinti a sud dai bombardamenti israeliani, giunti ormai appena oltreconfine. Le fonti hanno aggiunto che circa 40 veicoli della polizia e della sicurezza si sono spostati da Al-Arish a Rafah per proteggere il confine, innalzare la recinzione che separa da Gaza e rinforzarla con filo spinato per impedire qualsiasi tentativo di sconfinamento. 

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Israele, ostaggio morto forse in edificio vicino ad uno colpito

Yossi Sharabi, l'ostaggio israeliano ucciso a Gaza a metà gennaio scorso, è probabilmente morto in un palazzo che è crollato accanto ad un altro colpito dall'esercito, anche se non si può escludere con certezza che sia stato invece ucciso dai suo rapitori. Lo ha fatto sapere l'esercito stesso al termine di una indagine sulle circostanze della morte di Sharabi (53 anni) preso da Hamas nel kibbutz Beeri lo scorso 7 ottobre. La morte di Sharabi era stata confermata il 17 gennaio scorso dopo che Hamas aveva diffuso un video nel quale si mostravano il suo cadavere e quello di Itay Svirski, altro ostaggio rapito al festival musicale di Reim e - secondo l'esercito - ucciso da Hamas. Nello stesso filmato si vedeva una terza israeliana, Noa Argamani, ritenuta ancora oggi viva. Entrambi erano nello stesso edificio di Sharabi e il raid sull'edificio vicino - ha spiegato l'indagine, riferita dai media - è stato compiuto "in base ai protocolli dell'esercito, visto che sulla base di informazioni dell'intelligence da quel palazzo "era in preparazione un attacco contro i soldati". I corpi di Sharabi e di Svirski sono ancora trattenuti da Hamas nella Striscia. 

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