Continuano a bruciare in Islanda le case del villaggio di Grindavík, raggiunte ieri dalla lava del vicino vulcano. Si registrano piccoli miglioramenti questa mattina, con il flusso di lava dalla fessura meridionale che sembra essersi in gran parte interrotto. Preoccupazione del governo, con la prima ministra islandese Katrín Jakobsdóttir che ha dichiarato: "La situazione è terrificante"
- Migliora parzialmente la situazione nel villaggio islandese di Grindavik, dove da ieri le case sono state inghiottite dalla lava del vicino vulcano, con il flusso dalla fessura meridionale che sembra essersi interrotto quasi del tutto, mentre si sono registrati rallentamenti nella fessura settentrionale, comunica il portavoce della protezione civile Hördís GuÐmundsdóttir
- In queste ore gli scienziati e gli esperti stanno discutendo della situazione, intanto, la polizia e le squadre di soccorso monitorano il flusso della lava dalle webcam e con un drone che sorvola la zona colpita. Rispondendo alla domanda se si aspetta che i residenti possano tornare nelle loro case oggi per salvare oggetti di valore o cercare di limitare i danni, GuÐmundsdóttir ha dichiarato: “È presto per dirlo, on sappiamo nulla di come si comporta la Terra, nonostante una certa conoscenza in questo campo"
- Solo un mese fa gli abitanti di Grindavik, a neanche 30 chilometri da Reykjavik, avevano appreso che sotto i loro piedi c'era il magma in ebollizione, da ieri invece la lava ha ripreso a fuoriuscire con violenza e ha iniziato a bruciare le case, minacciando di spazzare via il tranquillo paese marittimo di 4.000 anime dedito alla pesca
- Lo scorso dicembre infatti l'Ufficio meteorologico trasse la conclusione che sotto all'abitato si era formato un tunnel, un canale magmatico, a una profondità difficilmente misurabile e con possibilità di sfogo difficilmente prevedibili. Un vulcano sotto ai piedi degli abitanti e che ieri ha colpito molto più vicino di un mese fa
- Le autorità hanno dichiarato lo stato d'emergenza e ai pochi abitanti ritornati a Grindavik dopo l'eruzione e l'evacuazione di dicembre è stato intimato di sgomberare di nuovo in piena notte. La prima ministra islandese, Katrín Jakobsdóttir, ha dichiarato che: "La situazione è terrificante"
- "Una fessura si è aperta su entrambi i lati dell'argine (anti-lava) che abbiamo iniziato a costruire a nord di Grindavik", ha annunciato l'Ufficio meteorologico nazionale (Imo), aggiungendo che il fiume incandescente si stava dirigendo sull'abitato, sul versante sud della penisola di Reykjanes che su quella nord ospita la capitale islandese
- Nel pomeriggio di ieri, le prime abitazioni, moderne casette bianche evacuate dai loro abitanti, sono state investite dalla roccia fusa e hanno preso fuoco. "Si è creata una situazione nuova e non c'è niente che possiamo farci", ha ammesso il sindaco, Fannar Jonasson
- Tutto questo accade solo tre settimane dopo la fine della precedente eruzione, culminata il 18 dicembre con l'emissione di fontane di lava visibili da decine di chilometri di distanza, dopo una sciame interminabile di centinaia di scosse sismiche che tormentava la zona dai primi di novembre, crepando i muri e gli edifici e l'asfalto delle strade
- Interamente costituita da roccia vulcanica depositata in milioni di anni di eruzioni che l'hanno fatta emergere dall'oceano, collocata sulla faglia tettonica Medio-Atlantica, l'Islanda conta ben 33 sistemi vulcanici, il numero più grande in Europa
- Alcuni di questi hanno creato problemi seri, come l'Eyjafjallajökull, le cui poderose emissioni di cenere, sparse su metà dell'emisfero nord, fra aprile e maggio del 2010 lasciarono a terra migliaia di voli, imponendo la più grave crisi del trasporto aereo globale dalla Seconda Guerra Mondiale